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A quanto pare Renzi se la sta vedendo brutta…

di Aldo Giannuli

Con la direzione Pd i giochi congressuali si sono riaperti, con Orlando che rifiuta la tregua ed attacca apertamente e con Franceschini che passa decisamente all’opposizione. Al contrario (stando a quel che dice la stampa), sembra che Emiliano propenda per un accordo con il segretario, in cambio di essere lui a fare le liste per la Puglia. Tuttavia, non crediamo che sia questo il maggiore ostacolo sulla via di Renzi: i suoi oppositori forse non hanno i numeri anche con il passaggio di Francescini e poi, potrebbe esserci il contro passaggio di emiliano. Soprattutto non hanno la determinazione, il coraggio, la tempestività necessari a portare sino in fondo l’operazione. Ma, anche se magari non combineranno nulla, possono efficacemente destabilizzare il partito, incoraggiare ulteriori uscite (e già ne stanno piovendo dappertutto) e pregiudicare la campagna elettorale.

Ma il problema più serio del fiorentino è un altro: c’è un’aria di licenziamento intorno a lui. Le sue recenti posizioni sull’Europa non piacciono affatto ai poteri forti che ormai non sanno come liberarsene. Ha iniziato Napolitano, dopo il referendum, con la durissima intervista sul messaggero, ma ormai anche i toni di vecchi amici come Scalfari o Bazoli non sono più quelli di una volta.

Per la verità, Renzi ai poteri forti non è mai troppo piaciuto con quei suoi modi da giovane cafone di paese, ma lo sopportavano perché tornava utile. Con le elezioni europee convinse tutti che era in grado di portarsi appresso il consenso della gente, ed anche quando i consensi iniziarono a scemare era sempre la loro punta di lancia. Poi con il referendum la benda è caduta e Renzi appare come quello che li ha portati al disastro. Ormai sul portone dei poteri forti spicca un cartello: “Cercasi Macron Italiano”, ma il Macron italiano, per ora, non c’è e lorsignori non sanno come liberarsi del fiorentino.

Il guaio, per loro, è che anche il Macron italiano, se pure ci fosse, arriva tardi, troppo tardi. La crisi ha dichiarato il fallimento delle èlites nei diversi paesi occidentali, Renzi era già lui l’estremo tentativo di salvare il sistema condendo la minestra con un po’ di populismo a buon mercato. Fallito lui è molto difficile che qualcuno possa riuscire nell’impresa, anche perché i margini di manovra sono assai esili se non inesistenti. Ma questo è un discorso che le èlites non vogliono sentire. Buon per loro che anche l’opposizione non ha niente di meglio da offrire: tanto il M5s quanto la confederazione delle minutaglie di sinistra non hanno né la linea né il personale politico che ci vorrebbe e sono immaturi. Della Lega o FdI non dico neppure. Il risultato è che il paese è avviato allo sfascio e non sembra avere vie di uscita.

Stiamo pagando il prezzo di venti anni di antipolitica della seconda repubblica che ci lascia un paese senza classe dirigente politica di ricambio.

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