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linterferenza

Avaaz esce allo scoperto contro la Siria

Antonello Boassa

”E’ ora di dire basta …assieme possiamo convincere Obama, Renzi e tutti i leader internazionali che è ora di rispondere al terrore di Assad e di Putin …che i cittadini di tutto il mondo pretendano una “no fly zone”, una zona dove non possano più volare i bombardieri, per proteggere i civili … stare senza far niente è la cosa peggiore…firma per chiedere subito una “no-fly zone…se ci fossero i nostri figli sotto le bombe cosa vorremmo che facesse il mondo ?”

Avaaz, una delle tante ong dello speculatore finanziario George Soros, esce prontamente allo scoperto proprio quando i jihadisti e con essi gli Stati Uniti sono in gran difficoltà. Una no-fly zone per chi difende l’indipendenza dello stato. Una no-fly zone per permettere ai bombardieri statunitensi ed inglesi di colpire l’esercito siriano e favorire la reazione belluina dei jihadisti. Aleppo est dove i terroristi asserragliati resistono, facendosi forte della popolazione usata come scudo umano, grazie ai massici aiuti in armamenti e vettovaglie che arrivano dagli “amici della Siria”, cioè da coloro che con violenza, terrore e menzogne assediano da più di cinque anni uno stato sovrano.

Anche questo è Impero. Le bufale continuamente proposte e riproposte e continuamente accolte dai media. Tanto più accreditate quando vengono riportate da ong di prestigio. Molto grave ultimamente la denuncia da parte di Amnesty international di 18.000 persone torturate ed uccise nelle carceri siriane, denuncia immediatamente rispedita al mittente dai Patriarchi siriani. Un circuito mediatico che si avvale inoltre di qualsiasi tipo di fonte purché provenga dalle aree gestite da terroristi o da loro affiliati come i Baschi bianchi (un’organizzazione infarcita di jihadisti e naturalmente accreditata dalla “comunità internazionale”) o da centri di “ascolto” imparziali come l'”Osservatorio dei diritti umani”

Molti militanti mi hanno chiesto di firmare delle petizioni con Avaaz. Petizioni giuste preciso. Ambiente, animalismo, malattie endemiche, fame…
Una petizione che mi era stata presentata riguardava i bambini poverissimi che venivano uccisi come “ratti” per “pulire” le strade e così rendere presentabile l’Olimpiade brasiliana. Evidentemente non si può non condividere lo sdegno dei firmatari… Ma le mire di Avaaz sono ben altre per quanto riguarda il Brasile e l’America meridionale: favorire “rivoluzioni colorate” che restituiscano il Continente al ruolo di “cortile di casa” degli States,”cortile di casa” che ha creato quella enorme povertà di cui i firmatari si lamentano e che Avaaz utilizza ipocritamente. Dietro il cambio di regime avvenuto ultimamente in Brasile e in Argentina, va tenuto presente il grande lavoro delle ong (tra cui Avaaz) di Soros.

Non ho firmato1. La strategia di Avaaz è semplice e allo stesso tempo ben elaborata. Lanciare campagne progressiste che favoriscano il suo ingresso tra le persone oneste, ed infilare, con modalità “solidali” e “umanitarie”, l’idea della necessità di un “democratico” colpo di stato o di un bombardamento se necessario.

 

Alcuni esempi. Siria. Ecuador.

Siria 2013. “Il presidente Obama può anche lanciare delle incursioni ma non ha il necessario supporto popolare per una vera guerra …” Come a dire che “una vera e propria guerra” sarebbe giusta perchè umanitaria ma purtroppo per Avaaz non si può fare perchè manca l’istigazione alla guerra da parte del popolo. Curioso. Il popolo al quale Avaaz si affida questa volta non è stato all’altezza.

L’organizzazione “pacifista” si lamenta che “negli ultimi due anni la comunità internazionale ha lasciato vergognosamente la situazione in stallo, abbandonando a se stessi i cittadini siriani”. Nessun accenno ai tagliagola Jihadisti armati dalle petromonarchie e dall’Occidente. Sulle armi chimiche Avaaz non ha dubbi proprio come Obama e Kerry. Si disinteressa di Carla Del Ponte, delle prove satellitari presentate dai Russi all’Onu, delle intercettazioni telefoniche e soprattutto non sente la necessità di attendere gli esiti degli ispettori dell’ONU dato che risulta “evidente a tutti come l’attacco sia stato lanciato dalle forze del regime “( anche importanti istituzioni americane hanno escluso le responsabilità del governo della Siria).

Ecuador2.  Petizione. Si chiede a Correa, Presidente dell’Ecuador di ritirare l’autorizzazione per la ricerca del petrolio nel nord-est del paese per non arrecare danni alle foreste pluviali e agli stessi indigeni. Una “giusta” campagna a favore dell’ambiente e dei diritti umani. E dunque come non firmare? Veniamo a sapere che per vent’ anni le aziende americane avevano fatto scempio di vaste aree dell’Ecuador ma Avaaz nulla aveva proposto. Veniamo a sapere che Correa aveva buttato fuori dall’Ecuador le aziende USA in modo che le ricchezze petrolifere venissero gestite da una compagnia statale nazionale, la Petroamazonas, i cui profitti invece di volare verso gli States finanziano i servizi sociali in loco. Veniamo a sapere, tra l’altro, che l’azienda statale può prospettare ma non estrarre il petrolio senza la convalida di un referendum. E non dobbiamo dimenticare quanto sia “odioso” Rafael Carrea, un personaggio che ha chiuso la base militare USA, che non ha pagato una parte del debito perchè giudicato “una truffa dei banchieri”, che ha ospitato e protetto nella sua ambasciata il “terrorista” Julian Assange.

L’Ecuador non è più il cortile di casa degli Usa. Ciò è intollerabile per l’impero. Urge destabilizzazione. Avaaz può fare la sua parte.
Del resto pechè agire diversamente? Creata da Soros, spietato speculatore, finanziatore della campagna alla presidenza di Obama, organizzazione che ha avuto illustri dirigenti come Tom Perriello che, come deputato, ha votato per il proseguimento della guerra in Afghanistan, o come Richen Patel dirigente della Rockefeller Foundation e della Bill Gates Foundation, Avaaz potrebbe realmente agire per la pace e per la giustizia sociale ?


NOTE
1) Il mio terzo ed ultimo articolo su Avaaz è del 12/10/2016 ed è titolato “Avaaz astuzia ed inganni. Come ti seduco il militante onesto in “una parola contro le guerre”
2) Ringrazio di cuore per le molte informazioni che ho acquisito Patrick Boylan di Peacelink

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