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megachip

Prima che muoia la democrazia e inizi la guerra

di Piotr

Il rischio RefeRenzum e il rischio delle presidenziali USA sullo sfondo di una crisi mondiale

guerra mondiale 2607201. Il referendum e la democrazia in Italia

L'altra sera sono andato a un'assemblea pubblica a Roma sul prossimo referendum, indetta dal Movimento 5 Stelle. Presenziavano vari esponenti locali e nazionali del Movimento e il relatore era Ferdinando Imposimato, presidente onorario aggiunto della Suprema Corte di Cassazione. Sala stracolma e giudice Imposimato scatenato contro chi tira le redini della politica mondiale, contro Renzi, contro Napolitano, contro Trump e - parole rarissime al giorno d'oggi - contro un governo che penalizza i settori più deboli della società.

Contro una "riforma" truffaldina della Costituzione che letteralmente, parole sue, lo "disgusta".

Un referendum a risposta suggerita

Così come è disgustosamente truffaldino il quesito che ci verrà sottomesso. Roba del tipo "Sei a favore della riforma del sistema bicamerale che farà risparmiare sui costi della politica?" [1]. E come fai a dire di NO? Non vuoi forse risparmiare sui costi della politica? Peccato due cose. La prima, non formale ma sostanziale, è che eventualmente a quella conclusione ci dovevo arrivare io, in piena libertà. La seconda è che è una balla. Renzi gira dicendo che i risparmi saranno di mezzo miliardo di euro all'anno, ma la Ragioneria Generale dello Stato (non un organismo qualsiasi) ha calcolato un risparmio di circa 48 milioni. Un decimo. Una balla sesquipedale. Inoltre i grandi sprechi (ovvero le truffe a danno dei contribuenti), come la svendita degli uffici pubblici agli amichetti perché li possano poi affittare a peso d'oro ai medesimi uffici, molto facilmente aumenteranno in un parlamento dove una parte, la Camera, è sotto la dittatura del governo mentre il rimanente Senato non sarà nemmeno elettivo (e Imposimato ha ricordato che una delle prime misure del Fascismo fu l'avocazione al governo della nomina dei senatori).

Vediamo se il presidente della Repubblica avrà l'impudenza di lasciar passare questo quesito.

Un NO per difendere la democrazia e la Costituzione nata dalla Resistenza

Avremo modo di riparlare del referendum, ma è necessario che dica come si è conclusa la serata. Con la rievocazione di Imposimato, tra lo scroscio degli applausi delle persone che si alzavano in piedi, delle parole che Piero Calamandrei rivolse nel 1955 agli studenti milanesi:

"Se voi volete andare in pellegrinaggio nel luogo dove è nata la nostra Costituzione, andate nelle montagne dove caddero i partigiani, nelle carceri dove furono imprigionati, nei campi dove furono impiccati. Dovunque è morto un italiano per riscattare la libertà e la dignità, andate lì o giovani, col pensiero, perché li è nata la nostra Costituzione".

Provate a immaginarvi la scena, una sala piena, in piedi ad applaudire la Costituzione e la Resistenza, e ditemi oggi con quale partito sedicente di sinistra sarebbe stata possibile. Io ci ho provato e così ieri sera ho avuto la conferma che i 5 Stelle stanno occupando lo stesso posto nella dialettica politica che negli anni '50, '60 e '70 era occupato dal PCI. Con tutte le debolezze e i limiti che vogliamo, ma anche con la dignità di chi per lo meno sapeva all'epoca e sa oggi che deve difendere alcuni "limes" perché dopo ci sono solo la dittatura e la guerra mondiale.

