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Ukr-ISIS Crisis: caos sistemico e caos sistematico

di Piotr

L'Impero è ogni cosa e il suo contrario, un buco nero che tutto inghiotte, dagli ecologisti ai nazisti, dagli islamofobi agli jihadisti. C'è del metodo

news 217701Sulla Stampa on-line è stato pubblicato un articolo sui bombardamenti statunitensi in Siria.

L'articolo è anonimo. Peccato, perché non abbiamo modo di chiedere all'autore se ignora le cose, oppure non le capisce o infine se è semplicemente un oscuro redattore di veline preparate altrove.

Analizziamo solo due passaggi e si capirà il perché della nostra curiosità.

«Dopo tre giorni di offensiva in Siria, più di 350 persone (tra cui civili compresi donne e bambini), sono stati uccisi dalle bombe sganciate dalla coalizione arabo-sunnita guidata dagli Stati Uniti e da quelle - assai più note ai siriani - sganciate dai caccia del regime di Damasco. Nella regione di Idlib, i bombardamenti sono stati condotti quasi all'unisono da caccia della coalizione arabo-occidentale e da velivoli militari russi di Damasco».

Notiamo due punti che nell'economia informativa dell'articolo hanno puramente il ruolo di messaggi subliminali.

a) Le bombe sganciate dai caccia del "regime di Damasco" sarebbero "assai più note ai siriani". Sottotesto: A Damasco c'è un dittatore (regime) sanguinario che non fa altro che sganciare bombe sul proprio popolo.

 Da una parte si evocano i 2.000 morti in due giorni sotto le pretese bombe di Gheddafi - in seguito smentiti da tutti - e dall'altra si allude ai pretesi "bombardamenti chimici" di Assad. I miei sospetti possono sembrare forzati, ma in realtà l'allusione è ovvia e spontanea per i lettori di Stampa e organi di disinformazione contigui, perché questi sono riusciti a fare di quest'ultimo falso patente l'evento mediatico più importante della crisi siriana. Un falso così falso che è stato sbugiardato sia da un'analisi condotta nel cuore scientifico dell'impero americano, il celebre MIT di Boston sia da un'inchiesta del più noto giornalista investigativo statunitense: il famigerato bombardamento chimico di Ghouta era stato fatto dai "ribelli".

b) Gli aerei americani sono "caccia". Boh, chissà perché non "bombardieri". Forse suona meglio anche se i caccia sono fatti non per bombardare ma per abbattere altri aerei. Ad ogni modo - e qui sta il punto - i "velivoli militari" di Damasco sono "russi".

Olè. Anzi, Hip Hip Urra!

Qui si evoca né più né meno che il babau, l'uomo nero, il Mago Sabbiolino. l'Erlkönig. Il gioco è infantile e stupido. Chi è il babau in Europa? Ma Putin, ovviamente! Non ci avvertono per caso un giorno sì e uno no che la Russia sta invadendo l'Ucraina orientale e tra poco cercherà di prendersi Kiev come prima tappa per far abbeverare i cavalli dei cosacchi a San Pietro?

La retorica è sempre la stessa e anche stavolta nasconde l'aggressione a Mosca. Per la bisogna gli Usa si sono premuniti di nazisti ucraini in misura abbondante. C'è un nuovo modo di dire in America: "Combatteremo la Russia fino all'ultimo ucraino".

Chissà, magari il nuovo melange nazi-democratico funzionerà meglio di quello a tinta unita dell'Operazione Barbarossa, all'epoca così tanto esaltata dal nostro attuale Presidente della Repubblica.

Di meglio credo che sia difficile fare: l'impero in vista della prossima catastrofe mondiale, dove ci sta portando come un pifferaio magico, ha superato se stesso e ormai copre un arco ideologico, simbolico, evocativo, terminologico e semantico che va dall'iper-ecologismo di Marina Silva in Brasile all'iper-nazismo di Oleh Tyanhybok in Ucraina. Con notevoli inversioni, perché se da una parte il programma di governo dell'ecologista Marina Silva intende lasciare il sistema ecologico brasiliano alla mercé di oligarchi locali e di affamatissime multinazionali imperiali, dall'altra i nazisti ucraini hanno consegnato il loro Paese alla mercé di quella finanza anglosassone che era invece così odiata dai maggior loro, cioè i nazisti tedeschi di origine e denominazione controllata.

L'impero, insomma, è tutto e di più, una cosa e il suo contrario, un immenso buco nero che tutto inghiotte.

Da noi la più lesta e la più entusiasta a caderci dentro è stata la sinistra, di ogni sfumatura, con eccezioni talmente piccole da non alterare il desolante quadro d'insieme. Chi perché gli Usa sono il faro della democrazia, chi perché è sempre comunque giusto ribellarsi perché il capitale sfrutta il lavoro dappertutto, chi semplicemente perché si beve qualsiasi panzana. Tanti perché, un unico esito disarmante. Gli stessi che vanno in piazza il 25 Aprile in Italia poi promettono armi e soldati italiani ai nazisti ucraini.

Di tutto e di più, una cosa e il suo contrario. La crisi sistemica genera il caos sistemico. La strategia migliore è allora il caos sistematico.

Non scherzo: la strategia ha una sua logica non banale.

Il secondo passaggio è il seguente:

«Ad Aleppo si sono registrati scontri armati tra ribelli anti-regime e forze lealiste sostenute da jihadisti sciiti libanesi degli Hezbollah».

