Fondamento ontico oltre i lavorismi?
di Karlo Raveli, migrante
Risulta che sia stato il mirabile, contraddittorio ma saggio Heidegger a proporci il concetto di fondamento Ontico come “fondamento affettivo di un mammifero, capace di trascendere persino la dimensione parentale ed essere cooptato in attività di affiliazione, amicizia, prosocialità e persino di altruismo”. Come oggi ci spiega assai bene Roberto Marchesini in ‘Intelligenza affettiva, il fondamento che unisce tutte le specie’ (https:// archiviopubblico.ilmanifesto.it/ Articolo/ 2003280233) pubblicato appunto sull’ex-quotidiano comunista. ‘Ex’ ma non ancora totalmente ossequente agli apparati infossicazione globale dei macchinari tipo BlackRock, come il ‘discreto’ concilio londinese di agenzie mondiali di stampa...
Una messa fuoco tanto più significativa e persino straordinaria se teniamo conto delle sintomatiche corrispondenze tra l’epoca ‘neoliberista’ attuale e quella per certi aspetti più brutale in cui visse il giovane Heidegger, con ascesa e assestamento istituzionale dei fascismi europei. Nel suo caso specifico il nazismo, considerando oltretutto come lo visse. Piuttosto contraddittoriamente come sappiamo, ma per certi aspetti non in modo eccessivamente diverso da come oggi subiamo i neo-fascismi assieme ai fenomeni transumanoidi del ‘grande scippo’, il programma oligarchico autistico globale ‘Riassetto 2030/2050’. Ma già comunque attualmente con reazioni di esodi, diserzioni e devianze sempre più significative, se non addirittura epocali. Per cominciare rispetto al lavoro (1) e persino, o diciamo forse tendenzialmente anche verso lo sfruttamento dell’attività altrui (2). Ormai pure evitando la stessa fondamentale riproduzione della specie - vedi le potenziali ‘madri’ dello stato italiano che rinunciano a procreare in questo Plasticene. Certo, con sempre più diffusi e profondi tormenti o smarrimenti, chiamiamoli per ora solo così. Ma nel fondo essenzialmente anti-maieutici.
Possiamo ben dire in ogni caso che il nostro ‘sapiens’ Heidegger espresse un intenso sentipensare - ‘sentipensar’ in castigliano, come verbo che si usa nell’ Abya Yala tra popoli originari, ben diverso dal ‘de-pensare’ di Jason W. Moore (3) – e che pare che non abbia saputo cogliere il marxismo, o materialismo dialettico... ma non solo.
Quindi potremmo persino accennare a esodi e diserzioni libertarie dalla dominante idealità lavorista marxiana della lotta di ‘classe’ contro il Capitale? Per un ‘comunismo’ in cui, come scrive Erich Hahn riflettendo su György Lukacs (4), “il lavoro è il fatto ontologico fondamentale dell’essere sociale e della prassi umana”? Cioè “la genesi della coscienza pensante”, dato che “prima dell’origine del lavoro in natura esistevano solo processi causali”?
Noncuranze ontiche, per caso?
Ci riferiamo a etiche, ideologie e teorie di enormi profondità che oltretutto ci hanno accompagnate per ben più di un secolo. Inclusi gli ultimi decenni dei (mal)cosiddetti estremismi ‘occidentali’ di ‘sinistra’. Comprese le italiche lotte continue, con poteri operai, in quasi tutte le compagini ‘rivoluzionarie’ del secolo scorso. Almeno sino all’attuale fiorire – per esempio – della confederalità democratica curda, con la straordinaria gineologia, del resto già in sotterranea ma indicativa espansione, vedasi l’Iran. Sull’onda del creativo libertario ex-marxiano Murray Bookchin del Vermont. Ma forse ora persino in Italia, con certi dibattiti – in Effimera per esempio - su esodi e diserzioni sistemiche... ma più avanti includendovi come vedremo altri disruptivi enunciati sulla nuova ‘dimensione operaia’.
Dove si comincia a recuperare – per un vero e possibile ‘comun(itar)ismo’ libertario matrilineare? - la fenomenale portata del fondamento ontico umano, ben più profonda delle attività di lavoro. Di ‘produzione’ o valorizzazione economica. Come possibile riscatto – che si farà epocale in questa transizione? - ontologico fondamentale dell’essere sociale e della prassi umana. Recupero dal vigente rapporto Avere/essere, A/E, di quello naturale E/A. Dell’Essere posto sopra all’Avere, Possedere, dominare. E quindi dissequestro della stessa genesi – collettiva - di una saggia coscienza pensante. Sentipensante...
Per capirci meglio: basti riflettere su naturali e sani pensieri e infiniti possibili inconsci della donna in gestazione di un nuovo essere, per vari mesi e sempre più intensi. Ginergici! Eppoi dopo il parto, come vedremo!
