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linterferenza

Deliquio di Acerbo (R.C.) contro Marco Rizzo (PC)

di Fabrizio Marchi

Il segretario di Rifondazione Comunista, Maurizio Acerbo – forse solo per dare segni di vita – ha pesantemente attaccato (insultato?…) il segretario del Partito Comunista, Marco Rizzo, asserendo o insinuando ( e soprattutto deformando quanto ha dichiarato) che le sue argomentazioni sarebbero quelle tipiche dei “rozzobruni e della destra clericofascista”, accusandolo, di fatto, anche se indirettamente (cito testualmente: “Il Pci votava con le formazioni laiche e liberali le riforme sui diritti, non si alleava con la parte più retriva delle gerarchie cattoliche e i fascisti…”) di volersi alleare con le gerarchie cattoliche e addirittura con i fascisti per ragioni di mero opportunismo, cioè per accattivarsi le simpatie di settori popolari che hanno introiettato la propaganda di destra. Di seguito il link del suo outing:

https://www.facebook.com/acerbomaurizio/photos/a.792560544157318/3840570226022986

E fin qui nulla di nuovo, sono i soliti scomposti insulti con cui la “sinistra” radical, ruota di scorta di quella liberal, usa apostrofare chiunque osi criticare l’ideologia politicamente corretta avendola individuata per quella che è, cioè l’attuale ideologia/falsa coscienza del sistema capitalista dominante. Il problema è che Acerbo e i suoi sodali, più tutto il resto della brodaglia radical(chic) “de sinistra”, non se ne sono accorti (essendo imbevuti della suddetta ideologia) e continuano a scagliarsi contro il vecchio armamentario valoriale-ideologico vetero borghese, il famoso “Dio, Patria e Famiglia” – ormai da tempo messo in soffitta per essere consegnato alla famosa critica roditrice dei topi e sventolato, appunto, solo dalla destra più retriva – né più e né meno di come Don Chisciotte della Mancia si scagliava contro i mulini a vento.

Sono del tutto simbiotici a quel sistema che dicono di voler combattere ma del quale, nello stesso tempo, sposano l’ideologia. Se ciò avvenga per malafede, collusione consapevole con l’avversario oppure stupidità e/o dogmatismo, non è dato saperlo, ma propendo per la seconda ipotesi.

Fa, peraltro, sorridere il riferimento al PCI e alla sua storia fatto da un personaggio come Acerbo che rappresenta la risacca della risacca della risacca (non è una ripetizione…) del più trito e ritrito post sessantottismo fuori tempo massimo. Ma questo è ancora un altro discorso. Non che la critica al PCI non abbia ragioni fondate, ma certamente non sono quelle che può portare in causa il soggetto in questione.

Nel suo deliquio, Acerbo, facendo riferimento ad una intervista rilasciata dal segretario del PC a Pro Vita, giornale di un’associazione che potremmo definire di area cattolica tradizionalista, accusa Rizzo di essersi espresso contro il DDL Zan contro l’omotransfobia. In realtà, come è evidente dall’intervista che riporto di seguito https://www.provitaefamiglia.it/blog/esclusiva-ddl-zan-marco-rizzo-partito-comunista-favorisce-mercificazione-della-vita Rizzo si è limitato a criticare duramente la pratica dell’utero in affitto e, più in generale, la cultura o, meglio, l’ideologia che l’ha prodotta, ma non ha fatto nessun riferimento al DDL Zan. Ma tanto è bastato ad Acerbo – la qual cosa non ci meraviglia affatto – per pronunciare il suo ukase nei confronti del segretario del PC.

Per come la vedo io, è un fatto molto positivo che Acerbo si sia scagliato con tanta veemenza contro Rizzo, perché ciò significa che quest’ultimo sta lavorando molto bene e, come diceva un tale con gli occhi a mandorla (al netto dei giganteschi e anche tragici errori che ha commesso, mi sia consentito di citarlo) “Per quel che ci riguarda, si tratti di un individuo, di un partito, di un esercito o di una scuola, io credo che la mancanza di attacchi da parte del nemico contro di noi sia una cattiva cosa, poichè significa che noi facciamo causa comune con il nemico. Se siamo attaccati dal nemico, è una buona cosa, poiché ciò dimostra che abbiamo tracciato una linea di demarcazione nettissima tra noi e il nemico. Se esso ci attacca violentemente, dipingendoci con i colori più cupi e denigrando tutto quello che facciamo, si tratta di una cosa ancora migliore, poiché ciò dimostra non solo che abbiamo stabilito una linea di demarcazione netta tra il nemico e noi, ma anche che abbiamo conseguito notevoli successi nel nostro lavoro”, vuol dire che è sulla strada giusta.

