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contropiano2

Era meglio morire democristiani?

di Sergio Scorza

C’era una volta il Ministero delle partecipazioni statali. Venne istituito alla fine del 1956 su spinta soprattutto di Giovanni Gronchi, un democristiano di sinistra eletto l’anno prima al Quirinale – a sorpresa – con un’operazione condotta da Giulio Andreotti, che proprio di sinistra non era, e soppresso fra il 1993 e il 1994 dal governo più “tecnico” che politico di Carlo Azeglio Ciampi. Il quale fece chiudere materialmente quel dicastero da un altro “tecnico indipendente”, Paolo Baratta.

Eravamo ormai all’epilogo della cosiddetta Prima Repubblica, durante la quale per le partecipazioni statali era passata anche parte del finanziamento illegale della partiti, ma che soprattutto era stato lo strumento principale del controllo pubblico sull’economia e sui servizi pubblici essenziali.

Che potevano così essere accessibili a “prezzi politici” ed ancora alla larga da privati senza scrupoli che hanno come unico fine esclusivo il perseguimento del massimo profitto.

Agli inizi degli anni Novanta, Romano Prodi, presidente dell’IRI, inizia lo smantellamento di un Ente che contava 500.000 dipendenti.

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coniarerivolta

Fan token: il mercato del nulla

di coniarerivolta

“Lui si era accorto che vendevo l’aria a prezzi altissimi…”

Roberto Vecchioni, Pesci nelle orecchie, Ipertensione, 1975

In un vecchio film di Totò del 1950, Totò sceicco, a un certo punto il principe della risata si trova assetato in un deserto; improvvisamente ecco presentarglisi un venditore di limonata; Totò paga e fa per bere la limonata… ma si scopre che era invece un miraggio e non ha alcuna limonata in mano; eppure, il “miraggio ladro” aveva preso le 50 lire per pagare la limonata!

Nell’economia di oggi stiamo assistendo alla nascita di qualcosa di molto simile al “miraggio ladro” del famoso film di Totò. È infatti sempre più comune da parte di società calcistiche europee, squadre di basket americane, tornei di tennis, ecc., emettere “titoli digitali” detti fan token, vere e proprie criptovalute (rientranti nella categoria degli utility token), che forniscono accesso a beni e servizi legati al club per conto del quale vengono emessi.

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lantidiplomatico

Euro e Unione Europea. Draghi passa alla devozione mistica

di Antonio Di Siena

Dice Draghi che per far parte del suo governo si deve considerare non solo l’euro ma anche la gestione della sua crisi “un grande successo dell’Unione”.

Ora, di come in Italia, negli ultimi vent’anni, siano crollati salari, occupazione, risparmio privato, comparto industriale/manifatturiero e, complessivamente, il benessere e la qualità della vita ne abbiamo già parlato centinaia di volte. Esercizio fra l’altro abbastanza futile, perché la reale condizione del Paese sta sotto gli occhi di tutti.

Il vero elefante nella stanza continua ad essere la Grecia. E non è, da parte mia, questione di pedanteria parlare sempre delle stesse cose. Perché della crisi greca e della sua gestione ne ha parlato indirettamente Draghi stesso, dicendo una cazzata colossale (qualcuno la chiamerebbe un’oscena fake news) che nessuno della libera stampa si è premurato di contraddire.

E allora lo faccio io.

Numeri, dati, statistiche e percentuali ufficiali di quella gigantesca catastrofe umanitaria li ho riportati decine e decine di volte e non li ripeterò. Chi vuole verificarli può sempre acquistare Memorandum.

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laboratorio

Riforma UE: scontro tra capitali nazionali e ripresa degli avanzi primari

di Domenico Moro

A seguito della pandemia sono state sospese le regole europee del Patto di stabilità e crescita che impongono il limite superiore del deficit al 3% sul Pil e quello del debito al 60% del Pil, per permettere agli Stati di far fronte alla crisi più grave dalla fine della Seconda guerra mondiale. Di conseguenza il deficit e soprattutto il debito dei Paesi europei sono aumentati notevolmente. In particolare, il debito pubblico è arrivato nella zona euro a una media del 100% e in Italia al 156% (2020).

La sospensione dei vincoli europei terminerà nel 2022. Questo pone dei seri problemi di gestione del debito europeo. In particolare, crea problemi la regola che impone ai Paesi con debito eccessivo di ridurlo entro venti anni di un ventesimo all’anno per la parte eccedente il 60%. Questo obbligherebbe un Paese come l’Italia a realizzare surplus di bilancio del 6-7% l’anno. In parole più chiare obbligherebbe a tagli draconiani della spesa pubblica e a aumenti notevoli delle tasse, in un periodo in cui l’economia europea deve ancora riprendersi dalla crisi epocale in cui è piombata. Questa cosa non è né fattibile né sensata.

