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A Krugman servono nuovi occhiali da sole

Fantascienza, ecocidio e cambiamento a basso costo

di Paul Street

theylivePreparatevi a un’invasione aliena

Soltanto perché uno ha un dottorato, un Premio Nobel, un’importante cattedra a Princeton e una posizione da opinionista regolare sul The New York Times non significa che sia davvero così tanto in gamba.

Prendete il liberale e filodemocratico statunitense di spicco Paul Krugman, benedetto da tutte queste cose. Negli ultimi anni l’amante della fantascienza Krugman ha scherzosamente proposto un’idea interessante per trarre dalla stagnazione l’economia USA: prepararsi a un’invasione aliena.

Nel 2011 Krugman ha parlato alla CNN di un episodio della serie “Ai confini della realtà” in cui “scienziati fingono una minaccia aliena per realizzare la pace mondiale”, aggiungendo che “questa volta … ne abbiamo bisogno … per ottenere un qualche stimolo fiscale”.

“Se … guardiamo a che cosa ci ha tirato fuori dalla Grande Depressione”, ha detto Krugman nel 2012, “è stato l’ingresso dell’Europa nella seconda guerra mondiale e l’armamento degli Stati Uniti … Dunque se potessimo ottenere qualcosa che inducesse il governo al dire: ‘Oh, lasciate perdere tutte quelle questioni di bilancio; spendiamo, semplicemente, e produciamo un sacco di roba’ … la mia finta minaccia degli alieni spaziali è l’altro percorso”, ha detto Krugman davanti a un pubblico divertito. “Ho proposto questa”.

Ma quanto intelligente o divertente è stato in realtà l’uso da parte di Krugman della fantasia futuristica di un’invasione aliena per sostenere la tesi di riprodurre lo stimolo che la spesa militare offrì per por fine alla Grande Depressione? Per tale compito erano sufficienti minacce terrestri e prodotte dall’uomo alla nostra sopravvivenza. Che dire del salvare il pianeta per un risiedervi vivibile mettendo milioni di persone al lavoro nella ristrutturazione ecologica e nell’energia pulita? Affrontare il cambiamento climatico e altri mali ambientali in modo significativo significa mettere al lavoro milioni di persone di ogni competenza per progettare, applicare, coordinare e costruire la ristrutturazione ambientale dell’economia e della società, la riconversione ecologica della produzione, dei trasporti, degli spazi d’ufficio, delle case, dell’agricoltura e degli spazi pubblici.

Analogia con la seconda guerra mondiale? Certo. Va bene. Come ha sostenuto Noam Chomsky nel 2010, “Certamente le industrie manifatturiere statunitensi potrebbero essere ricostruite per produrre ciò di cui il paese ha bisogno, utilizzando la loro manodopera altamente specializzata, e ciò di cui ha bisogno il mondo, e presto, se dobbiamo avere qualche speranza di evitare una grande catastrofe [ambientale]. E’ stato fatto in passato, dopotutto. Durante la seconda guerra mondiale l’industria fu convertita alla produzione bellica e l’economia semi-pianificata pose fine alla Depressione”.

Non è necessaria alcuna minaccia extraterrestre. L’”Astronave Terra” presenta le sue proprie urgenti giustificazioni sociali ed ecologiche per grandi programmi di lavori e di investimenti pubblici.

 

Gli alieni sono già qui: “Essi vivono

Se vogliamo riferirci alla fantascienza per sostenere la tesi del cambiamento progressista cui vorremmo assistere, allora permettetemi di citare il mio personale film di fantascienza (e dell’orrore) preferito: “Essi vivono” del 1987 di John Carpenter. Nella brillante e apparentemente leziosa parodia di Carpenter gli invasori spaziali sono già qui, indossano abiti dirigenziali e cambiano il clima (“acclimatandoci alla loro atmosfera”) nel nome della libera impresa. Gli Stati Uniti sono governati da alieni travestiti da membri dell’élite industriale e finanziaria. Gli extraterrestri colonizzano gli Stati Uniti e la Terra, smantellando la nazione nel nome del “libero mercato”. Parlano tra loro in toni sommessi mediante piccole radio installate in orologi Rolex che simbolizzano il loro status elevato. In vasti complessi sotterranei parlano in toni apparentemente idealistici dei loro obiettivi reali: feroce sfruttamento economico a favore dei Pochi galattici presentato come “crescita” e “sviluppo” per il Molti terrestri. Mobili attraverso la galassia, spediscono risorse fuori dal pianeta e manipolano i terrestri mediante forme subliminali di controllo della mente codificate in pubblicità e altri contenuti dei media di massa delle imprese.

“Sono liberi imprenditori”, spiega un resistente umano di spicco all’occupazione aliena. “Siamo come una risorsa naturale per loro”, elabora un altro resistente. “Svuotare il pianeta e passare a un altro. Vogliono un’indifferenza benevola. Ci vogliono drogati.”

