Print Friendly, PDF & Email
megachip

Natalità e mortalità

di Piero Pagliani

SOB! Save Our Box-office! Non era quello che si intendeva con "salvezza", ma da molti secoli il mondo cristiano va in questa direzione

«Che cos'è la guerra? un omicidio collettivo, di gruppo, una forma di brigantaggio tanto più infame quanto più estesa. Ma questo genere di riflessioni muove a riso e a scherno gli stolidi personaggi che stanno oggi al vertice [.] Ebbene, . siamo arrivati a un tale grado di frenesia, che tutta la nostra vita è dominata dalla guerra. Non c'è tregua. La guerra imperversa a livello di nazioni, a livello di regni, di città, di principi, di popoli [.] la guerra mette il cristiano contro l'uomo. E mette, esito a dirlo, cristiano contro cristiano. E con questo siamo al vertice dell'ignominia. Eppure nessuno fa domande, nessuno si leva a dire una parola di riprovazione: cecità della mente umana!»

Erasmo da Rotterdam, "Contro la guerra", 1517.

«Probabilmente hanno ucciso molta gente, e mi sono macchiato di molto sangue, ma non è tutto così negativo.»

Robert J. Martens, ex membro dell'Ambasciata statunitense a Jakarta

 

1. Natale è la festa della cristianità.

Un po' in tutto il mondo in cui si festeggia si dice che questo Natale sarà "in sordina", per via della crisi economica. Questo mostra con sufficiente chiarezza a cosa si sia ridotta la celebrazione di un Salvatore che è nato in una mangiatoia.

SOB! Save our box-office! Non era quello che si intendeva con "salvezza", ma da molti secoli il mondo cristiano è in questa direzione che ha spinto la propria interpretazione.

I singoli cristiani spesso no. Ma il loro mondo sì. E i singoli cristiani raramente si sono opposti, o sono stati in gradi di opporsi, al mondo cristiano.

 

2. Oltre alla natività, della vicenda terrena di Cristo è stata più che altro esaltata la crocifissione. Come ricordo di questo atroce supplizio, in tutte le chiese cattoliche viene esibito Gesù crocifisso, emblema di una teologia della sofferenza. La sofferenza come riscatto. Quindi in qualche modo è "giusto" soffrire.

Nelle chiese protestanti invece la croce è vuota. Non solo perché non bisogna farsi immagine alcuna, ma perché lo scandalo del cristianesimo non è la morte di Gesù ma la sua resurrezione. In fondo, al supplizio poteva essere condotto chiunque. Tanto per fare un esempio, potevano finirci dei ladroni. No? Ma solo un uomo crocifisso è resuscitato dal "soggiorno dei morti", come recita il Credo.

Testimone di questo evento chiave fu la Maddalena. Una donna. Come lo erano la peccatrice e la prostituta che ritroviamo a onorare Gesù nei Vangeli.

Che gli emarginati, che le scorie della civiltà, i ladri, le prostitute, gli indemoniati, i pubblicani, i Samaritani, fossero nel cuore del Salvatore i cristiani lo sanno benissimo, ma a molti non gli importa quasi nulla.

 

3. Togliendo la figura del Crocifisso dal simbolo della croce, i Protestanti compirono un passo teologico importante. Ma subito si associarono in concorrenza ai loro fratelli Cattolici nel diabolico compito di fare diligentemente tutto il contrario di quando il Cristo aveva insegnato.

Il papa da Roma considerava sua prerogativa concedere ai re cattolici il diritto di depredare il Nuovo Mondo. Le truppe coloniali della protestante Gran Bretagna erano investite del compito divino di esportare civiltà. Oggi gli Stati Uniti sono agenti di un "destino manifesto" che sarebbe quello di esportare democrazia e benessere dappertutto.

I risultati si vedono da secoli. Genocidi, distruzioni, atrocità. Per colmo di paradosso, oggi una parte del mondo cristiano per il suo cristianissimo compito si avvale di truppe ausiliare che per i cristiani professano odio e disprezzo. Ovviamente per quelli che non hanno potere.

Non è nemmeno la prima volta e c'è anche poco da stupirsi.

Prima dell'Editto di Costantino i cristiani si auto-proibivano di servire nell'esercito imperiale (divieto di militare et bellare). Dopo l'editto i cristiani furono gli unici che ebbero il diritto di servire come militari.