Mi riferisco appunto alla bozza della prima parte di ‘Dimensione operaia nel presente cruciale transito epocale’ già avviata sul sentiero di intensi, innovatori e stimolanti dibattiti radicali sul grave e convulso attraversamento sociale, biologico ed ecologico attuale. Proprio a partire dalla concezione di una dimensione operaia in dispiegamento globale, antagonista e alternativa alle vigenti contraddizioni essere/avere (E/A - oggi A/E) sistemiche, e più in generale umane ed ecologiche. Alle quali accennano in parte, con altri modi e termini, sempre più proposte critiche come ‘Ecologia-mondo e crisi del capitalismo’ di Moore (3).
Oltretutto una dimensione anche intesa come interconnessione politica, o geostrategica, tra molte migliaia di comunità, regioni, popoli e nazioni – ben oltre i pochi o troppi 200 stati Onu esistenti! (2) - e sostanzialmente fondata sulle rispettive e diverse inter-sezionalità di movimenti sociali. Non solo lavoristi (ex-sindacalisti), femministi antipatriarcali, ecologisti, bioagricoli... cioè con sempre più aperte dinamiche, come appunto già si percepisce in parte con l’esempio italico della Gkn.
Tenendo appunto come recente e pestifero detonatore quello scoperchiato nel 2019, e ormai ben determinato e documentabile, a proposito delle “ultime serie alterazioni della salute umana causate da virus-contagi secondo il complesso-scienza della medicina ufficiale, allopatica, (che) manifestano in realtà una crisi sindemica di una civiltà fondata sull’umano Possedere e Avere privato sempre più alienante, contaminante e schiavizzante”. E sempre più robotizzante di società e individui. Infiltrati, dipendenti o soggiogati da poteri, algoritmi, Ia oligarchiche e infossicazioni californiane o cinesi che siano, con diverse correlative tecnologie; e persino ‘scienze’! Precisamente a cominciare da quelle corrispondenti alla delinquente potenza petrol-chimico-farmaceutica & $$ del segnalato e recente ben concreto caso ‘viro-logico’.
Sempre a partire da etiche – principi, valori, matrici – cioè rapporti generali E/A tangibilmente contrapposti al fondamento ontico, di cure e immunizzazioni naturali congenite, genuine, della specie animale cosiddetta ‘sapiens’. Caldeggiando quindi le Ia – si, artificiali! - per molti aspetti chiave proprio antitetiche alle In, le intrinseche intelligenze umane. Naturali appunto, quindi non (solo) fondate su razionalità e quantità di dati, informazioni, nozioni e algoritmi. Bensì sulle nostre sensazioni essenziali, su emozioni e vibrazioni empatiche di realizzazione vitale dell’Essere, dell’esistere, curarsi e curare di ogni persona in ciascuna comunità.
Detto in altro modo e sempre come indica Roberto Marchesini, nella prospettiva dell’epimelesi, cioè del prendersi cura del mondo:
“La dimensione epimeletica - dal greco epimeleomai, mi prendo cura - è il fondamento affettivo di un mammifero, capace di trascendere persino la dimensione parentale ed essere cooptato in attività di affiliazione, amicizia, prosocialità e persino di altruismo. La proiezione epimeletica verso il mondo diventa una direttrice desiderante, vale a dire un atteggiamento che non solo rientra in una perimetrazione prosociale o addirittura morale, ma produce soddisfazione in chi la mette in atto, attraverso meccanismi retroattivi che hanno una base fisiologica in neuromodulatori come la
dopamina, la serotonina e l’ossitocina”. “Costruiamo la nostra dimensione esistenziale attraverso le relazioni”; quindi l’essere mammifero significa addirittura porre la cura come fondamento ontico!
Mentre viviamo invece un rapporto anti-ontico A/E fondato – tornando alla ‘dimensione operaia’ in formazione - “sul paradigma e potere Capitale di cui la farma-medicina ufficiale ne è una delle sue più palesi e sempre più gravi manifestazioni. Un Capitale, Avere, Possedere in modalità avverse e crescenti al genuino Essere e immunizzarsi umano comune, naturale, ossia vivendo socialmente in modo sano con salubri ecosistemi”.
Insomma, rimettiamo l’alienazione produttiva, lo sfruttamento del lavoro, gli assoluti del VALORE, plusvalore e valori assunti in priorità come dimensioni di QUANTITÀ - più che di QUALITÀ umana, di vita – e lo stesso concetto di OPERAIO ben oltre la sinonimica prigionia lavorista. Con o senza Ia. Cioè oggi come operatore sanitario ma di cura, di operosità per il ben-Essere collettivo e di riguardo dell’ambiente, del contesto generale e particolare. Proprio attraverso una rivolta dimensionale operaia planetaria! Operatrice di libertario comunismo se vuoi, per chi lo pilla in sto modo, ma oltre le gabbie classiste dei secoli scorsi. E soprattutto operando inter-sezionalmente, tra tutti i movimenti sociali di ogni genere eticamente costruttivo, e possibilmente proprio a partire dal fondamento ontico multispecie. Movimenti sociali ecologici, antipatriarcali, anche migranti, contadini o bioagricoli e naturalmente dei settori salariati, dei lavoratori in lotta evolutiva cooperativa, ‘studenteschi’ e così via.
