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lantidiplomatico

#Europeiapriteiporti e soprattutto #Europeibastabombe

di Pino Cabras*

L'entourage del Presidente francese Macron, l'ultimo erede di un'autorità che da molto tempo tiene sigillati i porti verso qualsiasi nave che presti soccorso ai migranti, osa dare lezioni di umanitarismo alle autorità italiane, dando copertura ideologica a molte nostrane improvvisate cattedre di antifascismo, alcune in buona fede, altre ipocrite.

Ci sono quelli che ci descrivono al rimorchio di Salvini. Sono gli stessi che ci dicevano che Mr Felpa ci aveva fregato e che voleva solo le elezioni. I fini analisti "no borders" non si accorgono che il vero rimorchio sono loro, sia delle posizioni verbalmente più oltranziste del segretario della Lega, sia del cinico gioco di Macron e altri che scaricano sull'Italia tutto l'onere della frontiera mediterranea.

Non accetto lezioni di antifascismo né inviti a "scegliersi la parte". Non siete Fenoglio. Non vi ho visti scegliere la parte delle vittime ma quella dei carnefici, quando milizie naziste di Kiev bombardavano il Donbass in anni recenti, causando infiniti lutti e un milione di profughi totalmente invisibili ai nostri media. Non vi ho visti scegliere il diritto internazionale quando Libia, Siria e Yemen venivano aggrediti e trasformati in epicentri di vasti terremoti migratori, devastazioni e pulizie etniche spietate, sotto le macabre risate di Hillary-we-came-we-saw-he-died.

Non mi piacciono i tweet di Salvini. Non mi piacciono per la verità i tweet di nessuno, nemmeno i miei.

Ma se proprio devo usarli, il punto non è #chiudiamoiporti#apriteiporti, bensì #europeiapriteiporti.

E io aggiungo anche #europeibastabombe. Nonché #bastaFrancoCFA.

Ma possiamo pensare a un obiettivo più concreto, che sarà posto con forza dal presidente del Consiglio Giuseppe Conte in occasione del Consiglio europeo che si terrà il 28 e il 29 giugno prossimi.

Lì i consiglieri di Macron dovrebbero aver smesso di vomitare, dovrebbero aver recuperato la memoria sui porti francesi, e l'Europa tutta si confronterà con una nostra sacrosanta esigenza: rivedere seriamente il trattato di Dublino, in pochi punti:

A. ripartizione presso i 27 Paesi europei, con quote obbligatorie, di tutti i migranti anche prima che chiedano asilo (il che comporta assumersi costi sociali ed economici, cioè per la prima volta dare corpo a una vera solidarietà conforme ai Trattati);

B. Stabilimento di vie d'accesso legale in modo che chi arriva non sia in mano ai trafficanti e alle mafie;

C. Istituzione di un'agenzia internazionale con il compito di valutare le richieste direttamente nei territori dove transitano i migranti, così da spostare la profondità strategica del confine sud dell'Unione Europea nel Maghreb e impedire la tratta disumana;

D. Ripartizione della spesa totale europea per la gestione dei migranti.

Finora i partner europei ci hanno proposto una soluzione insostenibile chiudendo i porti. Una soluzione insostenibile per definizione non può durare sempre.

I porti e le porte da aprire sono in vista.


*Deputato del Movimento 5 Stelle. Post Facebook del 12 giugno 2018
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