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comedonchisciotte.org

Se questa è Filosofia

Lettera a Il Fatto Quotidiano in risposta all’articolo "Non solo Agamben"

Riceviamo e volentieri pubblichiamo questa documento, scritto in risposta all’articolo del Fatto citato sopra. Il quotidiano di Travaglio non ha voluto pubblicarlo: chissà perché…

All’attenzione de Il Fatto Quotidiano

Come filosofi, scienziati e intellettuali italiani, manifestiamo il nostro senso di disorientamento per il documento che un centinaio di docenti hanno firmato in contrapposizione a Giorgio Agamben e a quanti condividono la medesima posizione in merito alla questione Green Pass.

Rispondiamo alla lettera dei 100 filosofi analizzando le quattro osservazioni che sono state mosse contro Agamben:

1) I colleghi ci ricordano, giustamente, il contributo della filosofia nei confronti della scienza: un ruolo di critica e di approfondimento che non può mancare di rispetto nei confronti dei risultati scientifici. Sosteniamo questa affermazione in toto. Ciò che però i colleghi omettono è che molti lavori scientifici recenti dimostrano le numerose e pericolose criticità dei cosiddetti vaccini anti-Covid approvati in Italia.

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comuneinfo

Le ragioni della protesta

di Guido Viale

Tanti e tante tra coloro che scendono in lotta contro il green pass, e non solo a Trieste, sono vaccinati e alcuni hanno anche il gp. Già solo per questa ragione è sbagliato tacciare di egoismo chi si mobilita. I motivi della protesta sono diversi – a cominciare dal rifiuto dell’ordine dall’alto di non turbare in alcun modo l’ordinario svolgimento della produzione e del consumo – e certo non tutti allo stesso modo condivisibili. Ma abbiamo tutti il dovere di esplorarli, anche per reinventare dal basso i concetti di cura e di medicina di comunità

È un errore tacciare di egoismo – o, peggio ancora, di “individualismo piccolo borghese”, proprio di chi si cura solo dei propri interessi, fregandosene degli altri – coloro che si sono mobilitati contro l’imposizione del green pass per accedere al lavoro o coloro che si sono schierati contro l’eventualità di una imposizione dell’obbligo vaccinale per il covid-19.

Caso mai, è vero il contrario: chi si vaccina lo fa innanzitutto per proteggere se stesso (cosa sacrosanta, che non chiamerei mai egoismo). Il fatto che ciò protegga anche le persone con cui si entra in contatto viene dopo.

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sinistra

Libertà è partecipazione (?)

di Piotr

No, perché non è mica facile non andare a votare. Soprattutto non è bello farlo così, a cuor leggero, o addirittura farsene un vanto. C’è dentro il disagio di non appartenere più a niente, di essere diventati totalmente impotenti

Giorgio Gaber e Sandro Luporini, “Il signor G”.

Giorgio Gaber, come Sandro Luporini, su molte cose aveva la vista lunga, come succede spesso agli artisti ma come succede raramente, sempre più raramente, ai politici.

Chi oggi vince, vince col venti per cento degli aventi diritto al voto. È così. E non è una cosa positiva. C'è chi cinicamente se ne frega e si attacca alla forma per fare tranquillamente i comodi suoi, e chi, invece, crede veramente di avere in tasca una maggioranza. Pochissimi riflettono in modo strutturale su cosa sta succedendo.

Perché la gente non vota? Per dirla in termini molto concisi, perché sa, o sente, intuisce, che ormai vige una forma di neo signoria, di neo oligarchia repubblicana, in cui i partiti sono solo associazioni di podestà, di loro servitori e di loro attendenti, sottoposti a signori che vivono protetti in palazzi inavvicinabili (la crisi attuale, tra terremoti economici e finanziari, sconvolgimenti sociali, guerre mondiali ed epidemie, mi ricorda ogni giorno di più quella europea del XIV secolo).

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ilchimicoscettico

Uno strumento sanitario, come no

di Il chimico scettico

"Il possesso del green pass diventa da oggi necessario anche per il diritto a malattia, maternità, assegni per il nucleo familiare e cassa integrazione. Da oggi al 31 dicembre, infatti, i lavoratori privi di «certificazione verde» sono «assenti ingiustificati» al lavoro e, come tali, non godono di alcun diritto né tutela garantiti dal rapporto di lavoro, eccetto quello della conservazione del posto di lavoro."

La natura strettamente sanitaria della disposizione emerge appieno, come quando si parlava di green pass obbligatorio per gli studenti universitari in DAD.

Qua sopra ci sarebbe da parlare dell'anticorpo AZ, o delle possibili vittorie di pirro di Lilly in oncologia, o del mezzo flop dell'inibitore RdRp di Atea/Roche. Temi importanti, molto.

