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sollevazione2

Brexit, un voto di classe

di Ugo Boghetta

E Brexit fu, nonostante la mobilitazione dei poteri forti inglesi ed internazionali. E hanno deciso di uscire senza essere nell'euro!!

Ora, non essendo riusciti a spaventare i britannici, si cerca di spaventare tutti gli altri affinché non ne seguano l'esempio.

Si dice che l'uscita è dovuta ai vecchi che avrebbero votato la nostalgia. A nessuno viene il dubbio che le classi popolari dell'Inghilterra del nord e del Galles abbiano invece visto il peggioramento dovuto al combinato disposto liberismo e Unione!? Non viene in mente che questi sono settori che per motivi materiali e culturali fanno più fatica a stare nella globalizzazione liberista perché ne sono le vittime designate?

In realtà è un voto di classe senza un partito di classe. Questo è il dramma. E, diciamocelo, il buon Corbyn, come gran parte della sinistra continentale, della questione non ci ha capito una mazza. Purtroppo. Per altro verso, si è ripetuto quello che, facendo le dovute distinzioni, è accaduto in Italia alle amministrative. Le periferie hanno votato “leave” in Gran Bretagna e M5S in Italia. Questi ultimi, tuttavia, ammorbati dalla logica dei sondaggi, sulla Brexit hanno toppato. 

Impareranno?

Si dice altresì che i giovani abbiano votato di rimanere. Certo i giovani di Londra vivono diversamente la globalizzazione da quelli sopra citati. Costoro, inoltre, hanno conosciuto solo questo mondo fatto di opportunità precarie e flessibili. Hanno votato il conosciuto. Ma chi li ha resi precari? Chi ha loro tolto il futuro se non l'Unione liberista di cui la Teacher fu antesignana!

A sinistra, tutti additano lo spettro di Farage, nessuno vuol vedere dove erano schierati i poteri forti, la Finanza. Qualcuno pensa che siano forze progressiste!? Purtroppo sì, a sinistra qualcuno lo pensa in quanto la Finanza costruisce un mondo senza frontiere. É il malefico prodotto del sinistrismo.

Qualcuno fino a ieri affermava che non si può tornare ai confini, alla nazione ecc ecc. Ebbene si può. Costoro però parlano di unire i popoli. Ma cosa sono i popoli se non una storia, un territorio , dei confini, una cultura!? E dentro i popoli ci sono i proletariati. Ma di cosa parlano costoro!!

Tutto cambia in continuazione, ma non si va sempre verso il meglio come pensa il sinistrismo. Il progressismo è un errore storico e filosofico (anche il marxismo ne è stato coinvolto). A volte si torna indietro come in questi ultimi decenni: molto indietro. Certo non si torna all'uguale, ma indietro si torna.

L'unica cosa che invece non sembra cambiare è l'ideologismo astratto, l'ignoranza di chi vuole rimanere tale.
L'Unione Europea è ad un punto di svolta Il voto inglese, però, potrebbe paradossalmente portare a “più Unione”. Più Unione più danni.

Allora è meglio scartare dalla vecchia strada e ricominciare da un'altra parte.

Avremmo bisogno di idee nuove per non buttare via il bambino dell'auspicata unità fra i popoli con l'acqua sporca del liberismo e dei suoi strumenti: Unione ed euro. Avremmo bisogno di ripartire dai popoli europei riconoscendoli come diversi e che, dunque, si possono unire con relazioni reciprocamente vantaggiose senza rinchiuderli in gabbie monetarie come l'euro o un super stato come l'Unione. L'antiliberismo, la difesa della Costituzione devono inserirsi in queste contraddizioni e non pensare di cambiare tutto, tutto in una volta, senza cambiare i contenitori.

Prendiamo dunque atto che uscire si può. Che l'Unione e l'euro possono essere rotti dai popoli. Che l'Unione per i popoli è fallita. Già nei referendum consultivi francesi e olandesi l'Unione fu già bocciata. I greci hanno detto no al Memorandum.

Rompere l'Unione è implicitamente un primo passo per combattere il liberismo.

Concentrandoci su cosa fare di diverso e di migliore a cominciare dal qui ed ora.

Se gli inglesi avessero aspettato tutti gli altri per dire: “leave”, non saremmo qui a parlare. Avrebbe vinto la Finanza, la tecnocrazia europea, Merkel, Hollande, Renzi.

Comments

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Claudio
Tuesday, 28 June 2016 22:51
La sua chiave di lettura dei menzionati avvenimenti, mi sembra un po' semplicistica, e come tale anche in buona parte errata. Concordo che il voto inglese sia stato se non proprio di classe, quanto meno di protesta dei proletari delle periferie che hanno pagato i costi della crisi, del neoliberismo e dei sacrifici da esso imposti. E' anche evidente che i poteri forti erano schierati dalla parte opposta, dal momento che se il mercato è più grande sono anche maggiori i profitti, su ciò non ci piove.Detto ciò, lei pensa che questi proletari possano trarne un qualche beneficio da questa levata di scudi? Io penso proprio di no, credo anzi che da ora in avanti, se non si spingono molto più avanti nella lotta al potere capitalistico, pagheranno ad ancor più caro prezzo, prima di tutto in termini di posti di lavoro e poi di salario, di servizi sociali, di tasse e così via. Dal punto di vista di nazione, imperialista, s'intende, uscire dalla Ue ha significato darsi la zappa sui piedi, e creare le condizioni per peggiorare la propria condizione economica. Certo che quello che lei chiama sinistrismo ha commesso molti errori, ma il suo destrismo che vuole far girare all'indietro le ruote della storia, e tornare agli stati nazionali, quando lo scontro tra imperialismi è tra continenti, ne ha commesso e ne commette molti di più. Il problema delle migrazioni di massa, per scappare dalle guerre e dalla fame, che volete reprimere e ricacciare indietro con la forza, dopo che avete sostenuto Usa ed Europa, GB e Francia in primis, che lo hanno creato, vi sembra una tesi umanamente e politicamente sostenibile? A me sembra no.
A parte la politica antipopolare imposta dalla grande finanza globale, che ha condotto alla crisi e poi fatta pagare, non capisco perché dovremmo essere contro l'unione di più paesi e perché essa dovrebbe essere un danno. La storia ha dimostrato che con l'Europa divisa in stati nazionali siamo andati a due sanguinosissime guerre mondiali. Con L'Ue, almeno da questo punto di vista, non ci siamo l'un l'altro scannati. Poi se l'Italia ha fatto qualche progresso, specie in materia sociale, in gran parte lo dobbiamo all'esempio degli altri popoli a Ue, altrimenti saremmo ancora al matrimonio riparatore. Anche il bistrattato euro, pur con le sue incongruenze, ci ha permesso di pagare mutui e prodotti energetici a prezzi molto più bassi. Vorrei anche ricordarle che se l'Unione europea oggi è in una crisi profonda, ed il voto inglese lo sta dimostrando, questo non è certamente dovuto al fatto di essere in un "super stato come l'Unione", ma nel non avere costituito una vera federazione di stati e nell'aver lasciato prevalere gli interessi dei singoli paesi e governi. Infine, se vogliamo che non continui a vincere "la Finanza, la tecnocrazia europea, Merkel, Hollande, Renzi" dobbiamo organizzarci seriamente, insieme agli altri proletari europei, per superare l'attuale sistema sociale capitalistico che porta crisi, disoccupazione, fame e guerre. Non ci son scorciatoie.
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