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Apple e le tasse, il capitalismo e la sua 'Comunità'

di Turi Comito

Le imposte non pagate, la lettera di Tim Cook alla "comunità Apple" e il discorso all'ONU di Salvador Allende. Alcuni elementi per collocare la vicenda

Non entro nel merito della questione Commissione europea/Apple circa i mancati versamenti di imposte all'Irlanda perché è una questione tecnica abbastanza complicata e lunga. Voglio però attirare l'attenzione su un paio di questioni che ritengo interessanti dal punto di vista politico e sociologico.

Il presidente di Apple, Tim Cook - un brillante ragioniere che da quando è morto il guru Steve Jobs ha sfornato prodotti brillanti quanto lui in termini di innovazione (es.: l'orologino/gadget contabattiti cardiaci noto a lui e qualche suo amico come iWatch e ha allargato lo schermo dei primi striminziti iPhone che hanno prodotto più ipovedenti che l'onanismo maniacale) - ha scritto una lettera di risposta alle accuse di evasione/elusione della Commissione che è rappresentativa dello stato dell'arte dell'ideologia capitalistico-consumista dominante per generale consenso dei destinatari della stessa ideologia (la quasi totalità degli abitanti del pianeta).

La lettera infatti non si rivolge né alla Commissione, né ai media, né agli azionisti di Apple. Si rivolge alla "Comunità Apple in Europa".

Infatti, nella visione ideologica capitalistico-consumistica del ragionier Cook chi compra un pc Mac o un iPhone o un iPad non è un cliente cui hanno rifilato un prodotto con un sistema operativo vecchio di 40 anni opportunamente modificato con frizzi e lazzi (l'OS X, come sa qualcuno, è basato sul microkernel BSD e su piattaforma UNIX), progettato negli USA, realizzato in qualche falansterio industriale cinese e smerciato in Europa da società fantasma. Nossignore. Chi compra un prodotto Apple diviene automaticamente membro della prestigiosa "comunità" omonima.

Una comunità fatta, secondo il ragionier Cook e molti convinti membri della "comunità" stessa, da individui dotati di straordinario talento, innovatori, simpaticissimi, pieni di entusiasmo e amanti del bello e del futuro ancora più bello del bello.

Il che cozza con la realtà dei fatti, a dire il vero, visto che tutti siamo circondati da "comunitari" Apple nei quali ritroviamo, immancabilmente, il massimo grado di talento, innovazione e amore per il bello quando sfornano selfie col bastone apposito in mano. Come un qualunque altro cliente Samsung o Asus o vattelapesca, cioè.

Ciononostante Cook considera il suo cliente un membro della sua "comunità", anche se non lo conosce (è sufficiente che gli dia i soldi per comprarsi quello che vende per ritenerlo tale).

Soprattutto, i membri della comunità (cioè quelli che hanno in tasca un prodotto Apple) si sentono davvero membri di una élite, di una "famiglia". Fanno le file per giorni davanti gli Apple Store di mezzo mondo per accaparrarsi per primi l'ultima trovata dei talentuosi progettisti di Cupertino. Quando sono costretti ad usare un Pc o un telefonino con un sistema operativo diverso dal Mac OS cominciano a sudare freddo (non si sa se per il disprezzo verso il prodotto informatico che hanno davanti o per l'incapacità di capire da dove si accende). Sfoggiano in pubblico il loro manufatto come fosse una delle tavole della legge mosaica, estraendolo dalla tasca con ampio gesto del braccio e cercando la luce giusta per farlo brillare tipo "un diamante è per sempre". E raccontano al mondo la "facilità" d'uso del prodotto salvo poi non inviare mail con allegato perché non sanno come allegare l'allegato.

In ogni caso: che tu sia un membro della suburra urbana cresciuto a pane e canzoni neomelodiche napoletane o un manager di multinazionale di armi plurilaureato in università anglosassoni, non conta nulla. Tu sei un membro della "comunità" Apple. Cui il ragionier Cook si rivolge direttamente guardandoti negli occhi e dicendoti che la prima vittima di una eventuale multa sei tu. Perché o ti licenzia nel caso lavori in una delle sue imprese oppure, nella maggior parte dei casi, quella cosa che hai in mano non avrà più aggiornamenti (terrore: perché il vero membro della Comunità Apple non può non essere updatato periodicamente) e la prossima cazzata, se lo vorrai comprare, la pagherai il triplo del già mutuabile costo di quella che hai in mano.