Realpolitik. Possiamo capirlo benissimo. Non è difficile, perché la Realpolitik spiega (e giustifica) fin troppe cose. Ci permette ad esempio di capire perché Lutero difendesse la neonata Riforma incitando i principi tedeschi a massacrare i contadini in rivolta, per altro guidati da un altro grande riformatore, Thomas Müntzer.

«Perciò cari signori sterminate, scannate, strangolate, e chi ha potere lo usi». Queste erano le cristiane esortazioni di Lutero, che pure aveva sciolto i cristiani da ultrasecolari sudditanze e soggezioni, dando innanzitutto loro, con la traduzione in lingua nazionale, la facoltà di leggere criticamente il Libro.

L'Antistoria cristiana doveva dialogare con la Storia, a meno di stabilire che ogni cristiano si trasformasse in stilita. Ma da Costantino in poi questo dialogo si sbilanciò sempre di più sul lato della Storia, e l'Antistoria, la profezia, rimase appannaggio di "sognatori", "persone fuori dal tempo" che spesso pagavano con la vita le loro concezioni non ortodosse, come Valdo da Lione, come Dolcino da Novara, come Müntzer. Come per poco San Francesco.

 

4. E così si è giunti al punto che nel 1838, lo studioso britannico William Howitt dovette scrivere con rabbia e desolazione: «Gli atti di barbarie e le infami atrocità delle razze cosiddette cristiane in ogni regione del mondo e contro ogni popolo che sono riuscite a soggiogare non trovano parallelo in nessun'altra epoca della storia della terra, in nessun'altra razza, per quanto selvaggia e incolta, spietata e spudorata.»

Oggi il mondo cristiano ha davanti la prospettiva di conflitti sempre più catastrofici e la distruzione, lenta o accelerata, dell'ecosistema terrestre. Tutto perché una minoranza sempre più minoranza di esseri umani possa continuare ad accumulare ricchezza e potere all'infinito.

Ma nel nostro mondo cristiano nessuno muove un dito, nessuno proferisce parola. Nemmeno davanti all'immagine non fantascientifica dei propri figli bruciati da un'esplosione atomica.

Però si discetta spiritosamente sulla democrazia, sul rinnovamento, si fa il tifo per questo o per quello, o semplicemente si rimira il proprio particolare.

Chi ha potere, grande o miserabile che sia, ha convinto chi non ce l'ha che non può far nulla, che deve aspettare che i potenti decidano.

Stiamo freschi, perché come diceva Ben Gurion, che la sapeva lunga a riguardo, i governanti prendono la decisione giusta solo dopo che hanno tentato tutte quelle sbagliate.

Ma allora può essere troppo tardi.

 

5. Se siete sinceramente stanchi di guerre, vi darò un consiglio capace di preservare la concordia. Una pace solida non si fonda sulle parentele, sui patti umani, da cui spesso vediamo insorgere guerre. Occorre purgare le fonti stesse da cui scaturisce questa calamità; le bieche bramosie generano questi scontri, e mentre ciascuno serve le proprie passioni, la comunità intanto soffre.

Erasmo da Rotterdam aveva ragione. Non basta allontanare la guerra con dei patti, perché i meccanismi che portano alla guerra non riconoscono patti. Bisogna purgare le fonti stesse delle guerre. È giusto, ad esempio, fermare la guerra in Ucraina. Ma occorre rendersi conto che la crisi ucraina è l'effetto di una crisi più profonda che è scatenata da meccanismi che bisogna "purgare", come dice Erasmo. Meccanismi che derivano da bramosie, da smanie di dominio, direbbe Marx. Ma anche meccanismi che impongono bramosie e smanie di dominio. Perché i potenti sono schiavi e padroni di questi meccanismi, che devono essere scardinati.

Qualcuno convocherà i potenti per inchiodarli alle loro responsabilità? Il papa ha recentemente riconosciuto che stiamo vivendo una guerra mondiale a pezzetti. Verrà dunque da lì l'iniziativa? O si preferisce attendere, vedere come si mette, decidere che è meglio stare da una parte invece che da un'altra? Che la Realpolitik val bene una messa, ma la profezia no?

Add comment

Submit