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sollevazione2

Chi salverà i rosabruni?

di Piemme

Certa stampa liberal-liberista (gruppo Espresso-Repubblica in testa) da un po' di tempo ha ripreso a gridare contro l'allarme del pericolo "rossobruno". Essa allude ad inesistente blocco politico tra frange di estrema sinistra ed estrema destra, ove il collante del blocco sarebbe rappresentato da comuni velleità sovraniste e anti-europeiste.

L'allarme è stato raccolto da pezzi alla deriva della sinistra radicale — i rossobrutti sono stati a giusto titolo chiamati — i quali, in comune con le élite liberiste, hanno la stessa idiosincrasia per lo Stato nazione. Non si tratta ancora di un blocco politico vero e proprio, ma rischia di diventarlo. Possiamo comunque dare un nome a questo blocco incipiente ROSABRUNISMO.

Perno di questo amalgama ROSABRUNO è senza dubbio il Pd.

Le truppe parlamentari del PD sono in prima linea nella guerra contro pur timido "decreto dignità". 670 emendamenti tra cui quello che sopprime l'articolo che aumenta del 50% l'indennizzo in caso di licenziamento ritenuto illegittimo.

Un emendamento, quest'ultimo, che la dice lunga sul livello di liberismo del Pd nonché sul disprezzo verso gli interessi e i bisogni di milioni di lavoratori.

Si spiega così come mai M5S e Lega veleggino nei consensi al 60% e l'inquietudine tra giornalisti, intellettuali e maître à penser della classe dominante. La vera e propria afflizione è ben espressa da un editoriale di Antonio Polito sul CORRIERE DELLA SERA di oggi.

Cosa dice il Polito?

«Con questi dirigenti non vinceremo mai». Dov’è finito Nanni Moretti? Avrebbe ancor più ragione oggi, a lanciare l’ urlo che scosse il centrosinistra nel 2002. Ma anche lui si è ritirato a vita privata. Ormai del Pd non importa quasi più a nessuno: è un corpo esangue, il renzismo l’ha prosciugato di tutte le sue forze, si è trasfuso tutta la sua linfa vitale. Come negli amori di Ovidio, i democratici non possono più vivere con Renzi, ma neanche senza. Forza Italia sta messa, se possibile, anche peggio. Con quel partito neanche Berlusconi vincerà mai più.Che nel Paese non c'è più opposizione e che, quindi, bontà sua, la "democrazia è bloccata". (...) Una situazione di democrazia bloccata che alla lunga presenta pericoli anche per l’ordine liberale..».

Lasciamo stare, per carità di patria, l'allarme per i pericoli che correrebbe "l'ordine liberale".

Vediamo cosa scrive subito dopo:

«Non si può escludere perciò che prima o poi (per esempio a novembre, con la legge di Bilancio) la gloriosa macchina da guerra giallo-verde incontri il suo vero e unico nemico: il vincolo esterno, quel limite che non si può superare senza recare un danno grave all’Italia nel suo complesso, e per molti anni a venire».

Ecco dunque confessate le recondite speranze dell'élite. Siccome non c'è più partita nel paese tra élite liberiste e "populisti", ci si affida all'Unione europea ed anzitutto ai guardiani teutonici del vincolo esterno, affinché l'Italia venga rimessa in riga e le sue pulsioni sovraniste punite e spazzate via.

Indovinate un po' da che parte dovremo stare?

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