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mondorosso

Il pensiero di Xi Jinping come marxismo del Ventunesimo secolo

di Daniele Burgio, Massimo Leoni e Roberto Sidoli

xi jinping cina scaledB. Brecht: il comunismo “è la semplicità che è difficile a farsi”.

V. I. Lenin: “l’esito della lotta” (tra comunismo e imperialismo) “dipende in ultima analisi dal fatto che la Russia, l’India, la Cina costituiscono l’enorme maggioranza della popolazione” (mondiale).[1]

He Yiting: “finché il socialismo cinese non cadrà, il socialismo del mondo starà sempre in piedi. Oggi, il grande successo ottenuto dal socialismo con caratteristiche cinesi ha permesso di scrivere il capitolo più splendido dei 500 anni di socialismo mondiale”.[2]

 

Il pensiero di Xi Jinping come marxismo del Ventunesimo secolo

Dopo la celebrazione da parte di Xi Jinping del bicentenario della nascita di Marx un importante dirigente del partito comunista cinese, il compagno Wang Huning, aveva affermato nel maggio del 2018 che il pensiero di Xi Jinping sul socialismo con caratteristiche cinesi per una nuova era ha “arricchito e sviluppato il marxismo con una serie di importanti visioni e pensieri originali e strategici”, ed è il “marxismo nella Cina contemporanea e del Ventunesimo secolo”.[3]

Nel giugno del 2020 l’importante rivista teorica Tempi di studio pubblicò un articolo del vicepresidente della prestigiosa Scuola centrale del partito comunista cinese, He Yiting, nel quale si affermò nuovamente che il pensiero di Xi Jinping equivaleva al “marxismo per il Ventunesimo secolo”.

Circa un mese dopo, a sua volta, il ministro degli esteri cinese Wang Yi dichiarò apertamente che “grandi epoche producono grandi idee”, e che proprio “il pensiero di Xi Jinping sulla diplomazia” ha “applicato i principi di base del marxismo alla pratica della diplomazia con caratteristiche cinesi di una grande nazione, sviluppando una serie di pensieri e opinioni creative”. Queste ultime “hanno arricchito e spinto avanti le teorie marxiste sulle relazioni internazionali, così realizzando un salto di qualità storico nell’adattare il marxismo al contesto cinese nell’arena diplomatica”; in seguito, l’11 novembre del 2021, un comunicato ufficiale della sesta sessione plenaria del 19° Comitato centrale del partito comunista cinese ribadì, davanti al mondo intero, che il pensiero di Xi Jinping sul socialismo con caratteristiche cinesi per una nuova era costituisce “il marxismo della Cina contemporanea e del 21° secolo”.[4]

Un anno dopo, al termine del suo ventesimo congresso, l’organizzazione a capo del gigantesco paese asiatico ha prodotto un rilevante emendamento all’importante Costituzione del partito comunista cinese, modifica approvata alla fine di ottobre del 2022 e che ha previsto che “il pensiero di Xi Jinping sul socialismo con caratteristiche cinesi per una nuova era” è “il marxismo della Cina contemporanea e del Ventunesimo secolo”, oltre a “incarnare la migliore cultura ed etica cinese di questa epoca”.

Il partito comunista cinese si è rivelato un’organizzazione che ha ormai accumulato un’esperienza secolare rappresentando il più potente partito politico del mondo con più di 95 milioni di iscritti, di cui quasi il 30% sono donne, oltre che una collettività umana collocata a capo della nazione dotata del maggior prodotto interno lordo mondiale a parità di potere d’acquisto, secondo i dati forniti dalla stessa Cia di Langley a partire almeno dal 2017: all’inizio di novembre del 2021 questo partito ha parlato con forza e lucidità sia alla Cina che all’intero pianeta, tra l’altro presentando una rilevante novità di matrice politica e teoretica riguardo al nuovo livello del “marxismo del Ventunesimo secolo”.[5]

Tale precisa definizione, di grande rilevanza sia in campo politico che teorico, risulta valida e corretta perché il xiginpingsmo, ossia il pensiero di Xi Jinping, rappresenta la realtà del marxismo nell’epoca dello spostamento del centro di gravità politico-economico dal mondo occidentale all’Asia, nell’era dell’egemonia del capitale fittizio (derivati, futures, opzioni, ecc.) all’interno del capitalismo di stato contemporaneo e, soprattutto, della nuova e gigantesca rivoluzione tecnoscientifica con il derivato processo di creazione, durante i prossimi decenni, della base produttiva necessaria per la costruzione del comunismo sviluppato, con la sua splendida regola aurea del “a ciascuno secondo i suoi bisogni”.[6]

In sintesi si tratta del marxismo 2.0 dell’automazione generalizzata, ivi compresi servizi e trasporti, dell’economia digitale, del metaverso, della realtà aumentata e dell’editing genetico delle piante contro le malattie, delle telecomunicazioni satellitari e dell’esplorazione spaziale; di un marxismo che risulta quindi di nuovo all’avanguardia del progresso sociopolitico durante tempi storici in vorticosa accelerazione, costituendo il vettore principale sul piano ideologico-culturale e il livello superiore, di matrice prometeico-umanista, per pensare e utilizzare la tecnoscienza durante i prossimi decenni.[7]

Il pensiero di Xi Jinping rappresenta infatti il marxismo nella stagione di una gigantesca rivoluzione tecnoscientifica che sta portando all’umanità, con la decisiva presenza cinese, l’intelligenza artificiale, l’inesauribile fusione nucleare e i computer quantistici, le vetture elettriche e le nanotecnologie, la biologia sintetica e l’ingegneria genetica, le tecnologie del 5G e del 6G, assieme alla crescita esponenziale delle energie rinnovabili.[8]

Stiamo per analizzare il marxismo nella nuova era dell’economia digitale, come anche della moneta digitale di stato: nel caso specifico lo e-yuan, già utilizzato all’inizio del 2022 da circa duecento milioni di cinesi e impiegato durante i giochi olimpici invernali di Pechino.[9]

Se già Marx, nel primo paragrafo del Capitale, aveva chiarito che la “forza produttiva del lavoro” dipende sempre dall’unione dialettica di una serie di fattori tra i quali spiccava, già nel 1867, il “grado di sviluppo e di applicabilità tecnologica della scienza”, almeno da alcuni decenni la combinazione tecnologico-scientifica nel processo produttivo globale ha assunto un primato indiscutibile, in base al quale i saperi e le capacità cognitivo-scientifiche contenute direttamente nel sistema delle macchine, ossia il marxiano general intellect, crescono continuamente e in modo esponenziale; provocando tra l’altro anche l’aumento vertiginoso della sostituzione di lavoro vivo da parte dei processi di automazione, come ad esempio la guida autonoma di bus, automobili e camion.[10]

Inoltre il xiginpingsmo si sviluppa durante l’era della nuova centralità dell’Asia: continente nel quale attualmente vivono circa due terzi della popolazione mondiale, che conta e pesa per la metà del prodotto interno lordo globale (a parità di potere d’acquisto) e in cui risiede “l’arco” principale delle risorse mondiali di idrocarburi, il quale parte dalla zona meridionale della penisola arabica per risalire all’Iran/Iraq e al Mar Caspio, attraversando l’Asia centrale e giungendo infine alla sezione orientale della Siberia.[11]

Pertanto il pensiero di Xi Jinping esprime una complessa trama di coordinate teoriche, ideali e organizzative strettamente interconnesse tra loro, creando un nuovo orizzonte allo stesso tempo ben radicato nel presente, cinese e mondiale, ma simultaneamente una visione capace di trascenderlo attraverso una prospettiva pluridecennale; quadro generale dotato di una forte carica ideale ma, allo stesso tempo, ben conscio che le idee e i sogni ambiziosi non si affermano senza un’organizzazione e in assenza di un partito, per dirla con Gramsci, in grado di elaborare dirigenti capaci e che “seleziona, sviluppa, moltiplica i dirigenti necessari perché un gruppo sociale definito si articoli e, da caos tumultuoso, diventi esercito politico organicamente predisposto”.[12]

Nel 2009 il filosofo inglese Mark Fisher, nel suo libro Realismo Capitalista, si chiedeva con tono pessimista se davvero esistesse un’alternativa globale al capitalismo: la risposta è che la si sta costruendo sul piano umano, organizzativo e produttivo, seppure tra contraddizioni, limiti ed errori, nella Cina contemporanea e anche nella sfera ideale, culturale e simbolica.

Affrontiamo, in modo particolarmente sintetico, i principali cardini e soprattutto le novità introdotte dal pensiero di Xi Jinping in una serie di ambiti.

