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poliscritture

Le guerre di sinistra

di Giulio Toffoli

Mi è arrivato via internet questo scritto del mio amico. Il Tonto appare chiaramente alterato. Possiamo aiutarlo a uscire dal suo tormento?

“Carissimo amico

ti invio queste brevi righe dettate da un profondo senso di scoramento e di amarezza nei confronti di quel che sta succedendo in queste ore.

Come ci è ben noto l’Italia, sconfitta nella seconda guerra mondiale, non ha nei fatti mai avuto una sua autonoma politica estera. L’Italia è stata nei fatti un paese a sovranità limitata.

Ciò nonostante, lungo i decenni dell’egemonia democristiana non sono mancati i distinguo; infatti la classe dirigente di quegli anni ha cercato di muoversi su una faglia particolarmente calda, come quella che divideva l’Occidente Usamericano dall’Oriente Sovietico, con prudente moderazione. Come dimenticare il fatto che l’Italia non ha partecipato con propri uomini alla guerra nel Vietnam, riducendo l’appoggio all’imperialismo USA a una, molto democristiana, «comprensione». Similmente non sono mancati momenti di divaricazione di opinioni come nel caso del Cile o se si vuole in modo molto più significativo col tentativo di stabilire rapporti particolari alcuni stati nord africani, usciti dalla tutele coloniale, per creare spazi di approvvigionamento energetico autonomi dal dominio delle sette sorelle. Come dimenticare il lavoro dell’ENI e il caso Mattei.

Tutto è però mutato dopo il 1989.

La caduta del Muro e la scomparsa del Patto di Varsavia ha fatto pensare, per un breve momento, a una obsolescenza della NATO e a un nuovo ordine mondiale che non dovesse essere semplicemente un ordine imperiale con sede a Washington.

Invece, dopo quella data non solo non è venuta meno la stretta imperialista degli USA, ma con l’invenzione delle cosiddette «guerre umanitarie» e delle «azioni di polizia internazionale» la situazione di guerra permanente è diventata la cifra di quest’ultimo trentennio.

Non solo, si è trattato di guerre giustificate per lo più parte tramite una serie di nuove metodologie di manipolazione del consenso, prima fra tutte le falsificazione dei dati.

Il falso trasformato in verità.

Basta ricordare un solo caso: quello di Colin Powell all’ONU, quando fece vedere le prove fisiche del fatto che Saddam Hussein avesse le fantomatiche «armi di distruzione di massa».

Su tali basi un popolo venne massacrato e depredato, ma successivamente di tali «armi» non fu trovata traccia.

Sia chiaro, ciò che conta nella logica degli USA è eliminare l’avversario e mostrare la propria forza. Come nel West e peggio che nel West.

Ora è la volta di Trump che si atteggia a sceriffo e sembra preso da una furia guerresca.

La vittima predestinata è la Siria di Assad, un paese che i leader di USA, Inghilterra e Francia, hanno scelto come laboratorio per realizzare un’altra pagina del loro disegno di dominio globale.

Si paventano venti da nuovo conflitto mondiale e a questo livello ben poco possiamo fare se non guardare basiti a questa tragedia che da troppi anni si sviluppa sotto i nostri occhi e spesso assume il sapore di una inverosimile farsa.

Cosa succede in Italia? Difficile capirlo; neppure i più arguti politologi riescono a produrre analisi credibili. E’ un terreno minato in cui non mi voglio certo addentrare. Le linee politiche della destra e del Movimento 5 Stelle sono confuse, spesso ondivaghe e in ogni caso da mettere alla prova di una reale responsabilità di governo. Certo è difficile dimenticare che il trasformismo è una costante della politica di questo paese

E’ però un altro aspetto che voglio sottoporre alla tua attenzione: cosa fanno in questo momento i rappresentanti della cosiddetta «sinistra» istituzionale? Fanno sentire la loro voce in nome della moderazione e della pace, come l’antica DC, o forse sono dichiaratamente contro la guerra?

Mai e poi mai: il PD, o ciò che ne resta, LeU e soci hanno la faccia di bronzo di inviare messaggi di questo tenore, te lo inoltro nella forma originale:

toffoli twitter PD

Che dire? Che nel 1999 D’Alema schierò l’Italia in aperto sostegno alla NATO. L’Italia concesse di far partire dalle basi di Aviano gli aerei che andarono a bombardare la Serbia di RifondazineMilosevic, massacrando la popolazione civile, e il D’Alema ebbe anche il coraggio di vantarsene affermando che era stata la pagina più gloriosa del suo governo. Similmente uomini e armi furono inviati in Iraq come contributo alla guerra dei Bush, padre e figlio.

