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mariogangarossa

Antifascismo

di Mario Gangarossa

L'antifascismo è stata la più efficace arma di distrazione di massa con la quale la borghesia, sinistra e progressista, ha costruito la sua egemonia politica e culturale sulle classi sfruttate a cui bisognava dare comunque un obiettivo "politico".

Un nemico da combattere, un fantasma capace di agitarne i sonni.

Gli intellettuali della classe al potere che mantiene ben salde le redini dello Stato democratico, e che i libri e i giornali oltre a leggerli li scrivono, sanno bene che il fascismo, nelle forme che abbiamo conosciuto nel secolo scorso, esiste solo nella testa di qualche disadattato nostalgico.

Il fascismo non è un problema politico.

Al massimo è una questione di polizia da affrontare con buoni servizi d'ordine e un po' di sana vigilanza militante, uniche medicine da usare con le frange più aggressive e violente del nemico di classe.

Vorrei ricordare a chi ancora continua a usare questa categoria obsoleta della politica che pure nelle sue forme più pericolose, lo stragismo, il fascismo non è mai stato un "problema" per le istituzioni democratiche "nate dalla Resistenza".

La storia ci ha insegnato che dietro i bombaroli ci stavano i servizi deviati (da cosa?) dello Stato. I difensori delle istituzioni democratiche.

Il fascismo era lo Stato.

E che, nel momento più difficile per le classi al potere, in quelli che i chierichetti battezzati alla fonte dei sacri principi costituzionali chiamano anni di piombo; quando la violenza antisistema minacciava di diventare fenomeno di massa, non sono stati i manganelli e l'olio di ricino a stroncare l'attacco alle istituzioni, ma i carabinieri del generale Dalla Chiesa e i poliziotti del democratico Cossiga.

Usando metodi e strumenti che nulla avevano da invidiare ai regimi dichiaratamente fascisti.

Il peggiore ministro di polizia che si ricordi, Mario Scelba, che passerà alla storia per gli eccidi di operai e contadini, per le migliaia e migliaia di anni di galera inflitti ai proletari in lotta, l'inventore della celere, si ricorderà pure per essere stato l'ispiratore della prima legge contro la "ricostruzione del partito fascista" che appunto porta il suo nome.

Lo stesso che ci ricordava che "per tenere a bada i comunisti" non occorrevano leggi speciali o stravolgere la Costituzione.

Bastava l'applicazione delle leggi esistenti, ineccepibilmente costituzionali e antifasciste.

E poi, spiegatemi un po' che cosa se ne farebbero dei fascisti oggi.

Lo sciopero è un lontano retaggio del passato, non ci sono voluti i mazzieri per renderlo innocuo e inoffensivo.

E' bastata l'opera del sindacato concertativo.

E a stroncare il diritto di manifestare bastano le leggi securitarie a cui da decenni, tassello dopo tassello, ci hanno abituato.

Per reprimere chi prova a resistere alla normalità dello sfruttamento quotidiano non occorrono mazzieri ne irregolari in camicia nera.

Bastano e avanzano le forze armate regolari dello Stato borghese.

E non occorre il confino per gli oppositori. Basta il 41bis.

La classe operaia è divisa e isolata in balia di caporali felloni venduti agli interessi del proprio padrone.

La sua coscienza pervertita da decenni di servilismo "riformista" gli impedisce perfino di approntare quella minima resistenza che la situazione imporrebbe.

Aspetta la cassa integrazione, fiduciosa nel banchiere venuto dall'Europa, e qualche ammortizzatore sociale capace di fargli superare la nottata.

Non è la classe che nei primi decenni del secolo scorso faceva così paura alla borghesia da spingerla nelle braccia di Mussolini.

E la democrazia, questa fantasiosa fesseria che tutto dovrebbe conciliare e tutto risolvere nel nome di un altrettanto chimerico bene comune, si è dimostrata una puttana al servizio di chi è più disposto e capace di pagare pronto cassa.