 

Comunismo e socialismo

In tale settore teorico gli assi più rilevanti dello xiginpingsmo risultano essere:

  • il socialismo (“a ciascuno secondo il suo lavoro”) inteso come un difficile, ma attuabile processo di lunga durata nella creazione di “una società prospera” in Cina;
  • la simultanea tesi, esposta anche il 5 maggio 2018, della realizzabile concretezza anche del passaggio “dal regno della necessità al regno della libertà”, e cioè al comunismo sviluppato. Ancora all’inizio del luglio 2021 Xi Jinping ribadì che il marxismo esprime la convinzione che “la società umana muove inesorabilmente verso il comunismo”, ma essa “deve completare certe fasi storiche lungo la via”, durante “una via” e “un movimento reale che abolisce lo stato di cose presenti” (Marx): non certo in qualità di abominevole e distruttiva bomba atomica, ma viceversa creando le premesse e alcuni elementi, già nel tempo presente, della realizzabile e attuabile “sublime bellezza del futuro comunista”;[13]
  • l’importanza decisiva assunta dalla nuova rivoluzione tecnoscientifica in corso, a partire dall’intelligenza artificiale, robotica e biogenetica, anche e proprio per il successo del socialismo/comunismo;[14]
  • la strategia prometeica e a lungo termine della “crescita ininterrotta e pacifica” della Cina per i prossimi decenni, sia a livello interno che internazionale, che coniuga dialetticamente l’integrazione di Pechino nel processo della globalizzazione assieme a un’altra dinamica produttiva, diretta strettamente dalla sfera politica, finalizzata ad acquisire sia l’autosufficienza nei settori più importanti dell’alta tecnologia entro il 2025-2030 sia il primato mondiale in campo tecnoscientifico: ivi compresa la spedizione attorno al 2030 di astronauti cinesi sulla Luna e l’introduzione nello stesso periodo della tecnologia 6G, mentre invece nel mondo occidentale anche quella 5G rimane per il momento un lusso per pochi eletti.[15]

Siamo pertanto immersi in un orizzonte alternativo e giustamente opposto a quello previsto dal “comunismo rozzo”, viceversa contraddistinto da penuria e ascetismo universale e quindi respinto giustamente a più riprese da Marx ed Engels, dal 1843 in avanti: descriviamo quindi una prospettiva demolitoria rispetto a quella teoria della decrescita delle forze produttive e dei mezzi di consumo proposta da Amadeo Bordiga ancora nel 1952, e tra l’altro in un’Italia con strati popolari ancora affamati, specialmente nella zona meridionale del paese.[16]

Tutt’altra musica nella Cina contemporanea, per fortuna.

“Pioggia passata folate di vento marino

Uccelli che si spargono nel cielo

Notte di luce fredda quiete

Luce del sole

S’infila nel cielo di adesso

Pensieri di fredda quiete

Dal nord vento selvaggio

Mentre io scopro un Mondo Nuovo”.[17]

Nel 2017 la poetessa-fanciulla Xiao Bing, frutto estroso dell’intelligenza artificiale in Cina, ha pubblicato un suo primo volume di poesie da cui sono tratti i versi che precedono queste righe: non risulta quindi casuale come fin dal 2018, aprendo un grande parco sci-tech, Xi Jinping abbia indicato come proprio l’intelligenza artificiale fosse diventata ormai decisiva per il benessere e il futuro del Paese;[18]

  • nel pensiero di Xi Jinping è emersa inoltre la categoria di “partito a pianificazione secolare”, visto che principalmente attraverso la progettualità e la pratica di Xi Jinping il partito comunista cinese ormai da tempo “prevede di realizzare il rinnovamento nazionale attraverso un duplice obiettivo, noto come i “due centenari”: in primo luogo “la modernizzazione socialista dovrebbe essere fondamentalmente realizzata entro il 2035, e in secondo luogo la Cina dovrebbe tramutarsi in un grande paese socialista che sia prospero, forte, democratico, culturalmente avanzato, armonioso e bello entro la metà del XXI secolo, in corrispondenza del centenario della Repubblica Popolare Cinese”.[19]

In questo schema generale di riferimento risulta dunque quasi scontato come, ancora nel gennaio del 2022, Xi Jinping abbia risottolineato che bisogna pianificare il futuro prendendo in considerazione il quadro generale della strategia, per la grande rinascita della “nazione cinese e i profondi cambiamenti mai visti da un secolo”: “profondi cambiamenti mai visti” nei quali rientra a pieno titolo anche l’economia digitale, da cui prese spunto il leader del partito comunista cinese per tale processo di sintesi teoretica.[20]

La lucida anticipazione delle tendenze-controtendenze di lungo periodo assieme all’appassionato slancio prometeico e alla profonda attrazione dimostrata da Marx per le nuove scoperte tecnoscientifiche, costituiscono purtroppo delle tematiche quasi esoteriche nelle metropoli imperialiste perché spesso sono state poco valorizzate anche dai seguaci occidentali di Marx: e tutto ciò mentre quest’ultimo, genio multilaterale insuperabile nelle scienze umane, riuscì a produrre alcune incursioni e studi interessanti persino nelle scienze naturali con i suoi Manoscritti matematici sul calcolo differenziale.[21]

 

Principi, forza motrice e contraddizioni del socialismo

Come tratti principali di questa parte di analisi da parte cinese:

  • si rivendica la centralità e il primato incontestabile dei bisogni materiali e culturali delle masse popolari durante il processo di costruzione del socialismo, prima e ancora immatura fase di sviluppo della società comunista, al fine di assicurare la loro prosperità. Non a caso Xi Jinping sottolineò, nel settembre del 2014, che “per un partito politico o un potere politico, il suo futuro e il destino dipendono in ultima analisi dalla volontà del popolo”, affermando in altra sede che “lo sviluppo per il popolo è la posizione fondamentale dell’economia politica marxista”, oltre a ribadire la validità di un proverbio cinese secondo cui “la gestione di un Paese deve essere incentrata sul beneficio della gente comune”.

Xi altresì scrisse “pertanto noi dobbiamo sostenere il principio del Partito Comunista Cinese di fare affidamento su e servire il popolo, preservare i nostri stretti legami con il popolo, sottoporci prontamente alle critiche e alla supervisione del pubblico, rimanere consapevoli delle difficoltà che la gente comune deve affrontare e cercare costantemente i mezzi per portare prosperità al popolo, in modo da garantire che il nostro Partito goda sempre della fiducia e del sostegno del popolo, e per garantire che la nostra causa abbia un’inesauribile fonte di forza per portarla avanti”;[22]

  • un altro asse del xiginpingsmo risiede nell’aver individuato le contraddizioni fondamentali del socialismo, descrivendo la lotta costante tra l’alto livello dello sviluppo dei bisogni materiali-culturali del popolo e il relativamente basso grado di progresso raggiunto attualmente delle forze produttive sociali, oltre che il mancato pieno utilizzo delle potenzialità già insite in queste ultime: la contraddizione, quindi, tra uno “sbilanciato e inadeguato sviluppo e i sempre crescenti bisogni del popolo per una migliore vita”;[23]
  • pertanto nel pensiero di Xi Jinping emerge la “trappola contro Anteo”, intesa come pericolo latente di un distacco dei marxisti dalle masse popolari, separazione che in passato è stata letale per molti partiti comunisti a partire da quello sovietico;
  • se il genere umano viene correttamente inteso come “comunità dal futuro condiviso”, si espongono altresì la teoria e praxis della combinazione dialettica tra una nuova globalizzazione, di matrice cooperativa, e la sovranità nazionale di ciascuna nazione attraverso un processo di creazione di infrastrutture su scala planetaria, Vie della Seta da diffondere in tutto il globo e alleanze paritarie tra Stati, come quelle euroasiatiche coinvolte nel patto di Shanghai e nel recente trattato commerciale RCEP;[24]
  • ha assunto un particolare rilievo nel pensiero di Xi Jinping la costruzione progressiva di una civiltà ecologica di matrice comunista, basata sul raggiungimento degli obiettivi dell’armonia e una “comunità di vita” tra uomo e natura, oltre che sulla governance e pianificazione globale rispetto alle contraddizioni ancora in via di acutizzazione tra genere umano e biosfera terrestre.[25]

Dal 2005 e con la teoria delle due montagne (“acque limpide e montagne lussureggianti”) il xiginpingsmo ha via via enucleato alcune categorie teoriche stimolanti quali il valore incalcolabile delle risorse naturali, la produttività economica oltre che umana dell’ambiente, la creazione di un processo di sviluppo sostenibile attraverso la lotta agli sprechi e un’economia verde, ossia del riciclo e della riforestazione, sempre più diffusa: inoltre ha alimentato un saggio e sensato rispetto per la comunità biotica e per la catena dialettica universale nella quale, come spiegò Xi, “gli umani hanno bisogno dei campi per il cibo, i campi hanno bisogno dei fiumi, i fiumi delle montagne, le montagne del suolo, e il suolo di foreste e terre fertili”;[26]

