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linterferenza

Caro Asor Rosa, sei in grave errore

Fabrizio Marchi

Sono francamente sconcertato da questo articolo di Alberto Asor Rosa pubblicato sul Manifesto di ieri: Contro Renzi serve un nuovo centrosinistra

Qual è in estrema sintesi la sua tesi?

Il M5S sarebbe un movimento tendenzialmente di destra, comunque più vicino alla Lega Nord o al britannico Ukip piuttosto che ai resti della vecchia Sinistra, quindi è un nemico da battere, non solo sul medio e lungo periodo ma sul breve, anzi sul brevissimo, diciamo pure subito, tant’è che il “Nostro” invita a votare i candidati del PD ai ballottaggi di domenica prossima.

Poi però – spiega – c’è un altro nemico da battere che è Renzi, il quale, essendo fondamentalmente un uomo di centrodestra (e questo è senz’altro vero), si oppone ad una alleanza fra il PD e la sinistra (di quale sinistra stia parlando non si capisce dal momento che alla sinistra del PD c’è solo qualche cespuglio privo di ogni consistenza che ormai raccoglie non più del 3/4% dei consensi), e quindi bisogna farlo fuori. Ma per far fuori Renzi, secondo Asor Rosa, è necessario votare i candidati del PD ai ballottaggi di domenica. Ergo, votare per Renzi. E perché? Perché per costruire questa ipotetica nuova” (mi viene da ridere…) alleanza di centrosinistra, è necessario che il PD non crolli, perché chi ne trarrebbe giovamento sarebbero le forze “antisistema”, cioè il M5S e la Lega Nord, e questa prospettiva scemerebbe. E quindi domenica prossima, questo il messaggio, tutti a votare per Renzi per far fuori Renzi!…

Ora, al di là delle facili battute che si potrebbero fare e anche di una certa dose di ilarità che, in tutta sincerità, questa analisi, tutta politicista, non può non produrre, per lo meno nel sottoscritto (Asor Rosa è un uomo di una certa levatura intellettuale e anche di una certa età e quindi gli si deve rispetto…) qualche considerazione deve essere fatta.

Si può nutrire tutto lo scetticismo di questo mondo nei confronti del M5S, ed io personalmente lo nutro, come ho avuto modo di spiegare in questi due articoli http://www.linterferenza.info/attpol/qualche-breve-considerazione-sul-m5s/ e  http://www.linterferenza.info/editoriali/il-garante-unico/ , tuttavia sostenere che quest’ultimo sia in questa fase il nemico pubblico numero uno, mi sembra il risultato di una interpretazione strutturalmente errata. Perché non c’è dubbio che il principale ostacolo da rimuovere, in questa fase contingente, anche ai fini di chi auspica una ipotetica ricostruzione di un altrettanto ipotetico centrosinistra, sia il PD renziano, cioè il partito oggi chiamato a garantire la famosa “governance” tanto cara ai veri padroni del vapore di cui Renzi e soci (di “sinistra” o di “destra”) sono solo i docili servitori. Dopo di che, se continuerà ad esserlo anche in futuro oppure se dalle sue ceneri, laddove dovesse uscire sconfitto sia ai ballottaggi che al referendum di ottobre, o da quelle del centrodestra, dovesse nascere un nuovo “partito della nazione” o una nuova aggregazione politica in grado di garantire quella governance di cui sopra, non è dato al momento saperlo. In linea teorica (ma anche pratica) anche il M5S potrebbe essere fagocitato, assorbito dal sistema. Anzi, è assolutamente possibile, dal momento che non è un movimento di classe, è completamente privo di radici culturali, storiche e ideologiche – oltre ad essere venato di una notevole dose di populismo e di giustizialismo – e quindi per sua stessa natura potrebbe prendere qualsiasi direzione, oppure ancora potrebbe spaccarsi o implodere. Lo verificheremo quando e se si troverà nella condizione di misurarsi con le contraddizioni reali, cioè quando e se andrà al governo del paese (ma già il governo di una città come Roma potrebbe darci delle anticipazioni importanti). Ma è un problema che sarà giusto porsi più avanti, non certo ora dove la priorità è data appunto dalla necessità di rompere o quanto meno incrinare l’attuale equilibrio politico che vede il PD come baricentro. Non penso di esprimere un concetto populista o di destra se dico questo, o no?

Al contrario, con tutta l’umiltà possibile, mi sento di dire che è il punto di vista di Asor Rosa ad essere totalmente sbagliato, dal punto di vista analitico prima ancora che politico. Considerare infatti il PD come il male minore rispetto al M5S, significa non aver compreso la reale natura di quel partito e soprattutto degli interessi che gli stanno alle spalle e che è chiamato a rappresentare, che sono quelli del grande capitale e dei grandi gruppi economici e finanziari che controllano l’UE, che vogliono stravolgere le Costituzioni democratiche, considerate ormai un impaccio, e che dettano l’agenda dei vari governi e degli stati, privi ormai di qualsiasi autonomia politica (la famosa sovranità).