Ma...

Ma l'attualità italiana presenta tutt'altre urgenze: quelle di un provvedimento (il "nostro" green pass) che non ha precedenti nella storia del paese. Niente a che vedere con le vaccinazioni obbligatorie sempre esistite in varie professioni: quante volte è successo che la non ottemperanza implicasse la perdita dello stipendio o della possibilita' di lavorare? Ora, la cosa sarebbe al limite comprensibile (non giustificabile), se fosse una risposta indotta dal panico causato da coperture vaccinali inesistenti a fronte di una protratta emergenza pandemica.

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ilparagone

Filosofi e intellettuali contro Agamben

di Vincenzo Vitale

Nulla è più divertente che ascoltare chi, parlando, non sa di cosa parli: e maggiormente quelli che si autodefiniscano “filosofi e intellettuali”, come fanno i cento firmatari di un recente documento che contesta le tesi di Giorgio Agamben e dei suoi “colleghi” ( così li chiamano ), molto critiche su vaccini e green pass.

La prima cosa che diverte è che essi si presentino come filosofi e intellettuali, mostrando di non aver inteso come quella di filosofo non sia una professione – alla stregua di avvocato o ingegnere – ma il modo di ogni essere umano quando si fa delle domande cercando possibili risposte; e come l’intellettuale non sia uno che usa l’intelletto meglio di altri che invece sono mezzi scemi, ma un faticoso e rischioso ruolo sociale che, criticando il potere ( anche perché non si son mai visti intellettuali filogovernativi, tranne quelli “organici” al partito, che però intellettuali non sono ) non richiede intelletto, ma coraggio: ne è paradigma Zola, nel difendere Dreyfus.

Ne viene che costoro non sono filosofi di professione né intellettuali, ma soltanto docenti universitari di discipline filosofiche: il che non è la stessa cosa, ma loro sembrano ignorarlo ( e allora che filosofi sono? ).

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lafionda

Per un ecologismo del 99%

di Giulio Di Donato e Sirio Zolea

Nelle settimane scorse molti giovani sono scesi in piazza nel nome dell’ambiente e della lotta ai cambiamenti climatici. Non ci sfuggono i limiti di una certa narrazione, così come il rischio evidente che certi contenuti vengano strumentalizzati e messi al servizio delle logiche di un sistema in crisi che cerca nuovi canali per rilanciare e rilegittimare sé stesso sia sul fronte produzione-consumo che sul fronte ideologico. C’è pure negli slogan che si sono sentiti un richiamo sinistro alla logica dell’emergenza, puntualmente (chi ne dubitava?) ripreso e rilanciato da Draghi, leader per eccellenza dello stato di eccezione permanente: d’altronde ci appare ormai evidente come la tecnopolitica al governo si serva dell’emergenza come fonte costante di legittimazione. E c’è il dato di una società sempre più sfilacciata e incapace di alimentare attese per il futuro e proprio per questo preda di continue nevrosi collettive d’angoscia, che spesso assumono i tratti dell’ansia apocalittica da fine del mondo.

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comuneinfo

Sottrarre alle destre la protesta contro il Gp

di Guido Viale

Ci sono alcuni errori da evitare in questo tempo difficile: identificare il rifiuto di una minoranza di vaccinarsi con una forma di egoismo, non considerare tutte le ragioni della protesta contro il Green pass, irridere chi, mentre eravamo nelle case a proteggerci dal contagio, era costretto ad andare in fabbrica o a portare in giro i nostri pacchi, confondere il diritto con l’obbligo al vaccino, infine, regalare alle destre un grido che, per quanto contraddittorio, viene dal basso. In realtà, suggerisce Guido Viale, c’è anche un altro passo falso da non fare: restare prigionieri di una discussione da social, imposta da istituzioni e media, e oscurare le molte altre ferite che dilaniano il mondo

Non è mia intenzione mettere al centro della riflessione il problema del green pass in un momento in cui la situazione del paese e del pianeta richiede ben altre attenzioni. Ma molti commenti letti e sentiti sulla questione meritano un approfondimento.

Con l’abolizione dell’articolo 18 dello Statuto dei lavoratori i licenziamenti senza giusta causa sono aumentati molto meno del previsto mentre sono cresciuti a dismisura gli incidenti e le morti sul lavoro. Perché per non essere licenziati i lavoratori e le lavoratrici si vedono costretti e costrette a lavorare nelle condizioni di sicurezza sempre più precarie imposte dai loro padroni/datori di lavoro. È il ricatto del posto di lavoro.