  • vengono inoltre identificate due importanti specificità culturali della Cina, visto che quest’ultima non solo ha saputo riprodurre senza soluzione di continuità una grande e multiforme civiltà che ormai dura da più di cinque millenni, in via di espansione soprattutto ai nostri giorni, ma che simultaneamente essa ha generato un patrimonio di conoscenze intellettuali con due particolari proprietà emergenti. La Cina è stata infatti in grado sia di creare culture a diffusione planetaria, come quella confuciana e taoista, che di sinizzare e assimilare via via e in tempi diversi al suo interno due fenomeni ideologici molto importanti, anche se assai diversi tra loro, come il buddismo e il marxismo, viceversa in larga parte abbandonati nelle loro aree geoculturali di origine, almeno prima dell’intervento cinese operato a loro favore;[27]
  • la nuova categoria del “potere culturale di matrice socialista” si collega alle considerazioni sopra riportate fondandosi, fin dalla sua prima esposizione nel 2013, sull’unità dialettica tra un’“etica marxista e socialista” e la valorizzazione dell’eccellenza della cultura cinese, con il suo “unico charme” (Xi Jinping): da tale snodo teorico proviene poi la suddivisione tra cultura materiale ed eredità culturale immateriale, entrambe formate dai risultati ottenuti via via dal popolo cinese nel campo dell’architettura e della poesia e della letteratura, oltre che in “arti minori” quali della gastronomia, gioielleria, abbigliamento ecc., partendo da più di cinquemila anni or sono per arrivare al nuovo salto di qualità dell’inizio del terzo millennio;[28]
  • un altro merito della nuova fase cinese di sviluppo del marxismo creativo risiede nell’aver individuato e messo in risalto sul piano teorico, oltre che a livello pratico attraverso le Vie della Seta, la nuova centralità ormai assunta dalle infrastrutture sia a livello nazionale che internazionale: solo la connettività infrastrutturale, ossia solamente complessi e grandiosi network infrastrutturali quali il sistema di telecomunicazioni, le reti elettriche e il cablaggio di internet, le ferrovie e le autostrade, i porti e gli aeroporti consentono un rapido, massiccio e crescente processo di trasferimento su scala globale di persone, idee, tecnologia, mezzi di produzione e servizi, all’interno dei diversi Stati e tra le diverse aree geopolitiche del mondo;[29]
  • va altresì segnalata la teoria delle “cinque civilizzazioni” che vengono simultaneamente promosse dal socialismo con caratteristiche cinesi, di ordine materiale, politico, spirituale, sociale ed ecologico;[30]
  • – è emerso altresì il concetto teorico, accompagnato e seguito da un’intensa praxis collettiva, dello “Stato socialista di diritto” con caratteristiche cinesi: astrazione giuridica e categoria articolata in diversi segmenti di studio-attività e alla cui elaborazione avevano partecipato parzialmente e in passato anche comunisti occidentali rispetto alla costruzione del diritto civile del gigantesco paese asiatico; [31]
  • attraverso una piena autocoscienza del potenziale liberatorio insito nella tecnoscienza, magico potere (ovviamente con possibili utilizzi di tipo diverso) individuato ed enucleato da Marx fin dal 1844-56, oltre che della forza derivante da uno splendido processo di sviluppo culturale che dura da più di cinquemila anni, è in corso la costruzione di un originale umanesimo di matrice marxista. Quest’ultimo rifiuta le teorizzazioni occidentali che negano alla radice il valore dell’individualità umana, creando invece fantasmi ideologici e feticci culturali attraverso i quali scienza, tecnologia e rapporti sociali di produzione, distribuzione e potere venivano e vengono tuttora dipinti falsamente come indipendenti e staccati rispetto agli esseri umani e alla loro pratica, ivi compresi l’azione dei partiti politici e dei loro nuclei dirigenti; si mette in risalto invece il rapporto dialettico tra il collettivo umano (lato prioritario) e l’individuo, lato secondario dell’interrelazione in oggetto, oltre alla capacità dell’uomo di autotrasformarsi sia con la pratica sociale che attraverso la costante autoriflessione su tale praxis.

Marx, certo, ma anche Liu Shaoqi, autore di una celebre opera del 1939 imperniata sugli sforzi interiori e sui processi mentali necessari per “diventare un buon comunista”, assieme alla diretta e fondamentale partecipazione alla lotta politico-sociale.[32]

 

Politica internazionale

Sul piano delle coordinate generali dei rapporti interstatali l’analisi elaborata da Xi Jinping, assieme agli altri teorici del partito comunista cinese, ammette innanzitutto che i rapporti di forza su scala globale risultano per il momento ancora sfavorevoli al socialismo rispetto al capitalismo mondiale.[33]

  • Anche in base a tale innegabile dato di fatto, il processo di indagine elaborato da Xi Jinping e dal partito comunista cinese trova il suo perno centrale nella lotta costante e attualmente in corso su scala planetaria tra la tendenza generale alla cooperazione “win-win” e al pacifico multilateralismo, basato sulla sovranità comune a tutte le nazioni, e la controtendenza globale contraddistinta invece dall’egemonismo con il suo tipico “unilateralismo, protezionismo ed estremo egoismo”, perseguito attraverso “ricatti, blocchi ed estrema coercizione di tipo bellico” (Xi Jinping).

In un suo lucido discorso, pronunciato nell’ottobre 2020, il presidente cinese ha condensato il suo pensiero sulla contraddittoria weltpolitik attuale affermando che “il mondo appartiene a tutti. Dobbiamo accelerare la realizzazione della Difesa nazionale e modernizzazione militare, con forze armate di livello mondiale”, ha detto Xi. Nel lungo discorso, pieno di patriottismo e aneddoti eroici da parte delle forze cinesi, il presidente ha poi ricordato che “le difficoltà che il mondo incontra richiedono che tutti i Paesi uniscano le forze. Lo sviluppo pacifico e la cooperazione win-win sono l’unica via da seguire”. Secondo Xi, invece, nel mondo di oggi “unilateralismo, protezionismo ed estremo egoismo di ogni tipo porteranno il mondo soltanto in un vicolo cieco. E i ricatti, i blocchi o la estrema coercizione non funzioneranno”. In più, ha aggiunto, “agire per conto proprio e servire solo i propri interessi non funzionerà. L’egemonia e il bullismo sugli altri non funzioneranno, e porteranno il mondo a niente altro che in un vicolo cieco”.

Ma in ogni caso la Cina mantiene “una politica militare di difesa e l’esercito cinese è una forza per salvaguardare la pace mondiale. La Cina non cercherà mai egemonia o espansionismo: siamo fermamente contro l’egemonia e la politica di potenza. Non accetteremo mai attacchi alla nostra sovranità o ai nostri interessi di sicurezza e sviluppo”;[34]

  • da tale visione generale discende il “triangolo splendente” costituito dalla connessione tra pace, cooperazione win-win e rifiuto della ricerca dell’egemonia nei confronti di qualunque Paese, per quanto esso possa essere relativamente debole: si propone una geometria internazionale non euclidea, ossia non fondata sulla solita e orrida coppia con al suo interno il dominante e il dominato;[35]
  • la prima stella polare della politica estera e della diplomazia cinese dell’ultimo decennio consiste infatti nel nuovo concetto teorico – e nella derivata praxis politica e sociale – dell’umanità intesa come una “comunità con un futuro condiviso”, che assorbe al suo interno anche la politica di pace cinese e i tradizionali cinque principi della coesistenza pacifica, esposti da Pechino fin dal giugno 1954 e durante l’epoca maoista;[36]
  • secondo architrave, la “cooperazione win-win”: reciprocamente vantaggiosa per tutti gli stati interessati e basata sul mutuo rispetto della sovranità, ossia cooperazione capace di “trascendere le teorie tradizionali di relazioni internazionali” (Wang Yi) basate sulla spietata regola del “gioco a somma zero”;[37]
  • non siamo certo in presenza di pacifismo imbelle, sprovveduto e autodistruttivo visto che sempre sul piano interstatale lo xiginpingsmo, assieme al consolidamento dello schema generale di una globalizzazione inclusiva e rispettosa della sovranità, ha elaborato almeno in parte la teoria della “difesa nella nuova era” rispetto alle minacce denunciate da Xi Jinping anche il 1° luglio 2021: intimidazioni tra l’altro lanciate senza sosta contro la Cina in seguito alla nuova guerra fredda scatenata dall’imperialismo statunitense contro Pechino a partire dal 2012, sotto molteplici aspetti ivi inclusi quelli ideologici e mediatici.[38]

Tra i principali elementi materiali costruiti via via dalla Cina per questo particolare “contropotere rosso”, proiettato nell’arena interstatale, si trovano l’egemonia di Pechino rispetto al settore strategico delle terre rare e dei magneti per auto elettriche e turbine eoliche; la totale autogestione cinese dei propri big data, assieme all’indipendenza delle reti interne cinesi dal sistema e dai protocolli di routing dominati dagli USA; l’assenza delle americanissime aziende Google-Facebook-Twitter dal mercato cinese, con la loro sostituzione da parte delle aziende autoctone del gigantesco paese asiatico; la creazione di uno yuan digitale autonomo ai circuiti occidentali; la costituzione progressiva, assieme a Mosca, di “infrastrutture finanziarie indipendenti per servire le operazioni commerciali tra Russia e Cina”, in alternativa all’attuale sistema Swift dominato da “paesi terzi” (si legga Stati Uniti), come annunciato dai media russi il 19 dicembre 2021; banche d’investimento per il Sud del pianeta (l’AIIB, ma non solo) in concorrenza oggettiva e benefica con il Fondo Mondiale, oltre alla messa in orbita di una stazione spaziale cinese autonoma e al processo di accumulazione di una massa critica di missili intercontinentali, ivi compresi i formidabili vettori ipersonici testati di recente e con successo a Pechino;[39]