Ora, caro Alberto Asor Rosa, come si può pensare di poter costruire un’alleanza di “sinistra” con una simile forza politica? A meno di non pensare che tutto questo ragionamento, assai contorto a dire il vero, sia in realtà un escamotage, anche questo tutto politicista, per offrire una sponda alla cosiddetta “minoranza dem” (D’Alema mostra sempre più la sua insofferenza ogni giorno che passa…), al fine di rovesciare l’attuale segreteria, mandare a casa Renzi e soci e riprendere in mano le redini del PD. Ma anche in questo caso saremmo di fronte ad una clamoroso errore analitico. Perché è evidente a tutti che il PD non è più da tempo un partito di Sinistra, non è neanche un partito socialdemocratico (magari lo fosse…), ma una forza politica neoconservatrice del tutto omogenea al sistema capitalista dominante di cui ha sposato “ragioni” e ideologia, che ha vissuto un processo di profonda e radicale trasformazione che parte da lontano, ben prima che il guitto fiorentino scalzasse il vecchio gruppo dirigente diessino dalemiano-bersaniano. E’ bene ricordare ad Asor Rosa che a Roma il PD è il primo partito solo ai Parioli e nel centro storico di Roma. Ciò è dovuto soltanto ad errori tattici da parte dei suoi gruppi dirigenti o, come dicevo, ad una profonda mutazione genetica della natura stessa di quel partito? La mia risposta è scontata, per quanto mi riguarda.

Ma non è tutto. Il “centrosinistra” a cui fa riferimento Asor Rosa è un mero frutto della sua fantasia, semplicemente perché la Sinistra, per lo meno quella “storica” e di classe a cui anche lui dovrebbe far riferimento, non esiste più, dal momento che è stata scientemente distrutta, in primis proprio da quel gruppo dirigente occhettiano-dalemiano-veltroniano che ha sciolto il PCI e volutamente dissipato il grande patrimonio storico e sociale che quel partito rappresentava (non ci interessa ora il giudizio sul PCI, sulla sua evoluzione, le sue politiche e i suoi gruppi dirigenti antecedenti alla svolta, bensì ciò che ha storicamente e anche simbolicamente rappresentato, insieme anche al vecchio PSI prima del “nuovo corso craxiano”).

Alla luce di tutto ciò, è evidente che la crisi della Sinistra ha radici ben più profonde, e che riguardano innanzitutto l’inadeguatezza e l’incapacità di leggere le profonde trasformazioni della società “tecno-capitalista” avvenute negli ultimi quarant’anni. E’ quindi altrettanto evidente che un nuovo soggetto politico in grado di sviluppare una critica radicale all’attuale dominio capitalistico e di costruire, gramscianamente  parlando,  un grande blocco sociale (cosa che in questa fase ha fatto il M5S, ma ovviamente in un’ ottica interclassista e interna al sistema, non certo al fine di una sua critica strutturale) capace di esercitare una qualche egemonia, non potrà che nascere all’interno delle contraddizioni reali (e della capacità di interpretarle e di offrire una risposta politica e programmatica adeguata), non certo sulla base di ipotesi politiciste, come quelle che Asor Rosa auspica e, in fondo, come quelle che sono state tentate per lo meno negli ultimi dieci o quindici anni dai vari carrozzoni (o carrozzini…) elettorali che sono stati assemblati di volta in volta mettendo insieme questo e quel cespuglio.

L’analisi di Asor Rosa è, dunque, del tutto sballata, sotto ogni punto di vista. Meraviglia che un “grande vecchio” della Sinistra storica come lui – così come l’altro “grande vecchio, Mario Tronti, che addirittura è senatore del PD (ma tuttora capace di altissime riflessioni filosofico-politiche, anche se in totale e palese contraddizione con la sua collocazione politica, come ho avuto già modo di spiegare http://www.linterferenza.info/editoriali/la-sostenibile-e-schizofrenica-scissione-di-mario-tronti/) – sia, dal mio punto di vista, così “fuori fase”.  Non attribuisco tutto ciò alla non loro più giovane età, come alcuni maldestramente sostengono, ma ad un vizio di origine dal quale, evidentemente, non riescono a liberarsi. Ma proprio quest’ultimo sarà l’oggetto di una successiva e specifica riflessione.

Comments

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mirco
Tuesday, 21 June 2016 22:54
Marchi,
io sono sconcertato dal fatto che tu sia sconcertato. Asor Rosa sono più di 40 anni che prende dei drittoni paurosi, come del resto Tronti, sempre provocati dalla fascinazione per i centro-sinistri di tutte le epoche e di tutti i paesi, e per i compromessi storici di più vario genere. Stiamo parlando del teorico delle "due società" e di quello dell'"autonomia del politico", due elaborazioni che non a caso li hanno portati dove sono ora, in uno stato di senile, irenica alienazione, quindi mi sconcerta il fatto che alcuni continuino a concedere spazi a certe "visioni"...
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