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sinistra

Cesaropapismo

di Salvatore Bravo

Il nuovo decreto Draghi del 16 settembre con cui si estende il greenpass prevede la sostituibilità degli addetti nelle aziende con meno di 15 dipendenti che si assentano “per ingiustificati motivi”, anche per un solo giorno. La giustificazione ufficiale è che le piccole aziende possono essere lese nella loro produttività anche da un solo dipendente assente non sostituibile. La scuola del sospetto ci insegna ad effettuare alcune considerazioni in merito. Si tratta dell’ennesimo ricatto contro i più deboli, una prova di forza e di assoggettamento. Un operaio o un impiegato che sa di poter essere sostituito in un clima giuridico di facile licenziabilità, si pensi alla controriforma di Renzi sul lavoro, già presagisce il licenziamento. Il nuovo assunto ligio alle regole e meno problematico del sospeso al datore del lavoro potrà apparire più funzionale rispetto a colui che troppo ragiona e capace di assumere una posizione dialettica, anche per semplici motivi di salute, poiché non è facile ottenere l’esenzione vaccinale. Si immette in un sistema nel quale la produttività e il consumo sono i soli feticci a cui inginocchiarsi un altro “virus fatale” l’ansia da licenziamento, si ottiene uno strisciante, e neanche tanto, senso di minaccia, che lede le libertà di scelta individuale.

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piccolenote

La Russia ospita una delegazione di talebani

di Piccole Note

Mosca ha ospitato i talebani, in una visita che ha suscitato qualche agitazione, come da titolo di Dagospia, che dà notizia che i russi hanno “riconosciuto” i talebani, primi nel mondo a dare la patente di legittimità al loro governo.

In realtà, a leggere la nota lanciata da Dago, i russi “riconoscono” solo che i governo ha fatto passi avanti, ma il ministro degli Esteri Lavrov ha detto chiaramente che “il riconoscimento dei governo dei talebani non è sul tavolo” (Reuters).

Solite furbizie della stampa per gettare ombre sul Cremlino, che non sta facendo altro che quel che hanno fatto finora gli americani a Doha, cioè trattare col nuovo governo nella speranza di stabilizzare il Paese, dato che ne temono il collasso, che farebbe dilagare il terrorismo nella regione, investendo gli Stati dell’ex unione sovietica confinanti e la stessa Russia.

 

La Russia, l’Occidente e i talebani

A lanciare l’allarme in tal senso è stato Putin, il quale ha dichiarato che “i membri del gruppo terroristico dello Stato islamico che hanno combattuto in Iraq e Siria si stanno riversando nel nord dell’Afghanistan” (Itar Tass).

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lafionda

Sulla fissione dell’immaginario collettivo

di Francesco Prandel

La propaganda nazionalsocialista, di cui siamo stati testimoni e vittime, in realtà non era altro che una produzione di sentimenti, di proporzioni colossali; una produzione che il partito riteneva indispensabile, perché calcolava che le vittime corredate di quei sentimenti avrebbero accettato più facilmente, se non addirittura con entusiasmo, il sistema terroristico con le sue richieste esorbitanti.

ANDERS G., L’uomo è antiquato, Bollati Boringhieri, Torino, 2007

Con il termine “fissione” si intende, comunemente, quel processo nel quale il nucleo di un atomo pesante si divide in due nuclei più leggeri, anche nel senso che – messi assieme – i due nuovi nuclei pesano meno del nucleo originario. Il resto, quello che manca per pareggiare i conti, l’ha calcolato Einstein con la sua formula più nota. Le energie sprigionate dalla fissione nucleare sono molto intense, il ché le rende pericolose.

I nuclei di alcuni atomi pesanti sono instabili. Quello del plutonio utilizzato nelle armi nucleari è un grappolo di 239 particelle, 94 protoni e il resto neutroni. Questa singolare “comunità” è – come dire – piuttosto “tesa”.

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fattoquotidiano

Green pass e i dubbi sul piano giuridico, la nostra risposta a Massimo Cacciari

di Elena Dragagna, avvocato, Maurizio Rainisio, statistico, Sara Gandini, epidemiologa/biostatistica

Massimo Cacciari ha ragione e non ha ragione quando, criticamente, pone quesiti su green pass e vaccini (il riferimento è all’articolo apparso su La Stampa, il 3 settembre scorso). Ha ragione sulle questioni giuridiche, mentre le domande scientifiche sono poste male. Ma non è colpa sua. Sia i giornalisti che gli scienziati hanno fatto e continuano a fare una gran confusione.

La prima domanda ai giuristi è: “È o non è in contraddizione col regolamento Ue 2021/953, che vietava ogni discriminazione, l’istituzione del Green Pass, nei termini in cui diventerà legge in Italia?”. La risposta a tale domanda è affermativa. La contraddizione c’è ed evidente.