  • gli schemi teorici di Xi Jinping prevedono, sempre rispetto al campo internazionale, tre grandi sfere di cooperazione a partire dal livello superiore, rappresentato dalla collaborazione politico-economico di tipo fraterno tra Paesi socialisti, come ad esempio quella via via formatasi nell’ultimo trentennio tra Cina e Cuba.[40]

La seconda tipologia prevista per la collaborazione su scala interstatale risulta invece quella di tipo strategico e geopolitico, intessuta con nazioni non appartenenti al campo socialista ma comunque impegnate con Pechino nella comune lotta all’egemonismo occidentale, come nei casi di Russia e Iran; infine emerge la cooperazione win-win, fondata questa volta su base prevalentemente economica e priva di dirette ricadute politiche, come quella che si è riprodotta globalmente dal 1989 a oggi tra la Cina e quasi tutto il continente africano, l’America Latina e il mondo arabo, come è stato mostrato anche dalla donazione dei vaccini contro il covid da parte di Pechino.[41]

Gli attuali dirigenti cinesi sono molto realisti e dunque conoscono bene le nubi oscure e le “controcorrenti” (Xi Jinping) del mondo attuale, oltre a essere da sempre ben informati sulla teoria-praxis della “diplomazia coercitiva” made in USA: categoria politica introdotta nel 1971 dal ricercatore statunitense Alexander George, secondo la quale gli USA obbligano gli altri Paesi ad accettare le loro richieste attraverso la minaccia militare e l’isolamento politico, le sanzioni economiche e il blocco tecnologico-commerciale.[42]

Su questa tematica Xi Jinping ha inoltre sottolineato a più riprese come il separatismo anti-comunista all’interno della Cina costituisca uno dei principali cavalli di Troia utilizzati via via in Tibet, Xinjiang, Hong Kong e Taiwan dall’imperialismo occidentale, tra l’altro con il sostegno di larga parte della sinistra delle metropoli imperialistiche, al fine di cercare di distruggere simultaneamente sia l’unità geopolitica del paese asiatico che l’egemonia politico-sociale del partito comunista cinese.[43]

In ogni caso Xi Jinping, in una dichiarazione congiunta del febbraio 2022 con il presidente russo Vladimir Putin, ha stabilito che nell’arena internazionale “è emersa una tendenza verso la redistribuzione del potere nel mondo”, dopo la breve parentesi unipolare-USA del 1991-2000, oltre a riaffermare “che le nuove relazioni interstatali tra Cina e Russia sono superiori a un’alleanza politica e militare dell’era della Guerra Fredda. L’amicizia tra i due stati” (Cina e Russia) “non ha limiti”.[44]

I tempi nuovi sono ormai alle porte, quindi.

 

Sfera ideologica e culturale

In tale settore emergono:

  • una concezione del mondo di natura dialettica e materialista, purtroppo abbandonata da ampie sezioni della sinistra occidentale, ivi comprese quelle che si autodefiniscono antagoniste, mentre per i comunisti cinesi “lo sviluppo del mondo avviene sempre attraverso un moto contraddittorio” (Xi Jinping, 17 gennaio 2022), tra crisi e continui test di verifica a carico del genere umano: un mondo in cui, soprattutto, le tendenze di sviluppo coesistono conflittualmente con controtendenze opposte e con “correnti contrarie” più o meno potenti, in un conflitto continuo che deve spingere a considerare il processo storico “da un punto di vista a lungo termine” (Xi Jinping) ma, simultaneamente, “comprendendo il cambiamento in ogni piccolo dettaglio”.[45]

Vedere il mondo in un granello di sabbia, avrebbe potuto chiosare il grande poeta William Blake;

  • lo schema analitico avente per oggetto la coesistenza dialettica ininterrotta tra passato, presente e futuro, tipico e proprio dell’attuale sfera politica cinese. Il “Sogno Cinese” delineato dal 2013 da Xi Jinping trova infatti le sue profonde radici nel passato, ma acquisisce vitalità nel presente e simultaneamente si lancia già adesso verso il futuro: come ha del resto sottolineato a gennaio 2022 Xie Maosong, autorevole esponente dell’istituto cinese Taihe, se un partito al potere “è legittimo e credibile non deve essere giudicato da ciò che dice o promette, ma dai risultati effettivi e dai risultati delle sue pratiche politiche. Vale a dire, la storia punta al futuro. La storia è un processo continuo, in cui i risultati passati funzionano” (nel tempo attuale) “come un vincolo che incentiva” (ora, adesso ma proiettandolo in avanti) “lo sviluppo futuro”;[46]
  • legata alla parziale e contraddittoria interconnessione tra passato, presente e futuro è venuta alla luce anche la teoria e la praxis delle periodiche riunioni collettive di studio critico e autocritico delle azioni passate, organizzate proprio a partire dal centro di gravità e dal più alto livello di direzione politica, ossia l’Ufficio Politico del partito comunista cinese: tale dinamica si è ripetuta carsicamente dal dicembre del 2017 e fino all’ultima sessione di riflessione e autocritica, tenutasi il 28 dicembre 2021 riguardo alla tematica della fiducia storica e dello spirito di lotta.[47]

Tra l’altro all’inizio del 2022 Xi Jinping partecipò come relatore a una nuova seduta di studio, questa volta presso la Scuola nazionale di Partito, al fine di affrontare con una serie di alti quadri politici cinesi “lo studio, l’educazione e la promozione” (nel presente e nel futuro) “della storia del partito comunista cinese”;[48]

  • la tesi della prevalente continuità del processo storico della rivoluzione e del comunismo cinese, a partire da luglio del 1921 per arrivare ai nostri giorni.

La risoluzione adottata al sesto plenum del Comitato Centrale del partito comunista cinese ha infatti evidenziato nel novembre del 2021 il continuo processo di sinizzazione del marxismo, avviato sia a livello teorico che pratico fin quasi dalle lontane origini del partito dal 1921. In tale dinamica, politica e teorica, si ritrova il principale filo rosso del processo storico di produzione del particolare socialismo cinese che, scaturendo dalle prime “basi rosse” e maoiste del 1928-1933, è arrivato mano a mano ai nostri giorni, in una dinamica secolare segnata ovviamente anche da gravi errori e deviazioni, ma dal cui insieme trae nutrimento “la visione e la lungimiranza del Partito che si concentra sulla sintesi e sull’applicazione dell’esperienza storica, si basa sul presente e guarda al futuro”;[49]

