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labottegadelbarbieri

L’arma russa “fine di mondo” è una bufala … anzi no, forse

di Angelo Baracca

Sono stato interpellato più volte per avere lumi sulla super-arma russa che gli Stati Uniti stanno denunciando come un pericolo senza precedenti, che giustificherebbe quindi la modernizzazione e l’ampliamento dell’arsenale nucleare statunitense, come l’amministrazione Trump ha deciso nella recente Nuclear Posture Review (modernizzazione già lanciata dal Nobel per la Pace Obama). Devo dire che la mia reazione fino a oggi è stata molto scettica: se i russi, che hanno un spesa militare un decimo di quella statunitense, hanno realizzato armi superiori a quelle degli Usa, è la prova lampante che Trump non è l’uomo più intelligente della Terra come si vanta, e gli scienziati russi sono molto più bravi di quelli americani. D’altra parte, da molti anni mi tengo aggiornato sull’evoluzione delle armi nucleari e sulle tensioni internazionali, e so bene quante informazioni allarmanti i servizi americani hanno fornito che si sono successivamente rivelate infondate (ma che hanno sicuramente procurato laute commesse al complesso militare industriale): nei decenni passati informavano su grandi progetti di riarmo nucleare della Cina, che poi sono risultati falsi; nei primi anni Novanta informavano che la Corea del Nord avesse già fabbricato testate atomiche, mentre il primo test è avvenuto nel 2006, e con responsabilità determinanti degli Usa[1].

Il recente discorso di Putin sullo stato della nazione, e il polverone che è stato strumentalmente sollevato, mi induce a fare una ricerca effettiva. Prima di entrare in dettagli, inevitabilmente laboriosi, posso riassumere così il senso delle conclusioni a cui sono giunto: la mia battuta semplicistica non sembra del tutto destituita di fondamento, anche se qualcosa di sostanzioso potrebbe esserci (non sembra chiaro quanto a livello di progetto o di realizzazione); in ogni caso, e non mi sembra marginale, l’arma fine-di-mondo russa – presunta o reale che sia – Status-6 (nome in codice Kanyion), appare non tanto un progetto aggressivo per annientare la popolazione degli Stati Uniti, ma una reazione al faraonico progetto americano delle difese antimissile, che Mosca denuncia da molti anni, e che in passato ha impedito di raggiungere accordi di disarmo nucleare più stringenti di quelli attuali (chi si sente minacciato non disarma ma si riarma); infatti, dallo (scarso) materiale reperibile, la super-bomba si configurerebbe non come un’arma da first-strike, ma addirittura da third-strike, alla quale cioè ricorrere in caso disperato in cui un attacco degli Usa avesse praticamente messo fuori gioco il grosso degli armamenti nucleari strategici russi, rendendo impossibile o inefficace anche la ritorsione (second-strike); oltre tutto, l’idea non sembrerebbe del tutto nuova (perché allora tanto clamore ora?).

Tutta la storia quindi, reale o presunta, appare assai diversa, se non diametralmente opposta a quella presentata dall’amministrazione Trump. La quale – come ho osservato molte volte nei commenti che ho scritto lo scorso anno sulla crisi coreana – conosce solo il linguaggio delle minacce e delle ritorsioni, sortendo quasi sempre il risultato opposto a quello dichiarato (ma forse proprio quello voluto): cioè il Paese che viene, o si sente minacciato anziché recedere dai propri progetti, li incentiva! Mai che agli Usa baleni l’idea di trattare un altro Stato da pari a pari.

 

L’arma … per quel poco che si sa

Veniamo a quest’arma fine-di-mondo che richiama alla mente il personaggio del dottor Stranamore nel film. La prima cosa che è necessario sottolineare è che tutto quello che si trova su di essa (a meno che qualcuno non sappia indicarmi informazioni ulteriori) deriva da un disegno che un generale aveva tra le mani, e i canali televisivi russi hanno ripreso e rimandato, in un incontro con Putin del 2015. Non sembra esserci altro che questo: la voce di Wikipedia in questo caso riassume molto sinteticamente tutto quel (poco) che si sa e come lo si è saputo (“Status-6 Oceanic Multipurpose System”, https://it.wikipedia.org/wiki/Status-6_Oceanic_Multipurpose_System).

