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 icebergfinanza

Deflazione: bolla delle mie brame, qual è la più grossa del reame?

Andrea Mazzalai

bolle1ip0Oltre un anno fa scrissi un pezzo nel quale evidenziai come Bernanke mise in piedi una sorta di Bubble Team, composto da tre economisti, Hang, Xiong e Brunnermeier, provenienti rispettivamente dal Vietnam, dalla Cina e dalla Germania, nella "sua" università, quella di Princeton, per cercare di comprendere come sia possibile sgonfiare una bolla senza spegnere la naturale effervescenza di un ciclo che corre il rischio di essere scambiata con una pericolosa irrazionale euforia.

Al di la delle considerazioni uscite da questo studio, nel quale l'ottimismo formula la crescita e l'espansione della bolla per essere sostituito all'improvviso da un cambiamento delle condizioni economiche che spinge i partecipanti a precipitarsi in massa verso le uscite di emergenza, sarebbe bastato leggere le teorie di Minsky e Fisher. Ma forse era chiedere troppo a colui che ha sposato l'ideologia della razionalità dei mercati, chiedere troppo a colui che sostiene che la razionalità dei mercati può essere travolta solo da un evento esogeno.

In fondo come diceva il suo maestro, quel Milton Friedman, padre del monetarismo, autore della favola degli elicotteri pieni di dollari da gettare sulle città americane, non è tanto la validità di una teoria quella che conta, ma il suo contagio agio agio agio.

Come scrisse Daniel Cloud, gestore di hedge fund e filosofo alla stessa università di Princeton...Ogni volta che è scoppiata una bolla siamo intervenuti a mettere riparo, ma non abbiamo mai pensato a farle scoppiare noi deliberatamente. Il risultato è che i nostri mercati finanziari sono diventati uno schema piramidale. L'azzardo morale, pensavamo, poteva tranquillamente essere ignorato proprio perché è "morale", parola che, come ogni vero scienziato sa, è sinonimo di "immaginario".
Ma il mercato non è la fisica, gli economisti non sono fisici nucleari e l'azzardo morale nella faccende umane è il rischio che conta più di tutti. La convinzione infondata di essere in grado di scrutare il futuro usando la scienza ci ha portati tutti a pronunciare una serie di promesse vincolanti su cose, in quel futuro, che nessun essere umano potrebbe garantire. Promettere qualcosa che dovremmo sapere che è impossibile garantire viene definito anche "mentire". Questo grande velo di menzogne adesso si sta lacerando.

Come abbiamo già visto Minsky sosteneva che il crollo del mercato, lo scoppio di una bolla, nel suo famoso Minsky Moment, avviene grazie a fattori endogeni, grazie alla stessa fragilità intrinseca del sistema finanziario. Ma questo nell'ideologia delle cosidette aspettative razionali, non è contemplato.

Ebbene nel suo recente intervento Bernanke, ha voluto ricordare al mondo, come lui, esperto di Grande Depressione, non ritiene "una cosa ovvia" la presenza di una nuova bolla nei mercati finanziari, sostenuto in questo compito dal suo vice, Donald Kohn, secondo il quale i bassi tassi di interesse non sembrano alimentare una nuova bolla dei prezzi.

" Non è ovvio per me e in ogni caso attualmente non c'è alcun grande disallineamento nel sistema finanziario americano" ha sostenuto Bernanke, un po come qualche mese prima della Madre di tutte le crisi, sosteneva che il sistema finanziario era sano, i prezzi delle abitazioni sostenibili dalla crescita economica e che il contagio non era nello stato delle cose.

Liu Mingkang, presidente della China Banking Regulatory Commission ha detto a Pechino che la politica americana e la dinamica di caduta del dollaro, ha portato ad una massiccia speculazione mentre Donald Tsang capo dell'esecutivo di Hong Kong ha sottolineato come "i leader dovrebbero guardare fuori dalla finestra".

Ma tralasciando le dichiarazioni di Bernanke e Kohn, quello che preoccupa è la posizione di Yanet Yellen, governatrice della Fed di San Francisco, l'unica ad aver preso in considerazione seriamente il lavoro di Minsky e Fisher, l'unica a temere seriamente la deflazione in maniera esplicita...

(ANSA) - ROMA, 17 NOV - Non e' ancora chiaro se la Federal Reserve decidera' di agire sui tassi di interesse per contrastare l'indebitamento finanziario e il rischio di una bolla. Ad affermarlo e' il presidente della Fed di San Francisco, Janet Yellen, nel corso di una conferenza ad Hong Kong riportata dall'agenzia Bloomberg. "Tassi piu' alti di quelli ritenuti appropriati in base a condizioni puramente macroeconomiche, potrebbero aiutare a giocare d'anticipo riguardo al rischio potenziale di un aumento dell'indebitamento e di un boom del prezzo degli asset" ha dichiarato Yellen che e' membro votante all'interno del Federal Open Market Committee della Fed, l'organismo preposto a prendere decisioni di politica monetaria. Tuttavia - ha aggiunto - "il ricorso alla politica monetaria per questi fini necessariamente compromette il raggiungimento di altri obiettivi macroeconomici". Le parole di Yellen si inseriscono nel dibattito sui rischi di una bolla speculativa legata alla strategia di tassi bassi per un ampio periodo di tempo ribadita proprio in queste ore dalla banca centrale americana. Ieri il presidente della Fed, Ben Bernanke aveva detto di non ritenere "una cosa ovvia" il verificarsi di una bolla negli Usa e secondo Yellen per chiarire la questione "e' necessaria una ulteriore analisi delle connessioni fra politica monetaria, settori bancario e finanziario e i rischi sistemici".(ANSA).

Questo dimostra quanto sia profonda la paura della deflazione, questo dimostra che la Fed è disposta a correre il rischio, ma non solo, pure alimentandolo di una nuova devastante bolla del credito speculativo che a sua volta alimenta una serie considerevole di altre bolle finanziarie.

Nel frattempo in America l'indice dei prezzi alla produzione è salito dello 0,3 % ben al di sotto del consensus, ma udite, udite al netto delle componenti volatili come energia e alimentari il PPI è crollato, letteralmente crollato dello 0,6 % contro aspettative di un aumento del 0,1 %. L'aumento anno su anno si è letteralmente dimezzato nel mese di ottobre. Certo il dato è stato distorto da un discesa dei prezzi delle autovetture, diminuito dello o,5 % dopo un aumento dell' 1 % a seguito delle rottamazioni governative, ma questa è deflazione pura, questo è un aumento delle aspettative sulla deflazione. Che poi i rivenditori forti dell'intervento governativo abbiamo provveduto ad aumentare il prezzo delle autovetture, poco importa, ma il BLS ha già sottolineato come queste variazioni di prezzo siano già state adeguate nei dati rilasciati.

Gli ottimisti di maniera sottolineano che i dati in questione non segnalano alcuna preoccupazione sul versante inflazione, aggiungendo il solito commento ....per ora.

A forza di gridare al lupo, al lupo, prima o poi, quando nessuno ascolterà il grido disperato, allora l'inflazione arriverà!

Ieri il governatore della Fed di Dallas, Fisher, un falco inflativo, ha sostenuto che il PIL nel quarto trimestre sarà più vicino al 2,5 % che al 3,5 % del consensus, chissà perchè, se mi è permessa una battuta, ho come la sensazione che Fisher legga Icebergfinanza. Se evidenziamo che, anche quello relativo al terzo trimestre, verrà tranquillamente rivisto al ribasso, viste le recenti, revisioni negative, allora non resta che concludere che nonostante gli interventi statali, della crescita rimane ben poca cosa.

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