Cioè non integrati nel sistema come supporti “di sinistra” della partitocrazia votocratica. Troppi sindacati contemporanei compresi. Ufficiali, come i 200 stati fantoccio del Capitale A/E.
Certo Marx ha fatto un enorme lavoraccio, il più potente svolto finora sul primario antropocene capitalista, ma in definitiva assai politicamente ristretto all’ambito lavorista delle ‘classi’. Così l’avevamo assunto in epoche precedenti alle attuali offensive criminali oligarchiche dei nuovi livelli di ‘capitalismo 2.0’. Un lavoro certo insuperato, insuperabile sul Capitale primario, ma ormai stiamo nientemeno parlando della possibile sesta estinzione sulla ex-Madre Terra. Proprio della nostra specie – oltre le altre 500mila minacciate o a rischio attualmente! - e grazie all’assurdo sviluppo ‘trans-umano’ fondato sul regnante rapporto A/E. Sul domino autistico ‘sapiens’ del possedere privato sopra l’Essere e il saggio esistere collettivo.
Tant’è che persino nella vecchia politica partitocratica, plutocratica, la trappola della medicina allopatica in cui son cadute molte sinistre sistemiche aderendo all’offensiva Covid, tanto per cominciare dalle sequenze strategiche A/E più recenti, ha disgraziatamente lasciato spazi – sempre più ampi? - a destre e fascio-destre sistemiche. Che dominano ormai con o senza $$ e meloni vari nella maggior parte degli stati. Mentre le masse disertano sempre più cerimonie votocratiche e/o partitocratiche.
Che poi non sono che riflessi della crisi esistenziale, come per esempio nel femminile. Con un 55% delle madri di vari stati che, secondo l’Unicef, non allattano ormai più i bambini. (vedi Paolo Pigozzi in ‘L’importanza dell’allattamento al seno’ nell’Extraterrestre). Senza poi parlare dell’aborto come “interruzione volontaria del patriarcato” (motto raccolto nella processione ‘sacra vulva’ del 21 aprile a Padova...). E tornando alla nostra dialettica vitale: ecco una negazione natale - per ogni persona appena giunta dalla vulva all’atmosfera, tra noi - dell’elementare e più emozionale, fortificante e ginergico volto del fondamento ontico!
Poi senza dimenticare, per il tema del non allattamento, i supplementari affari di prodotti sostitutivi per la delinquenza farmaceutica e mercantile.
Si, ma anche qui operatori e operatrici sanitarie si stan svegliando! Come in sempre più strutture e settori della sanità pubblica sotto progressivo attacco oligarchico. Parliamo ormai di una sezione crescente e sempre più importante (5) della dimensione operaia che, assieme a tutte le altre principali – cominciando dalle lavoranti salariate, poi le agrobiologiche ed ecologiche, migranti, studentesche e ‘scolastiche’ e un lunghissimo eccetera, vedasi ancora il caso Gkn - potrà dinamizzare le lotte sociali per “ritrovare il senso di un’intelligenza affettiva declinata sulla pelle (...) per rinnovare un contatto col mondo” lasciando dietro di noi questo “periodo dominato da fantasie disincarnate, di immersioni nel virtuale, di sogni postorganici”.
Quindi, potenzialmente, sarà solo a partire da un approccio politico generale, globale e nell’ottica ontica fondamentale che potremo transitare verso una specie più saggia che ‘sapiens’. Come già cercano di continuare attualmente a vivere molti popoli originari, come nel già citato esempio dell’Abya Yala, riducendo il lavoro fruttuoso ad una prassi finalmente libera (2). Che abolisca mitologie e costumi come in Euro-america le simboliche ‘otto ore’. Riducendole possibilmente alle due, tre (o dodici) diarie ma sempre secondo il benestare e le sane necessità di ogni collettività e individuo. Come già proponeva Paul Lafargue. Comunque ora sottomettendo rigidamente gli eticamente utilizzabili strumenti Ia. Tra l’altro ma essenziale: probabilmente tutto ciò solo possibile in società che hanno recuperato una naturale esistenza e modo di vivere comunitario e matrilineare. Gineologico, ascoltando la scuola della Rojava.
Come splendidamente scrive Roberto Mancuso, “la cura è pervasiva nelle nostre relazioni, a qualunque titolo appartengano, e si sviluppa in moltissime aree dell’attività umana, come la diligenza nel lavoro e nelle occupazioni quotidiane, la medicina e l’assistenza, l’agricoltura e la domesticazione animale.”
Concludendo: nel presente e cruciale transito epocale E/A mettiamoci allora, su questa Madre Terra, a lavorare... a partire dai valori – qualità - fondamentali della nostra specie!
La stessa cura la vedo bene, magari con una zappa in mano, per tutti i desideranti ontici dediti a tanto ozio creativo.