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Buonanotte bambine conformiste

di Alceste De Ambris

L’ideologia dominante si annida anche nella recente letteratura per l’infanzia. In questo caso mi riferisco a quello pseudo-femminismo contemporaneo, che tanto va di moda (e che ha fatto mostra di sé l’ 8 marzo). In passato la rivendicazione di parità di genere andava di pari passo con istanze sociali e riformiste, ora è diventata perfettamente funzionale al discorso liberal-capitalista.

Mi è capitato sotto mano il libro STORIE DELLA BUONANOTTE PER BAMBINE RIBELLI, che in questi anni è stato un vero e proprio caso editoriale (tanto che ne è stato scritto un seguito). Autrici sono due scrittrici italiane, imprenditrici in California… Si tratta in sostanza di 100 ritratti di donne di tutto il mondo — scienziate intellettuali sportive artiste — proposte come modello per le bambine di oggi. Al posto di Biancaneve, Cenerentola o Raperonzolo, le bambine moderne potranno identificarsi con Ipazia, Frida Kahlo, Serena Williams, Maria Montessori, Coco Chanel, Jane Austin, Maria Callas, Zaha Hadid ecc.

Donne che hanno inseguito i propri sogni e, nonostante gli ostacoli (tipicamente di genere), alla fine ce l’hanno fatta. Come si giustifica l’aggettivo “ribelli” ? Semplicemente perché hanno rifiutato le pressioni familiari e sociali, che le avrebbero relegate a un ruolo subalterno, riuscendo nonostante tutto ad avere successo. Delle "self made woman" in sostanza. L’educazione tradizionale insegnava alle ragazze virtù come l’obbedienza e la morigeratezza, ora si promuovono l’intraprendenza l’ambizione e l’anticonformismo.

Ma si tratta di vero anticonformismo? La maggior parte di questi personaggi storici sono in effetti degni di ammirazione, ma, vien da dire, la vera ribellione consiste nel mettere in discussione le regole del gioco, e non semplicemente nel vincere il gioco partendo svantaggiati. Una simile narrazione è completamente in linea con quella pseudo-progressista, che denuncia e pretende di combattere tutte le discriminazioni (razziali, nazionali, di genere, di orientamento sessuale...), tranne quella principale, ossia la disuguaglianza economica.

Ciò è ben chiaro nel libro in quei ritratti di donne che si sono occupate di politica. A parte regine del passato (Cleopatra, Elisabetta I, Caterina di Russia ecc.), venendo al presente, troviamo figure di attiviste per varie cause (razzismo, ecologia, istruzione femminile, diritti degli indigeni), ma non attiviste politiche. Come donne politiche in senso stretto troviamo solo Evita Peron (e passi), Aung San Suu Kyi (sostenuta dall’Occidente in funzione anti-cinese)... e poi Margaret Thatcher (!), Michelle Obama e Hilary Clinton (!). Insomma l’espressione del liberismo economico e dell’imperialismo americano, i quali naturalmente accettano i contributi maschili e femminili indifferentemente.

Spicca nei 100 ritratti l’assenza di donne che si sono impegnate per i diritti sociali, di donne veramente ribelli nel senso di rivoluzionarie: riformatrici sociali, sindacaliste, donne socialiste, comuniste, anarchiche. Clamorosa è l’assenza di Rosa Luxembourg, rivoluzionaria tedesca abbastanza nota anche al grande pubblico. Ma si poteva includere anche Anna Kuliscioff (tra i fondatori del Partito socialista italiano, insieme a Turati), o Dolores Ibarruri (militante anti-franchista) o altre. Al di fuori dell’ambito politico, è significativa l’assenza di madre Teresa di Calcutta, nonostante la sua enorme popolarità, perché in fondo il motivo dell’esclusione è lo stesso.

Non sono questi gli ideali che il Pensiero unico vuole mostrare alle donne, fin da piccole. Non vuole che esse lottino contro il Sistema per il benessere generale, bensì che lottino per la propria auto-realizzazione dentro il Sistema contro gli uomini…

Il Sistema prospera su queste false contrapposizioni (false nel senso di secondarie): uomini/donne, bianchi/neri, cattolici/laici, nord/sud, eterosessuali/gay, giovani/anziani… Divide et impera: mentre noi litighiamo, un’infima minoranza di persone detiene la maggior parte delle ricchezze mondiali.

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