Ma per i soliti amici del giaguaro i 5 Stelle sarebbero semi-fascisti pilotati dai poteri forti. Voci messe in giro da Renzi i cui consiglieri vengono direttamente dalla speculazione finanziaria e dai neocons americani, Renzi che si straccia le vesti perché Virginia Raggi (sì, la casinara Virginia Raggi!) ha avuto il coraggio di dire NO alle ennesime Grandi Opere (olimpiche) che mafia, camorra e amici degli amici erano già pronti a spartirsi. Ditemi quale sindaco di quale altro partito avrebbe avuto il coraggio quasi suicida di dire NO a questa accolita di delinquenti. Ma Renzi mette in giro le voci e tutti i media, diretti ai sommi vertici da persone specchiate senza conflitti di interesse se non per il fatto che sono organiche magari alla Trilateral (vero Monica Maggioni, presidente della RAI?), tutti quanti le rilanciano col coro squittente di utili idioti "antagonisti di sinistra". Ecco il "nemico che parla del nemico" di cui scriveva il sommo Bertolt Brecht! Sapeva bene con che farabutti si aveva a che fare.

 

2. La guerra mondiale già in corso

I nostri media stupidi e/o imbroglioni nemmeno hanno registrato che nel giro di una settimana i russi e gli americani coi rispettivi alleati si sono sparati addosso direttamente, ammazzandosi. Gli statunitensi (per la precisione, il Pentagono) hanno ucciso militari siriani e russi nel proditorio "first strike" di Deir Ezzor dello scorso 16 settembre e la risposta russa di quattro giorni dopo è stato l'annientamento con tre missili di una centrale operativa che nella regione di Aleppo coordinava i tagliagole che occupano Aleppo Est e Idlib.

Ne avete sentito parlare dai nostri grandi media "indipendenti"? Dubito, perché si è trattato di un attacco imbarazzante. Cioè le perdite sono state imbarazzanti: trenta ufficiali di nazionalità israeliana, britannica, qatariota, saudita, turca e infine, appunto, statunitense. Erano là tutti uniti in amorosi sensi, inviati dai loro governi per smembrare uno stato sovrano, laico, progressista e multiconfessionale tramite fuori di testa lapidatori e decapitatori di al-Nusra/al-Qa'ida e tagliagole affini.

La conclusione è che russi e americani si stanno già ammazzando direttamente in Siria. Una conclusione più precisa è che le forze armate russe, su indicazioni del governo civile, hanno eseguito una rappresaglia contro i generali del Pentagono, che pare invece non abbiano nessuna intenzione di ubbidire al loro "comandante in capo" civile (il ministro della Difesa Ashton Carter aveva detto apertamente che della tregua firmata dal Segretario di Stato se ne faceva un baffo, et pour cause: leggete qui: https://southfront.org/todenhofer-interview-with-al-nusra-commander-the-americans-stand-on-our-side/). E in the process, inevitabilmente contro gli alleati del Pentagono.

 

3. Le elezioni statunitensi e la guerra mondiale che verrà

Pochi mesi fa un'infermiera statunitense che stava per morire di cancro scrisse il proprio epitaffio, di sua mano: "Piuttosto di dover votare per Trump o per la Clinton preferisco morire". Povera sfortunata sorella nostra americana. Sei stata grande!

Dopo il dibattito dell'altro giorno tra i due candidati la prima impressione era quella di aver assistito a una puntata dei "Griffin" o dei "Simpson", quando queste due serie cartoon mettono a nudo con cinismo e sarcasmo la pochezza, la miseria, dei potenti americani.

Pochezza e miseria di tipo completamente opposto: da una parte un'arrogante wasp educata a Yale, con la puzza sotto il naso e divorata dall'ambizione (nel senso letterale che è ambiziosa fino all'autodistruzione), priva di una visione passabilmente ampia dei problemi mondiali, dall'altra un Paperone palazzinaro, pratico e zotico, incapace di fare un ragionamento filato più lungo di due subordinate, anzi, una e mezzo. Hanno parlato pochissimo di politica internazionale, se non dell'ISIS perché nell'immaginario americano, quello a cui si rivolgevano i due candidati, l'ISIS è un Nemico Cattivissimo e tuttavia generico, che non necessita di essere identificato in concreto. Perché nel concreto i due candidati sanno che mediamente il loro elettorato a malapena può indicare dove sono la Siria, la Russia, la Cina o l'Iran. Un elettorato per il quale tutto ciò che è fuori dagli USA è un indistinto "Hic sunt leones", una regione incomprensibile. Sette miliardi di persone incomprensibili perché non comprendono i trecento milioni di abitanti della "nazione indispensabile", o meglio non comprendono perché sia "indispensabile".

