Natura, Materialismo, Socialismo. Il Marx verde di Foster
di Collettivo le Gauche
John Bellamy Foster in Marx’s Ecology: Materialism and Nature si propone di esplorare le radici del pensiero ecologico moderno attraverso un’analisi del materialismo scientifico sviluppatosi tra il XVII e il XIX secolo, con particolare attenzione alle figure di Charles Darwin e Karl Marx. Contrariamente alle interpretazioni ambientaliste contemporanee che spesso vedono il materialismo e la scienza come forze antagoniste rispetto a una presunta armonia premoderna con la natura, Foster sostiene che furono proprio il materialismo e il progresso scientifico a rendere possibile una visione ecologica della realtà. Il nucleo dell’argomentazione ruota attorno alla concezione marxiana della relazione tra uomo e natura che non è un dato immutabile ma il prodotto di un processo storico, caratterizzato da contraddizioni e alienazione. Marx, influenzato dalla filosofia materialista di Epicuro, sviluppò una critica radicale alla separazione tra l’uomo e le condizioni naturali della sua esistenza, una separazione che raggiunge la sua massima espressione nel capitalismo, dove il lavoro salariato e il dominio del capitale trasformano la natura in una mera risorsa da sfruttare. A differenza dell’idealismo hegeliano, che subordinava la materia allo sviluppo dello Spirito, Marx elaborò un materialismo dialettico che riconosceva la priorità ontologica della natura ma ne sottolineava anche la trasformazione attraverso la prassi umana. Questo approccio gli permise di superare sia il determinismo meccanicistico sia le astrazioni spiritualiste, proponendo invece una visione dinamica in cui l’uomo, pur essendo parte della natura, la modifica attraverso il lavoro e l’organizzazione sociale. Un aspetto cruciale del pensiero di Marx è la sua insistenza sul metabolismo sociale, ovvero lo scambio organico tra l’uomo e l’ambiente, che nel capitalismo viene interrotto da un rapporto di sfruttamento e degradazione. Questa intuizione, sviluppata attraverso lo studio di scienziati come Justus von Liebig (pioniere della chimica agraria) e Charles Darwin (la cui teoria evoluzionista fornì a Marx una base naturalistica per la sua critica storica), anticipa temi centrali dell’ecologia moderna, come la sostenibilità e l’interdipendenza degli ecosistemi. Nonostante ciò Marx è stato spesso accusato di prometeismo tecnologico, ovvero di aver celebrato il dominio umano sulla natura senza considerarne i limiti.