Print Friendly, PDF & Email

facebook

Il "fascismo buono" degli antifascisti

di Luca Cimichella - L'Indispensabile

Una importante docente e intellettuale di Sinistra come Donatella Di Cesare ha scritto oggi su "La Stampa":

«La battaglia contro il Green Pass è una battaglia reazionaria, una battaglia di destra (se non di estrema destra). E lo è sotto un profilo filosofico, politico, etico. Non ha assolutamente nulla di emancipatorio - non è una lotta di liberazione. In tal senso spiace che voci filosofiche, un tempo punto di riferimento della sinistra critica, abbiano finito per dare la stura ai covidscettici e che storici come Alessandro Barbero abbiano firmato l'appello contro il Green Pass. (....) La battaglia contro il Green Pass nasce da un contesto di negazionismo complottistico e da un immaginario politico ultraliberista, antiegualitario e reazionario. Ha fra l'altro il demerito di averci distolto dagli obiettivi di una politica di sinistra: togliere i brevetti, dare il vaccino ai poveri, immunizzare il mondo. Questo infatti avremmo dovuto imparare dalla Resistenza: il mutualismo e la solidarietà».

Ora, a prescindere dalle posizioni politiche personali di ognuno, si sta obiettivamente palesando un paradosso: una grandissima fetta di quelli che si dicono da sempre antifascisti stanno oggi unanimemente (e spesso con totale tranquillità) dalla parte del potere costituito, sempre pronti in prima linea a sacrificare la libertà, la coscienza critica e direi il respiro del popolo in nome di qualche istanza intoccabile.

Spesso, anche laddove siano in buona fede, non sono mai davvero disposti a concedere uno spazio di libera discussione e confronto equanime. Pretendono di avere ragione, senza se e senza ma, magari dicendo una marea di menzogne.

Anche a prescindere da chi abbia ragione o torto, si percepisce ovunque ormai una rigidità crescente, un clima di intimidazione, di colpevolizzazione e demonizzazione sistematica di qualsiasi forma di dubbio o pensiero alternativo: un fenomeno che veramente ricorda da vicino la dinamica di certi vecchi regimi.

Io personalmente, da cittadino adulto laureato, non mi sento affatto tranquillo a esprimere le mie perplessità e posizioni personali. Mi trovo realmente ad avere paura delle reazioni di chi mi sta vicino, anche tra i familiari.

Stanno veramente riuscendo a metterci uno contro l'altro, ci rendiamo conto almeno di questo?

Se andiamo infatti a leggere il tanto pericoloso Manifesto dei 300 professori contrari al Green pass, troviamo in conclusione una sola e semplice richiesta molto basilare: «Auspichiamo che si avvii un serio dibattito politico, nella società e nel mondo accademico tutto (incluse le sue fondamentali componenti amministrativa e studentesca), per evitare ogni penalizzazione di specifiche categorie di persone in base alle loro scelte personali e ai loro convincimenti, per garantire il diritto allo studio e alla ricerca e l'accesso universale, non discriminatorio e privo di oneri aggiuntivi (che sono, di fatto, discriminatori) a servizi universitari. Chiediamo pertanto che venga abolita e rifiutata ogni forma di discriminazione» (https://nogreenpassdocenti.wordpress.com/ )

Con tutta onestà, voi qui ci leggete seriamente una minaccia fascista o ultraliberista-reazionaria contro i principi fondamentali della nostra democrazia? Sarà invece il contrario? Mi sembra che chi fa un discorso simile voglia mantenere una lucidità e uno spirito autenticamente moderati, contro gli obblighi indiscriminati, in favore di un ragionamento pubblico e pacifico su temi estremamente delicati quali i vaccini, la salute pubblica e lo stato di emergenza, all'ordine del giorno ormai da mesi. E' davvero da estrema destra pretendere qualcosa di simile nella circostanza non proprio normale in cui versiamo? O forse si tratta del minimo, ma proprio il minimo di ragionevolezza possibile e auspicabile?

Viceversa, molto più inquietante mi risuona il commento di Gian Carlo Avanzi - rettore dell'Università del Piemonte Orientale - intervistato in merito all'adesione di Alessandro Barbero al manifesto contro il pass: «Mi auguro sia solo una dichiarazione di principio e il comportamento rispetti la legge adeguandosi alla presentazione del Green Pass per entrare in università (...). Diversamente applicherò le sanzioni previste fino alla sospensione senza stipendio».