Qui l'estensore dell'articolo parte dal presupposto che i suoi lettori siano tutti stupidi. O meglio che i loro neuroni siano ormai stati cotti al punto giusto dalla fraseologia dominante così che basti stimolarli come i cani di Pavlov per ottenere la reazione giusta.

Notate quel "jihadisti" riferito ai combattenti di Hezbollah.

Anche qui, "jihadisti" evoca il babau mediorientale, esattamente quanto "russo" evoca il babau europeo.

Jihadisti! Vade retro! Perché, come ben si sa, gli jihadisti tagliano le gole, sono brutti, barbuti, intolleranti e impongono alle donne di coprirsi dalla testa ai piedi. E' vero, nell'Isisstan.

Ma vediamo cosa ne pensa Hezbollah. Sarà come ci raccontano sulla Stampa, cioè saranno anch'essi così. Perché la Stampa è un giornale serio.

Ecco qua allora, tanto per controllare, la foto di una militante di Hezbollah scattata da una stupefatta reporter olandese. Non è uno scherzo, la bandiera è proprio quella del "Partito di Dio" e la ragazza stava andando a una sua manifestazione elettorale. Un caso? Beh, anche la ragazza a destra è una sostenitrice di Hezbollah: il suo top è la bandiera del partito e l'immagine del leader Hassan Nasrallah è, diciamo così, sul suo cuore. Ovviamente anche le due ragazze della foto successiva sono delle incoscienti: non sanno chi stanno sostenendo. Per non parlare di quella donna cristiana!

Jihadisti libanesi? No, ma torinesi sicuramente sì.

newsextra 217700

P.S. n.1.

- Sempre sulla Stampa on-line, Francesca Paci, giustamente indignata per le minacce sessual-mediatiche a Emma Watson dopo il suo discorso femminista all'Onu, improvvisamente fa deragliare il suo articolo per ficcarci dentro gratuitamente un attacco a Bashar al-Assad: «L'anonimato che aiuta i ribelli siriani a denunciare in pseudo-sicurezza la ferocia cinica del regime di Assad (per questo lunga vita a internet) protegge purtroppo anche i machi repressi, i vili, gli idioti».

Che c'entra? Non c'entra ma ce lo facciamo entrare lo stesso. Repetita.

Per quest* jihadist* del giornale torinese ogni occasione è buona. Anche la più sciocca. Peccato che l'articolo finisca fuori strada. Ma loro sono soddisfatti lo stesso.

Mi viene da chiedergli: non è che, tante volte, vi sentiate un po' responsabili per aver dipinto mercenari, tagliagole e psicopatici come eroi della libertà spingendo giovani ingenui e in buona fede nella tela del ragno? Non vi sentite di tanto in tanto un po' complici del "terrorismo internazionale", loro propagandisti? Volontariamente o involontariamente, spetterebbe a un giudice decidere.

No? Proprio non vi passa per la testa? Siete così presi dalla sistematizzazione del caos? Ma non è un lavoro poi così difficile. Basta un giorno osannare i tagliagole e il giorno dopo urlargli contro. Un giorno passargli soldi e armi e il giorno dopo bombardarli.

Routine, insomma.

 

 

P.S. n.2.

- A seguito del mio recente post intitolato "Il chiarimento del caos", un lettore ha commentato così: "Ah, ah, ah... le risate. Divertentissimo articolo, che fantasia!".

Non so se il termine "fantasia" gli sia venuto in mente perché parlavo di corsari e pirati, o perché parlavo di colloqui triangolari tra ISIS, Esercito Siriano Libero e Stati Uniti (forse non aveva capito chi c'era nella foto di accompagnamento dell'articolo). Può essere invece che sia stato colpito dalla mia "fantasia" perché descrivevo un probabile scenario dove appendici dell'ISIS andavano a creare terrore in Russia, in India e persino nella lontana Cina, in quest'ultimo caso via miliziani uiguri.

Beh, oggi ci sono foto di membri dell'esercito georgiano (quello che nel 2008 addestrato da istruttori israeliani attaccò l'Ossezia del Sud compiendo, quello sì, un tentativo di genocidio), riciclati come jihadisti ISIS. Dove pensate che andranno a creare disastri cessata la leva e l'addestramento nel califfato? E ci sono foto di jihadisti ISIS uiguri, cittadini della Repubblica Popolare Cinese. I più informati parlano di centinaia di miliziani uiguri aerotrasportati in Siria da velivoli militari turchi.

Certo, è da verificare, ma è verosimile. Infatti all'inizio del nuovo millennio - ma il mio ilare commentatore scommetto che non lo sapeva - i leader turchi dichiararono che quello che iniziava sarebbe stato il "Secolo Turco", cioè un secolo dove l'area d'influenza della Turchia si sarebbe espansa su tutto il mondo panturanico che, per chi non lo sapesse, è quella vasta area genericamente turcofona che va dal Mediterraneo allo Xinjiang cinese: Kosovo, Azerbaijan, Kazakistan, Uzbekistan, Turkmenistan, eccetera.

Erano, quei sognatori di allora, leader laici. Ora il progetto panturanico sembra condito in salsa islamista e così ci aggiungiamo anche l'Isisstan.

Si badi bene che così è addirittura più credibile. Dico sul serio, perché quei politici laici turchi alla fine erano kemalisti e Kemal Atatürk propendeva più per l'Europa che per l'Asia. E, così d'acchito, è anche più funzionale all'altro progetto secolare, il New American Century dei neocon statunitensi, che all'uopo si sono creati in Europa il Nazistan.

Io in realtà di fantasia ce ne ho poca. Sono quegli altri che ne hanno da vendere.

Ma è da film "de paura".

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