Infatti, il Regolamento Ue n.953 precisa (al “considerando” 36): “È necessario evitare la discriminazione diretta o indiretta di persone che non sono vaccinate, per esempio per motivi medici, perché non rientrano nel gruppo di destinatari per cui il vaccino anti Covid-19 è attualmente somministrato o consentito, come i bambini, o perché non hanno ancora avuto l’opportunità di essere vaccinate o hanno scelto di non essere vaccinate” (nella prima traduzione italiana del Regolamento, poi rettificata, era stata omessa la precisazione “o hanno scelto di non essere vaccinate”).

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coniarerivolta

Aumentano i poveri, e il Governo attacca il Reddito di Cittadinanza

di coniarerivolta

Nell’ultimo anno quasi due milioni di persone, nel nostro Paese, si sono rivolte a un centro della Caritas per avere un pasto caldo, un posto dove dormire o fare una doccia. Di queste, circa la metà è considerato un ‘nuovo povero’, cioè una persona la cui condizione materiale è peggiorata drammaticamente nell’ultimo anno. Donne (soprattutto con bambini) e giovani tra i 18 e i 34 anni sono tra le categorie più ferocemente colpite. Sono i numeri drammatici che si possono leggere nell’ultimo Rapporto Caritas sulla povertà e l’esclusione sociale in Italia. Dei nuovi poveri, uno su quattro è un lavoratore, il 18% sono pensionati, e solamente uno su cinque è beneficiario del Reddito di Cittadinanza (RdC). Con tempismo perfetto, il Governo Draghi sta discutendo in questi giorni di tagliare le risorse stanziate per questa misura.

I dati Istat ci raccontano, anche, che circa due milioni di famiglie, pari a 5,6 milioni di persone, si trovano in una situazione di povertà assoluta: si tratta di soggetti indigenti, che non raggiungono una soglia di spesa sufficiente a garantire i bisogni essenziali, a testimonianza di una situazione diffusa di sofferenza estrema.

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kelebek3

Ci vediamo a Samarcanda!

di Miguel Martinez

A Trieste, un corteo (secondo la stessa stampa mainstream) partecipato da 15.000 persone, è stato seguito pochi giorni dopo dalle cariche della polizia, con idranti e manganellate contro manifestanti pacifici.

H0 tanti amici che hanno certezze assolute su tutta la vicenda:

Tesi Uno:

gli scienziati e il governo hanno ragione perché hanno studiato e perché sono stati scelti dalla maggioranza, i pochi egoisti che hanno paura di una punturina vanno spazzati via senza se e senza ma

Tesi Due:

Tutta questa vicenda è una montatura per imporci una Dittatura Sanitaria, cui occorre resistere al prezzo delle amicizie, dei rapporti familiari, del posto di lavoro, della libertà e se occorre, della vita

Ma sento che c’è qualcos’altro che sfugge in tutta la vicenda.

Oggi leggo che il microbiologo Crisanti ha detto una serie di ovvietà, che però a pensarci cambiano tutto il quadro.

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mercurius

Il punto di non ritorno sul cambiamento in atto

di Massimo Cacciari

È un punto di non ritorno credo. Quello che vedo intorno a me è difficile persino da descrivere per quanto sia angosciante e al contempo ignorato dai più.

A prescindere da quello che uno possa pensare su una data questione, al di là delle proprie scelte personali, esistono dei fatti oggettivi che non possono essere ignorati e vanno analizzati lucidamente.

Non si vedeva da decenni uno stato che era in grado di far sparire nel silenzio decine di migliaia di persone che protestano. A prescindere da quello che sostengono quelle persone, il fatto che si siano ignorate queste manifestazioni (mentre venivano trasmessi servizi su tg nazionali con persino inviati sul posto per raccontare di sgomberi di rave non autorizzati) dovrebbe fare venire un brivido nella schiena a chiunque.

Viviamo in uno stato che ha deciso di applicare un ricatto paragonabile solo a certe leggi fasciste e questo lo dicono anche filosofi e politologi come Agamben.

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la citta futura

Due sviluppi eretici del marxismo

di Renato Caputo e Holly Golightly

Il marxismo, dopo la progressiva perdita d’influenza a partire dagli anni Ottanta, che hanno visto invece il trionfo del pensiero debole e del postmodernismo, oggi sembra suscitare di nuovo interesse a livello internazionale, anche a fronte della crisi economica

Il rinnovato interesse per il pensiero di Karl Marx e in generale per le tematiche di filosofia politica, soprattutto negli ultimi anni, è stata l’occasione che da cui ha preso le mosse la presente ricerca. In effetti il marxismo, dopo la progressiva perdita d’influenza a partire dagli anni Ottanta – che hanno visto invece il trionfo del pensiero debole e del postmodernismo – oggi sembra suscitare di nuovo interesse a livello internazionale, anche a fronte della persistente e sempre più conclamata crisi del modo di produzione capitalistico. La distanza storica rispetto al socialismo reale ha consentito, inoltre, di ripensare molti dei temi del pensiero marxista in un’ottica più distaccata dalle esigenze più immediate della lotta politica, sviluppando da una parte un ripensamento dell’eredità marxista sul piano della ricerca für ewig, dall’altra nel senso di una profonda revisione del marxismo, nel tentativo di adeguarlo alle nuove sfide del XXI secolo.