Alcuni umani sono coltivati per la cooptazione, ricompensati per la collaborazione con posti di lavoro fantastici, con denaro e beni di consumo. Sono invitati a banchetti sontuosi in cui gli alieni vestiti da capi d’azienda li intrattengono con i dati più recenti sulla “robusta crescita del reddito pro capite” di cui godono i terrestri che collaborano con la “ricerca dell’espansione multidimensionale” degli extraterrestri.

La resistenza è inutile e non ci sono alternative, perciò tanto vale collaborare con i capitalisti/alieni per godersi le ricompense. Questa è la versione dei collaborazionisti, incoraggiati da messaggi mediatici onnipresenti che pubblicizzano consumismo, moda ed esibizione narcisistica di sé stessi come il significato della “bella vita”.

Quelli che non possono essere cooptati o intorpiditi dai media dominanti e dalle gratificazioni consumistiche sono qualificati come “terroristi” e “comunisti che vogliono abbattere il governo”. Subiscono una repressione violenta di una polizia statale ad alta tecnologia e pesantemente armata, i cui strumenti di sorveglianza e repressione comprendono telecamere spia aerotrasportate che prefigurano i droni a bassa altitudine attualmente in corso di costruzione per l’uso negli Stati Uniti.

Lungo il suo percorso il sistema economico degli alieni genera livelli senza precedenti di anidride carbonica e metano, riscaldando l’ambiente in modo adatto al clima del loro pianeta ma minacciosi per la terra.

Ai capitalisti alieni si oppongono quadri rivoluzionari umani che hanno sviluppato speciali occhiali da sole che decodificano i messaggi mortali dei media industriali gestiti dagli alieni e rivelano la rivoltante identità non umana dei privilegiati. Indossando gli occhiali i manifesti, le riviste, i giornali e i programmi televisivi svelano i loro messaggi nascosti che dicono agli umani di “obbedire”, “consumare”, “guardare la televisione”, “dormire”, “uniformarsi”, “sottomettersi”, “comprare” e “lavorare otto ore”. Si vede che le banconote dicono “questo è il tuo dio”, mentre manifesti si rivelano proclamare “non pensare”, “non mettere in discussione l’autorità” e “niente immaginazione”.

L’opposizione sovrintende a un accampamento di statunitensi poveri, della classe operaia. Situato dietro una chiesa diroccata all’ombra del quartiere finanziario del centro di Los Angeles, l’accampamento coglie la crescente povertà e disoccupazione degli spericolati anni del “ricchi alla svelta” di Reagan e richiama alla memoria precedenti episodi di masse di senzatetto nella storia statunitense.

L’accampamento è brutalmente sgombrato, all’inizio di “Essi vivono”, da un Dipartimento di Polizia di Los Angeles militarizzato. Rivedendo questa scena di recente sono rimasto colpito da quanto esattamente abbia presagito lo sgombero da parte della polizia statale di molti accampamenti statunitensi del Movimento Occupy nell’autunno del 2011.

Gli oppositori si battono per sfuggire alla detenzione e alla repressione mentre cercano di penetrare nei media onnipotenti per dire agli statunitensi comuni che cosa hanno scoperto riguardo a chi sta governando e rovinando il paese dietro la facciata della democrazia. Il film termina quando i suoi due eroi della classe operaia (uno nero e l’altro bianco) penetrano nel quartier generale dei media per disattivare il grande meccanismo di mascheramento satellitare degli alieni rivelando la rivoltante identità extraterrestre dei Pochi privilegiati e scatenando una grande ribellione popolare.

 

Facile e a basso prezzo?

Sono stato spinto a riflettere su “Essi vivono” quando ho letto un articolo di Krugman pubblicato due giorni prima della gigantesca Marcia per il Clima a Manhattan domenica scorsa. Krugman ha accusato i pensatori e gli attivisti “anticrescita” di sinistra di “disperazione climatica” disfunzionale. Ha citato con approvazione un recente documento di lavoro del Fondo Monetario Internazionale che pretendeva di dimostrare che possiamo salvare il mondo dal riscaldamento globale passando dai combustibili fossili a fonti di energie rinnovabili senza grandi costi per la crescita economica. “Salvare il pianeta costerebbe poco”, ha scritto Krugman, aggiungendo che “potrebbe addirittura essere gratis … L’idea che la crescita economica e l’azione sul clima siano incompatibili può suonare determinata e realistica”, ha concluso Krugman, “ma in realtà è un pregiudizio di menti confuse. Se mai supereremo gli interessi e l’ideologia di parte che hanno bloccato l’azione per salvare il pianeta, scopriremo che salvarlo è più economico e più facile di quanto immaginino quasi tutti”.

Krugman e il FMI hanno ragione sul fatto che la crescita economica può continuare in un mondo che abbia abbandonato i combustibili fossili e sia passato all’energia eolica, idrica e solare. Nella prima sezione di questo saggio, in realtà, ho suggerito il potenziale impatto di stimolo alla crescita di un grande investimento pubblico in un’economia post- carbonio.

Ma l’articolo di Krugman è gravemente carente. Rappresenta in modo errato la posizione della “sinistra” sulla crescita. Come osserva un acuto commentatore dell’articolo di Krugman, ad esempio, il movimento europeo per la “decrescita” in realtà “NON è contro la crescita e lo sviluppo economico. E’ contro una crescita e uno sviluppo economico grossolanamente consumistici e irrazionali, che sono quelli che abbiamo oggi”.

