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CREDIT DEFAULT SWAP: IL BALLO DEGLI AVVOLTOI!

Andrea Mazzalai

Un oceano di considerazioni e parole ha invaso i mercati in questi ultimi mesi a proposito dei famigerati CDS, Credit Default Swap, un oceano di parole che come spesso accade riesce a confondere l'acqua dolce con l'acqua salata di mare.

Ho più volte sottolineato in passato che non è tanto lo strumento in se stesso da demonizzare quanto l'uso che ne viene fatto, un uso che in questa crisi, nella madre di tutte le crisi, è sembrato più l'addestramento di un branco di avvoltoi che hanno festeggiato sul cadavere dell'economia mondiale, addestramento messo in atto dalla finanza internazionale.

Come è accaduto durante la fusione del sistema finanziario mondiale, durante il collasso di Lehman Brothers, Merrill Lynch e AIG, l'azione combinata degli avvoltoi finanziari, CDS & SHORT SALES, sta tentando di destabilizzare la zona euro, volteggiando sulle carcasse economiche della Grecia oggi e di chissà chi altro domani, un gioco al massacro che vede la Germania assistere dall'alto del suo canyon.

Premetto solo una cosa per non cadere in un equivoco. La Grecia è come un cucciolo sperduto che ha vissuto oltre le proprie possibilità, un cucciolo che con la complicità di qualche altro avvoltoio, qualche banca d'affari per non fare nomi,  ha provato ha nascondere la sua falsità e probabilmente fatale ingenuità.

Come vedremo, chiunque sostenga che i CDS aiutino a scovare le "truffe" o le "fragilità" finanziarie probabilmente non è in grado di comprendere nel suo insieme le implicazioni di uno strumento che ormai oggi è una vera e propria arma letale, un boccone avvelenato.

Come ho più volte sottolineato, ormai i credit default swap hanno perso la loro funzione originaria, oggi assomigliano più a numerose fiches che vengono usate nelle sale da gioco finanziarie per scoprire i bluff sovrani o aziendali.

Un gioco affascinante e misterioso, un continuo alternarsi di bluff e rilanci, con fiches acquistate esclusivamente "over the counter" ovvero, "dietro il bancone".

Per chi non conosce l'argomento, se visitate il TAG di Icebergfinanza relativo ai Credit Default Swap in molti post troverete un'ampia spiegazione del fenomeno.

Sintetizzando, si tratta di una sorta di assicurazione, sottoscritta da coloro che vogliono proteggersi dal fallimento delle obbligazioni sottoscritte. Ad esempio, nel caso della Grecia, se un investitore sottoscrive l'investimento in 100.000 euro di titoli emessi dallo stato greco, in base al valore di mercato per assicurarsi sul fallimento presso un intermediario autorizzato dovrà pagare un premio, che darà diritto al rimborso completo o parziale dell'investimento.

Ma diamo un'occhiata a quanto scrive sul Sole24Ore Luigi Zingales,  un eccellente economista quando non si fa trascinare nelle sue analisi dal suo integralismo a favore di un libero mercato che nella sostanza non esiste più:

" La causa intentata dalla Sec (l'organo di controllo della Borsa in America) contro Goldman Sachs per frode ai danni degli investitori, con l'accusa alla banca di aver fornito informazioni distorte sulla composizione di un'obbligazione Cdo, ha dato nuova linfa all'ostilità dell'opinione pubblica nei confronti dei Cds (credit default swap), strumento finanziario usato per scommettere sul ribasso di queste obbligazioni. Prima della crisi finanziaria del 2008, i Cds erano un prodotto esoterico, noto solo a un ristretto numero di investitori esperti e studiosi specializzati. Oggi sono un nome familiare a tutti, sinonimo di speculazione incontrollata, avidità sfrenata e in un'ultima analisi instabilità di sistema."

Completamente d'accordo, ciò che erano i CDS, oggi non lo sono più, la loro opacità e complessità viene utilizzata essenzialmente per speculare. Premetto che usare un titolo come "Chi combatte i Cds teme solo la verità del mercato" significa non comprendere la truffa che sistematicamente viene messa in atto dagli speculatori, in maniera particolare da coloro che non hanno nulla da assicurare.

" (...) Non è forse colpa degli avidi speculatori del mercato dei Cds se la Grecia è sull'orlo del default e i dipendenti pubblici del paese hanno dovuto subire pesanti tagli di stipendio?
In una parola: no. I
Cds non sono lo sterco del diavolo, sono uno strumento finanziario utile, che può servire per migliorare non solo la stabilità finanziaria, ma anche il modo di gestire aziende e nazioni. Metterli al bando farebbe più male che bene. Qualunque tentativo in questo senso è pregiudizievole, perché distoglierebbe l'attenzione dall'utile obiettivo di disciplinare il mercato dei Cds per renderlo più trasparente, stabile ed efficiente".

