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Perché il Pd è destinato a morire

di Aldo Giannuli

Il Pd si sta macerando in una dolorosa e lunga agonia senza sbocco. Quello che li tormenta sono due cose: il nome del segretario e se e con quali alleati andare alle elezioni, senza rendersi conto che tanto l’una quanto l’altra cosa sono gli ultimi problemi in una situazione del genere. Il punto è la prospettiva politica che manca.

I dirigenti del Pd, se volessero davvero fare il loro dovere, dovrebbero chiedersi in un convento in alta montagna e, cinti di cilicio e muniti di flagellum, autoflagellarsi chiedendosi ad alta voce: “ma come abbiamo fatto a consegnare il paese a questa maggioranza?” Se poi gli venisse difficile autoflagellarsi, potrebbero chiedere aiuto e sarei pronto a dargli una mano.

Loro si dividono in due correnti principali: i renziani, per i quali la colpa è dell’elettorato che si è sbagliato a votare e gli anti renziani che ammettono che a sbagliarsi è stato il Pd che “Non ha saputo comunicare”.

Ed hanno torto tutti due perché non l’elettorato ma il Pd si è sbagliato e non perché non ha saputo comunicare, ma perché ha fatto una politica di merda. Scusate la rudezza dell’espressione ma la politica del Pd nell’ultima legislatura non merita altro appellativo.

Il Pd è destinato a scomparire perché non è in grado di riconoscere i suoi errori e, perciò stesso, è condannato a ripeterli.

Ad esempio, Martina è un bravissimo ragazzo animato dalle migliori intenzioni, Zingaretti ci mette molta buona volontà, Franceschini mostra segni di pentimento per aver spalleggiato Renzi (del quale non parlo nemmeno), ma tutti si ostinano a giocare la carta della “sinistra interna al sistema”, senza rendersi conto che nel sistema neo liberista (in particolare in tempi di crisi) non c’è spazio per alcuna sinistra.

Il neo liberismo è un ordinamento costitutivamente di destra, che non ammette altro da sé e la sinistra non può che collocarsi al di fuori di esso e lavorare per il suo crollo. E questo ha una serie di implicazioni che vanno dall’atteggiamento verso l’attuale Unione Europea (con quel gioiello che è la sua moneta) sino alla politica delle privatizzazioni, al come affrontare l’immigrazione eccetera.

Ma il Pd ha le risorse intellettuali, la volontà politica, il coraggio per affrontare simili questioni? Non credo. Ed allora perché gli elettori dovrebbero tornare a votarlo? Per anni questo è accaduto perché ha retto l’incanto del “partito di sinistra” che, era l’alternativa alla destra, pur con i suoi cedimenti occasionali. Ma, una volta chiarito che non di cedimenti occasionali si trattava e rotto l’incanto della alternativa, non c’è più niente da fare: gli incanti, una volta spezzati, non si ricompongono mai più.

La situazione attuale si spiega in poche poverissime parole: Pd e Forza Italia sono stati il male, M5s e Lega sono il rimedio sbagliato di cui dobbiamo liberarci, ma non certo per tornare indietro. Serve altro, serve roba nuova.

Comments

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michele castaldo
Friday, 05 October 2018 15:12
"Serve altro, serve roba nuova", ma cosa serve esattamente nessuno lo sa. Eppure questo governo nacque solo quando minacciò la mobilitazione di piazza, in modo particolare da parte del M5S. Questa è la questione.
Finora la sinistra, parliamo innanzitutto di quella occidentale, ha vissuto sull'ipotesi della continua crescita dell'accumulazione capitalistica, ovvero dell'espansione del modo di produzione capitalistico e la classe operaia a fare da soggetto mobilitante.
La crisi, una crisi di sistema, sistema sociale, non solo istituzionale, ha messo all'angolo il presunto soggetto - che è complementare e non alternativo al sistema - e la sinistra è svanita.
Serve veramente roba nuova, ma non di tipo istituzionale ma di rottura che non è dato dalla facoltà degli uomini ma dalle contraddizioni stesse del sistema che implodendo mette in campo nuove e diverse energie, e perciò nuovi e diversi personaggi, nuovi e diversi partiti, e non diverse soggettività o diverse sovranità nazionali.
Ho l'impressione che il tanto insistere sul" reddito di cittadinanza" più che corrispondere all'orgoglio del gruppo dirigente dei 5 Stelle corrisponda alla preoccupazione della Chiesa cattolica che sa leggere fra le pieghe della crisi più dei servizi segreti e dei poteri forti. Insomma una misura preventiva per prevenire mobilitazioni improvvise e perciò incontrollabili. Questa la verità. Con molta modestia dico: Tempo al tempo.
Michele Castaldo
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