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sfero

L'esperimento

di Andrea Zhok

Nel contesto delle discussioni intorno al Green Pass, ci sono amici che non smettono di stupirsi di come spiegazioni, argomentazioni, e soprattutto dubbi di matrice scientifica, giuridica e umana che cerchino di motivare l’avversione al certificato verde vengano nel miglior dei casi perculati, nel peggiore diventino oggetto di aggressione verbale, di ‘shitstorm’, di accuse ad alzo zero di egoismo, ignoranza, inciviltà, ecc.

Il tutto nella più assoluta impermeabilità alle ragioni altrui.

Io ho letto con i miei occhi (e se non lo avessi visto, non ci avrei creduto) discussioni in cui una donna incinta che si preoccupava per gli effetti di una vaccinazione poco sperimentata sul feto, veniva bullizzata verbalmente come fosse una deficiente o come un’ignorante terminale, perché “non capiva che anche l’aspirina ha effetti collaterali”, perché non si “fidava della scienza”, ecc.

Ecco, io credo che in effetti non ci sia poi molto di cui stupirsi.

Ad occhio e croce siamo tutti all’interno di una grande replica dell’esperimento di Zimbardo, docente di psicologia a Stanford.

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linterferenza

Ci siamo cascati ancora! 

E risposta ad alcune obiezioni rivoltemi dopo la pubblicazione dell'articolo

di Fabrizio Marchi

La narrazione mediatica dominante è riuscita per l’ennesima volta a dividerci. Del resto è questo che sono chiamati a fare i funzionari della comunicazione, e siccome sono ben pagati per questo lavoro lo fanno con grande solerzia ed impegno.

E la grande maggioranza delle persone ci è cascata con tutte le scarpe. I resistenti al Green pass, sono stati bollati come oscurantisti del basso medioevo, nemici della scienza e dediti a pratiche magico/esoteriche quando va bene, oppure a fascisti provocatori quando va peggio.

D’altro canto c’è da dire che questo movimento di ribellione spontanea, non scevro da profonde contraddizioni ed ambiguità (non mi pare però il caso di fare del “purismo” che suona sempre molto ipocrita e non aiuta a comprendere la realtà…), non è stato capace di dialogare con quell’altra parte maggioritaria di persone – che, di fatto, per convinzione o per rassegnazione, hanno seguito la linea del governo – bollate come greggi belanti di servi sciocchi. Un atteggiamento di immaturità politica che certamente non ha giovato.

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kriticaeconomica

Fisica ed economia: da Newton ai sistemi complessi

di Francesco Sylos Labini

Fisica ed economia si sono spesso intersecate e continuano a farlo anche oggi: prima di arrivare ai contributi del presente è utile capire quello che è avvenuto circa un secolo fa. L’impianto del modello teorico del cosiddetto “equilibrio economico generale” si basa sul lavoro di un ingegnere, Léon Walras, e di un fisico, Louis Jean Baptist Bachelier, i quali, tra la fine dell’Ottocento e l’inizio del Novecento, hanno costruito l’impianto concettuale dell’economia neoclassica moderna. Entrambi sono stati influenzati dalle grandi idee scientifiche del loro tempo.

Il pilastro fondamentale è fornito dalla analogia con la meccanica newtoniana, capace di spiegare, con precisione ineguagliata all’epoca, le traiettorie dei pianeti nel cielo: nell’Ottocento, la scoperta di Nettuno, matematicamente individuato prima di essere direttamente osservato, ha rappresentato un successo così spettacolare per la teoria di Newton che tutto il resto della scienza, se avesse voluto essere di pari dignità, avrebbe dovuta essere ispirata alla perfezione del moto dei pianeti e dell’orologio celeste newtoniano.

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coniarerivolta

Effetto Draghi: le molte facce dell’austerità

di coniarerivolta

Sta aleggiando in Italia la visione secondo cui il premier Mario Draghi, godendo di ampio credito politico internazionale, potrebbe fare “Whatever he wants” in materia di conti pubblici, e stia permettendo all’Italia di rinunciare all’austerità e attuare politiche di bilancio espansive. Sebbene le previsioni sui disavanzi pubblici italiani, riportati del Documento di Economia e Finanza 2021 (DEF 2021) e nella sua nota di aggiornamento (NADEF 2021), sarebbero i più alti a partire dall’inizio degli anni ’90, è utile analizzare con molta attenzione questi dati per giudicare quanto siano davvero espansive le politiche messe in campo dal governo Draghi e se effettivamente l’Italia spenda di più rispetto ad altri paesi europei proprio grazie alla presenza di sua maestà, il presidentissimo Mario Draghi.

