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Sintesi dell'intervento in assemblea

di Ugo Boghetta

Quello che si deve costruire è un campo nuovo, diverso da quello della cosiddetta sinistra. In questi giorni un avventore del bar che frequento mi ha detto che il Corriere della Sera è di sinistra … e pure la Gazzetta dello Sport. Ne ho sentite tante. Ho sentito anche questa. Ciò per dire come la parola sinistra sia innominabile.

Oggi è l’anniversario dell’otto settembre. Io credo che l’otto settembre della sinistra sia stato l’abbandono della prospettiva socialista. Questo ha comportato il passaggio nel campo liberal-liberista di tutta la sinistra anche se in modi e gradi diversi. Questa sinistra è anche pericolosa perchè inquina le fonti: Letta con la maglietta rossa, l’antirazzismo liberale, l’antifascismo declinato per ogni questione, rischiano di rendere inutibilizzabili anche bandiere e valori fondamentali. Uno dei temi del politicamente corretto è la questione migranti. Una summa completa di questo pensiero la dà Ferrajioli. Il nostro rispolvera lo ius migrandi di qualche secolo fa. Ius che però è stato prima usato dagli spagnoli, poi da tutti gli altri, per colonizzare. In base a questo ius, essendo la terra un bene comune, gli indegeni non avevano diritto di impedire agli spagnoli di entrare e di muoversi. La sovranità diventa xenofoba!? Aggiunge poi che, essendovi la libera circolazione del capitale e delle merci, vi deve essere anche quella delle persone.

Ciò dimenticando che non c’è nessuna naturalità nella libertà del capitale. Come sappiamo, è stata imposta con la forza. E non c’è nemmeno alcuna positività. Anzi questa libera circolazione è la fonte di enormi problemi sociali, ecologici, democratici. Liberalizzare tutti i fattori è dunque un regalo al capitale. Le persone si spostano in funzione del capitale e Ciò produce un conflitto basso-basso. In questa prospettiva il nostro propone anche la costituzionalizzazione della globalizzazione. Di più, individua nei migranti il soggetto che lotta per questo obiettivo. Verrebbe data dire: più sono più grande è il movimento.

In realtà la causa dell’immigrazione di massa sta nel fatto che all’Africa sono state applicate le stesse politiche che poi sono state imposte alla Grecia. E non ci si avvede che uno dei problemi che fa più danni è proprio quello dell’immigrazione incontrollata, un’accoglienza “senza se e senza ma”, e la logica no border.

L’immigrazione deve essere controllata, regolare anche come condizione per poter integrare chi arriva. Ed evitare l’eticizzazione del conflitto che non può che portare a destra.

Per questo dobbiamo avere uno spirito di scissione da costoro. Così come hanno fatto milioni di lavoratori e gran parte delle classi popolari: il blocco che vota M5S e Lega.

Altro punto che voglio toccare è la questione del socialismo. Il richiamo, che pure c’è stato, non può essere generico. La nostra proposta di socialismo deve essere una rivisitazione del passato: un socialismo dinamico perchè strutturato in maniera pluralista socialmente ed istituzionalmente. Ma la proposta deve essere concreta anche nell’oggi.

Se così non fosse non saremmo in grado di prospettare nessun alternativa al capitalismo finendo per cadere, inevitabilmente, nel suo campo. In secondo luogo, non si sarebbe in grado di opporsi-interloquire con il governo gialloverde quando propone spunti giusti: vedi autostrade, in quanto senza un quadro ed una vera prospettiva. Il socialismo, inoltre, ci parla di Stato, interesse nazionale, cooperazione internazionale.

Infine la questione dell’Unione. Chi costruisce il campo sovranista, costituzionale, socialista deve sapere che la rottura dell’Unione e dell’euro è strategica. Altra cosa è come la si comunica in ogni fase o situazione: la Costituzione è incompatibile, l’Unione implode o implode l’Italia e dobbiamo prepararci, ecc. ecc.

E’ stato detto che, dopo la fine dell’Unione-euro, si è per l’unità di sovranità democratiche. Ebbene, questa unità ha un nome: Confederazione. Noi dobbiamo essere per la Confederazione Europea.

Ultimissima, la questione delle prossime elezioni europee. Queste saranno le prime vere elezioni sull’Unione. Non esserci è un problema, Forse non saremo pronti per una lista. Ma ragioniamoci.

Sara Wagenknecht nella sua lettera ha detto che sarebbe meraviglioso se anche in Italia nascesse qualcosa di simile a “in piedi”. Con quel “meraviglioso” forse ci prendeva anche po’ in giro. Dobbiamo smentirla. Costruire tale movimento per noi deve essere un obbligo.

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