Naturalmente auguro a Rizzo e al PC di avere nemici di ben altra caratura e calibro di un Acerbo, perché ciò significherebbe che una nuova, robusta, consistente forza popolare, socialista e comunista, realmente alternativa all’attuale ordine sociale e soprattutto in grado di procurargli una certa preoccupazione, si è affermata in questo paese.

Nondimeno, giudico molto positivamente l’accaduto. Il Partito Comunista è infatti il solo partito della variegata galassia dei vari partiti (sedicenti?…) comunisti e/o della sinistra cosiddetta antagonista ad aver espresso posizioni critiche nei confronti dell’ideologia politicamente corretta e ad aver marcato una cesura netta con l’attuale “sinistra”, sia nella sua versione liberale che in quella cosiddetta radicale.

Per come vedo io le cose, non posso che suggerirgli di marcare con ancor più forza il solco che lo (ci) separa da quella “sinistra” di cui sopra. Per gettare le fondamenta per la costruzione di quel nuovo e potenzialmente grande soggetto politico a cui facevo riferimento poc’anzi, è innanzitutto necessario fare chiarezza e sgomberare le macerie. Avanti così.

Comments

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Fabio Rontini
Wednesday, 21 April 2021 11:00
"Naturalmente auguro a Rizzo e al PC di avere nemici di ben altra caratura e calibro di un Acerbo, perché ciò significherebbe che una nuova, robusta, consistente forza popolare, socialista e comunista, realmente alternativa all’attuale ordine sociale e soprattutto in grado di procurargli una certa preoccupazione, si è affermata in questo paese."

Il PC di Rizzo è certamente il miglior candidato a poter diventare l'embrione della rinascita di un nuovo Partito Comunista che sia davvero il partito dei lavoratori, avanguardia intellettuale del proletariato, nella sua lotta per il socialismo.
Encomiabili sono le sue posizioni politiche anti-revisioniste, che da sempre ne costituiscono il profilo politico, e la nuova recente svolta filo-cinese.

Tuttavia un difetto enorme ce l'ha ed è quello di fare da sponda, anzi di più, di aver aderito al sovranismo della destra (qualcuno lo chiama, giustamente, social-sciovinismo).
Uscita dalla NATO e uscita dalla UE non possono essere messi sullo stesso piano, la prima essendo una organizzazione militare aggressiva necessariamente strumento dell'imperialismo statunitense, la seconda un'insieme di trattati che prefigurano una formazione statale che può svolgere una funzione positiva o negativa a seconda dei rapporti di forza interni ed esterni e delle circostanze geopolitiche.
L'uscita dalla prima avrebbe conseguenze inequivocabilmente positive per il movimento operaio, comportando una rottura del fronte imperialista.
L'uscita dalla seconda potrebbe avere anche effetti regressivi (la Brexit non ha certo costituito una svolta a sinistra, tantomeno rivoluzionaria).
Attualmente il consolidamento della UE come entità statuale autonoma (es. attraverso l'emissione di titoli di debito comuni prefigurati dal recovery plan) è osteggiato dagli USA (che la percepiscono come una minaccia al dominio unipolare del dollaro) e visto di buon occhio dalla Cina (che lavora per un ordine internazionale multipolare con scambi effettuati con una divisa indicizzata al valore della moneta di vari paesi). Saddam Hussein fu fatto fuori perchè voleva vendere il petrolio in Euro.

L'Italia (e la Germania) hanno molte più possibilità di liberarsi dall'occupazione militare delle basi Nato/USA, stando all'interno dell'UE (alleati di un paese non occupato e vincitore della seconda guerra mondiale, come la Francia) e costituendo un esercito comune europeo, piuttosto che uscendo da essa, dove da sole non avrebbero la forza di liberarsi dalla tutela forzata dell'amico d'oltreoceano.

Contradditoria, inoltre, per un partito che si definisce anti-revisionista (e quindi, si presume, per il superamento della "via italiana al socialismo" di togliattiana memoria), la parola d'ordine della rottura dei trattati europei in nome di un recupero e una piena attuazione della Costituzione del '48.

Si spera quindi che il PC, così come ha rivisto la sua precedente posizione anti-brics e anticinese, sia in grado di ravvedersi anche su questo punto, così decisivo.
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Costa
Tuesday, 20 April 2021 19:55
Applausi!
Conosco Maurizio Acerbo di persona e, purtroppo, è necessario constatare che ogni riflessione qui postata ha un fondamento: mi è particolarmente piaciuto il riferimento alle sinistre "radical" e molto "politicamente corrette"!
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