Per una questione relativa alla disponibilità dei dati, per poter svolgere un confronto europeo, attualmente si possono avere le previsioni di spesa e di deficit realizzate dalla commissione europea a maggio 2021 relative all’anno in corso.

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codicerosso

Cosa dicono davvero quelle manifestazioni no Green Pass?

di coltrane59

Il 15 ottobre ci sono state diverse manifestazioni no green pass in tutta Italia, anche a Livorno dove i portuali non hanno aderito all’invito dei portuali di Trieste a manifestare contro il green pass per tutti i lavoratori italiani e dove i manifestanti hanno chiesto chiarimenti diretti al Sindaco Salvetti. Senza entrare nel merito delle polemiche intorno a Trieste vs Livorno, vax vs novax o green pass vs no green pass, moltiplicate da un’informazione di Tv, giornali e social, veramente scandalosa e fuorviante, alcune questioni si pongono decisamente intorno a questo particolare momento che stiamo vivendo.

 

Il green pass e il lavoro

Il green pass è uno strumento per convincere il maggior numero di persone possibile a vaccinarsi e per arrivare a questo scopo il Governo, con l’approvazione di Confindustria, lo ha reso obbligatorio nei posti di lavoro e non solo in quei luoghi di spettacolo e di ristorazione, come indicato nei primi provvedimenti in materia.

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linterferenza

Il green pass e la lotta dei portuali

di Norberto Fragiacomo

Segniamoci la data di venerdì 15 ottobre 2021: a partire da l’altroieri una percentuale non irrilevante di cittadini italiani per poter lavorare pagherà – non il pizzo al caporale di turno, bensì il costo dei tamponi necessari a munirsi del famigerato Green pass (costo, fra parentesi, eccezionalmente elevato rispetto agli standard europei).

Cosa pensano i diretti interessati della novità introdotta dal decreto legge settembrino? La mia impressione, basata su colloqui quotidiani, battute e ammiccamenti è la seguente: c’è un’esigua minoranza che approva l’obbligo introdotto dal governo nazionale e attribuisce al certificato verde doti taumaturgiche – quasi l’amuleto cartaceo potesse sconfiggere da solo il virus; la maggioranza, invece, manifesta dubbi e perplessità, ma appare rassegnata a obbedire. Non pochi si stanno vaccinando in extremis: per niente persuasi si adeguano, mentre altri prenotano il test in farmacia. Tutte queste persone non meritano alcun biasimo: chi vive del proprio impiego ha una libertà di scelta puramente teorica.

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comuneinfo

Dove sta il fascismo?

di Enrico Euli*

Dal 15 ottobre si potrebbe dire che l’Italia è una repubblica fondata sulla salute. Ma se il lavoro era già da tempo un fondamento retorico – ma perché la Costituzione non parla di una Repubblica fondata sulle persone che lavorano? -, ancor più lo è quello alla salute in un mondo che provoca ogni giorno tumori, inquinamento, dolore e morti proprio al fine di lavorare e produrre senza remore. “Quando mi sono vaccinato mi era stato detto che così avremmo raggiunto l’immunità di gregge – scrive Enrico Euli – Ora dicono che a loro non basta neppure l’80 per cento della popolazione vaccinata. Mi sento fregato…”. Eppure l’Italia è il terzo paese europeo per numero di vaccinati. Il totalitarismo di mercato, lo squadrismo di stato e l’irregimentazione sanitaria possono definirsi forme di fascismo?

Dal 15 ottobre l’Italia è una repubblica fondata sulla salute. Il certificato verde diventa la chiave d’accesso obbligata anche alla possibilità di lavorare. Il diritto al lavoro diviene così secondario rispetto a quello sanitario. Eppure ci sarà stato un motivo per cui il primo stia nell’articolo 1 e l’altro solo al 32. Ma quel motivo è dimenticato oggi.

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gennaro zezza

Su “Il mercato rende liberi”

di Gennaro Zezza

Mauro Gallegati, Il mercato rende liberi. E altre bugie del neoliberismo, Luiss University Press, Roma, 2021, pp.126

Quella che segue è la mia recensione, in pubblicazione su la Rivista Economica del Mezzogiorno.

