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idiavoli

Dark data. Viaggio nella cyborg finanza II

di N3xuZ

“Do not go gentle in that good night / Rage, rage, against the dying of the light”. Ribellarsi al morire della luce. Addentrarsi nell’oscurità profonda come vorrebbe Dylan Thomas fa paura. Forse è la paura. Anche in finanza

darkdata3Il buio ci circonda. Sembra vuoto, invece è pieno di lei. La materia oscura. La Dark Matter.

Non possiamo vederla, ma non significa che non esiste. Anzi compone l’universo molto più della materia ordinaria.

Possiamo osservarne gli effetti, questo sì. In particolare il modo in cui piega la luce. È l’effetto lente gravitazionale: la deflessione dei raggi di luce causata da una massa posta tra la sorgente luminosa e l’osservatore. La materia oscura agisce sulla luce piegandola e creando effetti visivi anomali. Come gli archi luminosi.

Nella luce si nasconde il segreto per conoscere cosa compone l’oscurità.

Anche i mercati finanziari sono circondati dal buio. E anche lì non c’è il vuoto. Anche quel buio è pieno di materia oscura, materia allo stato liquido. Sono le piscine oscure. Le Dark Pool.

Anche di queste possiamo osservare gli effetti. In particolare il modo in cui agiscono sui dati. Come una lente gravitazionale, agiscono su prezzi e valori delle variabili, creando effetti anomali.

Cosa separa l’oscurità e la luce in un mercato finanziario?

Un mercato è semplicemente un luogo in cui è possibile eseguire ordini di acquisto o vendita di titoli. Le Dark Pool sono un sottoinsieme di tutti i mercati.

In passato, ogni mercato non-chiaro era ritenuto oscuro. Un mercato è chiaro quando fornisce i dati delle quotazioni dei prezzi di domanda e offerta dei titoli a un sistema centrale pubblico come il Sistema Nazionale del Mercato (NSM), nato negli Stati Uniti dopo la riforma dei mercati finanziari degli anni Settanta.

I prezzi di quei mercati confluiscono nei server dell’NSM, che poi distribuisce pubblicamente le migliori quotazioni di domanda e offerta di un titolo. In sostanza, sono chiari i mercati che forniscono i dati al cosiddetto Consolidaded Tape.

Le Dark Pool non lo fanno. O almeno, non in tempo reale. Per questo sono mercati oscuri. Lasciano filtrare pochissima luce. Le contrattazioni avvengono in modo diverso dai mercati chiari: i prezzi dei titoli scambiati e la loro quantità non sono resi pubblici, e il tutto avviene in modo anonimo.

Chi percorresse la galassia dei dati finanziari, oggi incontrerebbe più di trenta Dark Pool, che nel caso del mercato azionario statunitense arrivano a trattare anche il 20% del volume complessivo degli scambi.

Negli anni Settanta, Dark Pool erano alcune zone del floor della borsa di New York, quando i broker si accalcavano con i pezzi di carta e trattavano urlando. Se dovevano piazzare un ordine di grande quantità, usavano tre strategie di base:

  1. Vendo tutto in un giorno.
  2. Spalmo la vendita, per esempio in dieci giorni, vendendo il 10% ogni giorno.
  3. Vendo piccole quantità e aspetto l’occasione per piazzare l’intero ordine.

Nessuna di queste opzioni mi offre un pasto gratis. Ognuna comporta dei rischi.

La prima ha almeno una seria controindicazione: un forte impatto sul mercato. Immettere un ordine di grandi dimensioni in un colpo solo, farà muovere il mercato contro chi esegue l’ordine. Se intendo acquistare enormi quantità di un titolo provocherò un rialzo delle quotazioni, mentre se le voglio vendere provocherò un ribasso.

La seconda strategia mi espone al rischio di non soddisfare l’ordine abbastanza velocemente, facendomi perdere la finestra temporale nella quale si concentrano le migliori opportunità di profitto.

La terza è ancor è più rischiosa in questo senso: aspettare troppo, potrebbe far sfumare qualsiasi profitto e portarmi anzi a grosse perdite.

Ma se riesco a nascondere le mie intenzioni, se nessuno sospetta che ho un grande ordine da piazzare, la trattativa assume altri contorni. O meglio, perde molti contorni. Si confonde nel buio.

È quello che facevano alcuni traders della borsa di New York, a metà degli anni Settanta: prendevano l’ordine, non lo rendevano pubblico come una normale quotazione del titolo di un’impresa, e ne vendevano piccole quantità finché non trovavano sul floor una controparte a cui piazzarlo. Risultato: l’ordine non aveva un impatto sul mercato “chiaro”. Il prezzo del titolo non veniva alterato dalla presenza di questi ordini di grande dimensione.

Le Dark Pool sono spazi dove i grandi ordini possono giacere e attendere una controparte, senza che chi vuole eseguirli riveli le proprie intenzioni al mercato. Sono circondati da un buio che li protegge e favorisce.

