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Mosca: la strage al Crocus e le ambiguità dell'Occidente

di Piccole Note

L'attentato contro Putin. Per una volta alcuni attentatori sono stati catturati. Le troppe ambiguità Usa nella "lotta al terrore"

Mentre sale la conta dei morti dell’attentato al Crocus City Hall di Mosca e si attende un intervento di Putin, qualche riflessione. La strage avrebbe dovuto essere perpetrata prima delle elezioni presidenziali, tale la tempistica dettata dalla nota dell’ambasciata statunitense a Mosca che allarmava, il 7 marzo, di un attentato a Mosca “entro le prossime 48 ore“.

Qualcosa è andato storto, probabilmente una intensificazione dei controlli; e la cellula terroristica si è messa in sonno in attesa di tempi più adatti. E ieri ha colpito.

Vergognoso (o forse no, dal momento che è una dinamica usuale di questi due anni) che le autorità ucraine in un primo momento abbiano accusato Mosca dell’accaduto. La ragione? Una scusa per intensificare le operazioni di guerra in Ucraina.

 

Crocus: l’attentato contro Putin

Nel riportare le accuse di Kiev contro Mosca, Strana – poco dopo l’attentato e prima dell’asserita rivendicazione dell’Isis – commentava: “La domanda principale è: Putin aveva effettivamente intenzione di annunciare la mobilitazione e un’eventuale escalation, un ‘ultimatum nucleare’ all’Ucraina o all’Occidente, ecc.?”.

“Se così fosse, potrebbe usare l’attacco terroristico per giustificare una simile mossa. Ma non ci sono prove che il Cremlino abbia effettivamente pianificato tutto questo”.

“C’erano solo voci sulla mobilitazione, non ancora confermate. Inoltre, anche se il Cremlino desidera realizzarla, ci sono dei limiti: i mobilitati devono essere armati, addestrati e così via. Non è un processo rapido”.

“E se il Cremlino non ha pianificato alcun passo radicale verso la guerra in Ucraina, ma intendeva continuare la sua strategia dei ‘mille piccoli tagli‘, allora l’attacco terroristico al Crocus andrà a suo svantaggio, non a suo vantaggio”.

“Se Putin non reagirà in modo particolarmente duro all’attacco terroristico, allora in Russia sorgeranno domande sulla sua leadership. Se sarà costretto a reagire con passi non pianificati, sarà un male per lui. La strategia fallirà”.

“Ma in ogni caso, ovviamente, un attacco terroristico con così tante vittime non rimarrà senza conseguenze e senza la reazione di Putin […] Esiste però un’altra opzione: la versione ufficiale del coinvolgimento data dall’Ucraina verrà respinta. E dell’attacco terroristico saranno accusati gli islamici”.

 

La cattura degli attentatori

Infatti, la versione di un attacco guidato da Mosca non avrebbe convinto nessuno perché dopo le presidenziali Putin è più forte che mai e non aveva alcun interesse a indebolire la propria posizione tramite un’eccidio in casa. Da cui la pista islamica, rivendicata da un messaggino su Telegram e accreditata subito dagli Stati Uniti.

Riportiamo da Ria novosti: alcuni degli attentatori “sono stati catturati vicino al confine con l’Ucraina, ha riferito il comitato investigativo”. E alcuni di essi, o tutti (ancora non si sa), sono stati catturati vivi. Inusuale per gli attentatori Isis, che non scappano e anzi normalmente si auto-immolano.

Nella nota di ieri, dedicata alle operazioni ucraine in Russia, e pubblicata poco dopo le 15, scrivevamo che gli attacchi ucraini tramite infiltrazioni in territorio russo, dopo una fiammata iniziale, “si sono esauriti per riprendere prima delle elezioni russe, nel tentativo di alimentare timori che si riverberassero nelle urne (bizzarro, ma è una metodologia propria del terrorismo)”.

Non stiamo accusando gli ucraini, non abbiamo elementi e riteniamo che da soli difficilmente avrebbero potuto portare azioni similari. Stiamo solo mettendo in fila cose.

 

Le troppe ambiguità Usa nella lotta al Terrore

Nello specifico, possiamo solo ribadire quanto scritto in tante altre note del passato, cioè che l’ambiguità con la quale gli Stati Uniti hanno approcciato-combattuto il Terrore non aiuta a eliminare la piaga.

Infatti, l’Isis ha combattuto un antagonista esistenziale degli Stati Uniti, l’Iran. E nel gennaio del 2020 il New York Times annotava il giubilo col quale l’Isis aveva accolto la notizia dell’assassinio del generale Qassem Soleimani da parte di Washington, dal momento che il Capo dei Guardiani della rivoluzione era il loro peggiore e più efficace nemico.

Il movimento progenitore dell’Isis, al Qaeda (da cui si distaccò al Baghdadi per fondare la nuova Agenzia del Terrore) fu usato di fatto come esercito di terra nell’intervento Nato contro Gheddafi (National Interest).

Nella guerra dello Yemen l’Associated Press denunciava rapporti indebiti tra l’alleanza anti-Houti, coordinata dagli, Usa, e al Qaeda. Per finire, anche se potremmo continuare, in Siria l’Isis e al Qaeda combattevano la loro guerra contro Assad in convergenza parallela con le operazioni militari di regime-change alimentate dall’Occidente.

Tanto che l’attuale Consigliere per la Sicurezza nazionale Usa, Jake Sullivan, che due giorni fa si è recato a Kiev per una visita a sorpresa, scrisse in un cablogramma diretto a Hillary Clinton, allora suo capo alla Segreteria di Stato: “AQ è dalla nostra parte in Siria”, dove AQ è al Qaeda (uno dei tanti cablo resi pubblici da Assange, che per questo marcisce in prigione).