La nazione indispensabile sta devastando i propri cittadini e sta già preparando i campi di concentramento per loro, perché sa che tra poco non riuscirà più a scaricare sugli altri Paesi gli effetti della crisi sistemica e saranno grossi guai sociali. Eppure i cittadini devastati continuano a mettersi le mutande patriottiche a stelle e strisce. Poi ci meravigliamo che le vittime delle purghe staliniane si facevano fucilare gridando "Viva Stalin!". Ma è così che funziona la propaganda, l'ideologia, la sindrome di Stoccolma, il mantra rincoglionente del "Siamo i migliori, siamo indispensabili" e TINA (there is not alternative). Tuttavia i cittadini devastati non riescono più a stare a sentire i loro politici top level. I sondaggi dicono che Clinton e Trump sono i candidati meno popolari di tutta la storia degli Stati Uniti. Qualcuno, come abbiamo visto, ha preferito morire pur di evitare di dover scegliere uno dei due.

I commentatori dicono che dipende dalle loro personalità. La personalità conta, ma conta poco in relazione a quanto conta la crisi sistemica.

Gli anni d'oro del capitalismo sfornarono John Kennedy. Possiamo dire tutto quello che vogliamo, nel bene e nel male, su di lui, ma non che non avesse idee e che non incarnasse una speranza. Perché all'epoca c'era la speranza, l'economia tirava e le scelte all'interno delle grandi coordinate usuali erano possibili. Tante scelte, anche quella di non fare la guerra con l'Unione Sovietica. Oggi no. Oggi le scelte lungo la strada solita non sono più possibili: o si va verso il disastro o bisogna ripensare tutto da capo a piedi.

Il guaio è che i due candidati non vogliono ripensare tutto da capo a piedi. Non vogliono perché non riescono a inquadrare i problemi se non nel modo vecchio e perché nemmeno lo vorrebbero fare. Sono come dei dinosauri che sono stati addestrati a fare i dinosauri e non possono far altro che i dinosauri. Darwin con loro fallisce!

Così la proposta di Trump è fare la guerra alla Cina e quella della Clinton è fare la guerra alla Russia. E tutti e due, Donald l'amico di Bibi (Netanyahu) e Hillary l'amica dei Saud, vogliono fare la guerra all'Iran.

Qui c'è un'alternativa. Ma che bell'alternativa!

A prima vista, da un punto di vista statunitense, l'idea della Clinton è più sensata di quella di Trump, perché la Russia è una minaccia più immediata alla supremazia statunitense (troppo vicina a un'Europa insofferente anche se leccapiedi e troppo spalmata sull'Eurasia) e un ostacolo al contenimento della Cina. Per quello (e per il business delle armi e della speculazione finanziaria e forse anche perché Trump ha detto che non spingerà mai per primo il bottone) che il Pentagono e Wall Street stanno con Hillary.

Ma entrambe sono ipotesi strategiche insensate, perché la Russia e la Cina sanno benissimo che caduta una toccherà all'altra. Come farà la Clinton a convincere i Cinesi che devono lasciare che la Russia (con cui condividono un confine immenso) sia annientata (fisicamente e/o politicamente)? Spaventando i Cinesi, gente che è abituata ad aspettare pazientemente di vedere passare sul fiume il cadavere del proprio nemico? Come farà Trump a convincere la Russia? TINA: la guerra, se la vogliono fare, devono mettersi in testa che la devono fare con tutte e due assieme (se non altro perché nel tempo in cui cercheranno di convincerne una, l'altra sarà in grado di far polpette della superpotenza).

