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ilsimplicissimus

Eurancia Meccanica

di ilsimplicissimus

La borsa, ovvero il megafono dei ricchi, festeggia l’assassinio di Jo Cox la parlamentare laburista impegnata contro la Brexit. Festeggia perché sale,  mentre gli avversari, quelli che vogliono uscire dalla Ue, sono costretti a spargersi la cenere sui capelli e fare penitenza, come se fossero colpevoli delle mosse del’ennesimo pazzo o terrorista o sedicente terrorista o bombarolo usato come succedaneo della politica, dei comizi, delle idee. Non sono un esperto di storia britannica, ma l’ultimo assassinio di un politico inglese in carica che io ricordi risale a 204 anni fa, ossia all’ 11 maggio del 1812 quando il primo ministro Spencer Perceval fu ucciso con un colpo di pistola a bruciapelo da un banchiere: la pratica dell’assassinio politico è dunque rarissima nell’isola, ma guarda caso con tutto quello che è accaduto in più di due secoli, Ira compresa, il barbaro uso viene ripristinato proprio alla vigilia di un voto che rischia di menare un colpo di accetta sui disegni della finanza globale.

Beati i tempi in cui almeno sparavano in prima persona. Ma forse era necessario perché l’Europa e i banchieri per convincere il 50 per cento più uno dei britannici a rimanere dentro il recinto europeo non hanno saputo  offrire che minacce e argomentazioni così deboli che Cameron si è trovato più volte in palese difficoltà nei dibattiti. Anzi a dire la verità nella perfida Albione la campagna per la permanenza nella Ue è stata ribattezzata “Progetto paura” ed evidentemente non si trattava di un nomignolo scherzoso perché qualsiasi possibile tragedia poteva essere messa in conto: anche l’emotività suscitata dalla morte di un parlamentare e  il suo effetto su un elettorato laburista molto scettico rispetto alla linea ufficiale del partito. Bisognava a tutti i costi risalire i sondaggi, impedire che venisse messo in pericolo il più formidabile strumento contro i diritti del lavoro e dei cittadini, il più avanzato esperimento di dominio della finanza mai realizzato. La cosa è talmente palese che alcuni giorni fa sul Financial Times, dunque in terreno non sospetto, uno dei più noti e quotati editorialisti  del giornale, Wolfgang Münchau, ha scritto testualmente: “Durante le conversazioni con i funzionari europei continuo a sentire ripetere un argomento rivelatore: se la Gran Bretagna votasse per uscire dall’Ue e ciò venisse visto come un successo, altri paesi membri potrebbero seguirne l’esempio. Perciò questo pericolo deve essere stroncato sul nascere. Questo modo di ragionare rivela l’implicita ammissione che la Brexit potrebbe funzionare dal punto di vista economico. Più precisamente, chi ragiona così teme che un eventuale successo post-Brexit tolga agli europeisti ciò che essi ritengono essere il proprio argomento più forte: la paura dell’ignoto.”

Il fatto è che ormai gli argomenti per rendere questo ignoto più temibile del noto cominciano a diventare carenti e retorici, almeno agli occhi di chi è già stato calpestato, ma sono soprattutto incapaci di nascondere la maligna impalcatura di sostegno al trompe l’oeil che i media fabbricano tutti i giorni: ed ecco che nella sua infinita saggezza il Dio delle banche  arma il pazzo affinché quell’ignoto sia ribadito e ingrandito, attraverso un atto simbolico, un sacrificio al vitello d’oro, che oggi come sappiamo si rivela nelle forme di un toro bronzeo. Naturalmente l’atto sanguinoso di un pazzo non vuol dire nulla, non è un argomento valido, ma solo un sofisma emotivo, uno dei tanti, dei troppi che ci vengono inculcati e  che servono altrettanto bene a vendere qualsiasi cosa dai rotoloni ai premier, cosa che peraltro possiede spesso una sua stringente razionalità. E alla fine si diventa consumatori di stati emotivi che hanno a che vedere con la realtà solo nel senso che contribuiscono a determinarla contro i nostri stesi interessi.  Se davvero avessimo conservato un po’ di sensus sui il dramma, dovrebbe spingere a votare per l’uscita: non tanto perché l’orologeria dell’assassinio è sospetta, quanto perché esso ci mostra lo stato a cui ci stanno portando.

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