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lantidiplomatico

L'anello di Gige e l'orizzonte della.violenza ilimitata

di Andrea Zhok*

Dopo l’aggressione a freddo di Israele all’Iran e la robusta risposta iraniana, e prima che eventi ulteriori ci travolgano, alcuni bilanci possono essere già fatti. In particolare credo che due considerazioni possano essere tratte.

La prima considerazione da fare è che il fallimento conclamato della politica di Donald Trump è l’ultima definitiva conferma che niente può modificare la rotta di collisione dell’Occidente a guida americana col resto del mondo. Trump non è mai stato un cavaliere bianco mosso da ideali di pacificazione, ma si è ritrovato a incarnare il ruolo di rappresentante di quell’America profonda che non ha interesse a proiezioni di potenza internazionale e vorrebbe mettere a posto le cose a casa propria. La sequenza dei fiaschi dell’amministrazione Trump, dai colloqui russo-ucraini, agli scontri di Los Angeles, all’attacco israeliano all’Iran mostrano chiaramente come tutte le promesse trumpiane di pacificazione internazionale e ripresa del mercato interno sono impercorribili. Non credo che Trump abbia ingannato volontariamente il suo elettorato. Credo che, più semplicemente, né gli USA né l’Europa siano più governati dal ceto politico che nominalmente li governa. Qui non è neanche questione di “Deep State”, perché siamo proprio al di fuori del perimetro statale, che serve soltanto da albero di trasmissione di decisioni prese altrove.

Ora, io so benissimo che ogni qual volta si introduce questo tema dei “poteri occulti” un sacco di babbei che si credono astuti cominciano ad agitarsi sulla sedia e a gridare al complottismo.

Purtroppo che oggi il vero potere passi attraverso il governo dei flussi monetari e che l’oligarchia che governa tali flussi eserciti la sua influenza da dietro le quinte sono semplici dati di fatto, abbastanza ovvi se li si guarda da vicino.
 
Spesso ci stupiamo della pochezza culturale, della miseria umana, della contraddittorietà sfacciata dei personaggi che apparentemente vediamo ai vertici del potere mondiale. Che Trump sia un personaggio dei Simpsons, la Baerbock una gaffe ambulante, la Kallas il nulla con la russofobia intorno, Merz un eterno perdente recuperato dalla differenziata politica, Starmer un quaquaraquà inviso anche a chi lo ha eletto, Macron l’epitome delle comunità BDSM, ecc. ecc. sono cose che stanno davanti agli occhi di tutti, e che spesso ci ostiniamo a non vedere perché vederlo con chiarezza ci farebbe troppa paura. Preferiamo pensare che questi pupazzi “c’hanno una strategia”. Invece no, sono pupazzi e basta. E la strategia qualcuno anche ce l’ha, ma sta al piano di sopra a muovere i pupi con le stringhe.

L’Occidente, a causa del lungo processo di presa del potere reale da parte delle oligarchie finanziarie, ha raggiunto un livello di non ritorno dal punto di vista della degenerazione della sua classe politica. Il problema in tutto ciò è solo uno: siccome chi esercita il potere è dietro le quinte e non può venire chiamato a prendere alcuna responsabilità, di fatto oggi siamo nella condizione di più straordinaria deresponsabilizzazione delle classi dirigenti della storia dell’Occidente: chi comanda non risponde in nessun modo di ciò che fa, né formalmente, né istituzionalmente, né moralmente. 
E l’esercizio del potere al riparo dagli sguardi altrui conduce inevitabilmente all’abiezione, come rammentava Platone nel racconto dell’Anello di Gige.

