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Il centro-destra si rompe? Non fatevi illusioni

di Aldo Giannuli

Il barometro dei rapporti fra Salvini e Berlusconi torna a segnare brutto tempo: Salvini torna a scalciare, mentre il Cavaliere (ex) si mostra sereno. Nel Pd e negli ambienti M5s si spera. L’unico che ha ragione è l’uomo di Arcore, perché Salvini, salvo suicidarsi, non può fare altro che allearsi con lui.

Ragioniamo sulle conseguenze di una rottura del centro destra in due tronconi più o meno equivalenti: Lega-Fratelli d’Italia (sempre che la Meloni segua Salvini) fra il 8 ed il 20% e Forza Italia intorno al 15.16% (cui però potrebbero affiancarsi liste di supporto di centro come cui stanno lavorando Quagliariello e Tosi o Sgarbi e Tremonti, per andare verso il 20%). In primo luogo, questo interromperebbe il trend positivo dell’alleanza che oggi può sperare nel fatidico 40%, escludendo il centro destra dalla corsa al governo.

Quella che oggi è la prima coalizione nei sondaggi, produrrebbe un terzo ed un quarto concorrente. Di conseguenza, questo sarebbe un regalo grande come una casa al M5s (che sarebbe incontestatamente il partito di maggioranza relativa e, con ogni probabilità, il primo anche confrontando le coalizioni) ed al Pd (che tornerebbe competitivo, per lo meno per un secondo posto con i suoi alleati, sottraendosi alla maledizione del terzo posto). Magari mollando Renzi e puntando su Gentiloni potrebbe registrare una imprevista resurrezione politica. Dunque un regalo secco agli avversari ed in cambio di cosa?

Certo Salvini azzopperebbe il Cavaliere e forse una volta per tutte, ma azzopperebbe anche sé stesso ed anche peggio. Che carte resterebbero in mano a Salvini in caso di rottura con Forza Italia? Giocare a fare l’anti Euro, magari rosicchiando un pi’ di voti al M5s che ha abbandonato questa posizione. Ma avrebbe la forza di giocare in proprio? In primo luogo, una rottura del genere costerebbe un numero imprecisato di seggi nei collegi uninominali (sicuramente diverse decine) sia per Fi che per la Lega ed a tutto vantaggio di Pd e M5s.

Poi è ragionevole pensare che la rottura si estenderebbe anche alle regioni e questo significherebbe perdere la Lombardia (non dimentichiamo che i governatori sono eletti direttamente ed a turno unico). Infatti, sarebbe prevedibilissima la rappresaglia di Forza Italia, d’altro canto, sarebbe strano che due forze politiche si presentino separate per il Parlamento nazionale ed unite in una importante regione, votandosi nello stesso giorno.

Dunque, non è difficile prevedere il dissenso di Maroni e degli aspiranti parlamentari che vedrebbero sfumare la propria poltrona.

Non basta: sarebbe una magnifica occasione per Bossi di diventare ilo D’Alema della Lega: quale migliore momento per operare una scissione della Lega? Magari per prendere un risultato striminzito, ma quel che basta a far segnare meno al risultato della Lega, il che ucciderebbe Salvini. Peraltro, Bossi avrebbe due carte da giocare: l’accordo con Fi per i collegi uninominali, che qualche seggiolo darebbe, ed una alleanza con la lista Sgarbi- Tremonti (e con Tremonti c’è un antico feeling che potrebbe attrarre un pezzo di elettorato leghista).

Poi contro Salvini potrebbe giocare la “tassa del voto utile”: Fi supera la Lega nei sondaggi e già da diverse settimane ma, soprattutto, mentre Fi piò avere qualche futura speranza di collocarsi come partito di centro o allearsi al OPd in un rinnovato Nazareno, la Lega resterebbe sola al palo. E questo potrebbe anche tentare la Meloni che potrebbe scegliere il Cavaliere, anche per avere spazio televisivo. Insomma, fra defezioni di alleati, possibili scissioni, malumori interni, tassa del voto utile ed isolamento politico la Lega il 5 marzo potrebbe svegliarsi con un risultato ad una cifra.

E dunque, rischio di rompersi l’osso del collo senza nessuna posta positiva in gioco: Salvini non è un’aquila, lo sappiamo, ma non credo sia tanto stupido e, peraltro, potrebbero pensarci Maroni, Bossi e Zaja a farlo ragionare.

Salvini non ha scelta, fa un po’ di “ammuina” per contentare le frange più estreme del suo elettorato e per sfogare il suo malumore per la sgradevole alleanza, ma alla fine tornerà all’ovile. Vedrete.

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