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rinascita

Mattarella il Presidente dei ricchi e il sovranismo psichico

Viva la cattiveria!

di Ugo Boghetta

Raccontano che alla prima della Scala il Presidente Mattarella ha ricevuto un’ovazione: un applauso fragoroso lungo più di cinque minuti. E’ un evento significativo. Le élite di questo paese vedono in Mattarella il loro difensore. Qualche giornalista motiva quell’applauso per il comportamento rigoroso e neutrale. Qualcuno lo ha paragonato a Pertini!?!

Ma le cose non stanno così. Mattarella si è dimostrato assolutamente di parte  scaricando Savona in quanto antieuro e inviso ai mercati. Un presidente del liberismo piuttosto che della Costituzione del ’48. Di questa infatti cita solo l’articolo 81 (il pareggio di bilancio).
Pertini invece stava dalla parte del popolo non certo dei Mercati, dei mercanti, degli speculatori.

Quell’applauso dimostra ancora una volta la secessione delle élite dal popolo e dai valori costituzionali. La loro ideologia politicamente corretta è il liberismo, l’europeismo con una mano di vernice di antifascismo di maniera e antirazzismo da salotto (tanto i migranti vanno nelle periferie...).

A parlare dell’altra parte è l’ultimo rapporto del Censis che testimonia il passaggio di quote consistenti di italiani dall’indolenza alla cattiveria. Questo cambiamento è stato chiamato: “sovranismo psichico“: è tutta colpa della mancanza di sovranità nazionale. E’ un qualcosa che si è radicato nelle mente come qualsiasi idea, ma quel psichico sta per malato, inquietante, disturbante.

Eppure gli stessi dati elencati dal Censis dimostrano che, al contrario, è questa una reazione normale. Negli ultimi venti anni, infatti, il reddito degli italiani è aumentato di 400 euro, quello dei tedeschi di 5000 (cinquemila) e dei Francesi (i francesi?!?) di ben 6000. Nel frattempo è aumentata la disoccupazione, quella giovanile in particolare. La povertà è così passata dal 3.1% al 7.9% e comprende 4.7 milioni di persone. Al sud in partitocolare si è poveri, scrive un giornalista, come i più poveri nell’Unione: i rumeni. E in quanto a distribuzione della ricchezza siamo 25° su 28 paesi.

Questa situazione è tutt’altro che inventata, psichica, ma tremendamente materiale: economia, disoccupazione, bassi salari e pensioni, difficoltà a curarsi e ad istruirsi. Questa situazione porta esclusione, sofferenze, privazioni, solitudine sociale.

Ma viene anche detto che questa cattiveria si sfoga, non solo contro l’Unione ma anche con i migranti. E, piano piano, vengono sdoganati comportamenti incivili o negativi: la richiesta di estensione della legittima difesa, ad esempio.

Ma non è tutto qui. Il cattivismo ha anche un fondo di americanizzazione: l’individualismo competitivo promosso in questi anni come valore. Più del 50% delle persone infatti sembra pensare che chiunque può diventare famoso. Famoso, non ricco: sono sinonimi, ma non del tutto.

Individualizzazione che si nota anche nel fatto che ci si sposa sempre meno. Si divorzia sempre più. I singoli (non vedovi) sono aumentati del 50% in dieci anni!

L’ineffabile Pagnoncelli afferma che c’è un’alterata percezione della realtà: gli immigrati sono molti meno di quello che si pensa, ma anche l’arretramento è percepito come più grande di quanto sia. Sappiamo, tuttavia, che le statistiche funzionano sempre come la media del pollo. Non dicono nulla della realtà. Del resto il sacro Pil non è questo!

In questi giorni, tuttavia, si legge una profusione di sondaggi per i quali gli italiani starebbero invertendo la tendenza rispetto alla contrarietà all’Unione ed all’euro. Presi per buoni, magari solo parzialmente, l’unica spiegazione potrebbe trovarsi in una campagna terroristica che dura dall’insediamento del governo gialloverde. Governo reo di redistribuire un po’ di soldi, magari malamente, ai poveri ed ai lavoratori.

E mentre in Francia scendono in piazza i giubbotti gialli in Italia in campo c’è la Confindustria e i benpensanti che chiedono quello che hanno sempre ottenuto: poter guadagnare senza pagare le tasse.

Non terminerò questo articolo auspicando la nascita pappagallesca dei giubbotti gialli in Italia. Il governo è diverso. L’italia è diversa. Il popolo italiano è diverso. Loro hanno fatto una rivoluzione anche se solo tanto tempo fa, noi no. Loro sono un popolo, quello italiano lo deve diventare.

Ma il primo modo per diventarlo è piantarla con l’autorazzismo quello che “l’Italia è debole“.

Le cose non stanno così. L’Italia non è così debole come affermano le élite e i sinistrati che vogliono stare nell’Unione.

L’italia è il secondo paese manifatturiero nonostante l’Unione-euro ci abbia fatto perdere il 25% del nostro apparato industriale. Siamo il nono paese esportatore al mondo. Siamo competitivi in molti settori. Abbiamo un patrimonio culturale che tutti ci invidiano. Solo che la ricchezza è mal distribuita e lo Stato non funziona come dovrebbe.

E se da indolenti gli italiani diventano cattivi vediamo come indirizzare la cattiveria in modo costruttivo facendo quella rivoluzione che il popolo italiano non ha mai fatto partendo dalle punte alte della nostra storia: il Risorgimento, la Resistenza, il movimento operaio.

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