Ad ogni modo c'è chi vede in Trump una possibilità in più per evitare la prossima guerra mondiale. Ad esempio Adam Walinsky, collaboratore sia di John che di Bob Kennedy, del quale era lo speechwriter, una vita al servizio del Partito Democratico e che su Politico Magazine ha dichiarato che mettere l'accento sui difetti e gli errori di Trump vuol dire "evitare le grandi domande sulla pace e la guerra, sulla vita o la morte del nostro popolo e della nostra nazione . This is why I will vote for Donald Trump for president".

La crisi sistemica genera caos e ribalta tutto ciò che sembrava acquisito, rimescola le carte in un modo che impressiona anche me, che pure me lo aspettavo. Irrompe nelle nostre menti e nella nostra organizzazione sociale con la forza di un'utopia evangelica ma coi contenuti di una distopia satanica: non viene a metter pace ma spada, non a unire ma a dividere.

Ecco perché un ex collaboratore di Reagan come Paul Craig Roberts spende tutte le sue energie per contrastare la politica guerrafondaia di Washington, ecco perché un vecchio sincero democrat come Adam Walinsky voterà per un molto controverso candidato repubblicano, ecco perché la "sinistra antagonista" italiana non perde occasione di portare acqua al mulino della propaganda guerrafondaia imperiale e gli ex-comunisti al governo sostengono i neo-nazisti di Kiev e, su consiglio della JP Morgan, cercano di bruciare sulla pubblica piazza la Costituzione nata dalla Resistenza.


NOTA
[1] Approvate il testo della legge costituzionale concernente "disposizione per il superamento del bicameralismo paritario, la riduzione del numero dei parlamentari, il contenimento dei costi di funzionamento delle istituzioni .". Ohibò, ma il "contenimento dei costi di funzionamento delle istituzioni" fa parte del nuovo Articolo 70 proposto dalla riforma? Non mi pare. E allora che cosa ci vogliono indurre a capire? Se io intitolo una legge "Disposizioni per l'aumento dei contratti a tempo indeterminato" ma nel contenuto si incentivano solo quelli a tempo determinato, e chiedo se si è d'accordo sul titolo, scusatemi un po', ma a che gioco stiamo a giocare?

Comments

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luigi ambrosi
Monday, 03 October 2016 00:24
IL DIAVOLO VESTE KHILLARY
 