Una meretrice le cui passate, e immaginarie, virtù sono difese ormai solo da quelli che ci dipingono come suoi mortali nemici.

I manipoli di giannizzeri al servizio delle concorrenziali fazioni del capitale già bivaccano nelle aule "grigie e sordide" di un parlamento che nessuno ha più voglia o interesse a difendere tranne gli ultimi inutili idioti che del cretinismo elettorale hanno fatto la loro bandiera.

Il capitale governa direttamente coi suoi uomini, tanto forte da non avere nemmeno più bisogno di pupi e pupattole, di nani e ballerine, di fascisti e di difensori della costituzione più farlocca del mondo.

Il re è nudo. E qualcuno sta ancora a costruire foglie di fico sulle quali indirizzare la rabbia che inevitabilmente crescerà nel paese, col crescere dei morti, della disoccupazione, della miseria e della fame.

Nel cortile delle apparenze in cui è stato costretto il "movimento reale" e il suo bisogno di resistere e di sopravvivere, oche starnazzanti si insultano a vicenda continuando a recitare una parte ormai venuta a noia.

Lasciamo che i morti insultino i morti. Che si scusino a vicenda per aver qualche volta ecceduto e che a vicenda combattano.

Non ci riguarda.

Abbiamo cose più serie a cui pensare.

Comments

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Persille
Sunday, 28 February 2021 14:49
Bisognerebbe puntualizzare. Il codice penale Rocco, riformato ma tuttora in vigore, non è un codice emesso dalla Repubblica costituzionale antifascista. È solo il caso più noto. La legislazione fascista e monarchica a carattere fortemente repressivo ha dovuto essere smontata dai tribunali per decenni, soprattutto quando il conflitto sociale è stato più manifesto.
I duplici rumori di sciabole non erano privi di pericoli per la Costituzione lavorista.
La lotta armata di stampo rivoluzionario comunista è stata combattuta a colpi di leggi speciali per farle il vuoto intorno, non solo con metodi polizieschi sud-americani. I grand-commis del fascismo e anche tanti meno grandi sono invece tranquillamente rimasti nella pubblica amministrazione e nelle università, sporchi di sangue e di miseria, con tutti i loro gradi e soprattutto con la loro mentalità, le loro idee, le loro prassi, le loro scelte di reclutamento.

D’accordo che oggi il fascismo sia divenuto un motivo sfruttato opportunisticamente da parte della sx istituzionale come da quella autoproclamatasi radicale, ridicole entrambe e entrambe profondamente consone al capitalismo liberista, per mascherare la propria sottomissione al progetto antisociale della UE, ma la situazione di sostanziale impunità dei fascisti e di una parte della loro legislazione ha schiacciato le nostre vite e la Costituzione stessa per decenni, costituendo un’utile e volenterosa rete di repressione delle lotte. L’amnistia avrebbe potuto essere un po’ più attenta, invece ha lasciato il ceto dirigente non solo impunito e intoccato, ma libero di nuocere, senza imbrigliarlo in direzione della democrazia necessitata. Ma non è certo di questo processo storico che si lamenta la sinistra oggi ed è lì appunto il problema.

D’altra parte è vero che gruppi neofascisti esistono e che una certa contigua ambiguità, per non dir altro, nei loro confronti da parte della destra istituzionale rappresenta un danno e un pericolo nei confronti delle situazioni di militanza più esposte sul territorio. Questo andrebbe riconosciuto francamente, non solo per verità storica. Crea un’impasse a sinistra che danneggia l’ampiezza di prospettiva. Parliamoci chiaro: già la UE è lontana e poi “neparlaSalviniquindièrobadafasci”. Se poi la sera ti trovi qualcuno mentre torni a casa da una riunione, questo finisce con il cambiarti radicalmente le prospettive, e convincerti che il vero nemico è anzitutto quella roba lì.
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