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mainstream

Grillo, Casaleggio, coraggio!

di Fabrizio Tringali

Su Renzi qualche cosetta azzeccata l'avevamo detta tempo fa.

Vedremo presto se il PD esploderà e nascerà un partito personale, su misura del premier.

Quel che è certo è che Renzi, nel breve e medio periodo potrà contare su una forza elettorale notevole.

Il ceto politico ne ha preso coscienza e si sta riorganizzando di conseguenza.

Adesso l'ex rottamatore può davvero provare a fare quel che vuole.

Non è detto che ci riesca, ma può provarci, anche passando sopra al Parlamento e quel poco di opposizione sociale che i sindacati stanno mettendo in campo.

E finché proverà a fare le "riforme", finché dimostrerà di avere una qualche probabilità di successo nel riuscire a far carta straccia dello statuto dei lavoratori e della Costituzione, probabilmente troverà una UE non troppo esigente.

L'unica flebile speranza che potremmo avere risiede nel M5S, anzi no. L'unica fiammella ce l'hanno in mano Grillo e Casaleggio. Loro due. 

La forza di Renzi risiede anche nell'inutilità della sinistra politica e nell'astensione (quindi può permettersi di perdere voti "a sinistra" o verso l'astensione, perché nessuna delle cose intacca la sua forza).

Il M5S potrebbe davvero lanciare una mega-campagna di resistenza, cosa che in parte sta già facendo. Ma così come lo sta facendo, probabilmente, non la spunterà. Sono troppe le persone che, legittimamente, non credono né in Grillo, né tantomeno in Casaleggio. Loro due dovrebbero davvero farsi da parte. Ma senza alcuna fuga. Al contrario, dovrebbero essere loro, in pieno spirito di servizio (quello che giustamente chiedono ai loro militanti, che non devono né essere leader, né fare carriera politica), a lanciare un percorso di costruzione di un soggetto politico autenticamente partecipativo e assolutamente, totalmente, inderogabilmente nemico dell'intero ceto politico attuale.

Un soggetto politico che possa ambire a riportare alla politica attiva i tanti che l'hanno abbandonata, disgustati.

Che eviti di raccontare che basta eleggere un po' di parlamentari per far esplodere le contraddizione del sistema e cambiarlo.

Che ambisca a governare, ma che capisca che, al momento, ciò di cui abbiamo bisogno è di una OPPOSIZIONE.

Che sappia assumere posizioni politiche chiare e nette in favore dei ceti medi e popolari, della difesa dei diritti, del territorio e dalla natura, dei beni comuni, dei servizi pubblici.

Che sappia spiegare come queste posizioni siano credibili solo se accompagnate dal pieno recupero della sovranità politica, economica, monetaria. E dall'abbandono dei mercati unici (leggi libera circolazione di merci e capitali), siano essi europei o transatlantici.

Che possa non solo pescare nel bacino elettorale del M5S, ma anche, soprattutto, nell'astensione.

Un soggetto che abbia un nuovo nome (scelto democraticamente), un nuovo simbolo (che appartenga al soggetto politico stesso, non ad una persona), nuovi mezzi di comunicazione (gestiti democraticamente), nuove regole democratiche di gestione interna (in buona parte mutuate dal M5S a partire dal vincolo inderogabile sui due mandati a qualunque livello, dalla rotazione delle cariche interne, dalla rinuncia ai benefit e agli alti stipendi, dalla revocabilità della carica).

Possono essere solo i due fondatori del M5S a lanciare questo percorso, aprendo le porte a tutti gli interessati, impegnandosi a fare un passo indietro definitivo una volta definite le regole e avviato il processo costituente.

Grillo, Casaleggio, coraggio!

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