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ilcorrosivo

Una pietra tombale sul TAV

di Marco Cedolin

Finalmente dopo oltre 20 anni di slogan da bar dello sport, parole esperite a vanvera, menzogne senza ritegno vendute un tanto al chilo al mercato delle marchette da giornalista chic, per la prima volta si parla con serietà del TAV Torino – Lione e lo si fa sulla base della prima seria analisi costi – benefici riguardante l'opera, portata avanti da una commissione di esperti indipendenti e non di qualche grottesca analisi pilotata, costruita ad arte (neppure troppo bene) da un gruppo di dipendenti della consorteria che il TAV lo voleva costruire ad ogni costo, perché portava miliardi nelle loro tasche....

Come avrebbe potuto facilmente immaginare chiunque avesse studiato anche solo superficialmente la questione, l'analisi resa pubblica oggi dal Mit ad opera di una commissione capitanata dall'architetto Marco Ponti (non certo un NO TAV ma un esperto di trasporti di fama mondiale che ha un curriculum da fare impallidire la maggior parte dei suoi colleghi e si è sempre dichiarato un liberista convinto) ha bocciato impietosamente l'opera dichiarando che i costi supererebbero i benefici per una cifra contabilizzata orientativamente fra i 5,7 e gli 8 miliardi di euro.

In parole povere il TAV (come in tanti abbiamo scritto per decine di anni in libri ed articoli) viene certificato come un'opera priva di senso, in grado di sperperare miliardi di denaro provenienti dalle tasche dei contribuenti, senza alcuna prospettiva di ottenere un ritorno economico dell'investimento.

Non si parla di ecologia o di diritto all'autodeterminazione della popolazione locale, non si parla di amianto ed uranio e neppure di devastazione del territorio, tutti argomenti estremamente seri che potrebbero venire affrontati solamente qualora si trattasse di un'opera in possesso di una qualche utilità.

Si parla semplicemente di soldi, tanti soldi derivanti dalle nostre tasse, sottratti alla sanità, al sociale, ai trasporti, alla messa in sicurezza del territorio, ai terremotati, all’economia reale, per riversarli in un buco nero privo di senso e funzionale solamente alla mafia del cemento e del tondino.

Prima di arrendersi all’evidenza la consorteria che ha sempre voluto il TAV, pur sapendo come si trattasse di un’opera priva di qualsiasi senso logico, cercherà in ogni modo di screditare il risultato di questo studio. Lo farà ricorrendo ai servi della carta stampata ed ai propri camerieri politici del centrodestrasinistra, lo farà mentendo ancora una volta spudoratamente, dispensando slogan e dati privi di qualsiasi fondamento, lo farà arrampicandosi sugli specchi del nulla come ha sempre fatto.

Non credetegli, non ci sono merci da trasportare fra Torino e Lione, così come non ci sono mai stati treni merci sulle linee TAV, non siamo isolati dalla Francia e tanto meno dall’Europa, il TAV non porta lavoro come dimostra il fatto che gli investimenti nelle grandi opere siano in assoluto quelli meno remunerativi in termini di occupazione, non sono già stati scavati fantomatici km del tunnel, non ci sono miliardi di penali da pagare, dal momento che l’opera non è stata neppure appaltata, non ci sono miliardi da restituire alla UE, dal momento che semplicemente non spenderemo i soldi di un eventuale finanziamento.

Il TAV non rappresenta un passo nel futuro, ma semplicemente vi ruberebbe il futuro, drenando in un buco nero privo di costrutto una marea di denaro di cui altrove c’è disperata necessità.

Comments

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Vincesko
Monday, 18 February 2019 11:14
Articolo esageratamente fazioso, indizio infallibile di coda di paglia, infarcito di bugie. Ad esempio: (i) l'UE parte dei soldi ce li ha già dati e dovremo restituirli; (ii) una parte significativa del saldo negativo è costituito da mancati incassi sul gasolio e sui pedaggi autostradali; e (iii) farla dovrebbe costare - mi pare - 4 miliardi ed anche anche non farla comporterà un costo non indifferente.
La TAV, in definitiva, è in gran parte un buco in una montagna, che servirà per i prossimi secoli, come via (una delle pochissime) di comunicazione con la Francia ed europea. Il che giustifica - al limite - anche un saldo negativo.
L'avversione alla TAV è ideologica, come è provato dalla qualità dei suoi ostinatissimi, irriducibili avversari: gli intelligentoni di estrema sinistra, che la usano come un succedaneo del padre (o della madre) da "ammazzare". Ad ogni costo, anche del buonsenso.
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