Print Friendly, PDF & Email

orizzonte48

Stavolta i sondaggi... Dressed to kill

di Quarantotto

1. Talvolta ciò che risulta dai sondaggi si rivela...esatto. Ironicamente strano, no?

Perché non dovrebbe essere così: intendo dire che i sondaggi dovrebbero, al contrario, essere prevalentemente, e non episodicamente (o "casualmente"), attendibili e presentare tollerabili e non significativi margini di errore (indicando delle previsioni che comunque registrano tendenze riconoscibili, nella loro essenza fondamentale, nel loro storico accadimento successivo).

Una riflessione però può essere aggiunta: dopo le clamorose sconfitte nel referendum sulla Brexit, nelle elezioni presidenziali USA e nel referendum costituzionale italiano, - (sconfitta doppia: primo perché hanno sbagliato clamorosamente; secondo, perché è difficile sfuggire all'impressione che parteggiassero per gli esiti che, sovrastimando, cercavano obiettivamente di favorire) -, i sondaggisti, potrebbero aver corretto il tiro e cercato di utilizzare metodologie e campioni più attendibili.

Sarebbe logico ritenere che si siano ricalibrati in questo senso: se non l'avessero fatto avrebbero non solo perduto la loro capacità di mercato (e di fissare adeguati compensi), ma anche avrebbero reso un cattivo servigio agli interessi socio-economici "serviti", cioè propri dei grandi soggetti politico-mediatico-finanziari che pagano i loro compensi.

 

2. Dunque, muovendo da questa ipotesi di operatore "ragionevole" (nel rendere appetibile il prodotto-servizio offerto al mercato), potremmo presumere che i sondaggi (almeno quelli offerti ai clienti più importanti, e che non necessariamente coincidono con quelli divulgati) siano stati, questa volta più accurati.

Sarebbe, perciò, altrettanto ragionevole presumere un non secondario riflesso di ciò, abbastanza ovvio in termini di intelligence (che consiste prima di tutto nella raccolta di informazioni): e cioè che non solo gli stakeholders politici principali ne abbiano tenuto conto per regolare meticolosamente le rispettive strategie, ma che ne abbia tenuto conto, anche e specialmente, l'apparato di controllo complementare e fondamentale che appoggia, costruisce e protegge tali stakeholders,- cioè il sistema mediatico mainstream.

Sarebbe folle, in quella che viene vista come una guerra (ossidionale, cioè un assedio) proprio da parte delle elites che reclamano, senza nasconderlo, il proprio non contendibile governo,  se il principale apparato di controllo sociale non si comportasse in tal modo.

 

3. E se il sistema mediatico ne avrà tenuto conto, conformemente agli obiettivi che gli sono propri (in un regime "liberale"), avrà utilizzato di conseguenza queste previsioni non per rivelarle, cosa che avrebbe potuto suscitare allarme in ampi strati di indecisi e "arrabbiati", ma al contrario per "costruire" delle opportune narrazioni e predizioni, infarcite di allarmismi più o meno sottilmente insinuati, per favorire il risultato auspicato. Che, non dimentichiamolo, è sempre la continuità del governo dei mercati e dunque la prosecuzione del cammino di asservimento italiano all'€uropa.

Dunque, l'esito più ovvio e fortemente desiderato dall'elites - la soluzione "governativa" Citigroup e il massacro imminente della nuova ondata di riform€- potrebbe essere esattamente il più probabile.

 

4. Consegno questa semplice riflessione anticipata, con l'espressa speranza di sbagliarmi.

Però, occorre essere vigili e coscienti dell'incombere probabilistico di un congegno del genere; perchè, chi mai leggesse oggi queste righe, sarebbe ancora in tempo a regolarsi

E' un po' come in quei thriller in cui viene subito suggerito (più o meno esplicitamente: ecco un altro esempio) chi sia l'assassino, ma la storia si dipana nell'incredibile serie di vicende, di vittime e detectives, che vengono deviati, insieme allo spettatore, su vari binari morti. Per condurli al finale "già scritto" (dagli sceneggiatori).

Add comment

Submit