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La guerra dei piattini rosa

di Miguel Martinez

Come sapete, in questi anni l’evidenza ci ha costretti, nonostante noi stessi, ad adottare una prospettiva insolita: guardare il mondo dal punto di vista della seconda legge della termodinamica.

Ricordiamo brevemente che ci sono solo due certezze  assolute al mondo, condivisibili da cattolici tradizionalisti, militanti gay, Saviano e Salvini, collezionisti di cimeli delle SS e Antifa, eremiti e proprietari di discoteche, liberisti e sindacalisti. Persino architetti e ingegneri saranno d’accordo.

La prima legge assoluta e certa, come ricorderete, dice che la crescita e il progresso sono balle esattamente quanto la conservazione. E il bello è che è per lo stesso motivo.

La seconda legge dice che:

1) ogni volta che facciamo qualcosa, creiamo più disordine che ordine.

2) a questo, ci pone rimedio il Sole che con un folle autosacrificio da rituale azteco,  bruciandosi, nutre con delicatissima lentezza la varietà di piante e di esseri viventi che ci sono sulla terra, tra fotosintesi e molluschi che diventano petrolio: insomma, assume su di lui il disordine che permette quel poco di ordine che ci può essere da noi.

Possiamo discutere se i sacrifici umani fossero proprio il modo più azzeccato di dare una mano al Sole, ma non si può negare che gli antichi messicani fossero gli unici ad aver capito il punto fondamentale di tutto il sistema che chiamiamo, appunto, solare.

3) Quindi ogni ordine che creiamo che non rispetti i tempi della fotosintesi (o dei molluschi che si fanno petrolio in qualche centinaio di milioni di anni), in realtà fa più danno che altro.

E’ certo che altrimenti faremo soltanto disastri, anche se non capiamo subito di che tipo.

E’ una delle pochissime cose che sappiamo con assoluta certezza essere vera: nessuna stanza si è pulita mai da sola, il latte versato non è mai entrato da solo nel cartone e non esiste la macchina del moto perpetuo.

Fino a questa primavera, da noi si celebrava quasi un compleanno al giorno, nella bella stagione.

Cosa di cui i bambini (e forse ancora di più i genitori) hanno un comprensibilissimo bisogno.

L’attrezzatura media era questa, in tutta la sua rosea allegria:

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Poi finisce la festa, e tocca pulire.

Io non ci pensavo proprio, tutto sorridente alla fine delle feste, non mi chiedevo nemmeno dove andasse a finire la roba.

Tanto, non dovevamo pulire noi.

Per noi, la roba spariva.

Poi ho capito che a compiere il miracolo della sparizione era un somalo, di cui non si accorgeva nessuno. Un uomo straordinario, saggio e con un grande senso dell’umorismo, che meritava un rispetto che nessuno gli tributava.

Esercizio: hai idea di chi sia la persona che fa sparire i tuoi rifiuti?

Capita la domanda? La devo ripetere?

Però con il saggio somalo – o con chi lo mandava,

(poi ho conosciuto chi lo mandava, ed era una brava persona pure lui, per cui diciamo, chi mandava chi lo mandava…)

  tutto finiva nell’indifferenziato, e poi in qualche inceneritore.

Come abbiamo raccontato altrove, gli inceneritori in Toscana li stanno chiudendo ad uno ad uno, perché fanno più male che bene, e se ne accorgono persino i tribunali.

Ci siamo civilizzati, e abbiamo cominciato a fare la raccolta differenziata noi stessi, così dopo le feste ci si carica sulle spalle un gran sacco nero, e lo buttiamo tra i contenitori.

Come potete capire dal post che scrissi all’epoca, ci siamo anche sentiti abbastanza bravi.  A nostra giustificazione, devo dire – eravamo davvero più bravi del Comune in cui viviamo.

Solo che i piattini rosa che differenziavamo andavano in Cina, finché non si sono accorti che li stavamo soffocando.

Allora, l’onda è passata in Tailandia, dove in pochi mesi ha bloccato l’intero sistema portuale.

I piattini (usati) delle bambine fiorentine non permettevano ai piattini cinesi ancora da usare di arrivare ai bambini tailandesi, che si mettevano a piangere perché nessuno cantava, Happy Birthday to You! per loro.

Così anche il governo tailandese ha dovuto dire basta compleanni!

La marea è debordata anche in Polonia, dove in pochi mesi l’importazione di rifiuti è raddoppiata.

Seguita da oltre sessanti incendi di discariche, come questo:

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Gli incendi sono probabilmente di origine dolosa, anche se la motivazione non è chiara: forse per fare più spazio nelle stesse discariche, quasi sempre di proprietà dubbia.

Comunque, il governo polacco sta prendendo misure per bloccare anche da loro l’importazione dei nostri piattini.

Saapete che occhio non vede, cuore non duole.

Quindi, siccome ho tutti i difetti umani possibili, non riesco a commuovermi troppo per la Tailandia, perché non ci sono mai stato e non ho mai conosciuto un tailandese (sono riuscito a insegnare a un italiano abbastanza tailandese da passare un esame, ma si tratta di trucchi da linguisti).

Però in Polonia ci sono stato, e quindi ci resto male. Sono un polaccofilo.

A questo punto rimane una sola discarica per i piattini rosa delle bambine fiorentine: il mare.

Pensate al risparmio.

Mi immagino di essere il capitano della EcoFleet Green Future.

Invece di partire da Livorno con un carico di piattini rosa per la Tailandia, dico che ci vado, svuoto la nave in qualche punto tra Carrara e la Corsica, mi faccio un mese di ferie a casa e poi racconto agli amici delle mie prodezze con le ragazze dagli occhi a mandorla.

Solo che la realtà è un’altra.

Una di noi ha una bancarella di bibite e panini per turisti in piazza Duomo, non ce la fa più a vedere la plastica, e decide di autotassarsi per dare almeno i bicchieri compostabili ai clienti

Lei ha un carattere forte da oltrarnina, ma soprattutto ha ragione, e così decidiamo, basta compleanni.

Almeno finché non troviamo piatti di acciaio inossidabili, che i bambini dovranno contribuire a lavare insieme. Happy Washday to You!

Un sacco di gente ci guarda in cagnesco, c’è anche il bambino che dice, “sei tu quello che non vuole più i compleanni?”

Ma sono cose che non avremmo dovuto imporre noi: avrebbe dovrebbe imporle lo Stato. Uno Stato che avrebbe dovuto capire che siamo in guerra con qualcosa di molto più terribile delle migrazioni, della disoccupazione, del “terrorismo”.

A sterminarci non saranno i russi, l’Isis, i nigeriani con i’ cappellino in mano, Casa Pound o la Casta.

Saranno i piattini di plastica rosa.

Comments

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daniele
Saturday, 28 July 2018 17:37
semplicemente geniale!
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