Lo sentite il tono di esplicita minaccia? Solo a me pare che la violenza non venga soltanto dalle piazze, come ci dicono tutti tutto il tempo, ma anche e soprattutto dai mezzi di informazione, dalle istituzioni o dagli intellettuali che - con lo scudo imperforabile e inattaccabile dell'antifascismo - si sentono liberi di umiliare, ridicolizzare, dichiarare illegittima o peggio pericolosa e criminale la posizione altrui, condivisa per altro da una larga fetta di popolo?

E' normale che i sedicenti antifascisti stiano quasi tutti oggi dalla parte dei potenti CONTRO il popolo stesso, misconosciuto nel suo disagio e nella sua legittima rabbia, continuamente accusato di populismo e violenza da coloro la cui missione di vita sembra ormai quella di suscitare tale violenza, foss'anche solo con un'ipocrisia senza pari?

Tanto per la cronaca, alla lettura - quella sì veramente estremista - della Di Cesare vorrei affiancare quella di un altro insospettabile intellettuale di Sinistra, Tomaso Montanari, il quale in un'intervista a Fanpage - pur dichiarando di non condividere i contenuti del Manifesto - mantiene sempre una linea assolutamente equilibrata, mostrando inoltre un chiaro rispetto verso coloro che invece hanno deciso di firmare:

«Capisco la critica al Green Pass, soprattutto sul piano delle discriminazioni e delle disparità di trattamento. Credo ci sia un clima troppo pesante verso chi avanza dubbi, mentre le critiche argomentate sono molto utili, specialmente in situazioni come questa, che presentano larghe aree di contraddizioni». (https://www.fanpage.it/.../montanari-non-condivido.../)

In sintesi, il problema mi pare essere ancora una volta squisitamente antropologico e filosofico. Lo stato eccezionale di questi due anni ci sta mettendo di fronte ad una domanda di primaria importanza: come può reggere un concetto di bene e sicurezza collettiva che pretenda di conseguirsi rinunciando alla coscienza libera e al rispetto del singolo? Non è questa un'idea tipicamente fascista e - aggiungerei - perfettamente propria anche dei regimi socialisti-collettivisti, dei quali oggi vediamo ancora un notevole esempio in Cina? Rivendicare l'indipendenza di idee e di pensiero critico equivale - secondo costoro - ad essere degli individualisti irresponsabili. Ma che succede se questa è una pura e semplice menzogna? Ci è ancora lecito dissentire da questa narrazione profondamente unilaterale, oppure vogliamo aspettare direttamente che proclamino una nuova censura sulla libertà di pensiero e di espressione, col solito vecchissimo pretesto di farlo per "il nostro bene"?

Credo che in una fase oscura e difficile come questa la riscoperta di un coraggio, di una vitalità, di una ostinazione serena e creativa possa radicarsi solamente sul terreno di una libertà molto più originaria, quella dello spirito.

La libertà della nostra mente, del nostro cuore e del nostro gusto per la verità è quanto di più prezioso ci sia dato in assoluto, proprio perché è garanzia di una vera sovranità e autorità, che nessun potere visibile o invisibile potrà mai toglierci.

