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ilsimplicissimus

Leggi il Sole ed è subito sera

di ilsimplicissimus

Mentre si prepara una nuova grottesca offensiva dell’oligarchia europea sul fronte delle fake news e i debunker  del potere ovvero tutti quelli che asseriscono di fare questo mestiere cercando di apparire puri burocrati di verità formali, sperano in un contratto a tempo indeterminato, succede che la “migliore” disinformazione mainstream  cominci a entrare in fibrillazione sotto i colpi della realtà. Fino a una decina di giorni fa il Sole 24 ore per cui pensare positivo è quasi un obbligo contrattuale, diceva che tutto andava per il meglio, che non c’era alcun pericolo di una bolla borsistica e che la ripresa viaggiava in prima classe, però quasi all’improvviso si è  accorto che invece le cose vanno non vanno poi così bene, che dai bond e dalle borse viene arriva un allarme che va ascoltato, che “l’economia è in frenata” e che il il Documento di programmazione finanziaria è più prudente sulla mitica “crescita”.

Insomma non c’è affatto quella ripresa post crisi che è stata il leit motiv da tre anni a questa parte e resa possibile nelle sue espressioni puramente statistiche  dal denaro facile della Fed, da quello successivo di Draghi e soprattutto dall’impulso finanziario cinese. Ora è abbastanza evidente che da quando la Federal reserve ha inumato  il quantitative easing e in attesa dell’estinzione di quello messo in piedi dalla Bce, tutto comincia a cambiare: la ripresa appare drogata e comincia a mostrava la sua reale natura di bolla narrativa nella quale il sistema neoliberista si specchiava chiedendosi che è il più ricco del reame.

Adesso pian piano si va ammettendo che le quotazioni azionarie sono lontane dall’economia reale come un pianeta oltre l’orbita di Plutone, che i mutui subprime e i prestiti al consumo di fatto inesigibili sono forse anche più di quelli del 2008 e che oltretutto la fabbrica del mondo ovvero la Cina deve cominciare a badare a se stessa, al suo immenso mercato. Insomma c’è di tutto perché la fiaba lasci tutti infelici e scontenti, ma anche arrabbiati come gli industriali tedeschi che proprio oggi faranno sapere allo scalpo di Trump – tramite Merkel – che le sanzioni alla Russia devono essere eliminate o allentate altrimenti c’è il rischio che vada in crisi anche il facile giochino del surplus commerciale.

Insomma il Sole che su questo pareva appariva come una stella di neutroni. comincia di colpo a irradiare un po’ di realismo nelle trame della fiaba che quotidianamente racconta, ma il passaggio così repentino e senza sfumature dagli occhiali rosa all’allarme rosso, nonostante le molte cifre allarmanti degli ultimi mesi, fa temere che non si tratti di una svolta cognitiva, anche perché amica veritas sed magis amica Confindustria, ma dell’inizio di una campagna di intervento rispetto alla formazione del governo e in ogni caso di addestramento riguardo ai programmi di qualunque esecutivo esca dal mistero buffo del Parlamento. Il quotidiano della Confindustria ci dice, attenzione siamo sull’orlo di una nuova possibile crisi e bisogna disperatamente risparmiare sulla gente, sulla scuola, sulla sanità, sulle pensioni, sul welfare, sulle tutele per ingrassare i conti d’oltremare dei soliti noti e per dare ancora  vantaggi a un’offerta che avrà sempre meno sbocchi. Tutto questo comincia a somigliare in maniera sinistra alla preparazione della campagna sullo spread messo in opera per permettere l’insediamento di Monti, una sorta di ouverture nel caso le formule di governo dovessero essere distanti da quelle che vuole Bruxelles. Allora fu Napolitano a tessere la complicata tela, adesso che è stato operato all’organo sbagliato, ci sarà un’intera equipe a condurre la campagna di massacro imposta dalla Ue e attesa da un establishment che ormai lucra apertamente sul fallimento del Paese. A volte anche la verità negata serve per rendere credibile la prossima menzogna.

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