Io aggiungerei: quelli che abbiamo oggi sotto il capitalismo industriale, dedito all’incessante generazione di falsi bisogni e di sprechi al servizio del profitto.

Aggiungerei anche che molti di noi, della sinistra ecologista, ritengono che le società possano e debbano crescere in modi più che economici: ampliando l’uguaglianza, accrescendo la democrazia, promuovendo la comunità, migliorando la salute, aumentando la felicità, estendendo l’assistenza, aumentando la sostenibilità, amplificando la creatività e l’immaginazione e moltiplicando l’amore. Qui il problema è ridefinire la crescita, non rifiutarla.

Secondo: Krugman (come la maggior parte degli economisti, liberali o “conservatori”) parla abitualmente della crescita economica come di un bene in sé stessa, ignorando non soltanto i suoi giganteschi lati negativi sotto il capitalismo, ma anche il suo ruolo di lungo corso nel mettere a disposizione un mantello ideologico per la forte disuguaglianza socioeconomica che lo preoccupa. Come ha segnalato Herve Kempf, l’”oligarchia” occidentale ha pubblicizzato il perseguimento e la promessa della crescita materiale come “la soluzione alle crisi sociali”, “il solo mezzo per combattere la povertà e la disoccupazione” e “un mezzo per far accettare alle società le disuguaglianze estreme senza porle in discussione … La crescita”, spiega Kempf, “consente al livello complessivo della ricchezza di aumentare e conseguentemente di alleviare il fardello dei poveri senza – e questa parte non è mai dichiarata [dall’élite economica] – alcuna necessità di modificare la distribuzione della ricchezza.”

“La crescita”, ha spiegato nel 1972 (approvando) l’economista liberale Henry Wallich “è un sostituto dell’uguaglianza di reddito. Fintanto che c’è crescita c’è speranza, e ciò rende tollerabili grandi differenze di reddito”. Ed è per questo che la garanzia della crescita è una promessa cruciale fatta dagli invasori alieni di Carpenter ai loro sudditi umani in “Essi vivono”.

Terzo: l’idea di Krugman di una transizione facile e a basso costo a un futuro post-carbonio crolla quando facciamo sul serio riguardo al contrastare “gli interessi speciali e l’ideologia che hanno bloccato l’azione per salvare il pianeta”. Non sbagliamoci: fare sul serio al riguardo significa un fiero scontro popolare con il Grande Carbonio, una componente critica della plutocrazia industriale attualmente regnante che vasti beni capitali investiti nell’economia dei combustibili fossili. Significa un movimento di massa impegnato contro una parte chiave della “dittatura del denaro non eletta” della nazione che è intimamente collegata allo Stato Ombra che ricorre regolarmente alla repressione per schiacciare i movimenti popolari promotori della democrazia e del bene comune. Un esempio classico recente di tale repressione è il Movimento Occupy, smantellato da una campagna federale coordinata sotto un’amministrazione democratica e con la partecipazione di centinaia di città sotto la direzione di sindaci del Partito Democratico. Trovo difficile non accettare l’accuratezza della seguente conclusione di Chris Hedges, che suona un po’ come quella dei quadri radicali di John Carpenter in “Essi vivono”, formulata durante la riunione di un comitato (intitolata “La crisi climatica: come se ne esce?”) che ha preceduto la storica Marcia Popolare per il Clima dello scorso fine settimana a New York City:  “I Repubblicani si appellano a un elettorato. I Democratici a un altro. Ma entrambi i partiti non faranno nulla per fermare la devastazione del pianeta … Quando cominciamo a costruire movimenti di massa che mettono in atto ripetute [necessarie]iniziative di disobbedienza civile … lo stato industriale, compreso il Partito Democratico … userà l’apparato di sicurezza e sorveglianza, le forze di polizia militarizzate … per spegnere … il dissenso con la forza … come … durante il Movimento Occupy. Le élite industriali, accecate dalla loro brama di profitti … non muteranno rotta dal nostro percorso all’ecocidio a meno di esservi costrette con la forza”.

Nulla di facile e a basso costo in questo, ma la sopravvivenza e arrivare dove l’umanità possa crescere (in modi più che economici) oltre i combustibili fossili dipende da ciò.

Una cosa – a basso costo e rilassata – è leggere e scrivere ricerche ambientalmente speranzose dal punto di vista capitalista presso il FMI o un piedistallo a Princeton. Altra cosa, e per nulla disinvolta e a basso costo, è assumere i rischi che comporta creare e aderire a un movimento di massa dedito a cacciare il Grande Carbonio dal potere ecocida.

Paul Krugman ha bisogno di un paio dei magici occhiali da sole di John Carpenter. Non esistono rivoluzioni gratis.

 

www.znetitaly.org
Fonte: http://zcomm.org/znetarticle/krugman-needs-new-sunglasses-science-fiction-ecocide-and-cheap-change/
Originale: teleSUR English
traduzione di Giuseppe Volpe

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