  • è venuto alla luce di recente lo schema teorico della prosperità condivisa (Gongtong Fuyu), da attuarsi attraverso una concreta politica economica finalizzata al processo di progressiva ridistribuzione della ricchezza della nazione, ivi compresa quella di matrice intellettuale e culturale, in una dinamica da implementarsi fino al 2050;[50]
  • è stato altresì presentato senza sosta il “sogno cinese” del grande ringiovanimento della nazione, dopo l’epoca tragica del colonialismo occidentale in terra cinese negli anni compresi tra il 1839 e il 1948;
  • Xi Jinping ha iniziato inoltre a chiarire la natura della dialettica politica tra realtà e desideri umani ribadendo da un lato, ancora in un discorso del 2015, che “la cosa più importante è che noi” (ossia i comunisti cinesi) “procediamo sempre dalla realtà oggettiva più che dal desiderio soggettivo”, ma dall’altro lato il leader comunista cinese aveva rilanciato contemporaneamente l’importanza di una visione realistica e “a occhi aperti” come il “sogno cinese” che induce ciascuno a “lavorare coscienziosamente per attuare il suo sogno”, come avevano rilevato in precedenza Pisarev e Lenin;[51]
  • il marxismo viene correttamente inteso da Xi Jinping come un continuo e ormai plurisecolare processo di autoapprendimento che, contro ogni sterile dogmatismo e qualunque tendenza a ripetere ad oltranza vecchie formule stereotipate, si è via via espanso e arricchito partendo da Marx, passando per Lenin e Mao Zedong fino ad arrivare al nostro attuale terzo millennio durante un processo contraddistinto da simultanea continuità e discontinuità, oltre che caratterizzato da alcuni vistosi salti di qualità come ad esempio quello innescato e sostenuto da un decennio proprio da Xi Jinping;[52]
  • il marxismo viene altresì considerato non in veste di un cifrario metafisico, riservato solo agli eletti e con un corpus di conoscenze arcane e immutabili, ma viceversa come una teoria creativa e in divenire, che deve arrivare a conoscenza delle masse, con diverse fasi di sviluppo in atto anche ai nostri giorni durante la sua dinamica e linea di tendenza quasi bisecolare;[53]
  • va anche considerata la teoria del pensiero di Xi Jinping delle tre diverse sfere di valori sociopolitici collocate ai livelli rispettivamente dello stato, della società e dell’individuo: tali sfere “esprimono da un lato le esigenze essenziali del socialismo, ereditando nel contempo l’eccellenza della cultura cinese, e assimilando dall’altro i frutti benefici della civiltà mondiale, manifestando lo spirito del tempo;[54]
  • dato che nel 2020 Xi Jinping ha sostenuto apertamente che “il marxismo è la colonna portante per la crescita della nazione”, non va dimenticata anche l’antidogmatica e antieconomicista teoria della centralità, nella Cina contemporanea ma anche nel mondo attuale, dell’ideologia marxista e della scienza dell’economia politica di matrice marxista, ovviamente una volta che esse siano state verificate e testate dalla praxis e ben comprese dalle masse: si riprende pertanto in modo creativo una tesi elaborata da Marx fin dal 1843, quando il geniale comunista tedesco affermò che “la teoria diventa una forza materiale non appena si impadronisce delle masse”;[55]
  • – durante un accurato processo di definizione delle caratteristiche fondamentali del marxismo, Xi Jinping ha sottolineato simultaneamente non solo la praticità, ossia il carattere attivo e pratico del marxismo, ma come allo stesso tempo quest’ultimo si dimostri “una teoria delle pratiche”: ossia un’efficace teoria e un adeguato processo di esame delle pratiche il quale, in particolare modo, “dirige e spinge le persone a cambiare il mondo…”;[56]
  • è stata esposta anche la teoria del marxismo da intendersi come “miracolo collettivo umano”: prodigio verificato e comprovato all’inizio del terzo millennio anche dall’esperienza ormai secolare di un partito comunista cinese che, composto al momento della sua fondazione nel luglio del 1921 da solo una cinquantina di iscritti, è riuscito mano a mano a compiere la triplice impresa leggendaria di conquistare il potere, di diventare un partito con decine di milioni di iscritti e di essere capace di eliminare la povertà estrema in Cina, che purtroppo era rimasta ancora nel 1949 uno tra gli stati più arretrati e miseri del nostro pianeta; [57]
  • sintetizzando un’esperienza plurimillenaria di lotte di classe che partono da Spartaco, dai Sopraccigli Rossi e dai Turbanti Gialli cinesi guidati da Zhang Jiao, il xiginpingsmo ha compreso l’unità dialettica di tendenze opposte in base alla quale sono sicuramente le masse che fanno la storia, ma solo quando queste ultime hanno a disposizione organizzazione, leader, teoria e progettualità di valore adeguato; esso ha ripreso dunque in modo creativo la frase del Marx del 1864, secondo cui “i numeri” (ossia l’innegabile fatto che i produttori diretti rappresentano la maggioranza schiacciante della popolazione) “pesano sulla bilancia” (del processo storico di sviluppo del genere umano) “solo quando uniti in collettività”, alias se essi vengono connessi a un’organizzazione politica “con conoscenza del fine”, e cioè munita di schemi e categorie analitiche, di programma e progettualità di alto livello e con un respiro a lungo termine;
  • è stata ribadita la necessità di un collegamento organico tra la riflessione marxista, il livello più elevato di scienza e tecnologia contemporanee e l’utilizzo positivo di queste ultime a favore delle masse popolari, anche in campo ecologico: nesso, legame e filo di Arianna che è stato smarrito quasi ovunque dal marxismo occidentale, specialmente dopo la morte del grande filosofo della scienza Ludovico Geymonat;[58]
  • la fine dell’eurocentrismo, all’interno dell’ideologia e della visione del mondo marxista, rappresenta ormai un dato di fatto irreversibile per il partito comunista cinese;[59]
  • si è enucleata la combinazione dialettica di continuità e di innovazione nel processo generale di sviluppo del marxismo del 21° secolo, dandosi come obiettivo un equilibrio dinamico e in continuo divenire tra queste due tendenze che permetta a Pechino di non cadere nel dogmatismo da un lato, e viceversa nel pragmatismo dall’altro;[60]
  • importante anche l’enucleazione sul processo di apprendimento e autoeducazione riguardo alla storia ormai secolare del partito comunista cinese, ossia al “gene rosso” (Xi Jinping): dinamica politica e culturale di massa ritenuta senz’altro da Xi Jinping come una “decisione strategica” e a lungo termine presa dal partito nel corso del 2021. Parafrasando un grande compositore e un amante della poesia cinese come Gustav Mahler, si intende quindi la tradizione del partito come la reale salvaguardia del fuoco degli ideali, della passione comunista e dell’“intenzione originaria” dei primi marxisti cinesi, non certo in qualità di sterile adorazione delle ceneri del rimpianto, e quindi come concreta e positiva riproduzione, generazione dopo generazione, del prezioso “gene rosso” (Xi Jinping);[61]
  • risalta altresì il criterio dell’autosviluppo continuo, collettivo e individuale, dei comunisti attraverso una serie di “attrezzi da lavoro” quali un serio e continuo processo di autocritica e di introspezione quotidiana, la regola di “imitare ciò che è buono e correggere ciò che è sbagliato”, la coppia “duro lavoro e un grande impegno”, il miglioramento che “richiede uno sforzo per tutta la vita” e la dinamica di apprendimento multilaterale come “prerequisito per la crescita e il progresso, mentre la pratica è il modo per migliorare la competenza”;[62]
  • strettamente connesso al criterio del costante autosviluppo è stata esposta, sempre da parte di Xi Jinping, la teoria del talento-virtù. A tal proposito il segretario generale del partito comunista cinese affermò, all’inizio di maggio del 2018, che «come dice il proverbio, “il talento integra la virtù e la virtù dirige il talento”. La formazione dei talenti deve essere un processo di unità tra l’educazione delle persone e la coltivazione del talento, e istruire le persone è l’essenza. Senza virtù, le persone non possono affermarsi nel mondo, quindi l’essenza dell’educazione delle persone sta nello stabilire la loro integrità. Questa è la dialettica della formazione dei talenti».[63]

Tale tesi trova le sue radici nel fenomeno per cui non solo il “duro lavoro”, ma anche e simultaneamente proprio l’assunzione di responsabilità (“più responsabilità ci si assume e più si può ottenere”) e la presenza di alti ideali e aspirazioni costituiscono i principali fattori che, una volta combinati, permettono di sviluppare il talento, inteso come la più alta regola dell’universo umano.[64]

Si ritrova dunque, in forme diverse, quella dialettica generale tra desiderio collettivo e realtà concreta esposta in precedenza come particolare contributo cinese al creativo materialismo dialettico: tematica già affrontata in precedenza da prospettive diverse da Ernst Bloch esaminando la relazione tra “corrente calda” e “corrente fredda” del marxismo, oltre che ripresa splendidamente da Che Guevara allorché il grande rivoluzionario argentino affermò che quando si sogna da soli è un sogno, ma quando si sogna in due comincia la realtà;[65]