Ma vediamo perchè secondo Zingales  sono uno strumento utile, senza dimenticare che cercare di rendere efficiente e trasparente un mercato in mano, per una percentuale oltre il 90% ad alcune grandi banche mondiali, risulta impresa ardua e titanica, visto la preistorica dinamica con la quale questi strumenti vengono scambiati sui mercati:

" Un vantaggio fondamentale (forse il principale) del capitalismo rispetto alla pianificazione centralizzata è l'informazione veicolata dai prezzi di mercato. Quando la domanda di patate al prezzo corrente supera l'offerta, il prezzo delle patate sale, segnalando una situazione di scarsità. I singoli agricoltori non hanno bisogno di nessuna direttiva burocratica per decidere se piantare più patate: un incremento del prezzo incentiva a piantare più patate, un decremento è il segnale per piantarne meno.

Lo stesso succede con i prezzi delle azioni. Un incremento delle azioni delle aziende siderurgiche segnala un incremento della domanda di acciaio, che induce gli imprenditori a costruire altre fabbriche e gli investitori a fornire loro i soldi necessari.
Inversamente, un decremento delle azioni delle imprese siderurgiche induce gli imprenditori a liquidare gli impianti esistenti e sconsiglia agli investitori di impegnare altre risorse nel settore".

La storia della patata o del grano ormai è sostanzialmente obsoleta, credere che i CDS, come sono oggi strutturati e commercializzati, possano segnalare degli squilibri sul mercato, senza portare a degli eccessi, mi pare pura e semplice ingenuità a meno che non si voglia fare piazza pulita di alcune deviazioni, che oggi tanto piacciono agli avvoltoi, specialmente quando si accordano su quale sarà la prossima vittima.

Sarebbe interessante cercare di comprendere per quale motivo la proposta più radicale per quanto riguarda la riforma dei CDS arrivi proprio da un senatore americano il quale rappresenta uno stato americano ad alta intensità agricola, stanco della speculazione che circonda il mercato delle derrate alimentari.

Detto questo ecco che le belle addormentate nel bosco nel corso di tutta questa crisi, l'imponente conflitto di interesse che continua ad aleggiare sui mercati, le agenzie di rating, aprono la caccia ai cuccioli sperduti nella savana, degradando a ripetizione tutti i rating di alcuni stati sovrani sull'orlo di un ipotetico fallimento. Sarebbe interessante comprendere dove stavano questi illuminati in questi anni, quando stati sovrani, mutui americani e aziende quotate, truccavano o abbelivano bilanci insostenibili.

"(...) L'agenzia di rating ha tagliato il merito di credito di Lisbonada «A+/A-1'» a «A-/A-2» con outlook negativo, aprendo quindi la strada alla possibilità di un altro abbassamento del rating. Poco dopo l'agenzia ha declassato il rating della Grecia a livello 'junk', spazzatura. In meno di mezz'ora le Borse del vecchio continente hanno quasi raddoppiato la performance negativa. L' Europa si è votata al pessimismo(...) In America avevano visto il problema del debito dei Piigs un tema europeo. Ma la scure su Atene ha mutato gli animi. E si teme per il settore bancario: Charles Payne, analista indipendente a Wall Street, dice che «è sempre più chiaro che la comunità internazionale avrà molte difficoltà ad agire unita per salvare la Grecia. Potrebbe essere la prima tessera del domino a cadere, seguita da Portogallo e Spagna; uno scenario in cui si teme per l'impatto sulle banchee sul settore finanziario in genere». [VittorioCarlini SOLE24ORE]

Probabilmente l'ingenuità europea non arriva ancora sino in fondo a comprendere che questo incendio è stato provocato ad arte per distogliere l'attenzione dai roghi che stanno dilaniando America ed Inghilterra, un incendio geniale come se la California fosse immune da qualsiasi esplosione.

La Germania, dall'alto del suo imponente e storico nazionalismo, temporeggia in attesa delle prossime elezioni, l' euro sembra essere un problema relativo, ma, come ha giustamente affermato Tremonti, se la casa del vicino brucia, per quanto piccola e colpevole dell'incendio, se stai troppo a guardare lo spettacolo, prima o poi il fuoco te lo ritrovi in casa tua.

Come ha scritto Vittorio Carlini, focalizzando il problema, il prossimo cadavere su cui gli avvoltoi potrebbero volteggiare, potrebbere essere il sistema finanziario europeo in primis e mondiale in seconda battuta e in particolare quello tedesco, fragile e pesantemente esposto in questa crisi, che si tratti di mutui subprime e affini o di debiti sovrani.

Qualunque siano le decisioni che i' Europa fintamente unita prenderà, gli avvoltoio stanno già ballando, avvoltoi paradossalmente addestrati a volteggiare con capitali che gli stessi governi hanno impiegato per rinfocillare questi animaletti che ormai stavano per lasciare questo mondo  per un'altra destinazione.

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