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Per la Resistenza

di Nico Maccentelli 

Sindaci del PD che proibiscono film prodotti in Russia, episodi di russofobia da parte di istituzioni di vario genere, Pina Picerno, PD, vicepresidente del Parlamento Europeo che chiede alla Commissione Europea e al Consiglio dell’Unione Europea di inserire il writer napoletano Jorit nella lista delle persone sottoposte a sanzioni, sono solo alcuni esempi del clima che il nostro, come altri paesi atlantisti, respira in un’escalation ossessiva e fanatica propria delle borghesie nazionaliste (in questo caso europeiste) che si preparano alla guerra.

La propaganda e la censura di guerra sono una realtà, in stretta relazione con l’andamento della guerra in Ucraina, nella realtà dei fatti condotta dalla NATO, ma dove gli apparati militari ucraini, pur riforniti di armi dall’Occidente atlantista e supportati da esperti, mercenari, tecnici e dispositivi altamente tecnologici NATO, non riescono tuttavia a reggere l’impari confronto militare con la Federazione Russa.

Se le ricadute economiche nei paesi europei sanzionatori, che di fatto sono i veri sanzionati, non sono immediatamente associabili alle risorse che a miliardi di Euro sono andate a Kiev, quelle sul terreno della democrazia interna, già duramente minata in questi decenni di “emergenze” d’ogni tipo, si sentono eccome.

Magari non tra popolazione più amorfa e invornita dal chissenefreghismo delle armi mediatiche di distrazione di massa, ma certamente tra chi si pone il problema di dove stiamo andando e ha un minimo di coscienza politica pacifista invece sì.

E se non si capisce che siamo entrati in una nuova fase, quella della guerra diretta, non più per interposte false flag armate e supportante dalle cancellerie NATO e dai servizi di intelligence atlantisti, finirà che alla guerra si andrà senza alcuna vera opposizione politica di massa. Dice Matt Martini sul suo spazio Facebook:

«Ormai l’Italia e l’Europa sono in pieno maccartismo. Mai visto nulla di tutto questo, nemmeno ai tempi della Guerra Fredda. Va sottolineato che questa militarizzazione del Discorso nasce dall’esperienza della gestione mediatica della golpe sanitario 2020-22.»

E ha ragioni da vendere. Quello che gran parte della sinistreria presuntamente antagonista e comunista non ha compreso è che le misure biofasciste pandemiche, gli obblighi vaccinali, il grande ricatto di massa sulla popolazione e l’uso delle tecnologie digitali (che stanno proseguendo con la smart city…) che stanno introducendo, perfezionando quanto fatto in questi ultimi tre anni, sono servite alla preparazione alla guerra imperialista. Ancor prima che la Federazione Russa fosse stata costretta ad avviare l’operazione speciale, il movimento in piazza contro il greenpass e l’obbligo vaccinale gridava “guerra e pandemia, stessa strategia”.

Gestione mediatica del consenso, censura, manipolazione degli eventi, sorveglianza e controllo sulla popolazione, sono i diversi aspetti di una società autoritaria che si prepara alla guerra, ad andare sul terreno e quindi all’uso di armi nucleari tattiche. Non starò a ripetere le dichiarazioni di Macron in merito a questo, il riflesso meno edulcorato di ciò di cui stanno discutendo gli esecutivi imperialisti. Ma la relazione tra dispositivi militari NATO, mezzi di comunicazione di massa con le loro operazioni mass-mediatiche di propaganda e attacco poliziesco di apparati dello stato come addirittura gabinetti dei sindaci, è piuttosto sincronica ed evidente.

E se un movimento pacifista (che non c’è) non basterebbe più, figuriamoci ciò che si rende necessario oggi più che mai: una rete organizzata della Resistenza alla guerra neoliberale e atlantista, in grado di fare controinformazione organizzata, boicottaggio, disobbedienza e sabotaggio sistematici.

E’ evidente che non possiamo lasciare che ci conducano al macello bellico senza fare nulla. E’ evidente che non esiste che ci si svegli una mattina in cui ti arriva la cartolina precetto mentre volano missili nel nostro continente. La sinistra non esiste più, il PD è la forza che maggiormente esprime, più del governo stesso, già fin troppo voltagabbana e servile, la politica guerrafondaia che negli USA vede come principali attori i “democratici”. E la parola “trattativa” è cancellata dal dizionario e dall’agenda politica dell’UE.

Occorre agire con intelligenza, lavorando a unificare le forze finché si è in una situazione di agibilità politica (sempre più ridotta), senza stare a vedere quelle differenze politiche che oggi sono come la lana caprina. Occorre evitare azioni che portino a uno spreco di forze, a bruciare soggetti attivi, ma che si inizia con una sistematica contro-propaganda contro la guerra, che per noi è la guerra della NATO e dei ceti dirigenti che sono vassalli, destra o sinistra che siano, del manovratore supremo: la Casa Bianca, il Pentagono, la CIA: gli apparati etero diretti dall’oligarchia suprematista del capitale finanziario occidentale e delle multinazionali.

Il malcontento esiste e dilaga. Così come il desiderio di capire e approfondire ciò che sta avvenendo. Bene, è questo il nostro terreno. Le risorse umane che hanno in scienza e coscienza la situazione nel suo evolversi devono organizzarsi per trovare sempre più occasioni di propaganda anti-bellica.

Una Resistenza contro la guerra, popolare, organizzata, democratica e civile, è il passaggio obbligato per provare a scongiurare la guerra stessa, ma non solo: per far crescere un’alternativa politica e sociale nel paese che consenta al popolo italiano di conquistare la sovranità che è sempre stata condizionata dai poteri forti esteri e quelli interni collusi (sin dai tempi della DC) e oggi è pressoché inesistente d’innanzi all’imposizione del TINA economico e sociale e al Washington consensus di una banda di criminali guerrafondai e genocidari che hanno come forze politiche al loro stretto comando più le organizzazioni di sinistra, dem, socialdemocratiche, verdi, che gli Orban o le Le Pen.

Non può esservi, per essere più precisi, lotta contro la guerra che non abbia la direzione politica di un’uscita dalla NATO e dall’UE, per un paese sovrano che entri nel campo dei paesi del multipolarismo e di quelli in cui vi sono in atto processi conflittuali di liberazione antimperialista e di decolonizzazione.

Ci daranno (come stanno già facendo a ogni occasione) dei putiniani, dei filo-Hamas, ma occorre capire che oltre la cappa fanatica del neoliberismo atlantista guerrafondaio c’è la maggioranza del pianeta, popoli e paesi, nazioni e coalizioni popolari, che hanno una narrazione ben diversa da quella che ci impongono in Occidente, una visione politica che non ha smarrito la strada del “mai più” uscita dal secondo dopo guerra del secolo scorso e che si pone il problema di una reale e pacifica uguaglianza e reciprocità nelle relazioni tra nazioni.

Comments

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Mara
Saturday, 16 March 2024 17:30
Gli Atlantis ti stanno cercando di boicottare le elezioni in Russia rivolgendosi con la propaganda al popolo russo di non andare a votare e così facendo loro malgrado suggeriscono ad una opinione pubblica europea stanca della situazione bellica favorita dall'occidente, di fare altrettanto per le prossime elezioni europee.
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