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micromega

L'internazionale degli strozzini

di Carlo Formenti

Hanno violentano una donna, provocato gravi ustioni a un bambino, spezzato le dita a un’altra donna. Atti di vandalismo da parte di gang di strada? No, sono solo alcuni esempi delle sempre più diffuse e frequenti pratiche di intimidazione cui ricorrono le agenzie per il recupero crediti in Russia. A causa della crisi che sta colpendo il Paese, dovuta anche al crollo del prezzo del greggio e alle sanzioni occidentali  successive al conflitto con l’Ucraina, molti cittadini fanno fatica ad arrivare alla fine del mese e sono quindi costretti a indebitarsi, accettando tassi di interesse astronomici cui spesso non riescono a far fronte. Secondo lo United Credit Bureau, un’organizzazione privata che monitora il mercato dei prestiti, l’ammontare dei debiti non pagati sarebbe aumentato del 50% nel 2015, raggiungendo la cifra totale di 15 miliardi di dollari, e il numero dei debitori russi insolventi ammonterebbe a 7,5 milioni.

A gestire questa marea di debiti provvede – più delle banche, le quali tendono a stringere i cordoni della borsa – la cosiddetta industria microfinanziaria, vere e proprie agenzie di strozzinaggio che, quando si trovano nell’impossibilità di recuperare le somme prestate, invece di ricorrere a una giustizia civile lenta e inefficiente, preferiscono assoldare dei gorilla per terrorizzare i debitori. Tutto ciò avviene nella quasi totale impunità perché, come spiega un articolo del New York Times, la polizia e la magistratura intervengono raramente per reprimere tali comportamenti criminali, ma anche perché i cittadini esitano a chiederne l’intervento nutrendo un’atavica sfiducia nei loro confronti.

Leggendo l’articolo in questione è difficile sottrarsi alla sensazione che, fra le righe, aleggi una malcelata intenzione di propaganda antirussa; come a dire: tutta colpa del regime di Putin che alimenta la corruzione e provoca la povertà dei cittadini con la sua politica guerrafondaia.

Nessun cenno al fatto che la crisi economica globale in atto da quasi dieci anni ha impoverito milioni di persone, non solo in Russia ma anche nell’Occidente “libero e democratico”, per cui in tutti i Paesi del mondo l’indebitamento privato è cresciuto a dismisura e, assieme all’indebitamento, crescono lo strozzinaggio e le pratiche criminali nei confronti dei debitori insolventi. E questo non vale solo per il Sud d’Italia, dove l’usura è da sempre una delle attività più lucrose della criminalità organizzata, ma anche per gli Stati Uniti, dove, non molto tempo fa, un articolo dello stesso New York Times aveva denunciato casi non dissimili da quelli avvenuti in Russia, o anche per l’Inghilterra, dove un articolo del Guardian che mi era capitato di citare su queste stesse pagine segnalava che l’agenzia HMRC, incaricata di recuperare i crediti dello stato nei confronti dei cittadini inglesi in ritardo nel pagamento delle tasse, aveva fatto ricorso ai servigi di tredici agenzie private recupero crediti che non vanno troppo per il sottile in quanto ai metodi per “torchiare” i debitori.

Del resto finanziarizzazione, immiserimento di larghi strati sociali e indebitamento di massa sono fenomeni che si alimentano a vicenda in una spirale che investe l’intera economia mondiale, dai centri del capitalismo mondiale ai cosiddetti Paesi emergenti, come dimostra l’attuale crisi cinese, caratterizzata dal susseguirsi di bolle alimentate dalla corsa di privati cittadini, imprese – private e di stato – e amministrazioni locali a investimenti speculativi finanziati dal fiorente settore informale dello Shadow Banking che sfugge al controllo del governo centrale. Se lo strozzinaggio “illegale” è tornato a essere una delle attività economiche fondamentali del nostro tempo, è perché lo strozzinaggio legale è alla base di un modo di produzione che non riesce a produrre profitto in altri modi.

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