Alla larga dai No Pax!
di Giorgio Cremaschi
La manifestazione del 15 marzo a Roma, convocata dal quotidiano della Famiglia Elkann Agnelli, la Repubblica, mi provoca un rifiuto che precipita nel disgusto.
Il rifiuto totale è per la guerra, l’economia di guerra e per coloro che oggi ne proclamano la “necessità” per combattere la Russia. E la cosa insopportabile è che fanno tutto questo nel nome del superamento dei nazionalismi.
Costoro non si accorgono neppure che hanno semplicemente sostituito lo spirito patriottardo nazionalista con lo spirito patriottardo europeista. Mettete “Europa” al posto di “Italia” e tutto il resto del loro linguaggio attuale può essere preso pari pari dai comizi di D’Annunzio e dei mascalzoni che nel 1915 inneggiavano alla guerra.
“Dobbiamo reagire al disonore“, “dobbiamo proclamare la superiorità della nostra civiltà“, “dobbiamo armarci contro il barbaro aggressore“. E le fazioni devono sparire tutte davanti al comune destino. Spariscano dunque le bandiere di parte tranne quella della Patria. Così ieri si imponeva solo la bandiera bianco rossa e verde, oggi la Repubblica chiede di andare in piazza il 15 marzo solo con quella blu. Cambiano le bandiere, non la cialtroneria di chi le sventola.
La realtà è che un gruppo di governanti europei, che non sono tutta l’Europa e neppure tutta la UE, uniti nella NATO con Canada e Turchia, si sono trovati a Londra per protestare contro Trump.
Perché il presidente USA ha un programma di governo reazionario ultraliberista e razzista?
Certo che no… Questi governanti sono offesi perché Trump vorrebbe mettersi d’accordo con la Russia alle loro spalle.
Oggi Trump è considerato dai liberaldemocratici europei un nemico che ha rotto il fronte della libertà, ma se decidesse di cambiare idea e facesse più guerra alla Russia – cosa tuttora possibile – allora tornerebbe a essere il campione dell’Occidente.
Vogliono una pace giusta e il rispetto del popolo ucraino? Ma non facciano ridere. Quello che vogliono è un posto al tavolo buono, da cui si sentono improvvisamente esclusi, ingiusta ricompensa dopo decenni di servile fedeltà a tutte le più sporche imprese degli USA e del loro primo protetto, Israele.
Che proprio in questi giorni decide di colpire la popolazione di Gaza con l’arma genocida del blocco del cibo, dell’acqua, dell’energia, delle medicine; senza che i manifestanti “per la libertà dei popoli” con la bandiera blu dicano un bif.
Ursula von der Leyen chiede 800 miliardi, la stessa cifra rivendicata qualche mese fa da Draghi, per nuove spese militari e vuole pure una banca europea dedicata al riarmo.
Saranno tutti soldi sottratti a sanità, scuola, servizi sociali, tutti soldi in meno per la civiltà europea nel nome della “guerra di civiltà”.
Il riarmo è la sola priorità di questo “europeismo” e questa non è solo una scelta regressiva, è anche una velleità furbastra e opportunista, perché in realtà non è neanche vero che questi governanti europei siano disposti a far guerra da soli alla Russia o alla Cina. Essi intendono, o almeno così credono e fanno credere, far pressione in questo modo sugli USA perché guerra e affari continuino come è sempre stato. E come invece non è più.
Sotto la bandiera blu scendono in piazza assieme le ipocrisie e le menzogne liberal-democratiche.
Quelle di chi proclama la guerra, ma vuole che la facciano gli altri; quelle di chi esalta la democrazia, ma è disposto a tutto se la democrazia non va come vorrebbe; quelle di chi vuole il riarmo, ma ne dà la colpa al nemico; e infine quelle di chi a parole respinge armi e guerra, ma scende in piazza a fianco dei guerrafondai liberali. Finti pacifisti e azionisti di Leonardo sotto la stessa bandiera.
Ecco, qui mi sale il disgusto, perché a questa manifestazione guerrafondaia dell’estremismo di centro parteciperanno anche politici e sindacalisti che si proclamano “di sinistra” e che magari il giorno dopo riprenderanno a rivendicare pace e lavoro.
Saranno lì per puro opportunismo, perché non possono dire no al giornale della famiglia Elkann Agnelli, soprattutto quando sventola la bandiera blu. E saranno lì perché i loro princìpi sono flessibili come il lavoro precario che dichiarano di voler combattere.
Questa manifestazione lascerà il mondo inalterato, ma sicuramente procurerà danni alla fragile democrazia italiana, aumentando la confusione e il trasformismo che la stanno distruggendo. Sarà una manifestazione che rafforzerà la destra in tutte le sue versioni, da quella esplicitamente guerrafondaia a quella che finge di opporsi al riarmo.
Alla larga dalla piazza dei NO PAX, mobilitiamoci e facciamo altro.
Comments
“Da Omero a Ernst Jünger la nostra civiltà ha pensato il combattimento armato frontale, micidiale e decisivo addirittura come proprio fondamento perché nella guerra eroica ha trovato l’esperienza plenaria,”
Scurati cita come esempio delle virtù europee un nazista eterodosso un reazionario,che ha fatto parte delle milizie padronali Freikorps , responsabili tra l’altro degli assassini di Rosa Luxemburg e Karl Liebknecht.
Scurati sarebbe un intellettuale antifascista?…
Ma questo si che è rossobrunismo!
https://it.m.wikipedia.org/wiki/Ernst_J%C3%BCnger
Nel 1923 si unì per un breve periodo ai Freikorps di Gerhard Roßbach e fu attivo soprattutto come collegamento itinerante con altre parti del movimento nazionale. Durante un lungo soggiorno a Monaco, la città natale della madre, Jünger simpatizzò con il gruppo di ex soldati di prima linea intorno a Erich Ludendorff e Adolf Hitler che organizzarono il Putsch di Monaco[18]. Successivamente descrisse un discorso di Hitler da lui udito come un “cataclisma” (“Elementarereignis”). Poche settimane prima del fallito putsch, pubblicò il suo primo articolo di carattere politico intitolato Revolution und Idea sul Völkischer Beobachter, il giornale del partito nazionalsocialista, in cui lanciò un appello per una “vera rivoluzione” la cui bandiera e forma di espressione sarebbero state, rispettivamente, la svastica e la dittatura.[19] In un sobborgo di Monaco, visitò Ludendorff, la cui figura elogiò sul Deutsches Tageblatt nell’aprile 1924[20].