Per chi non conosce Mauro Gallegati – uno dei maggiori riferimenti internazionali per la letteratura sui modelli ad agenti (agent based models, ABM) – il titolo di questo libro potrebbe far pensare all’ennesimo pamphlet contro gli eccessi del capitalismo finanziario, ed alcuni recensori, alfieri delle virtù dei mercati, hanno infatti lamentato che nel testo non si trovi traccia di una discussione sulla relazione tra mercato e libertà, e neanche si definisca con precisione cosa si intenda per neoliberismo, se non vagamente come quella teoria che “prescrive alle imprese private di creare ricchezza e di lasciare allo Stato l’intervento in economia solo per cercare di risolvere i problemi quando si presentano” (p.18)

Il volume è invece una critica radicale alle teorie economiche su cui si basano le ricette del neoliberismo, che l’A. chiama – a ragione – mainstream, e che fa risalire ai contributi di Arrow e Debreu (p.54).

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lafionda

Tutto o niente: società ergodica e confinamento

di Beniamino Callegari, Michelangelo Inverso, Santiago Barbieri and Nuova Direzione

Un gas è detto ergodico se, presa una singola particella, in un tempo lungo essa esplorerà o tutto il contenitore nel quale è contenuta, o una parte minima. Non ci devono essere vie di mezzo. Tale concetto ha molte affinità con il modo in cui la nostra società è concepita da una larga fetta delle classi dominanti, come evidenziato dalla pandemia da COVID-19. Iniziamo con alcuni esempi concreti, che serviranno da fondamenta alla nostra riflessione.

La fascia d’età 0-30 anni corre un rischio praticamente nullo di sviluppare sintomi gravi a causa del COVID. In compenso, è probabilmente la fascia che più di tutte ha subito le conseguenze delle restrizioni. Bambini e adolescenti sono stati a lungo privati della frequentazione scolastica, centrale sia da un punto di vista dell’apprendimento che dal lato dello sviluppo della socialità e dell’identità. Lo stesso schema “state a casa e andrà tutto bene” è stato applicato indifferentemente a loro come alle persone più anziane, benché i rischi non fossero gli stessi. Se da un lato ciò è comprensibile nella situazione emergenziale di Marzo 2020, in cui poco si sapeva e si capiva, è invece grave il fatto che le stesse misure siano state riproposte, annacquate nella forma e nei controlli, ma identiche nella cecità alle differenze anagrafiche, nei mesi autunnali e invernali.

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manifesto

Nella placenta del capitale totale

di Paolo Favilli

Quale sinistra. La comprensione dei mutamenti del capitalismo, delle vere e proprie rivoluzioni del capitalismo che ne evitano il collasso, dei modi in cui agiscono nell’attuale fase, è precondizione essenziale per l’iniziativa politica della sinistra. Iniziativa politica che, nella fase del capitale totale, comporta l’inoltrarsi in itinerari assai difficili, in gran parte inesplorati, i cui esiti non sono garantiti

Sulla consapevolezza che abbiamo del nostro presente circola da tempo una storiella folgorante che mi piace spesso citare. La storiella narra di due giovani pesci che nuotano sereni e spensierati. A un certo punto incontrano un pesce più anziano proveniente dalla direzione opposta. Questo fa un cenno di saluto e dice: «Salve ragazzi! Com’è l’acqua oggi?». I due giovani pesci proseguono per un po’ finché, arrestandosi di colpo, uno guarda l’altro e stupito si domanda: «Acqua? Che cosa diavolo è l’acqua?».

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carmilla

Bullismo filosofico

di Pierandrea Amato, Alberto Giovanni Biuso, Roberta Lanfredini, Davide Miccione, Valeria Pinto, Nicola Russo

Se gli oltre cento estensori del piccolo manifesto dal titolo Non solo Agamben avessero scritto un testo a favore delle politiche governative italiane sul Covid 19, a favore del lasciapassare sanitario, sarebbe stato un documento legittimo, per quanto non condivisibile. E invece hanno voluto attaccare in tanti una sola persona, un filosofo italiano molto noto, con argomenti -rispetto alla complessità delle tesi di Giorgio Agamben– sinceramente imbarazzanti. Ma la cosa grave non è il merito della questione, la cosa grave è il rivolgersi contro una persona priva di potere politico e accademico indicandola alla pubblica riprovazione. Un atto di bullismo, di violenza organizzata. Hanno formulato solo un nome, quello di Agamben appunto, e non – ad esempio – quello di Massimo Cacciari, che insieme ad Agamben ha redatto e pubblicato un documento che stigmatizza la logica, le radici, le implicazioni del green pass sanitario.

Forse perché Cacciari ha un potere mediatico e accademico che Agamben non possiede? Forse perché un documento senza nomi sarebbe stato in gran parte ignorato mentre il nome di Agamben, internazionalmente noto, attira l’attenzione di molti? Si tratta quindi di un atto di bullismo che ha come motivazione un fatto di marketing, di ascolto, di eco mediatica?