  • la teoria cinese delle “quattro coscienze” invece individua la combinazione dialettica tra le forme principali di autocoscienza politico-sociale, individuale e collettiva, ossia la simultanea e combinata consapevolezza dell’ideologia, coscienza della globalità (“il vero è l’intero”, Hegel), autocomprensione del nucleo principale dei diversi fenomeni/problemi e della “linea”, intesa come strategia politica generale del partito comunista cinese; forme di consapevolezza che vengono collegate strettamente all’utilizzo sistematico, sia alla base che al vertice, collaudato strumento di centralismo democratico (discussione aperta tra i militanti prima dell’azione, congressi periodici, unità nel mettere in pratica le decisioni già prese, assenza di correnti e frazioni nel partito) di matrice leninista a cui da sempre si ispira, assieme ai migliori partiti comunisti occidentali, anche l’organizzazione comunista cinese;[66]
  • il pensiero di Xi Jinping individua correttamente nella rete digitale e nel mondo di Internet il nuovo asse centrale e il principale campo di battaglia della lotta ideologica e culturale contemporanea, tra socialismo e capitalismo, combattuta senza sosta in Cina come nel resto del globo, mentre parallelamente il segretario del partito Xi Jinping ha riaffermato a sua volta che proprio il fondamentale scopo del suo partito è costituito dallo “sviluppo a lungo termine della propaganda marxista e del lavoro ideologico”;[67]
  • visto che ancora nel febbraio del 2014 Xi Jinping aveva sottolineato l’importanza teorica e pratica del cyberspazio e dell’economia digitale, non risulta certo casuale che in seguito e nel novembre del 2021 sia stato presentato pubblicamente il primo gruppo industriale cinese per il metaverso (ossia un insieme di spazi e scenari virtuali su internet, connessi anche con avatar con visori 3D) posto sotto la supervisione statale, mentre simultaneamente altri gruppi tecnologici del paese si stanno lanciando nella stessa direzione;[68]
  • oltre a sottolineare l’importanza della memoria storica all’interno della lotta ideologica che si svolge su scala planetaria, viene sferrato un attacco frontale contro il “nichilismo storico”, inteso giustamente come rinnegamento, denigrazione e rifiuto del valore positivo della storia del comunismo cinese e mondiale, appoggiando quindi apertamente fin dal gennaio del 2013 dirigenti comunisti del calibro di Lenin e Stalin; la difesa della continuità storica, di segno principalmente positivo, durante il processo di sviluppo bisecolare del comunismo scientifico rappresenta infatti il lato dominante di una sofisticata dialettica dello xiginpingsmo, nella quale costituisce invece un lato secondario e subordinato la lucida critica rispetto agli errori del passato, quali ad esempio quelli commessi dal leader del partito comunista cinese durante la rivoluzione culturale del 1966-76;[69]
  • rispetto al disastroso crollo dell’Unione Sovietica e alle sue ragioni principali, nel corso del 2021 Xi Jinping ha avanzato la sopracitata tesi della “trappola contro Anteo”, in base alla quale il partito comunista sovietico dopo aver ottenuto “successi spettacolari” perse il potere principalmente perché “si staccò dal popolo” e dal vitale processo di soddisfazione dei suoi crescenti bisogni materiali e culturali, curando invece i propri interessi di casta burocratica;[70]
  • nel pensiero di Xi Jinping, patrimonio collettivo del partito comunista cinese e risultato anche degli sforzi di molti intellettuali e militanti di quest’ultimo, è stata enucleata anche la teoria dei “cinque codici” da rispettare in campo politico: ossia la combinazione dialettica tra mettere il popolo al primo posto, avanzare al passo con i tempi, la meritocrazia, una pianificazione strategica e una risposta nazionale coordinata/ben organizzata ai diversi problemi costituiscono la matrice di base che spiega la vitalità del partito, al potere in Cina ormai da oltre sette decenni;[71]
  • è stata esposta in parte la categoria dei rischi potenziali di natura politico-sociale all’interno sia della prospettiva politica a lungo termine di matrice comunista che del pensiero marxista, focalizzando sui pericoli a volte gravi che vanno compresi in anticipo e in ogni caso devono essere affrontati da parte dei rivoluzionari in modo tempestivo: si porta quindi a un livello più elevato l’intuizione avuta dalla migliore Rosa Luxemburg (lettera a M. Wurm, 16 febbraio 1917), per cui il mondo sociopolitico va inteso come un “mare” che contiene “tutte le possibilità allo stato latente”, in senso positivo o viceversa con una carica negativa.[72]

 

Economia politica

Mentre larga parte degli economisti che nel mondo occidentale si autodefiniscono marxisti ritengono che l’economia politica marxista consista solo nella critica dell’economia politica borghese, o al massimo nell’enucleazione delle principali tendenze e controtendenze (caduta del saggio di profitto, ecc.) che attraversano il processo di sviluppo della formazione economico-sociale capitalistica, nella Cina socialista si è invece compreso da molto tempo come l’economia politica marxista riguardi e investa anche lo studio delle questioni economiche del socialismo, ossia della prima e immatura fase del modo di produzione e di vita comunista, oltre che tale “continente” teorico trova uno dei suoi perni principali proprio nel processo continuo di arricchimento delle analisi accumulate dai comunisti in questo importante campo.

A tal proposito Xi Jinping, nel novembre del 2015, aveva evidenziato che «il compagno Mao Zedong ha studiato ‘Il Capitale’ per ben quattro volte e ha ospitato diversi seminari sul ‘Manuale di economia politica’ sovietico, sottolineando che “lo studio delle questioni di economia politica ha un grande significato teorico e pratico”. Egli ha proposto in modo creativo un nuovo programma economico democratico durante il periodo di ‘Nuova democrazia‘. Nel processo di esplorazione della strada della costruzione socialista ha avanzato visioni originali sullo sviluppo dell’economia del nostro Paese, come la teoria della contraddizione di base della società socialista, la pianificazione generale, l’attenzione all’equilibrio globale, l’agricoltura come fondamento, l’industria come fattore guida, il coordinamento di quest’ultima con l’agricoltura e lo sviluppo di una industria leggera e pesante. Questo è lo sviluppo creativo avanzato dal nostro partito nell’economia politica marxista.

Dalla terza sessione plenaria dell’undicesimo Comitato centrale del partito, il nostro partito ha combinato i principi fondamentali dell’economia politica marxista con la nuova prassi della riforma e dell’apertura per arricchire e sviluppare continuamente l’economia politica marxista. Dopo l’approvazione della ‘Decisione del Comitato Centrale del Partito Comunista Cinese sulla Riforma del Sistema Economico’ nell’ottobre 1984, il compagno Deng Xiaoping ha commentato: “Ho scritto una prima bozza di economia politica, che è un’economia politica che combina i principi fondamentali del marxismo e la pratica del socialismo cinese”.

Per più di trent’anni, con il continuo approfondimento delle riforme e dell’apertura, abbiamo conseguito molti importanti risultati teorici nell’economia politica marxista cinese contemporanea, come le teorie sulla natura del socialismo, sul sistema economico di base nella fase primaria del socialismo e le teorie sulla definizione e implementazione di uno sviluppo innovativo, coordinato, ecologico e condiviso; lo sviluppo di un’economia di mercato socialista, che consente al mercato di svolgere un ruolo decisivo nell’allocazione delle risorse e dà un gioco migliore al ruolo del governo; le teorie sullo sviluppo economico della Cina che entra in una nuova normalità. Teorie sulla promozione del coordinamento della nuova industrializzazione, informatizzazione, urbanizzazione e modernizzazione agricola, teorie sulle caratteristiche della proprietà, dei diritti di appalto e di gestione della terra appaltata dagli agricoltori e le teorie su come fare buon uso dei due mercati, nazionale e internazionale; le teorie sulla promozione dell’equità e della giustizia sociale e sulla realizzazione graduale di una prosperità comune per tutto il popolo, ecc.».

Xi Jinping notò che tutte queste novità di natura teoretica, tutti questi risultati analitici “non sono stati discussi dagli scrittori marxisti classici e noi non avevamo pratica e conoscenza in questo settore, prima della riforma e dell’apertura. Sono economie politiche che si adattano alle condizioni nazionali e alle caratteristiche dei tempi nella Cina contemporanea. Non solo hanno guidato con forza la pratica di sviluppo economico della Cina, ma sono anche pioniere dei nuovi confini dell’economia politica marxista” (senza differenza di confini nazionali).

«Lo sviluppo centrato sul popolo è la posizione fondamentale dell’economia politica marxista.

Marx ed Engels hanno sottolineato: “Il movimento del proletariato è il movimento per l’indipendenza e il benessere della stragrande maggioranza della popolazione”. In futuro, “la produzione punterà alla prosperità di tutte le persone”. Il compagno Deng Xiaoping ha sottolineato che l’essenza del socialismo è liberare e sviluppare forze produttive, eliminare lo sfruttamento e la polarizzazione e, infine, raggiungere la prosperità comune.

La quinta sessione plenaria del diciottesimo Comitato centrale del Partito comunista cinese ha affermato chiaramente che è necessario aderire al concetto di sviluppo incentrato sulle persone, promuoverne il benessere e compiere progressi costanti nella direzione della prosperità comune come punto di partenza e obiettivo dello sviluppo economico. Non dobbiamo mai dimenticare questo punto: dobbiamo aderire fermamente a questa posizione fondamentale quando distribuiamo il lavoro economico, formuliamo politiche economiche e promuoviamo lo sviluppo economico.

In risposta ai nuovi cambiamenti nel contesto di sviluppo economico della Cina […], la Quinta Sessione Plenaria del Diciottesimo Comitato Centrale del Partito ha proposto di stabilire e aderire ai concetti di sviluppo innovativo, coordinato, ecologico, aperto e condiviso.

Questi cinque concetti di sviluppo si basano su una profonda sintesi dell’esperienza e delle lezioni di sviluppo nazionale ed estero e su un’analisi approfondita della tendenza generale di esso. Essi riflettono collettivamente la nuova comprensione del nostro partito delle leggi dello sviluppo economico cinese e sono interconnessi con le visioni dell’economia politica marxista. I punti di vista sono gli stessi. Ad esempio, Marx ed Engels immaginavano che nella società futura “tutte le persone condividono i benefici creati da tutti”, “le persone sono direttamente esseri naturali” e “la storia naturale e la storia umana si limitano a vicenda”».[73]

 

Nuove prospettive e temi di riflessione per il marxismo del Ventunesimo secolo

Aveva ragione Althusser quando affermò, nel suo libro Per Marx, che “una scienza” – ivi compresa la scienza marxista – “non vive eccetto che nel suo sviluppo, per la precisione, nelle sue scoperte”.

Quali scoperte e novità, alcune solo embrionali, vengono dunque dalla Cina contemporanea per arricchire l’insieme della cassetta degli attrezzi del marxismo?