La seconda cosa interessante della vicenda e della lettera di Apple ai comunitaristi è il fatto che l'Irlanda, cioè il paese che secondo la Commissione dovrebbe beneficiare del "rimborso" imposte non pagate pari a circa 13 miliardi di euro, sta dalla parte di Apple: non vuole i soldi e vuole invece fare ricorso contro la decisione della Commissione.

In effetti l'Irlanda, uno dei tanti paesi che campano favorendo multinazionali in tutti i modi, è terrorizzata dal fatto che Apple se ne vada lasciando vuoti i capannoni dove arriva la merce cinese venduta col marchio della mela morsicata e a casa quei 5000 impiegati che producono, secondo il ragionier Cook, innovazione e benessere mondiali.

E ha ragione a fare così, l'Irlanda. Perché è uno scenario del tutto possibile. E sarebbe una mezza catastrofe in un paese che non si è mai davvero risollevato dalla colonizzazione inglese.

Ma la questione è significativa perché dà la realistica visione di come siamo combinati su questo pianeta. E cioè: siamo combinati che le multinazionali decidono non solo degli operai/impiegati che tengono in pugno con contratti alla Jobs Act, ma decidono le decisioni degli Stati. Sollecitano,suggeriscono, ricattano, impongono in un crescendo che mette con le spalle al muro chiunque pensi, anche per sbaglio, di non ottemperare ai desiderata dei nuovi re del mondo: gli amministratori delegati delle multinazionali. Sovrani "innovatori" e illuminati che rispondono di quello che fanno e sfanno solo ed esclusivamente al loro consiglio di amministrazione e ne rispondono solo in termini molto semplici: quanto hanno fatto guadagnare agli azionisti. E basta.

È l'epoca del trionfo dell'interesse privato su quello pubblico. Del decisionismo politico di qualche ragioniere plurilaureato in Master Business Administration sul controllo democratico. Del capitalismo predatorio e ricattatore sull'interventismo economico statale. Del dominio del PIL su qualunque altro indicatore di benessere sociale. È l'epoca del dominio totalitario di una piccola minoranza di autocrati multimiliardari sulla politica e sulle decisioni democratiche partecipate.

È l'epoca che più di quaranta anni fa, alla vigilia del suo assassinio da parte di una fognatura umana chiamata Pinochet, Allende descriveva così: «Le grandi imprese multinazionali non solo attentano agli interessi dei Paesi in via di sviluppo ma la loro azione incontrollata e dominatrice agisce anche nei Paesi industrializzati in cui hanno sede.»

https://youtu.be/BFLm4hYetn4

La situazione è questa.

Decidono loro cosa sia innovazione, cosa debbano o non debbano fare gli Stati, cosa sia giusto e ingiusto, e inoltre distribuiscono, come i vecchi re assolutisti nell'«ancien régime», punizioni e premi a seconda di come, Stati e cittadini, si comportino nei loro confronti.

La differenza, totale, tra l'«ancien régime» e il «nouveau régime» sta nel fatto che il secondo non lo contestano che piccole minoranze di "radicali" perché tutto il resto della popolazione (che siano semplici cittadini o politici di lungo corso) considera il sistema bello e giusto.

E si sente privilegiato di appartenere alla comunità Apple o a quella Facebook o a quella Mac Donald's o a tutte queste assieme, anche se ne difende solo una.

Perché Apple non è un caso a parte patologico per quanto sia. Non è diversa da FB, da Microsoft da FCA auto o da Google. Piuttosto è la regola.

E chi difende Apple, difende la regola e il supporto ideologico che la sostiene: il capitalismo consumista e la sua vocazione al totalitarismo.

Comments

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Aldo
Monday, 12 September 2016 22:53
Ma possibile che i contribuenti irlandesi non scendano in strada contro questi politici al governo?Apple ha dato negli stessi anni piu' dei 13 miliardi a cui rinunciano?Dopo quello che banche e finanza hanno provocato anche in Irlanda,(il debito pubblico esploso per ripianare i disastri)sti pecoroni davvero si fanno accecare dalle baggianate dei media?mahh bye
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