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ilsimplicissimus

I buchi neri del capitalismo

di ilsimplicissimus

Quando una civiltà diventa stupida tutti quelli che in qualche modo aderiscono alle sue modalità e ai suoi paradigmi finiscono per diventare stupidi ancorché per altri versi possano essere considerati dei geni. Uno tra questi è il mitico Stephen Hawking, icona popolare forse anche a causa della sua terribile malattia, maestro di una certa scienza affabulante che da decenni ha preso piede nell’ ambiente anglosassone, la quale ha imparato a usare la matematica come strumento narrativo e che produce teorie come funghi nei boschi quando piove, ma sempre all’interno di un medesimo modello complessivo considerato standard.

Sarebbe affascinante discutere di questo, ma quello che mi interessa al momento è l’allarme lanciato dallo scienziato e affidato con discutibile scelta ad un ambiguo sito che si occupa di sopravvivenze rambesche con la straordinaria ottusità e sicumera degli hobbisti: dunque il professore noto per aver affinato la teoria dei buchi neri e in odore di Nobel, avverte che la terra diventerà una palla di fuoco fiammeggiante entro l’anno 2600, che l’umanità distruggerà il pianeta a causa delle crescenti dimensioni della popolazione e il conseguente aumento delle richieste di energia e cibo porteranno alla catastrofe.

E’ un allarme assai più inquietante per ciò che indirettamente suggerisce che per la prospettiva catastrofica proposta, ma in sé non è altro che un’ennesima teoria – immagine peraltro assai poco fondata visto che preuppone una crescita di popolazione continua e slegata dalle risorse (in realtà il tasso di crescita demografico è globalmente in diminuzione) e parrebbe del tutto ignorare che enormi risorse vengono sprecate in consumi assolutamente futili, in processi produttivi onerosi e inutilmente energivori, in devastazioni territoriali, in inquinamento dell’aria e dei mari che hanno la loro radice nella dialettica del profitto e del consumo, ossia nel mercato e nel capitale nella sua versione neo liberista.

Ma toccare alla radice qualcosa di questo meraviglioso mondo, ancorché somigli a un buco nero, non è evidentemente nelle corde di Hawking, nonostante la sua vicinanza ai laburisti dichiarata ai tempi di Blair e la sua battaglia per la sanità pubblica: egli trova la possibile soluzione non in un cambiamento di società, ma in fantasiosi viaggi verso le stelle più vicine, Alfa e Proxima Centauri in particolare, dove con buona probabilità c’è un pianeta, nella speranza ahimè davvero infinitesimale che vi siano a due passi nel cosmo corpi celesti abitabili dall’ uomo. Il tutto collegato a favoleggiamenti su future tecnologie in grado di spingere nano – astronavi a un sesto della velocità della luce e di iniziare eventuali ricerche nel cortile di casa del nostro sistema entro lassi di tempo non millenari. Devo dire che Asimov e i migliori scrittori di fantascienza del dopoguerra erano molto più raffinati in queste visioni distopiche, ma una cosa è assolutamente certa, anche se davvero si avverassero le più rosee visioni sullo sviluppo di sorprendenti tecnologie spaziali, anche si verificasse un miracolo probabilistico di certo per il 2600 saremo ancora fermamente ancorati alla terra.

Il fatto è che fantasticare, quando non è un piacere in se stesso è un’ottima strategia per per ammettere i problemi e allo stesso eluderne la risoluzione e passi finché lo si fa per ottenere più fondi grazie alla fascinazione diffusa come avviene per la Nasa o i gruppi di ricerca sugli eso pianeti che forzano un po’ tutti i ragionamenti visto che ci manca l’elemento essenziale per un giudizio fondato ossia un calcolo sulla probabilità della nascita di forme viventi che dovrebbe essere alla fine l’obiettivo da raggiungere e non il punto di partenza. Però quando si utilizza la fantascienza per dichiarare impossibile risolvere i problemi sulla terra allora siamo alla vera e propria follia. O meglio alla ennesima riscoperta del fatto che anche la scienza e dunque gli scienziati operano all’interno di una società e dei suoi valori o disvalori e che alle volte si bara pur di far tornare i conti. Hawking sa molto meglio di me che il probabile pianeta attorno a Proxima centauri ha come minimo 13 masse terrestri ed è dunque inabitabile per noi, ma è anche l’unico per il quale ci sarebbe una qualche possibilità di esplorazione prima della distruzione annunciata della Terra, anche ammesso che le fantasticherie più azzardate si realizzino: quindi forse ci conviene cambiare sistema prima di pensare alle propulsioni.

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