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eurostop 

Dopo il documento di Lisbona si è aperta una seria discussione in tutta Europa

di François Mélenchon

Una riflessione di Jean-Luc Mélenchon, leader di France Insoumise, sulle prospettive politiche e sui rapporti internazionali che si possono creare a partire dall’appello di Lisbona per una “rivoluzione democratica” in Europa. Traduzione, a cura di Andrea Mencarelli, dell’articolo originale pubblicato su: https://melenchon.fr/2018/05/02/europe-et-maintenant-le-peuple

La France Insoumise ha firmato una breve manifesto con Podemos e Bloco de Esquerda in Portogallo dal titolo “Et maintenant le peuple”, “Ahora el pueblo”, “Agora o povo” [“E ora il popolo”, ndt], che sarà senza dubbio il nome comune delle nostre liste in tutti i paesi possibili. L’idea è di fondare un nuovo movimento politico in linea con i grandi cambiamenti che alla fine hanno modificato il volto della cosiddetta sinistra, prima con la caduta del Muro e poi con la dissoluzione della socialdemocrazia nel liberalismo sociale. È necessario farlo per affrontare le sfide sollevate dall’attuale violenta agonia dell’Unione Europea. Il manifesto propone di voltare pagina al neoliberismo e di uscire dagli attuali trattati. In breve, una chiara linea d’azione per il prossimo decennio.

Immediatamente, il quotidiano Le Monde, senza neanche avere il testo definitivo in mano, ne ha fatto carta straccia, che poi è girata in bocca a tutti gli altri media. Così funziona questa società popolata da quello stesso tipo di pigri che non lavorano sul testo, ma copiano ciò che conviene ai loro pregiudizi. Piuttosto che concentrarsi sulla novità e su che cosa significa, Abel Mestre di Le Monde, desideroso di andare in vacanza, ha preferito parlare a vanvera sulle differenze tra i firmatari! E, naturalmente, la divergenza si sarebbe concentrata su un “dettaglio”… l’uscita dai trattati, pertanto il “giornalista” ignora che questa figurava come l’asse portante in ogni singola parola nel testo finale che non aveva letto.

Con la stessa velocità, il povero team di Hamon ha twittato sull’argomento, impegnandosi a non far apparire una divergenza altrimenti importante con il suo alleato Varoufakis e il suo “partito” europeo DIEM 25, una coalizione formata con Génération (Hamon) e un partito polacco senza eletti.

Varoufakis ha in effetti condannato l’intervento statunitense e francese in Siria, che Benoît Hamon invece approva. Un particolare, quando si tratta del ruolo della NATO nella politica europea… Eravamo lì quando, con la solita delicatezza di questo team, noi siamo stati costretti in nome della necessaria “unità” a rispondere al loro invito per un confronto di idee. Perché da quando ha deriso il nostro “piano B”, Varoufakis ha inventato una linea d’azione per “un piano A, un piano B e persino un piano C”. Una convocazione a… Lisbona. Podemos e Bloco hanno declinato seduta stante, sconvolti da questo tipo di processo “unitario” che non è ancora diffuso nei loro paesi così come in Francia. La cosa divertente è che ora Hamon dovrà difendere in Francia questi piani A, B, C, immaginati da Yannis Varoufakis. Certo, Le Monde non è interessato alle vere divergenze, ma solo a quelle che inventa.

Dalla pubblicazione del manifesto “E ora il popolo”, in tutta Europa si sono svolte discussioni tra i partiti e i movimenti riuniti nell’attuale gruppo GUE. Questo gruppo si trova sotto l’influenza diretta di vari Partiti Comunisti favorevoli all’Unione Europea. Questo è il caso del PCF [ Parti Communiste Français , ndt] o dei vecchi comunisti della Germania dell’Est, oggi associati al partito Die Linke in Germania. È questo settore di Die Linke che presiede sia il gruppo parlamentare che il Partito della Sinistra Europea. Gruppo e partito dove siede Syriza e la squadra del greco Tsípras.

Per la France Insoumise, non se ne discute di sedere insieme a una tale componente. Quindi, il nostro funzionario eletto completerà il suo mandato nel gruppo, ma non ci si potrà chiedere di andare oltre. Inoltre, il Parti de Gauche Français ha chiesto l’esclusione di Syriza. La risposta è arrivata dal PCF: no! Letto e approvato da Grégor Gysi, presidente del Partito della Sinistra Europea e membro di Die Linke. È quindi in Die Linke che il dibattito deve svolgersi.

La raccomandazione della fondazione intellettuale di Die Linke, la “Rosa Luxemburg Shiftung”, ritiene che la France Insoumise sia la forza con la crescita più spettacolare per la sua percentuale di voti, ma soprattutto perché questa si verifica in uno dei paesi al centro del mondo capitalista. Raccomanda una cooperazione attiva e soprattutto di non interferire con i problemi che esistono tra PCF e “les Insoumis”.

Chiaramente, i leader di Die Linke al Parlamento europeo e al Partito della Sinistra Europea hanno fatto la scelta opposta, quella di un atteggiamento di ostilità nei confronti della France Insoumise. Ma ciò non è unanime in Die Linke, tutt’altro. Lo vedremo presto. Tanto più che il contagio delle adesioni a “E ora il popolo” continua. Una dozzina di partiti e gruppi di ogni dimensione hanno fatto la loro richiesta di incontri con il comitato organizzatore dei tre fondatori. Abbiamo deciso un nuovo incontro il 29 maggio, nel giorno dell’anniversario del “no” del popolo francese al Trattato Costituzionale dell’UE. Senza dubbio potremo notare poi un ingrandimento del movimento.

In ogni caso, il nuovo atteggiamento politico che incarniamo con forze come Bloco de Esquerda e Podemos avanza in Europa. Ed è una cosa positiva, piuttosto che essere condannati a seguire dei partiti comunisti sempre più ripiegati su sè stessi oppure dei partiti socialdemocratici quasi assorbiti dalla destra e chiaramente liberali. Per noi, il compito di costruire questa alternativa a livello europeo si fonde con il compito di ricostruire le forze alternative in paesi come l’Italia dove l’ex PCI e gli alleati del PSI hanno distrutto tutto e fondato un partito ormai apertamente liberale come quello di Matteo Renzi. Questo è ovviamente un lavoro complesso e avvincente che si aggiunge a tutti gli altri. Ma questo è il prezzo per organizzare la resistenza allo sfondamento dell’estrema destra e della serratura della vecchia sinistra.

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