Le Dark Pool permettono anche di internalizzare i flussi: due clienti dello stesso broker possono fare affari direttamente, senza pagare commissioni e ottenendo prezzi migliori.

Ma cosa si muove in una Dark Pool?

La risposta la fornisce Einstein. E=mc2 vale anche nell’universo finanziario.

E, l’energia, ossia la capacità di fare lavoro, in finanza sta per la capacità di fare profitto. m, la massa, sta per la liquidità, la disponibilità finanziaria.

Questa formula ci dice che nell’universo finanziario anche una piccola massa può generare grande capacità di profitto, se viaggia a velocità luminari. Più è veloce, e più questa capacità aumenterà. Più una massa è grande e meno velocemente può muoversi per ottenere la stessa capacità di profitto.

Le piccole masse producono E gestendo tanti piccoli ordini a velocità c. Le grandi masse possono viaggiare più lentamente, ma quando la loro velocità aumenta fino a c, la loro capacità di fare profitto diventa tale da modificare grandi porzioni del mercato. O il mercato intero.

Nella luce si nasconde il segreto per conoscere cosa compone l’oscurità.

E per conoscere come si nasconde in una Dark Pool. La colpiamo con un raggio di luce e vediamo cosa succede: inviamo dati alla Dark Pool e osserviamo cosa ritorna indietro. I dati sono ordini di compravendita. Per la precisone inviamo un piccolo ordine di tipo IOC (Immediato-O-Cancella) e aspettiamo la “risposta”. L’ordine IOC prevede che l’ordine viene annullato se una qualsiasi sua parte non è soddisfatta immediatamente.

Se nel nostro caso l’ordine IOC viene eseguito, sappiamo che esiste con ogni probabilità un grande ordine contrario nella Dark Pool. La luce è stata assorbita.

Questa tecnica si chiama Pinging. È un termine della Computer Science per indicare un utility che verifica la presenza di un altro computer connesso in rete, e misura il tempo necessario per inviare e avere un ritorno da questi piccoli pacchetti di dati. Oggi infatti anche le Dark Pool sono gestite prevalentemente dalle macchine.

Il trading algoritmico è una soluzione ottimale per i grandi ordini: spacchettarli, cercare una controparte, eseguirli alla massima velocità, sono compiti che possono essere svolti meglio da un algoritmo che da un uomo.

Le Dark Pool sono un’oscurità meccanica, che si riproduce mediante linee di codice.

Dietro agli ordini di grandi dimensioni protetti dalle Dark Pool si nascondono le masse più importanti dell’universo finanziario. UBS, Credit Suisse, IEX, Deutsche Bank, Morgan Stanley, JP Morgan Chase, Merril Lynch, Barclays.

Ognuna di queste grandi banche internazionali ha un avamposto nelle Dark Pool, grazie alle quali realizza transazioni protette dall’oscurità.

È debole un potere dentro il quale è possibile distinguere luce e oscurità. Perché può essere definito. Aggirato. Anticipato.

Per questo oggi luce e oscurità vengono mescolate e sfumate di continuo. Il loro confine è sempre meno chiaro. È mobile. La separazione tra i mercati chiari e oscuri si sta oscurando. Nei mercati chiari si diffondono macchie oscure, mentre dalle Dark Pool filtra un po’ di luce in più.

La luce sono i dati: alcune Dark Pool distribuiscono indicazioni-di-interesse (IOI) ai loro clienti, cioè messaggi che forniscono alcune informazioni sugli ordini nella “piscina”. Questi messaggi, però, sono inviati solo a una parte dei partecipanti del mercato oscuro. Esistono livelli di oscurità, anche dentro una Dark Pool.

L’oscurità è l’assenza di dati: alcuni mercati chiari hanno implementato un tipo di ordine, detto “nascosto”, che permette di celare chi lo sta facendo, o quale volume sta trattando.

La luce taglia le oscurità profonde. Attraversa le regioni più remote dell’universo e giunge a noi modificata. Curvata. Perché le grandi masse gravitazionali esercitano una forza tale da modificare lo spazio-tempo e quindi il suo percorso. È una delle lezioni di Einstein.

Anche in finanza la luce, intesa come dati, può essere piegata. Basta creare una massa sufficientemente grande e metterla nel luogo appropriato.

Le Dark Pool sono uno dei luoghi più appropriati.

Quello che vediamo, i mercati chiari e i loro dati, è il risultato di ciò che rimane dopo che l’oscurità ha esercitato la sua forza. È il risultato della deflessione della luce prodotta dalle grandi masse finanziarie che orbitano dentro le Dark Pool.

E più queste masse aumentano in numero e dimensione, più i dati dei mercati chiari risultano deformati. Perché prezzi e contrattazioni nelle Dark Pool influiscono su prezzi e contrattazioni dei mercati pubblici. Per evitare un impatto sul mercato eseguendo in modo nascosto ordini di grandi dimensioni, si finisce per modificare il mercato.

Infatti più ordini di grandi dimensioni si addensano nelle Dark Pool, più i prezzi dei titoli quotati sulle borse regolamentate non possono riflettere il valore del mercato attuale.