Comments

Search Reset
0
Stefano Cocchi
Monday, 13 September 2021 11:01
Alla Prof.ssa Donatella Di Cesare suggerisco di preoccuparsi piuttosto dello stato intellettuale/semantico di chi stila i comunicati della sua Università, Sapienza di Roma:
"A partire da oggi, 2 settembre 2021, puoi prenotare il tuo appuntamento per effettuare il tampone molecolare gratuito per la diagnosi di SARS-CoV-2. Il servizio sarà attivo dall'8 settembre 2021. Puoi effettuare il tampone se sei in possesso di green pass o certificazione di esenzione vaccinale. ..... "
se questi sono i baluardi della nostra salute e della nostra nostra cultura c'è da essere non solo critici ma molto preoccupati: costoro non sono all'altezza ed hanno la presunzione della verità, bisogna battersi affinchè ritornino sui banchi ad imparare
Like Like Reply | Reply with quote | Quote
0
Giorgio
Sunday, 12 September 2021 11:21
A mio parere l'antifascismo è sempre stati divisivo, a questo infatti serviva: a fare delle discriminazione a favore di chi lo usava come clava nella lotta politica. Il green pass è usato nella stessa maniera, in contrasto con quello europeo che è detto esplicitamente che NON deve essere discriminatorio mentre la versione italiana è come sempre assai poco liberale, come si vede in tutti i campi, economici in primis!
Like Like Reply | Reply with quote | Quote
0
Carlo Tarsitani
Sunday, 12 September 2021 10:33
Ogni paese ha le proprie leggi. Molte di esse limitano la libertà individuale, a vantaggio della collettività. Discutere questo principio è da stupidi. Da noi abbiamo, tra l'altro, vaccinazioni obbligatorie, soprattutto nell'infanzia. La decisione di divieti e obblighi, per es. in ambito ecologico (sostanze tossiche e inquinamento ambientale, ecc.) non è maggioritaria, non si fa per alzata di mano. Quasi mai è discussa pubblicamente. E' una decisione su base scientifica. E la scienza non è democratica. Chi discute le decisioni scientifiche deve avere competenze scientifiche. Nel nostro caso, del vaccino anti-Covid, sembra che la scienza e quindi l'unica fonte possibile di razionalità sia assente. I criteri di scientificità sono poco chiari. Se non conosco il rapporto vantaggi/benefici del vaccino, non posso imporlo a nessuno. Altrimenti posso imporlo eccome. In questo senso il comportamento delle nostre autorità mi pare incomprensibile.
Like Like Reply | Reply with quote | Quote
0
falso
Sunday, 12 September 2021 11:40
Lei ha prodotto una perfetta sintesi delle idee che sono alla base dei regimi:
-si può limitare la libertà (presupposto ovvio, usato in modo strumentale per estenderne la portata, il punto da discutere è quale sia il limite, quali siano gli interessi sacrificati etc)
-la decisione non è maggioritaria (rifiuto del principio democratico)
-la scienza non è democratica (rifiuto della politica e della democrazia come mezzi di decisione, con l'errata convinzione che siano le evidenze, scientifiche oggi, religiose o ideologiche ieri, che impongano le decisioni).
Like Like Reply | Reply with quote | Quote
0
Mariomichele
Sunday, 12 September 2021 15:21
Tra l'altro, il metodo scientifico, quando applicato è molto democratico perchè prevede una continua messa in discussione dei risultati dei lavori scientifici.
Contrariamente a quanto erroneamente si ritiene. Ma da dove viene fuori che la scienza non è democratica?
Like Like Reply | Reply with quote | Quote
0
Adriano
Sunday, 12 September 2021 08:23
Sulla vicenda del covid assito a quello che vidi anni fa durante i governi Berlusconi. Dire che non si è d'accordo scatena antagonismi di curva da stadio. Non condivido il timore di dire quello che si pensa su green pass, obbligatorietà vaccinale e via discorrendo. Se poi gli altri ti 'saltano alla gola' ce ne facciamo una ragione. Apprezzo il manifesto dei 300 studiosi come pure la posizione di Montanari, da cittadino adulto non laureato.
Like Like Reply | Reply with quote | Quote
0
Marco Schincaglia
Saturday, 11 September 2021 11:53
L'unica divergenza è sul timore di dire il proprio pensiero. In ogni ambito io parlo, senza iattanza, ma pretendendo rispetto. Abbiamo solidi argomenti, pareri di medici e scienziati autorevoli. Non pretendiamo di avere capito tutto, ma esigiamo che si discuta liberamente. Dobbiamo essere gli ambasciatori del dubbio tra chi viene bombardato dalla propaganda mediatica.
Like Like Reply | Reply with quote | Quote
0
Emma
Friday, 10 September 2021 19:50
Donatella Di Cesare : intellettuale di Sinistra. È detto tutto. Che sia una docente non ci sono dubbi. Che sia importante è opinabile. Inutile.Irrilevante. Dannosa a fronte delle sue dichiarazioni su La Stampa , certamente.
Buona la riflessione di Cimichella.
Like Like Reply | Reply with quote | Quote

Add comment

Submit