Quello che mi preme farti notare è che dopo il 1989 l’Italia ha sostituito a una politica estera di distaccata «comprensione» nei confronti degli USA e perfino di velata opposizione una di partecipazione sempre più attiva e muscolare.

Di questo la «sinistra» tutta, non esclusa gran parte di quella radicale allora sotto la sigla di Rifondazione Comunista, porta una piena responsabilità.

Abbiamo mandato uomini in una decina di altri scenari di guerra alla faccia della Costituzione. Senza parlare dell’increscioso intervento in Libia. Il governo Gentiloni ha pure inviato non più di due mesi fa, quando ormai le camere erano ormai state sciolte, un contingente militare nel Niger, per scoprire poi che le autorità di quel paese non erano per nulla gratificate di dover avere sul loro territorio anche il tallone italiano oltre a quello francese.

Insomma, grazie alla «sinistra», certamente non solo per sua responsabilità, ma indubbiamente con un suo contributo significativo in questi trent’anni è stato dispiegato un inedito attivismo militare che segna una delle pagine più nere della storia della seconda repubblica.

Ora c’è chi ci vorrebbe schierati accanto a Trump, alla May e a Macron in una sciagurata Nuova Guerra dell’Occidente. Significativo il Twitter del deputato del PD Gianluca Benamati che ribadisce:

Non si tratta di essere contro la guerra. Tutti lo siamo. Ma di fonte alla crisi della #Siria sono preoccupato per il fatto che il futuro Governo del mio Paese potrebbe per la prima volta dopo la guerra mondiale non essere nel campo delle grande democrazia occidentali ed europee. (06:13 – 12 apr 2018)

Insomma, una volta di più la «sinistra» istituzionale, tolta la maschera di un falso pacifismo, ci vuole nei fatti ridurre ad ascari dei neocolonialisti europei e del loro padrone di Washington. Al servizio di quelle «grandi democrazie occidentali» che hanno avuto come loro portabandiera personaggi come l’inqualificabile G.W. Bush e lo spergiuro di T. Blair.

Certo non sono mancate sporadiche voci che hanno da sinistra segnato la differenza, ma sono voci di una diaspora che non solo non hanno la forza di incidere politicamente, ma che fanno fatica a fare sentire le loro ragioni.

Coloro che istituzionalmente si sono autolegittimati come di «sinistra» sembrano aver definitivamente fatto propria la logica imperialistica e neocoloniale delle cancellerie occidentali.

Come concludere? Forse con una citazione. Il Presidente un tempo ormai lontano diceva «Grande è il disordine sotto il cielo. La situazione è eccellente». Noi siamo costretti a modificarne la seconda parte più o meno così: «La situazione è più confusa che mai. Facciamo nostro ancora una volta l’antico motto: lottare contro la guerre, contro ogni guerra. Solo con la pace si può intravvedere un cammino di speranza. La sinistra, quella vera, ha come sua imprescindibile missione quella unire i lavoratori di ogni paese in una grande alleanza per la pace, il lavoro e la libertà».

Comments

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michele castaldo
Saturday, 21 April 2018 11:56
Certo che per un intellettuale si provenienza trockijsta (Avangiuardia operaia) ridursi a trattare la crisi governativa post-elettorale italiana alla luce della "grave crisi internazionale" - con riferimento alla Siria - non è proprio il massimo dell'internazionalismo, ma si sa che quando incomincia la discesa, questa poi diventa sempre più ripida, e si finisce nella scia - cioè alla coda - dei Gentiloni di turno.
Sia detto senza mezzi termini: i cosiddetti vincitori delle elezioni del 4 marzo sono del "personaggetti", tutti compresi nessuno escluso; e quelli che hanno perso - PD e LeU lo sono ancora di più, basta pensare al riproporsi di D'Alema (...ancora tu?). Il motivo è presto detto: i personaggi - quelli veri - sono tali solo se sono espressione di movimenti di massa, di destra o di sinistra. In Europa, non solo in Italia, assistiamo alla commedia di tanti, anche troppi, figuranti, proprio perché manca un vero movimento di massa. Ma il tempo sta per scadere. Quanto a Di Maio che ritiene di fare da argine a movimenti di massa molto presto sarà messo alla prova sia che governi o che vada all'opposizione. La storia ha sempre irriso tanto gli apprendisti stregoni che i dilettanti allo sbaraglio e lo farà anche con il gruppo dirigente del M5S e di chi ha riposto in loro fiducia.
E' solo la forza della lotta di piazza che smuove le poltrone calde.
Michele Castaldo
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