Supponiamo di essere un fondo d’investimento che detiene il 20% della azioni di un’impresa. Vendiamo queste azioni fuori dai mercati regolamentati, in una Dark Pool. Questa vendita ci darà una buona rendita, ma non agli investitori che hanno appena acquistato queste azioni: il titolo con ogni probabilità perderà valore non appena la vendita sarà resa pubblica. E più è grande la massa dei titoli trattati, più è probabile che questo accada e più la sua magnitudo, il suo impatto sul mercato, aumenta.

L’oscurità agisce sulla liquidità dei mercati. E come per tutti i liquidi, si può perturbare una parte agendo su un’altra anche lontana.

Non è un’azione diretta. È un’azione a distanza.

Con azioni a distanza le Dark Pool non solo possono distorcere i prezzi reali degli strumenti finanziari scambiati sui mercati, ma nei periodi in cui i mercati chiari sono percorsi da grande volatilità, possono amplificarla e diffonderla. La volatilità conduce a buchi di liquidità. I buchi di liquidità producono crash. E i crash possono destabilizzare l’intero sistema finanziario ed economico.

Dominare la luce è il segreto per ottenere il potere dell’oscurità. Dominare il confine tra luce e oscurità. Spostarlo nel tempo e nello spazio. Perché anche l’oscurità può essere dominata se rimane ferma.

Li chiamano gamer. Giocatori. Sfidano l’oscurità proprio al suo confine. La attirano verso la luce e la raggirano muovendosi a velocità c. Sempre al limite delle regole: quelle degli uomini, come ben noto, sono più ambigue e più facili da violare di quelle fisiche.

Corrono senza sosta, alla ricerca della pietra filosofale del mercato: il pasto gratis, il profitto a bassissimo rischio. Vivono al confine tra luce e oscurità, tra i mercati chiari e le Dark Pool. Sono front-runner. Coloro che “corrono davanti”. Sono un misto di uomini e macchine, sono i blade-runner della finanza.

Front-running è la pratica di passare davanti agli ordini che stanno per essere immessi da altri, per guadagnare un vantaggio di prezzo. Correre davanti agli ordini altrui e volgerli a proprio favore. Trarne un profitto.

Se riesco a sapere che qualcuno sta per immettere sul mercato un ordine importante d’acquisto di azioni di un titolo, posso anticiparlo, corrergli davanti, acquistando una quantità più piccola di azioni dello stesso titolo. Così quando l’ordine di grandi dimensioni viene eseguito, farà salire il prezzo delle azioni, e a quel punto potrò vendere le azioni in mio possesso. Profitto sicuro, rischio nullo.

Le Dark Pool possono essere soggiogate proprio con il front-running.

Perché sono oscure, ma non del tutto. Qualche pacchetto di luce riesce a scappare. Qualche informazione trapela.

“Un buco nero non è così nero come viene dipinto… Le cose possono uscire da un buco nero sia all’esterno o, eventualmente, in un altro universo. Quindi, se pensi di essere in un buco nero, non disperare, c’è una via d’uscita”.

Un front-runner fa suo l’incoraggiamento di Stephen Hawking. Non si dispera, e usa le poche informazioni che escono dall’oscurità per sondare le zone più buie dell’universo finanziario. E sfruttarle.

Per prima cosa deve riuscire a sapere se e dove si nasconde un grande ordine.

Per farlo usa il pinging. Se ha successo, questa semplice conoscenza può garantirgli un pasto gratis in tre semplici passaggi:

  1. Acquista a un tasso costante delle azioni del titolo x;
  2. Osserva il momentaneo impatto sul mercato;
  3. Rivende alla Dark Pool il quantitativo di azioni di x che ha accumulato, e che la Dark Pool compra vedendo che i prezzi in chiaro sono saliti.

Sui grafici dei mercati in chiaro vedremo apparire una struttura precisa: un rapido movimento del prezzo del titolo verso l’alto seguito da una inversione alla fine.

Ma i front-runner non entrano nell’oscurità. Fare trading dentro una Dark Pool è pericoloso. Spaventoso. “Do not go gentle in that good night / Rage, rage, against the dying of the light”. Ribellarsi al morire della luce. Addentrarsi nell’oscurità profonda come vorrebbe Dylan Thomas fa paura. Forse è la paura. Anche in finanza.

Chi ci prova, spesso cerca conforto nelle parole di Ralph Emerson: “Quando è oscuro abbastanza, puoi vedere le stelle”.

Se questo pensiero dà forza, sarà meglio tenere a mente anche cosa sono le stelle. Luci del passato. Riflessi di mondi che non sono più, che sembrano vivi e compresenti davanti ai nostri occhi per caso. Mondi con i quali non possiamo interagire e che non possiamo modificare.

Certo, possiamo imparare qualcosa, ma non è detto che possa essere applicato. Perché c è una velocità modesta su scala cosmica. Quando i raggi di luce di questi mondi ci raggiungono, la loro fonte è già cambiata o si è spostata.

Non è più così, e potrebbe non essere più lì.


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