È così che la crisi interna della società occidentale, la sua perdita progressiva di egemonia economica e politica, genera una tendenza completamente fuori controllo alla degenerazione perpetua dei comportamenti, all’uso sempre più sfacciato della violenza, dei doppi standard, della menzogna strumentale. Israele è un caso esemplare: prima della “distrazione del Mossad” del 7 ottobre Israele era un paese a pezzi, spaccato da anni a metà, incapace di formare governi che non fossero effimeri. L’uscita da questo stato di paralisi e crisi è stata l’adozione di una serie di rilanci continui, prima verso Gaza, poi verso il Libano, la Siria, l’Iran. E temo che i rilanci non siano finiti: come un giocatore che deve recuperare una grande somma, ogni perdita è un invito a rilanciare ancora nella speranza di poter chiudere la partita con un grande colpo finale. Spesso, per i giocatori d’azzardo, questo colpo finale è alle proprie cervella, ma intanto hanno disseminato miseria intorno a sé.

Ma Israele è solo un esempio. Questa dinamica di tentativo di uscita da un’impasse attraverso continui rilanci è la medesima prassi che vediamo in Europa verso la Russia. La sequenza quasi incredibile di errori (cioè, quelli che sarebbero errori se l’interesse dei propri popoli fosse l’obiettivo), prosegue in un continuo rilancio. L’Europa ha perso la propria competitività, ha impoverito e continua ad impoverire la propria popolazione, mette tutti a rischio di una guerra totale e anzi la fomenta apertamente Tutto questo si pensava all’inizio fosse un tributo alla predominanza USA. 

Ma non è così. Anche quando gli USA hanno iniziato a ritirarsi, l’UE ha proseguito e continua a proseguire nell’esacerbare la situazione. Questo perché, come si diceva, né gli USA sono governati da Trump, ne l’UE da quei quattro scappati di casa della Commissione. Sono solo pupazzi ventriloqui mossi da oligarchie multinazionali che vestono l’anello di Gige.

Questo quadro ci conduce alla seconda, breve, considerazione. Siccome l’inaffidabilità, i doppi standard, la mancanza di responsabilità e credibilità dell’Occidente in blocco è percepito ovunque nel mondo (salvo in quella parte di Occidente che ancora si abbevera all’informazione più venduta della storia), ne segue che lo spazio degli accordi, dei patti fra gentiluomini, del calcolo reso affidabile dal bilanciamento degli interessi, è svanito. Tutto il mondo extra-occidentale - e oggi sono in primo piano Russia e Iran, ma la Cina è dietro l’angolo - non crede più ad una parola di quanto proviene dai nostri ventriloqui, perché ha capito di star trattando con attori e prestanome, maschere che devono recitare una parte per i propri elettorati ma devono rispondere a tutt’altre strategie per appagare il vero potere dietro le quinte. 

Questa completa mancanza di credibilità delle classi dirigenti occidentali non è un crimine senza vittime, non è qualcosa cui ci possiamo sottrarre con la proverbiale alzata di spalle dicendoci che “tanto noi non ci caschiamo”. La principale conseguenza dell’inaffidabilità conclamata dell’odierno Occidente è che la parola verrà ovunque lasciata sempre di più alle armi, alla violenza all'esterno e al controllo all'interno, perché è l’unica cosa che rimane quando le parole hanno perduto di valore. E questo processo degenerativo coinvolgerà tutti, scettici e grulli, scaltri e boccaloni.


*Post Facebook del 14 giugno 2025
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Comments

