Print Friendly, PDF & Email

orizzonte48

L'€uropeizzazione idraulica delle elezioni

Il patto del silenzio e la credibilità

Quarantotto

1. In tutta Europa, il problema centrale che riguarda l'effettivo rapporto dei cittadini con le istituzioni politiche è...l'UE.

In Italia, quando si va al voto, questo problema, invece, perde di qualsiasi rilievo.

In altri termini, siccome il rapporto tra cittadini e istituzioni politiche è verificato e "certificato" dalle elezioni, ci si domanda, da parte di crescenti porzioni degli elettorati di tutti i paesi europei, che senso abbia votare se OGNI livello di gestione territoriale delle politiche possibili è predeterminato da tecno-decisioni €uropee. Il voto diventa non tanto protesta ma segnale di rivendicazione del senso del voto stesso e della democrazia (almeno formale) che vi si connette.

Il paradosso è che i settori popolari che chiedono di mantenere la funzione essenziale del voto, e cioè che esso sia esprimibile sulla base di valori ed obiettivi avvertiti come effettivamente attuali e prioritari, al di fuori della insoddisfacente imposizione operata dall'alto delle istituzioni europee, vengono definiti "populisti", xenofobi, razzisti o di estrema destra.

In pratica: chi non si piega all'idraulicità di un voto a esito e conseguenze predeterminati, e vuole almeno una parvenza di democrazia, non sarebbe degno...della democrazia.

Questo meccanismo di etichettatura e di raffigurazione del dissenso rispetto all'UE e ai suoi esecutori a livello nazionale, prelude pericolosamente all'abolizione del voto in tutta €uropa: se non l'hanno ancora espressamente propugnato, è perchè, allo stato attuale, stanno avendo successo nell'abolire la sostanza dei parlamenti nazionali, rendendoli tutti dei simulacri privi di potere decisionale effettivo come quello UE

 

2. Venendo alla "scottante" attualità italiana, si può obiettare che in elezioni amministrative, e quindi riguardanti enti locali di governo-amministrazione, esistono una serie di questioni e caratteristiche socio-economiche legate al concreto territorio, la cui soluzione esigerebbe una conoscenza specifica, appunto, localizzata e un collegamento tra visione e competenze degli eletti e comune sentire degli elettori.

Nulla di più fallace, se si fosse consapevoli della genesi dei problemi che si riversano sulle varie realtà territoriali: i patti di stabilità interna che vincolano le politiche degli enti territoriali molto di più di quanto non sia condizionato l'indirizzo di governo centrale, sono la diretta derivazione del vincolo €uropeo.

O ci si rende conto di ciò, da parte delle forze politiche che si presentano alle elezioni, oppure no: se "no", allora i problemi del territorio semplicemente non possono essere seriamente risolti

 

3. Certo, si possono fare crociate moralizzatrici per ottenere risparmi e tagliare gli sprechi: ma in un'organizzazione sociale che, come l'UE-M, normativizza l'inderogabile prevalenza del mercato, si ritiene che quasi ogni tipo di utilità possa essere resa all'interno di un ordinario contratto di scambio tra privati: tranne l'eccezionale e residuale ipotesi di beni non "rivali" e non "escludibili" (il "faro" e, oggi, con sempre meno convinzione, la difesa nazionale), tutto dovrebbe essere "razionato" efficientemente col sistema dei prezzi

Dunque apprestare ai consumatori/utenti quell'utilità - la pubblica istruzione, la sanità e le connesse forme di assistenza sociale, la costruzione e gestione di un ponte o di un'autostrada, il servizio di trasporto collettivo, - "deve" essere consentito, progressivamente ma inevitabilmente, a  qualsiasi operatore privato che, assicurandosi (tendenzialmente) un prezzo pari al costo marginale di erogazione, garantirebbe l'efficienza massima ottenibile.

 

4. Per promuovere al meglio questo sistema di razionamento efficiente - non necessariamente concorrenziale: l'importante è che sia privato- dei beni/utilità un tempo pubblici, occorre rendere sempre più alto il costo marginale di produzione pubblica, in modo che, appunto, l'ente pubblico debba prendere atto che "non ce lo possiamo più permettere"

Per fare ciò si procede al "razionamento" della moneta, escludendo la legittimità dell'emissione di moneta pubblica (ovvero "sovrana") e imponendo il pareggio di bilancio.

Rammentiamo: basta quello "primario", cioè con deficit solo determinato dall'ammontare degli interessi sul debito contratto in passato e con l'imposizione di crescenti "avanzi primari" che progressivamente portino al "pieno" pareggio di bilancio con l'estinzione del debito pregresso. 

Con tale sistema si rendono lo Stato e, ancor più accentuatamente, gli enti locali, dei debitori di diritto comune.

In tal modo, il settore pubblico diviene privo del flusso della moneta "pubblica", e affetto da una  costosa "scarsità" della moneta privata ottenibile dal settore bancario privato; ciò lo induce ad accrescere, via tassazione (centrale e specialmente locale) i flussi di reddito offerti a garanzia dell'ottenimento fiduciario del "credito" privato ma, specialmente, DELLA SUA RESTITUZIONE,  e, contemporaneamente, a dover procedere alla predetta privatizzazione di tutte le attività assoggettabili al pieno sistema dei prezzi privatistico.

