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piovonorane

I pop corn, l'anatema e la cecità permanente

di Alessandro Gilioli

Temo che di fronte allo scenario politico che si sta delineando le due reazioni piu diffuse - quella del pop corn e quella dell'anatema - siano ugualmente idiote.

La prima è anche infame: se si pensa che quello in costruzione sia il peggior governo possibile e che porterà il Paese allo sfascio, sedersi in poltrona a godersi lo spettacolo (come se la posta in gioco non fossimo tutti noi!) è semplicemente da delinquenti.

Anche l'anatema, in sé, non porta lontano.

Sia chiaro: la critica politica dei nuovi potenti è e sarà indispensabile (senza critica non c'è democrazia) e non c'è bisogno di aspettare il giuramento per aspettarsi poco di buono - ad esempio - da un eventuale Salvini al Viminale: altro che numero identificativo dei poliziotti sulla divisa, altro che garanzie umanitarie e legali per i richiedenti asilo, e così via.

Ma, detto questo, non è certo con l'anatema che si smuove l'egemonia culturale, che si modificano i consensi, e tanto meno così si delinea uno scenario migliore.

Anzi, l'anatema ha spesso l'effetto opposto, specie se a lanciarlo sono quelli che avendo comandato il vapore fino a ieri sono i principali responsabili del suo naufragio sugli scogli.

Ad esempio, questa mattina leggevo sul Foglio un editoriale che ha dell'incredibile - e sia detto senza alcun attacco personale al suo autore.

Incredibile perché mi sembra la sintesi perfetta del non averci capito un cazzo.

Lo linko per intero, in modo che ciascuno possa giudicare la correttezza della mia sintesi: se siamo qui, dice il Foglio, è colpa di chi in questi anni ha sottolineato le crescenti disuguaglianze sociali, ha criticato aspramente gli effetti delle politiche di austerity imposte a livello Ue, ha accusato la riforma Fornero e il Jobs Act di disgregare la coesione sociale, si è allarmato per il dilagare del precariato sottopagato, ha chiesto che i politici venissero giudicati secondo la legge come tutti gli altri cittadini, ha protestato per un lungo eccesso di privilegi del ceto politico rispetto al resto della società.

Chiaro no? Secondo il Foglio la responsabilità della situazione di oggi non è di chi ha commesso quelle ingiustizie e quegli errori, ma di chi metteva in guardia dai possibili effetti di quelle ingiustizie e di quegli errori.

I quali errori, invece, sono stati perpetuati, teorizzati, branditi e ripetuti con cieca continuità fino al 4 marzo scorso. E ancora sono un tabù - Renzi pone come condizione di qualsiasi confronto l'orgogliosa difesa dell'operato del suo governo.

Questa confusione tra le cause e chi criticava quella cause è, ripeto, la sintesi perfetta del non averci capito nulla. Di non aver visto nulla di quello che stava succedendo. E di non averci posto riparo, nonostante le voci critiche (bollate anzi come quelle di gufi e rosiconi, inadatti al Nuovo).

Del resto l'autore del pezzo - nulla di personale, ripeto - cinque anni fa ha scritto un libro per spiegarci che la sinistra per vincere doveva diventare esattamente quella che poi con Renzi è diventata, con gli esiti che oggi sono sotto i nostri occhi.

Autoassolversi dai propri errori e cercare i colpevoli tra quanti mettevano in guardia da quegli errori: ecco, questa è la reazione oggi di chi si è visto travolgere da M5S e Lega. Anche oltre gli angusti confini del Foglio, temo. Senza nessun coraggio autocritico nei confronti degli errori commessi e delle scelte fatte, con ancor meno coraggio di fronte all'urgenza di mettere rapidamente alla porta quelli che li hanno commessi. E sì, sto parlando del Pd, adesso. Ma anche di quel magma diffuso che è e rimane la sinistra - nelle associazioni, nei sindacati e tra gli elettori, compresi quei 5 o 6 milioni di elettori di sinistra che all'ultimo giro hanno votato M5S.

Se così fosse, se questa fosse la spiegazione dell'accaduto, prepariamoci a un governo Lega M5S per il prossimo trentennio.

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