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enrico
Sunday, 22 June 2025 11:34
Sottoscrivo tutto questo bellissimo, chiarissimo, post, fin nei suoi più minuti inserti
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Domenico Testa
Friday, 20 June 2025 11:47
N:B :Nella frase virgolettata alla fine, dopo internazionale, va aggiunto diverso....
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Domenico Testa
Friday, 20 June 2025 11:40
Il fallimento dell'ordoliberismo,come dire dell'Occidente,data a partire dalla sconfitta americana in Afganistan,Iraq,Libia...Era egemone alla fine della guerra Fredda,,ma ha voluto strafare facendo strame del diritto internazionale.massacrando le regole per cui si trova al minimo storico di credibilità.L'Ue,divisa e fragile,rimane afasica,inerte mentre infuriano le guerre vicine e lontane. Il mondo è diventato multipolare,ma nessuna.della grandi potenze,a partire dalla Cina.è attrezzata per essere concretamente egemone ed alternativa agli Usa.L'interrogativo che dobbiamo porci:dov'è Il baricentro politico ed economico del sistema internazionale?Siamo in una fase critica, di interregno,di confronto e di scontro tra le grandi potenze.Ha ragione Alessandro Colombo quando nel suo documentato saggio sull'ultimo quarantennio della storia mondiale :Il suicidio della Pace.. afferma:"La sfida politica ed intellettuale dei prossimi anni sarà allora.concepire e edificare un ordine internazionale da tutti quelli del passato..."L'attesa del Nuovo Ordine è lunga...
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Italo Pelinga
Monday, 16 June 2025 21:57
E' noto come la maggioranza a d. e soprattutto a s. si senta convintamente immune da quella grullaggine e boccalonaggine di cui parla Zhok, forte di un sapere da Wikipedia, e forse è per questo che ci troviamo dove ci troviamo. Io che non so bene ormai dove collocare le mie residue certezze, condivido istintivamente quanto asserito qui sopra, ma poi mi chiedo (ingenuamente) cosa ci guadagnino i grandi poteri economici e finanziari da un mondo in macerie che abbatterebbe inevitabilmente anche le quinte dietro le quali si nascondono (mica poi tanto).
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Giorgio Stern
Monday, 16 June 2025 13:08
Le righe di Zhok rendono ancora più semplice e comprensibile una situazione che orde di imbecilli non sanno vedere da anni, non da oggi
La faccenda, almeno dal 2007/8, sarebbe stata chiara ai più, se questi avessero dedicato meno tempo all'isola del famosi e non si fossero bovìnamente cullati andando a votare per le varie Vanne Marchi di "d" o di "s".
Grazie di cuore / Giorgio Stern
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Matius
Sunday, 15 June 2025 19:08
Mi piacerebbe molto che fosse approfondito il lungo processo di presa del potere reale da parte delle oligarchie finanziarie in Occidente.Per cui ormai la Politica si è dissolta e dietro le quinte operano i pupari. E mi piacerebbe sapere se nel resto del mondo non solo in Occidente questo processo fosse in atto.
Mi piacerebbe molto perché detta così la tesi di enorme rilevanza politica non appare fondata in modo dovuto storicamente e teoricamente.
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Monica Ferrando
Sunday, 15 June 2025 15:39
Zhok fa bene a citare l’anello di Gige. Le dinamiche economiche tragicamente dominanti hanno sempre puntato e con successo alla deresponsabilizzione politica, dove il carattere distintivo dell’umano perisce miseramente. Ma di questo carattere il mondo di cose governato da cose verso cui tali dinamiche stanno portando l’umano non ha bisogno , e può disfarsi persino della sua memoria. L’anello stava al dito di un gigantesco cadavere , figura di una umanità divenuta invisibile di fatto, sepolta nella caverna da cui non era mai veramente uscita. Figura dell’umanità deresponsabilizzata di cui il filosofo aveva già avuto terribili, profetiche avvisaglie.
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Lorenzo
Saturday, 14 June 2025 20:52
Zhok si rifà a Platone, ma la sua esposizione ricalcapari pari la teoria delle indirekte Gewalten di Carl Schmitt: l'aggregato umano è sempre e per necessità governato da élites; l'indebolimento delle élites politico-militari tradizionali non apre la strada a una diffusione 'democratica' del potere all'interno della società civile, come dà a credere il liberalismo, né tanto meno prepara il terreno per la parusia secolarizzata da Mardochai-Marx.

Semplicemente il potere viene trasferito ad élites economiche che lo esercitano pei loro interessi senza in alcun modo assumersi la responsabilità delle conseguenze. La globalizzazione ha gettato ai porci (col vostro attivo sostegno) l'industria e la tecnologia che facevano il vanto e la prosperità dell'occidente; adesso i signori dell'oro adottano l'opzione militare nel tentativo d'inglobare le nazioni che se ne sono avvantaggiate, e le cui classi dirigenti non vogliono sottomettere se stesse e i loro popoli all'impero di Mammona.
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