Tutte queste ambiguità, ripetiamo, non aiutano la lotta al Terrore globale, che ieri ha colpito Mosca e magari si appresta a colpire l’Europa. Né aiutano a distendere i rapporti tra le grandi potenze.

Si attende l’intervento di Putin, che deve rassicurare la nazione e annunciare una risposta, della quale probabilmente vedremo solo la punta dell’iceberg. A meno che non annunci un’accelerazione sul fronte ucraino, causa di instabilità permanente. Vedremo.

 

L’attentato e l’operazione Rafah

Da ultimo, una notazione a margine. L’attentato avviene nello stesso giorno in cui si è votata la mozione Usa all’Onu su Gaza (messa a punto con Israele, come annotava Trita Parsi su Responsibile Statecraft).

Una risoluzione che era già fallita prima ancora di essere messa ai voti e che serviva solo ad addebitare a Cina e Russia, che hanno posto il veto, la responsabilità del fallimento dell’azione frenante verso Israele e a sedare le proteste all’interno degli Stati Uniti contro l’amministrazione Biden per il suo allineamento con Tel Aviv.

Insomma, di fatto una cortina fumogena per evitare gli inevitabili contraccolpi della incombente campagna israeliana contro la ridotta di Rafah. Se all’attentato di ieri ne seguiranno altri, com’è possibile, oppure la guerra ucraina andrà a incrudelirsi, la mattanza di Gaza svaporerà dall’orizzonte mediatico. Non aiuta a frenare l’orrore incipiente nella Striscia.

Comments

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Alfred
Sunday, 24 March 2024 20:25
Una cosa che avevo orecchiato, ma di cui non avevo contezza: la presenza di svariati amici dello stato islamico (proveniti da cecenia) che sono vicini vicini a quelli dell'azov
Da parecchio stando a questo articolo del giornale del 2015.
https://www.ilgiornale.it/news/mondo/battaglioni-islamisti-dellisis-fianco-dellucraina-contro-i-s-1150353.html
Quindi chissa' che relazioni d'amorosi sensi si intrecciano tra queste forze eterogenne che combattono in ucraina.
La cosa che non mi spiego e' perche' a questi quattro che hanno massacrato per spiccioli hanno permesso di lasciare Mosca da vivi. No, non gli spetnaz, i loro complici. Da quel che e' dato capire non si tratta di figure apicali, ma manovalanza neanche specializzata. Potevano farli saltare appena in macchina per la fuga simulando un suicidio isis. Invece li hanno guidati come le briciole di pollicino verso la zona di guerra. Che vuol dire? li avebbero ammazzati appena di la dal confine?
nessuno mi leva dalla mente che quella era la fine amichevole a cui erano destinati, ma non prima di avere completato la loro utilita'.
Ipotesi?
Se il nemico e' interno avrebbe tutti i motivi di allontanare da se i sospetti, se e' esterno ...vuole rendere inequivocabile la provocazione?
Non lo so, come tutti ho un sacco di domande senza risposte.
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FMIt
Sunday, 24 March 2024 16:25
sono passati dall'"Ordine basato sulle Regole" al Terrorismo basato su Regole"
come disse "Ologramma Biden" qualche tempo prima 'dell'attentato al Nord Stream : "abbiamo le capacità e lo faremo !"
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Alfred
Sunday, 24 March 2024 11:41
Ovviamente non so chi possa avere ordito questo attentato.
Ascolto testimonianze di italiani che vivono in Russia, non necessariamente de sinistra.
Sono attratto da quella terra, dalla sua immensita' e dalla sua natura, quindi seguo Stefano Tiozzo che, da fotografo, la ritrae e la racconta.
Su quanto successo questi sono i suoi pacati commenti
https://m.youtube.com/watch?v=hISKDqbeER4&pp=ygUOU3RlZmFubyB0aW96em8%3D#searching

Cita la possibilita' che sia davvero un attentato Isis e il fatto che pochi giorni prima due terroristi islamici sono stati uccisi in territorio russo (una vendetta?) Cita le incongruenze rispetto ai comuni attentati islamici e le teorie alternative comprese false flag che esclude.
Da tutto il minestrone letto e da questi poveretti pagati ( e scelti non a caso tra disperati islamici) io non escluderei neanche fazioni interne alla russia, in contatto con certo occidente (dagli usa all'ucraina) che mandano un avvertimento post elettorale.
Un avvertimento che non hanno lanciato prima delle elezioni (l'occidente aveva pilatescamente avvisato prima), ma che dopo le elezioni stravinte potrebbe avere un suo preciso significato.
il fatto che le oche dei nostri campidogli starnazzino e fossero informate .... fate voi.
Si, lo so, ho anche io il mio quarto d'ora di complottismo, ma fossi in chi governa la Russia farei attenzione anche a fazioni intere che non sono islamiche, ma hanno sicuramente cinquemila euro (e molto di piu) per pagare un paio di disperati islamici.
Saluti
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Mara
Saturday, 23 March 2024 21:07
Una cosa è certa per l'occidente Putin e colpevole di qualsiasi cosa sempre.
La politica Usa e Uk è all'insegna dell'odio e del fanatismo anticomunista.
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leo
Sunday, 24 March 2024 09:23
A prescindere dal fatto che Putin non è neanche lontanamente comunista.
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Mara
Sunday, 24 March 2024 10:08
Probabilmente non lo è. Comunque
è agli atti in uno dei suoi discorsi che lui conserva la tessera de partito dell'ex unione sovietica.
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