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Non è la Francia che indica la via

di Piemme

Francia pMentre in rete fioccano le scemenze, i media di regime colgono l'essenza del risultato uscito dalle urne francesi: scampato pericolo! 

Le classi e le èlite dominanti di fede eurista non esultano ma possono tirare un sospiro di sollievo: lo sfondamento della Le Pen, nonostante il marasma sociale e malgrado il crollo dei due tradizionali blocchi sistemici (post-gollista e socialista), non c'è stato.

Il successo della grande borghesia francese —quella che dopo l'inglese ha nel sangue il più alto tasso di veleni finanziari ma che a differenza dell'inglese non ha alcuna intenzione di spezzare il matrimonio con quella tedesca— è anzi doppio. Ha contenuto l'avanzata del Front national con quello che potremmo definire un trucco geniale: tirando fuori dal suo cilindro il coniglietto addomesticato di Macron, dando a bere la menzogna che egli sarebbe un uomo politico nuovo, anti-establishment, europeista ma patriottico, populista ma progressista.

Nessuno, quattro mesi fa avrebbe scommesso un soldo bucato sulla vittoria di questo uomo di plastica. Ingegno degli strateghi del marketing politico, intelligenza delle classi dominanti francesi. Chapeau!

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Emmanuel Macron, certo grazie ai meccanismi elettorali ed istituzionali infami della V. Repubblica gollista —la Francia avrà un Presidente che ha ottenuto meno di un quarto dei consensi— è già virtualmente Presidente di Francia. Le urne non erano ancora chiuse che i due tradizionali poli sistemici (la destra posto-gollista e il blocco socialista e comunista) hanno già assicurato che sosterranno l'uomo della plutocrazia eurista francese.

Il candidato che avremmo votato se fossimo stati francesi, Jean Luc Mélenchon, avrà tanti limiti ma almeno si è rifiutato di farsi intruppare nell'Union sacrée. Va a suo merito. Ci vuole coraggio in Francia, dopo decenni di satanizzazione del Front National, per respingere l'appello di regime all'embrassons-nous. Tra i fatti nuovi del quadro politico francese questo è forse quello più promettente: la nascita di uno schieramento populista INDIPENDENTE (France Insoumise) che tiene assieme patriottismo e vocazione socialista, la dimensione della dignità nazionale-popolare con la lotta di classe. Che siano i giovani il motore del successo di Mélenchon fa ben sperare. 

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Un fenomeno importante, che da fastidio ai sinistrati europeisti, italiani anzitutto, e che suscita l'ira di tanti imbecilli (vedi riquadro sopra) che gridano... al "rossobrunismo".

Le classi dominanti francesi non si illudano tuttavia di potere tirare i remi in barca. Il loro gioco di prestigio col coniglietto Macron ha funzionato ma il sistema bipolare su cui si è fondata la V. Repubblica non c'è più. Mentre la crisi sociale è sempre lì, e l'Unione europea a trazione tedesca continua a fare acqua da ogni parte. 

Per quanto quello francese sia un sistema a monarchia elettiva, il Re nulla può senza un Parlamento addomesticato e una solida e servile maggioranza. Macron non l'avrà. Il nuovo sistema quadripolare (tutto il mondo è paese nel marasma europeo) è destinato per sua natura all'instabilità e questa si rovescerà nella nuova assemblea legislativa —altro che governance!

Morale della favola: i dominanti l'hanno sfangata guadagnando tempo prezioso ma la Francia entra con tutti e due i piedi nel pantano.

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