Il vero è l’intero, ribadì correttamente Hegel: e dal 2014 il partito comunista cinese ha adottato un pensiero strategico contraddistinto da un “approccio olistico alla sicurezza nazionale”, considerando questa nuova e multilaterale visione del mondo “un importante contributo ideologico e teoretico della Cina al marxismo”.[74]

Le caratteristiche principali del punto di vista olistico dei cinesi riguardano in primo luogo la tesi sul carattere inarrestabile del processo di globalizzazione già descritto da Marx nel 1846, a dispetto delle attuali controtendenze isolazioniste, oltre alle necessità combinate di promuovere la pace internazionale e di affrontare in modo cooperativo e multidimensionale le sfide planetarie che accumunano la nostra specie, partendo dalle armi di sterminio del sottosviluppo e dai cambiamenti climatici su vasta scala.

Ma il più interessante elemento della nuova progettualità strategica riguarda l’implicito legame intessuto da Pechino tra globalizzazione e sicurezza nazionale della Cina e, simultaneamente, delle altre nazioni: in altri termini, non più globalizzazione contro sovranità e sicurezza nazionale ma, viceversa, globalizzazione con e assieme sovranità e sicurezza nazionale.

Non si vuole in alcun modo, da parte cinese, sostenere un processo di globalizzazione che schiacci e demolisca in modo neocoloniale gli interessi basilari delle nazioni più deboli, ma invece si intende costruire un collegamento dialettico, non privo ovviamente di serie contraddizioni e incognite, tra un diverso approccio planetario alle difficili sfide che il genere umano dovrà affrontare durante il Ventesimo secolo e le diverse modalità via via assunte dalla sicurezza nazionale, nei vari contesti geopolitici e formazioni statali.

Siamo dunque in presenza di un vero e proprio “uovo di Colombo” analitico, da approfondire nelle sue numerose sfaccettature a livello teorico affrontando altresì le possibili implicazioni politico-sociali derivanti dallo schema teoretico della globalizzazione di matrice sovranista: un nuovo continente concettuale in larga parte da esplorare, come del resto quelli sopracitati che riguardano l’umanità intesa come comunità dal futuro condiviso e il mondo multipolare che sta nascendo sotto i nostri occhi.[75]


