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gliocchidellaguerra

Un ospedale dimenticato ad Aleppo

di Mauro Indelicato

Con l’avanzata dell’esercito siriano ad Aleppo, è possibile notare e vedere concretamente qual è stato lo stile di vita nella città prima che la guerra ed il terrorismo prendessero il sopravvento; in giorni in cui presso molti media occidentali si è parlato di non meglio precisati ospedali distrutti nei territori controllati dai ribelli ad Aleppo, è emersa la ben più che paradossale vicenda della struttura di Al Kindi, posta a nord della metropoli siriana.

La storia di questo nosocomio è emblema di cosa sono stati Aleppo e la Siria prima della guerra e cosa i terroristi di al Nusra e ‘soci’ sono riusciti a distruggere dal 2011 ad oggi; l’ospedale di Al Kindi infatti, è stato (bisogna purtroppo parlare al passato) un centro specializzato contro il cancro: dal Medio Oriente e dalla Siria, molte persone sono riuscite ad evitare viaggi della speranza in Europa o negli Stati del Golfo ed hanno potuto curarsi in questa grande struttura pubblica posta nei quartieri nord di Aleppo, non lontano dalla zona industriale di Handarat e dalla Castillo Road. Un centro di eccellenza, un vanto della sanità della Repubblica Araba siriana, che per anni ha curato migliaia di persone e che però a partire dal 2012 ha dovuto cessare ogni attività; quelli che per tanto tempo sono stati chiamati ‘ribelli moderati’, incuranti dell’importanza civile dell’ospedale, hanno bersagliato la struttura e ne hanno fatto un sito strategico della battaglia di Aleppo: infatti, l’Al Kindi era posto in un’altura che, grazie ad un’eventuale conquista, avrebbe permesso di minacciare gran parte del nord della seconda città siriana.

Chiuso l’ospedale quindi, con i malati messi in fuga e mandati in fretta e furia da altre parti, l’esercito siriano per 11 mesi ha provato a difendere la struttura e ad evitare di cederla ai terroristi che premevano da est; nonostante l’assedio e l’accerchiamento, gli uomini di Al Nusra per diverso tempo non sono riusciti a penetrare all’interno dell’ospedale e soltanto nel 2013 un camion bomba guidato da un kamikaze sono riusciti a sconfiggere la resistenza dei soldati di Assad: l’esplosione ha ucciso gran parte del battaglione dell’esercito siriano che per quasi un anno ha difeso il nosocomio, chi è sopravvissuto è stato poi fatto prigioniero e successivamente fucilato dai terroristi, mentre la struttura è completamente collassata a causa della deflagrazione. Il tutto ovviamente, nel silenzio più totale dei media, stridendo e non poco con quanto invece avviene ogni giorno nelle ultime settimane, in cui i raid russi e siriani sono posti in cattiva luce grazie anche a notizie circa continui bombardamenti di ospedali e di piccoli o grandi nosocomi; in molti di questi casi, la veridicità di quanto è trapelato dalle zone di Aleppo fuori dal controllo governativo è tutta da verificare ed in molti soprattutto hanno fatto notare come la seconda città siriana, specie nelle orientali, non ha mai avuto prima della guerra decine di ospedali, tanti quanti ufficialmente secondo l’osservatorio siriano dei diritti umani (istituto che ha sede a Londra) sarebbero stati bersagliati negli ultimi mesi.

Adesso comunque, quel che resta dell’ospedale Al Kindi è nuovamente in mano al governo siriano; i soldati che nelle settimane scorse sono riusciti ad avanzare da nord e che hanno preso possesso di Handarat e del limitrofo campo profughi palestinese, in queste ore hanno conquistato questa importante altura, preziosa anche per avanzare nei quartieri ad est del centro di Aleppo, gli unici rimasti in mano ai ribelli ed ai terroristi. Di quell’ospedale realmente tirato giù, fatto saltare in aria da un kamikaze di Al Nusra, non è rimasto altro che un cumulo di macerie; un ospedale dimenticato, un centro sanitario di eccellenza venuto meno nel silenzio più totale: la riconquista di questa struttura da parte dell’esercito, è soprattutto simbolica ed è volta ad onorare quei soldati che per 11 mesi hanno provato tra il 2012 ed il 2013 ad evitarne la totale distruzione, al tempo stesso però la presa dell’area di Al Kindi, è riuscita a dimostrare pure come i gruppi terroristici operanti ad Aleppo città siano oramai allo stremo e con poche munizioni e rifornimenti di viveri; la battaglia per la seconda città siriana è segnata ed appare solo questione di tempo prima che la sacca anti governativa crolli e lasci via libera ai cittadini trasformati in veri e propri scudi umani: gli uomini di Assad infatti, stanno avanzando anche nei quartieri centrali e sono in procinto di allargare il perimetro di sicurezza attorno alla Cittadella, ossia il luogo più famoso della città e patrimonio dell’umanità dal 1987.

La storia dell’ospedale di Al Kindi, è anche emblematica dei torti e degli errori dell’occidente, il quale si è reso complice della destabilizzazione di uno Stato che per anni è riuscito a garantire un eccellente servizio sanitario ai propri cittadini ed ha mantenuto aperti centri di eccellenza in tutto il paese; le cancellerie occidentali, hanno sostenuto coloro che hanno realmente distrutto ospedali e centri di vitale interesse civile in Siria, se Al Kindi ed altri nosocomi sono oggi ridotti a cumuli di macerie la colpa è soltanto di chi, pur di colpire Assad, non ha avuto alcuno scrupolo nel sostenere ed armare i gruppi estremisti.

Comments

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tiziano
Sunday, 09 October 2016 15:00
grazie di questo articolo che fa luce sull'assedio di Aleppo.
Un brutto aspetto della guerra in Siria è di come tanta sinistra sedicente pacifista abbia accettato da subito la narrazione degli USA di un primavera siriana repressa che avrebbe scatenato il conflitto.
In Siria è stata da subito una guerra di aggressione da parte di mercenari pagati da Sauditi, Emirati e supportata da CIA.
È molto grave che buona parte del movimento contro la guerra non abbia capito il meccanismo (sempre lo stesso) che inizia con la demonizzazione di un governo e finisce con una guerra che risponde ad interessi tutti esterni al paese aggredito.
Grazie a Mauro Indelicato
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