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Movida e coprifuoco

di Miguel Martinez

Piccola lezione di urbanistica contemporanea.

Nella città degli eletti, si ragiona così:

Parigi, movida non si ferma: “Sarebbe la vittoria dei terroristi”

La movida e il divertimento non si fermano nella capitale francese e nelle zone più centrali colpite dagli attentati del 13 novembre: sono soprattutto i giovani, quelli della “Parigi che non si ferma” gli stessi che portano un fiore o una candela prima, a ridare coraggio alla città: “Bisogna continuare a vivere, a uscire. Chiudersi in casa non è la buona soluzione: sarebbe come ammettere che loro hanno vinto e noi abbiamo perso. Non siamo noi che dobbiamo cambiare, ma loro”.

discoteca le queen parigiEscursione alla discoteca Le Queen, Parigi

 

Nella città dei dannati, invece, la notte tutti a nanna, c’è il coprifuoco per permettere ai poliziotti di sfondare meglio le porte:

Sassi, droga e terrore: nella trincea di Sens, città del coprifuoco

Il reportage.  A 100 chilometri da Parigi, il piccolo centro è il primo a sperimentare  le nuove norme imposte dalla caccia ai jihadisti.

Ora ci sono solo telecamere di sorveglianza in cima ai palazzi. La polizia evita di entrare in questo quadrilatero poco illuminato e spoglio che da ieri fino a lunedì, dalle 22 alle 6, sarà sottoposto ad un coprifuoco. Nessuno potrà circolare a piedi o in macchina. Solo i servizi pubblici essenziali, come pompieri, ambulanze e naturalmente la polizia, potranno solcare vie e piazzette. Chi verrà sorpreso per strada sarà arrestato. Leggi imposte dallo stato di emergenza che durerà almeno tre mesi.

poliziotti a sensEscursione a Sens

 

 

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