 

5. Questo è il problema pregiudiziale, vero ed effettivo, che si pone in ogni amministrazione comunale: se non si risolve, anzi, nemmeno si mostra di conoscere, questo problema e la sua origine nell'imposizione del sistema voluto dall'€uropa, tutti gli altri problemi a valle, come si dice in termini logici e giuridici, "difettano di interesse concreto ed attuale"

Che senso ha occuparsi di tagli degli sprechi se la gran parte degli stessi sprechi sono determinati, strutturalmente, dalla mancanza di adeguati investimenti in strutture e competenze,  nonché dall'abolizione del sistema dei controlli preventivi? Sono, queste, tutte caratteristiche ordinamentali complessivamente derivanti dalla concezione privatizzante, anzitutto della moneta, imposta dall'€uropa e che deve condurre, prima o poi, con le buone o con le cattive, alla privatizzazione per vincolo da debito di diritto comune.

 

6. Che senso ha parlare di lotta alla corruzione, come soluzione morale e persino, pretesamente, economico-finanziaria, quando questa, nella sua essenza fenomenologica, viene depenalizzata nelle sue manifestazioni di gran lunga più importanti e sistemiche, dal sistema della de-sovranizzazione monetaria?  

Se sei un ente locale debitore, devi risparmiare per restituire capitale e interessi, e siccome i compiti che la Costituzione ti affida non consentirebbero mai di risparmiare abbastanza, questi compiti verranno progressivamente mandati in malora; la gente protesterà che le cose vanno male e che l'ente pubblico, che pure sta agendo come il "buon padre di famiglia" o la "massaia", in pareggio di bilancio, non sa gestire (perché è sprecone e corrotto, non perché è stato reso debitore di diritto comune, assoggettato "in corsa" alla legge del mercato del credito privato). 

 B4ch0cKCYAMZtY1

 

7. Dunque, bisogna privatizzare i "beni comuni" per fare il "bene comune". E aumentare le tasse per pagare il debito pregresso, raccontando che questo onere non è dovuto alla abolizione della sovranità monetaria e all'adozione del pareggio di bilancio, ma ai costi della corruzione!!!

E l'ente pubblico perde irreversibilmente la sua legittimazione a svolgere quei compiti, previsti dalla Costituzione come oggetto di doveri a carico della sfera pubblica: ma non importa.  

L'€uropa predilige il mercato, il mercato rende l'attività pubblica assoggettata al sistema bancario e, perciò, antieconomica e inefficiente, senza che più nessuno si preoccupi di stimare il valore, anche economico, del perseguimento dell'interesse pubblico (p.8) da parte dell'ente pubblico. Un valore che viene ormai costantemente distrutto senza che nessuno si preoccupi di contabilizzarlo: tranne rendersi conto di tale distruzione, senza saperne identificare l'origine, al momento di dover calcolare il PIL annuale.

E dunque il sistema €uropeo prevarrebbe sulle Costituzioni: un problema molto italiano. Infatti, altri paesi €-debitori, non hanno principi costituzionali inderogabili con un contenuto forte come quelli italiani. Ma un problema del pari ignorato ostinatamente in sede di consultazioni elettorali. (Se poi vi fosse qualche obiezione al riguardo, si cambiassero le norme costituzionali).

 

8. A me risulta che nessuna forza politica abbia parlato di tutto questo durante la campagna elettorale per queste elezioni amministrative: ergo, chi non ne parla, e solo in base a questa macroscopica omissione, è favorevole al "paradigma" monetario e mercatista-privatizzatore dell'€uropa.

E se lo è (favorevole), al di là delle cosmesi su corruzione e sprechi, è inguaribilmente solo un "vecchio" (di almeno 30 anni) soggetto politico, soltanto imbellettato con la ricorrente cosmesi delle "mani pulite"; nei fatti, cioè, il replicante in forme adattate ai tempi, di esperienze già vissute e che hanno soltanto portato al rafforzamento del sistema neo-liberista, privatizzatore e abrogativo della Costituzione, tipicamente €uropeista.

E se si è, per azione o per omissione gravemente colpevole, favorevoli al paradigma €uropeo ed alla sacralità del pareggio di bilancio, ignorandone la funzione ideologica redistributiva, e pensando che sia possibile rispettarlo agendo con occhiuta onestà, NON SI E' CREDIBILI nel dire che non si vuole privatizzare e, anzi, che si intende "ripubblicizzare": si finirà per perdere la faccia o per essere travolti da scandali e inchieste, (generati, a loro volta, dall'acritica applicazione di norme incostituzionali da parte degli organi di controllo...ex post).

Tutto il resto sono chiacchiere su cui non varrebbe la pena di perdere altro tempo. 

Se non fosse che, purtroppo, l'astensionismo fa oggettivamente il gioco del paradigma europeista, implicitamente condiviso dall'offerta politica "vecchia" così come da quella "vecchio-nuovista". 

E che l'unica alternativa all'astensionismo, (cioè il voto antisistema cosmetizzato) ha in pratica effetti equivalenti all'astensionismo.

Fino a prova contraria: che potrebbe essere ormai tardiva e inutile (per venir meno irreversibile della democrazia e del benessere); ed ammesso che sia fornita mai...

Add comment

Submit