Recentemente si sono verificati degli eventi che confermano la tendenza al declino del dollaro come valuta mondiale di scambio commerciale e di riserva, definita anche come “dedollarizzazione”. Tale processo è sia causa che effetto dell’indebolimento dell’egemonia statunitense, a fronte della realizzazione di un fronte contrapposto all’imperialismo occidentale, rappresentato dai paesi del cosiddetto Sud globale, a partire da Cina e India, che si sono riuniti in organismi come i Brics e la Sco, l’Organizzazione per la cooperazione di Shangai.
Sebbene non si possa ancora parlare di fine del dominio del dollaro e non ci sia attualmente nessuna valuta, tantomeno una valuta unica dei Brics, che possa sostituire il dollaro come valuta mondiale, l’indebolimento del dollaro è dimostrato dalla prevalenza dell’oro sui titoli di stato statunitensi (i Treasuries) nelle riserve delle banche centrali e dalla decisione dello Zimbabwe, ma anche di altri governi africani, di emanciparsi dal dominio del dollaro.
Dalla metà degli anni ’80 del secolo scorso l’oro era andato calando nella composizione delle riserve delle banche centrali mentre, all’opposto, il peso dei Treasuries cresceva, fino a che nel 1996 i secondi hanno superato il primo. Nell’agosto 2025, dopo ventinove anni, l’oro ha di nuovo superato i Treasuries, con il 27% delle riserve contro il 23%[i].
Quali sono le cause del sorpasso dell’oro a danno dei Treasuries? Per le banche centrali i Treasuries non sono più titoli privi di rischio sui quali conviene investire.