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lantidiplomatico

Contrordine bufalari: i "forni crematori" in Siria non esistono

Il Dipartimento Usa deve smentire, ma quando le scuse dei "giornali"?

di Francesco Santoianni

Repubblica, il Corriere, La Stampa, Il Fatto quotidiano, SKY, la RAI ... per giorni e giorni, hanno sbandierato la bufala del Dipartimento di Stato sul “crematorio di Assad” (addirittura farneticando di una Auschwitz siriana da estirpare). Ma ora che il Dipartimento di Stato ne ha ufficialmente smentito l’esistenza, invece di scusarsi con i lettori per la loro (nella migliore delle ipotesi) superficialità, stanno zitti sperando di far dimenticare l’ennesima loro figuraccia. Eppure ci sarebbe da scrivere sul perché il Dipartimento di Stato abbia, così clamorosamente, smentito se stesso. Lo facciamo noi. Ma prima due parole sulla bufala del crematorio costruito nella prigione di Saydnaya “per cancellare le prove dello sterminio ordinato da Assad”.

Non ci voleva molto per sbugiardarla. Ad esempio, non se ne trovava traccia nel Rapporto di Amnesty International (febbraio 2017) sulla famigerata prigione, al quale avevamo dedicato un articolo; in più le famose “foto satellitari, appena desecretate” che dovevano attestare l'esistenza del crematorio non attestavano proprio nulla, così come avevamo scritto in questo articolo di tre giorni fa e come documentato dalla serie di 13 foto satellitari pubblicate due giorni fa.

Ovviamente, nonostante l'inconsistenza delle “prove”, la bufala del crematorio di Saydnaya è dilagata su tutti i media preparando l’opinione pubblica ad una altra “ritorsione”, come quella condotta dagli USA il 7 aprile per punire Assad del “bombardamento con il Sarin a Idlib” (un’altra bufala, ça va sans dire). Ma, questa volta, la “ritorsione” non c’è stata e, addirittura, il Dipartimento di Stato nel giro di pochi giorni ha smentito le sue stesse dichiarazioni. Perché questo clamoroso – e assolutamente inedito – dietrofront?

Verosimilmente perché Trump – che pure, il 7 aprile, aveva ribaltato le sue posizioni sulla Siria nell’illusione di portare dalla sua parte qualcuno tra i tanti che lo stavano spennando vivo – questa volta si è reso conto che farsi imporre dai media la sua linea politica lo sta conducendo al suicidio politico. E per questo il Segretario per le questioni del Medio Oriente, Stuart Jones, è stato trascinato per le orecchie a ribaltare, in una conferenza stampa, le sue dichiarazioni.

Su questa ipotesi ci piacerebbe leggere qualcosa sui nostrani media. Ma quelli, per la vergogna, su Saydnaya continuano a stare zitti.

Comments

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francesco Zucconi
Friday, 26 May 2017 23:51
Concordo pienamente!
Un sudiciume come quello che che propinano i giornali
italiani riguardo le guerre imperiali ha
dell'incredibile! Io spero e credo che nessuna persona
Intelligente possa ormai prenderli sul serio!
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