Ci stiamo avvicinando all'evento politico internazionale più significativo dell'anno, le elezioni del Presidente degli Stati Uniti: una scadenza politica che supera ogni altro tema negli Stati vassalli dell'Europa. Ci arriviamo congiuntamente ad una crisi economica, particolarmente in Occidente, sempre in procinto di precipitare in una dimensione ben superiore alla precedente crisi del 2008. L'alleanza russo-cinese, che si spera strategica, sembra finalmente mettere in discussione l'unilateralismo degli USA e comincia a raccogliere intorno a sè non solo gli Stati più minacciati dall'aggressione imperialistica USA/Nato come Iran e Siria. La presidenza Obama, che ha continuato nel mondo la politica aggressiva dei neo-cons americani con altre forme, si sta concludendo senza portare a termine almeno 4 obiettivi importanti: 1) il consolidamento economico della Nato attraverso la firma del TTIP, 2) il disarmo del popolo statunitense, necessario per affrontare le prossime crisi economiche, 3) la completa balcanizzazione del medio-oriente. 4) Non è stato raggiunto nemmeno l'obiettivo di una rapida vittoria in Siria con estensione dei Califfati islamici nel Caucaso ed a ridosso della Cina. All'interno degli USA la ripresa economica è inesistente e supportata dalla falsificazione dei dati, mentre il debito pubblico è quasi raddoppiato.
Tra gli obiettivi provvisoriamente conseguiti: la costruzione di una cintura del caos intorno all'Europa per isolarla da Russia e Cina e cooptarla a sè; la distruzione o destabilizzazione di numerosi Stati sovrani e "non-amici" in Medio-Oriente e Nord-Africa in alleanza con i Fratelli Mussulmani e i Sauditi; il contenimento prima ed il ridimensionamento poi della rivoluzione bolivariana in Sud-America, infine, parzialmente, la costruzione di una cintura di isolamento intorno alla Cina nel Pacifico.
Complessivamente però l'obiettivo strategico di isolare, destabilizzare, colpire Russia e Cina non è stato conseguito ma anzi si è rafforzata l'alleanza contro l'unilateralismo americano.
Mentre gli Usa hanno cercato l'accelerazione dello scontro frontale in Libia e Ucraina, la Russia e la Cina hanno preso invece tempo; l'intervento russo in Siria e le decise reazioni cinesi nel Pacifico rappresentano il raggiungimento di un punto d'equilibrio tra la superpotenza americana e l'asse Russo-cinese. La prossima partecipazione della Russia a fianco della Cina nelle esercitazioni navali nel Pacifico, e l'interessamento ufficiale della Cina nel conflitto siriano a fianco di Russia e Iran sono manifestazioni e salti in avanti di questa alleanza strategica anti-Usa, con la Russia a rappresentare il fronte militarmente e politicamente più determinato, e la Cina a procedere economicamente nello stringere accordi ed alleanze col resto dell'Asia e del mondo, ed a limitare l'uso del dollaro negli scambi commerciali internazionali.
L' Europa si gioca la propria sopravvivenza come un vaso di coccio tra l'incudine americana e il martello russo-cinese. Accerchiata dal caos creato dagli Usa in Nord-africa, con cui alcune potenze europee hanno condiviso ambizioni neo-coloniali, indebolita politicamente dall'uscita della G.B. dall'Unione Europea, destabilizzata da grandi flussi di migranti, minacciata da pesanti sanzioni economiche americane nelle sue grandi aziende e banche, intimidita e ricattata da atti di terrorismo aventi regia negli Usa e operatività nella struttura clandestina della Nato, Gladio, e infine in profonda crisi economica, l'Unione Europea si trova nella sua fase più critica e rischia di frantumarsi davanti alle prossime accelerazioni politiche ed economiche internazionali.
L'area a sud dell'Europa è in piena destabilizzazione, con Egitto ed Algeria che reggono a fatica lo scontro con l'egemonismo USA (da cui si è ultimamente defilata la Francia); a sud-est dell'Europa nel medio-oriente il progetto Nato di balcanizzazione ha dovuto fare i conti con l'intervento russo, iraniano, di Hezbollah e con la resistenza dell'Esercito e del popolo siriano. Ma comunque ha creato quel caos che impedisce sia all'Iran di esportare gas in Europa via Iraq/Siria, sia alla Cina di progettare le infrastrutture per la linea sud della nuova Via della Seta.