Note
[1] V. I. Lenin, “Meglio meno ma meglio”, marzo 1923, in http://www.marxists.org
[2] He Yiting, “Il pensiero di Xi Jinping sul socialismo con caratteristiche cinesi per la nuova era è il marxismo del XXI secolo”, 15 giugno 2020, chinamediaproject.org
[3] “Wang Huning stresses importance of studying Xi’s speech commemorating Marx”, 7 maggio 2018, in english.scio.gov.cn
[4] “Full Text: Communique of 6th plenary session of 19th CPC Central Committee”, 11 novembre 2021, in xinhuanet.com; “Xi Jinping thought a new chapter of 21st century Marxism”, 20 ottobre 2017, in china.org.com; Wang Yi, “Study and implementing Xi Jinping Thought on Diplomacy conscientiously and break new ground in Mayor-Country diplomacy with Chinese characteristics”, 20 luglio 2020, in fmprc.gov.cn
[5] “CPC plenum passes Landmark resolution to sum up achievements, experiences; guide future journey”, 12 novembre 2021, in globaltimes.cn; Liu Xiolan, “I punti salienti del comunicato della sesta sessione plenaria del 19° Comitato Centrale del PCC”, 15 novembre 2021, in http://www.marxists.org
[6] K. Marx, “Spostamento del centro di gravità mondiale”, 2 febbraio 1850; L. Gallino, “Finanzacapitalismo”, ed. Einaudi; K. Marx, “Critica al programma di Gotha”, par. terzo, in http://www.marxists.org; Cheng Enfu e Lu Baolin, “Five characteristics of neoimperialism”, 1 maggio 2021, in monthlyreview.org
[7] “Qiushi: pubblicato articolo di Xi Jinping sull’economia digitale”, 17 gennaio 2022, in italian.people.com
[8] V. Bernocco, “Intelligenza artificiale: la Cina ha già vinto la battaglia?”, 12 ottobre 2021, ictbusiness.it; A. Crea, “Il reattore cinese a fusione quasi 3 volte più caldo del Sole per 17 minuti”, 10 gennaio 2022, in tomshw.it; D. Aliperto, “6G e Big Data, la Cina punta alla tech-leadership mondiale”, 18 gennaio 2022.
[9] F. Ferri, “Pechino stacca Europa e Usa: lo yuan digitale batte euro e dollaro”, 10 gennaio 2022, in quotidiano.net
[10] “DeepWay Xingtu, dalla Cina arriva il camion elettrico a guida autonoma da 49 ton”, 14 gennaio 2022, in vadoetornoweb.com: K. Marx, “Il Capitale”, libro primo, cap. 1, par. 1; Deng Xiaoping, “Science and technology constitute a primary productive force”, 5 e 12 settembre 1988, in “Selected works of Deng Xiaoping”, volume terzo, in people.com.cn
[11] A. Galiani, “Tra 9 mesi torneranno gli equilibri economici globali del 1700”, 27 marzo 2019, in agi.it; A. Amighini, “Con la RCEP la Cina chiude il cerchio”, 17 novembre 2021, in lavoce.info; S. Jaishankar, “The India way: strategies for an uncertain world”, p. 29 ed. Harper Collins
[12] A. Gramsci, “Quaderni dal carcere”, quaderno 13, (XXX), “Il teorema delle proporzioni definite”
[13] Xi Jinping discorso per il bicentenario della nascita di Karl Marx, 1 maggio 2018, “Xi Jinping e il marxismo” in marx21.it; Xi Jinping, “Understanding the new development stage, applying the new development dynamic”, 8 luglio 2021, in en.qstheory.cn; D. Losurdo, “La questione comunista”, p. 186, ed. Carocci
[14] “China Focus: Xi calls for developing China into world science and technology leader”, 29 maggio 2018, in xinhuanet.com
[15] “5G: in Cina sono 450 milioni gli utenti”, 19 ottobre 2021, in ansa.it; R. Fatiguso, “La Cina nei prossimi cinque anni? Più autosufficienza economica e tecnologica”, 30 ottobre 2020, in ilsole24ore.com; “La Cina vorrebbe mettere il piede sulla Luna per il 2030, secondo un suo ingegnere”, 15 novembre 2021 in hwupgrade.it; S. Tsang, “Uninterrupted rise: China’s global strategy according Xi Jinping thought”, 2 marzo 2021 in theaseanforum.org
[16] D. Losurdo, “La questione comunista”, p. 125, ed. Carocci; F. Livorsi, “Amadeo Bordiga”, pp. 448-449, ed. Editori Riuniti
[17] J. Kvenz, “La poesia del mondo nuovo. I robot si prendono la scena”, 27 novembre 2019, in ilmanifesto.it
[18] M. Dotti, “Intelligenza artificiale, Xi Jinping: tema cruciale per il welfare”, 7 novembre 2018, in vita.it
[19] “Xi Jinping, l’uomo che guida il PCC nel nuovo viaggio”, 8 novembre 2021 in today.it
[20] «Qiushi pubblicherà l’articolo di Xi Jinping intitolato “Potenziare, ottimizzare e allargare la dimensione dell’economia digitale cinese”», 15 gennaio 2022, in italian.cri.cn
[21] K. Marx, “Manoscritti matematici” ed. PGreco
[22] AA.VV., “Gli adagi di Xi Jinping”, pp. 18, 26 e 32, ed. Anteo; Xi Jinping, “Opening up new frontiers for marxist political economy in contemporary China”, 8-11-2020, in en.qstheory.cn; “For the good of my people, I will put aside my own well-being” -The people-first philosophy of President Xi Jinping and Chinese communist” 6 ottobre 2021, in globaltimes.cn; K. Marx, “Critica al…” op. cit.; V. I. Lenin, “Stato e rivoluzione”, cap. quinto
[23] “CPC resolution expounds on Xi Jinping”, 17 novembre 2021, in en.people.cn; Xinghua Wei, “The principal contradiction and its evolution in the new era of the socialism society with Chinese characteristics: from the prospective of the Marxist political economy methodology”, 15 novembre 2018, in http://www.emerald.com
[24] “Costruire una comunità umana dal futuro comune” Xi Jinping, in marx21books.com; “Le parole d’ordine di Xi Jinping: sovranità comunità e multipolarismo”, 25 agosto 2021, in sinistra.ch
[25] He Yin, “China reinforces confidance for global environmental governance”, 26 aprile 2021, in en.people.cn
[26] “Ecologia vuol dire economia: la protezione dell’ambiente ecologico come fattore in grado di stimolare la produttività”, 11 aprile 2020, in en.people.cn
[27] “Xi Jinping: sostenere il principio di sinicizzazione delle religioni”, 4 dicembre 2021; “Il presidente cinese Xi Jinping invita i filosofi a “sinizzare” il marxismo-leninismo”, 12 giugno 2017, in sinistra.ch; “Rivista “Qiushi” pubblica importante articolo del segretario generale Xi Jinping”, 15 novembre 2021, in italian.cri.cn
[28] W. Morris, “Come potremmo vivere”, ed. Editori Riuniti; V. I. Lenin, “Della fierezza nazionale dei grandi russi”, dicembre 1914; “Enhance China’s cultural soft power”, 30 dicembre 2013, in en.qstheory.cn
[29] “Forum sulla Via della Seta: il discorso di Xi Jinping (testo integrale)”, 29 maggio 2017, in http://www.marx21.it
[30] Pan Jin’e, “Party diplomacy’s significant contributions to the Creation of a new form of human civilisation”, ottobre 2021, in socialistchina.org
[31] “Xi Jinping: seguire con decisione il percorso dello stato di diritto socialista con caratteristiche cinesi”, 8 dicembre 2021, in italian.cri.cn; “Oliviero Diliberto, docente a Wuhan: “E’ più facile ammalarsi a Roma”, 30 gennaio 2020, in huffingtonpost.it; S. Maggiorelli, “Oliviero Diliberto: Il nuovo codice che ci avviCina”, 1 agosto 2021, in left.it
[32] “Xi Focus: Xi stresses cultural confidence”, 23 marzo del 2021; “Xi salutes late leader Liu Shaoqi’s high spirit”, 24 novembre 2018, in chinadaily.com; L. Dittmer, “Liu Shaoqi and the Chinese Cultural Revolution”, ed. Kindle; K. Marx, “Manoscritti economico-filosofici del 1844”, ed. Einaudi; K. Marx, “Tesi su Feuerbach”, prima, terza e undicesima tesi; M. Moscone, “L’anti-umanesimo di Heidegger (parte prima)”, 1 febbraio 2014, in it.zenit.org
[33] “A Pechino si è svolto il 12° Forum sul Socialismo Mondiale”, 22 dicembre 2021, in partitocomunista.ch
[34] Cina, Xi Jinping: “Vogliamo la pace mondiale ma lotteremo contro chi crea problemi alle nostre porte”, 23 ottobre 2020, in tgcom24.it
[35] “Xi all’Asean: Cina non cercherà mai di imporre la sua egemonia”, 22 novembre 2021, in askanews.it
[36] Wang Yi, “Study and implement Xi Jinping Thought…”, op. cit.,
[37] Wang Yi, op. cit.,
[38] M. Acerbo, “Xi Jinping ha ragione sul bullismo USA, no alla nuova guerra fredda”, 1 luglio 2021, in rifondazione.it
[39] S. Carletto, “Cina e Russia vogliono scaricare il Swift e puntano a una rete commerciale indipendente”, 20 dicembre 2021, in quotedbusiness.com; D. Mattera, “Missili ipersonici: il test della Cina che ha sorpreso gli analisti”, 15 novembre 2021, in affari internazionali.it; “In Cina oltre un miliardo di utenti Internet”, 22 agosto 2021, in ansa.it; F. Fabbri, “In Cina un miliardo di utenti internet, la prima “Big Data Nation” della storia”, 5 febbraio 2021, in key4biz.it; C. Paudice, “La Cina accresce il dominio sulle Terre Rare”, 5 dicembre 2021, in huffingtonpost.it
[40] “Xi says China willing to walk together with Cuba in building socialism”, 30 agosto 2021, in en.people.cn
[41] “Xi calls for steady development of China Iran partnership “, 19 agosto 2021, in en.people.cn
[42] “USA artefici della diplomazia coercitiva”, 13 gennaio 2022, in italian.cri.cn
[43] “China’s Xi vows zero tolerance for separatist movements”, 11 novembre 2016, in http://www.reuters.com; “Xi focus – Quotable Quotes: Xi Jinping on development of Tibet”, 23 maggio 2021, in xinhuanet.com; «China’s President Xi vows peaceful “reunification with Taiwan”», 9 ottobre 2021, in http://www.france24.com
[44] M. Mondaini, “Dichiarazione Putin-Xi: il mondo è entrato ufficialmente in una nuova era”, 5 febbraio 2022, in lantidiplomatico.it
[45] “Xi Jinping partecipa in videoconferenza al Forum economico mondiale 2022”, 17 gennaio 2022, in italian.cri.cn
[46] G. Chinappi, “L’epitome dei 100 anni del Partito comunista cinese”, in lantidiplomatico.it
[47] “Xi Focus: CPC leader stresses enhancing historical confidence, unity, fighling spirit”, 29 dicembre 2021, in xinhuanet.com
[48] “Xi’s Party school lecture highlights CPC’s historical confidence”, 12 gennaio 2022, in en.qstheory.cn
[49] “Cina, il Plenum del PCC approva cruciale “Risoluzione sulla storia”, 11 novembre 2021, in askanews.it
[50] “Cina: Xi Jinping contro la disparità, prosperità comune entro 2050”, in ansa.it; G. Samarani, “Xi Jinping, un marxista sognatore”, in http://www.ispionline.it
[51] I. Cardillo, “I valori centrali del socialismo”, 26 gennaio 2018, in dirittocinese.com; V. I. Lenin, “Che fare?”, cap. 5 par. 6, in marxists.org
[52] “CPC plenum passes land mark…” op. cit.
[53] “Xi’s article on arming Party with Marxism and innovative theories of its adaption to Chinese context to be published”, 15 novembre 2021, in xinhuanet.com
[54] C. Goldberg, “Assessing the impact of dialectical materialism on Xi Jinping’s strategic thinking”, 28 ottobre 2020, in cnas.org
[55] “Cina, Xi: “Il marxismo è la colonna portante per la crescita della nazione”,16 agosto 2020, in lantidiplomatico.it; K. Marx, “Per la critica della filosofia hegeliana del diritto pubblico. Introduzione”, autunno 1843, in marxists.org
[56] Xi Jinping, 5 maggio 2018, discorso per il bicentenario di Marx.
[57] «L’annuncio di Xi: “Eliminata la povertà estrema, è un miracolo”», 25 febbraio 2021, in http://www.agi.it
[58] L. Geymonat, “Lineamenti di filosofia della scienza”, ed. Mondadori
[59] “Xi focus: Xi stresses sci-tech self-strengthening at higher levels”, 25 maggio 2021, in xinhuanet.com
[60] “A Pechino si è svolto il 12° Forum sul Socialismo Mondiale”, 22 dicembre 2021, in partitocomunista.ch
[61] “Xi Jinping: continuare a rafforzare i risultati dell’apprendimento e dell’educazione sulla storia del PCC”, 24 dicembre 2021, in italian.cri.cn; “Xi Jinping: i comunisti non devono cambiare l’intenzione originaria”, 15 maggio 2021, in italian.cri.cn
[62] AA.VV., op. cit., pp. 30, 31, 88, 127 e 102
[63] “Xi’s article on dialectical materialism to be published”, 1 gennaio 2019, in en.people.cn
[64] AA.VV. op. cit., pp. 134, 138, 148 e 132
[65] “Xi’s article on dialectical materialism to be published”, 1 gennaio 2019, in en.people.cn
[66] “China champions “four consciousnesses”, conforming with Xi”, 3 marzo 2016, in enpeople.cn; A. Cunhal, “Il partito dalle pareti di vetro”, ed. La Città del Sole
[67] M. Introvigne, “Xi Jinping’s New Book: “Our Red Country Will Never Change Its Color”, 12 febbraio 2020, in bitterwinter.org
[68] “Chinese internet giants race to the metaverse”, 8 dicembre 2021, in globaltimes.org
[69] A. Catone, “La rivista cinese World Socialism Studies è al terzo anno”, in marx21books.com; J. Zhengju, “Lesson from the collapse of soviet communism seen in the right of historical nihilism”, 19 dicembre 2017; Shan Jie e Lin Xia, “Cultural revolution never forgotten in Chinese textbooks or societ”, 13 settembre 2020, in globaltimes.cn
[70] Xi Jinping, “Understanding the new development stage, applying the new development philosophy, and creating a new development dynamic”, 8 luglio 2021, in en.qstheory.cn
[71] “CPC vitality: Five codes for success of socialism with Chinese characteristics”, 20 luglio 2021, in en.people.cn
[72] «Xi hails 2021 as “year of exceptional significance” and a “resilient & dynamic China on way to great rejuvenation in his new year speech
[73] “Xi Jinping: sui nuovi orizzonti della politica economica marxista contemporanea”, 27 agosto 2020, in ottobre.info
[74] Yuan Peng, “Strategic thinking on the Theoretical sistem of a holistic approach to national security “, 17 dicembre 2021, in http://www.cicir.ac.cn
[75] “Xi Jinping: l’umanità è una comunità indivisibile di sicurezza”, 21 aprile 2022, in italian.cri.cn; M. Pondrelli “Ordo pluriversalis. La fine della pax americana e la nascita del mondo multipolare”, 9 luglio 2022, in http://www.marx21.it

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