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PAP e non più PAP. C'eravamo tanto amati

di Stefano G. Azzarà

Mi ero iscritto a PAP da appena cinque giorni per votare lo statuto, dopo 10 anni nei quali non avevo preso nessuna tessera, e PAP era già finita e non si votava più o comunque era inutile votare.

Non so quale, ma un nesso tra queste due cose deve esserci sicuramente...

Adesso, io non non ho idea di quali e quante fossero le fratture interne o di chi sia la colpa e anzi avevo detto da tempo che i promotori non sapevano bene cosa volessero nella vita e che ognuno la girava come gli pareva. Già la faccenda dei due statuti era indicativa di qualche problema ancora non esplicitato.

Tuttavia, ero e sono convinto che - tracciando un confine che escluda Vendola e Fratoianni, dei quali non ci si può fidare - bisogna unire tutto ciò che è stato diviso, per cui mi ero detto che è arrivato il momento di prenderli tutti a coppini e farli ragionare, questi irresponsabili, da una parte e dall'altra.

Leggendo però adesso - anche con un certo amaro divertimento - la merda indecorosa che si stanno scaricando addosso PAP e Rifondazione in queste ore, capisco che non è possibile e c'è da chiedersi come abbiano fatto fino all'altro ieri a fingere di andare d'accordo.

Sembra che ogni ipotesi di riconciliazione vada considerata illusoria e che anzi ciascuno dei due furbi soggetti abbia appena trovato il nuovo nemico principale al cui contrasto dedicare le proprie - evidentemente sovrabbondanti - forze ed energie.

Certo non è mai tardi per sperare in una presa di consapevolezza di tutte le fazioni e nella riapertura di d uno spiragliio. Ma i tempi non sono indifferenti e con la speranza non si costruisce un fronte politico.

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