L'area ad est dell'Europa ha subito la destabilizzazione del golpe ucraino, che ha chiuso i rifornimenti energetici all'Europa dalla Russia. Se l'Europa non esce dal suo stato di vassallaggio verso gli USA, a cominciare per esempio dall'eliminazione delle sanzioni economiche a Russia e Siria, è destinata a frantumarsi (e sarebbe meglio così) o addirittura a diventare il terreno di scontro tra Usa e Russia/Cina, anche non escluso nucleare. E che gli USA interpretino lo scontro in modo feroce lo attestano i numerosi eventi della storia di inizio del nuovo millennio, non solo il parto di loro creature come prima Al Qaida poi l'Isis, non solo l'auto-attentato dell'11 settembre 2001, ma per stare sugli ultimi anni di attentati terroristici, abbiamo la sequela di abbattimenti aerei, quello sull'Ucraina per spingere l'Unione europea a praticare anch'essa le sanzioni alla Russia; poi l'abbattimento dell'aereo russo sul Sinai; infine l'abbattimento dell'aereo franco-egiziano sul mediterraneo non appena la Francia ha rotto l'alleanza in Libia schierandosi con l'Egitto. Si può aggiungere l'ordine di uccisione di Regeni affinchè anche l'Italia non rompesse l'alleanza e si avvicinasse all'Egitto. Sempre in Europa rientra la sequenza di attentati a Parigi, Bruxelles per intimidire e ricattare i principali Stati europei e, con una certa convivenza di interessi, permettere misure di sorveglianza e controllo della popolazione, stati di emergenza come in Francia, e creare un clima di predisposizione a nuove avventure coloniali contro gli Stati mussulmani. Ricordiamoci Piazza Fontana: esplosivo proveniente da base USA, Gladio, convivenza servizi segreti, successivi divieti di sciopero. In questo quadro di continue provocazioni si può aggiungere la lunga sequela di provocazioni anti-Assad e anti-russe in Siria con continuo supporto dei media atlantici; per il caos, che va bene in quei territori anche fine a se stesso, si può armare e finanziare i mercenari terroristi e si possono anche bombardarli (o far finta di farlo), come avvenne in Afghanistan coi Talebani.
E Hillary Clinton? Lei è il punto di saldatura di tutte le forze conservatrici statunitensi e non, del partito democratico e di quello repubblicano con il dichiarato supporto delle lobbies di Wall Street; essa rappresenta sicuramente il partito dell'elevamento dello scontro internazionale e della guerra, dalla Russia all'Iran, oltrechè del rischio opzioni nucleari. Il diavolo del capitalismo all'ultimo stadio si veste da democratica, da donna, da diritto-umanista: il massimo del trasformismo e della mistificazione. E' il personaggio più pericoloso per i popoli del mondo, oltrechè per gli statunitensi stessi. Il capitalismo ha scelto bene, ed oltretutto ha ottenuto, almeno sulla carta, il sostegno della sinistra istituzionale occidentale di cui Sanders si era proposto rappresentante e invece ne ha rappresentato la parabola fallimentare. Un capitalismo multinazionale a guida USA feroce e unito dai Bush, Mc Cain, Wolfowitz a Sanders con al centro Khillary, pronto a far precipitare la situazione internazionale per sostenere l'egemonia americana e il dollaro nel mondo e pronto a far saltare il banco del "gioco" prima che i nodi della crisi strutturale del capitalismo vengano al pettine..
Il 3 luglio 2015, Khillary ha dichiarato:"Voglio che gli iraniani sappiano che se io sono presidente, attaccheremo l'Iran. . . . saremmo in grado di cancellarli totalmente. "
Khillary ha dichiarato che il Presidente della Russia è "il nuovo Hitler"
Khillary è colei che ha portato la sionista neocon Victoria Nuland nel Dipartimento di Stato per sorvegliare il colpo di stato degli Stati Uniti in Ucraina.
Khillary è quella che ha riso sguaiatamente alla notizia dell' uccisione di un capo di Stato, Gheddafi, dopo aver commentato: "Vedemmo, andammo, morì"
Khillary è stata fatta dimettere da Obama quando lei voleva ripetere contro la Siria l'attacco militare già riservato in precedenza alla Libia.
Ma non escludiamo colpi di scena. Come ve ne sono stati col Brexit. Nuove e più pesanti email in uscita potrebbero dare alla candidatura Clinton il colpo di grazia visto lo scarso consenso e credibilità che ha tra gli elettori USA in quanto rappresentante dell'estabilishment. Potrebbe così essere ripescato qualche personaggio politico che non cerchi lo scontro frontale ma continui a rinviare i problemi economici, magari con un quarto e gigantesco quantitative-easing "popolare" e interessi negativi, e internazionalmente accetti un certo multi-lateralismo. Invece se prevarrà la linea dello scontro, come sembra ora prevalere, possiamo immaginare brogli elettorali per la sua vittoria o addirittura l'eliminazione fisica del concorrente (magari ricorrendo all' opera di un pseudo "trotkista" o di un ucraino o islamico).
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Giuseppe
Sunday, 02 October 2016 19:48
Il coraggio della raggi nel dire no alle alle olimpiadi è. Ugualr al coraggio del no alle olimpiadi di monti premier nel 2011. Ad Maiora semper
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