Un primo punto che si deve sottolineare è che la notizia – trapelata appunto da un disegno che un generale aveva in mano in un incontro con Putin – risale al 2015! [2] E online si trovano vari commenti risalenti ad allora. Ma è pensabile che una notizia su una “nuova” arma terribile sia trapelata per una disattenzione di un generale o dello stesso Putin? E che i canali televisivi russi abbiano potuto diffonderla? Tutto sa di cosa costruita ad arte perché la notizia si diffondesse nel mondo. Un avvertimento agli USA? Un richiamo all’opinione pubblica? A me sembra la cosa più plausibile. Infatti poi il giornale governativo Rossiiskaya Gazeta ha riportato alcuni dettagli dell’arma, che a me sembrano (e anche ad alcuni commentatori) piuttosto vaghi: ma sono gli unici “dettagli” riportati poi da tutti gli articoli e commenti. Si deve anche sottolineare (e non mi sembra marginale) che fin dai primi commenti venne osservato che “questa novità (o notizia) non è così nuova come si pensa2!

Si tratterebbe dunque di un vettore che viene descritto in diversi modi: un mini-sottomarino robot, un mini-sottomarino senza pilota (unmanned), in sostanza una grande torpedine (lunga 24 metri) chiamato a volte un drone. Sarebbe dotato di propulsione nucleare (in sostanza come i sommergibili nucleari) azionata da un piccolo reattore nucleare (nei commenti si trova su questo qualche riserva). Sarebbe dotato di ogni tecnologia stealth (invisibile) disponibile al fine di ridurre la traccia acustica, cioè sarebbe in grado di “evitare tutti i dispositivi di localizzazione acustica e altre trappole”: particolare importante come vedremo. Viaggerebbe sotto la superficie del mare, fino a 1.000 metri di profondità (dove sembra che i sommergibili d’attacco non arrivino), a una velocità di quasi 200 km/ora, con una gittata di 10.000 km, transatlantica.

Porterebbe una testata nucleare di enorme potenza, 100 Megatoni [3], rivestita (o in qualche modo contenente) l’isotopo radioattivo Cobalto-59, che verrebbe trasformato nel ben più radioattivo cobalto-60, in grado di inquinare vasti tratti di mare per un periodo di almeno cinque anni: sembra che l’idea sarebbe (i condizionali sono d’obbligo) di colpire con il lancio dalle coste atlantiche della Russia la costa Est degli Stati Uniti. La super-esplosione solleverebbe onde alte 500 metri, e spargerebbe l’inquinamento radioattivo in mare e all’interno del territorio statunitense per centinaia di km.

Il robot nucleare verrebbe lanciato da sommergibili a propulsione nucleare della classe Oscar K-139 Belogord e classe Yasen Khabarovsk modificata per portare il “siluro” sui fianchi e lanciarlo orizzontalmente: i sommergibili nucleari hanno i tubi di lancio verticali[4].

 

Realtà? Mistificazione? A quale scopo?

Mi addentro in qualche commento, anche sulla base delle fonti che ho trovato.

Intanto va detto che la veridicità della notizia che si è diffusa viene da qualcuno messa in dubbio [5].

Tra i commenti se ne incontrano di catastrofici e di molto scettici. Tra i primi uno della National Security [6]: per un analista della CIA (!), l’arma «rappresenta un ulteriore esempio dell’atteggiamento aggressivo della Russia e dello sviluppo di capacità militari contro gli Usa e l’Occidente. … un chiaro tentativo di infliggere danni catastrofici agli impianti navali e alle città costiere Usa o europee». Insomma, i russi cattivi! Io ovviamente sono in totale disaccordo con tali giudizi e lo argomenterò.

Molto più sensati i dubbi sulla credibilità del progetto. Che senso avrebbe un drone sottomarino che impiegherebbe quasi … due giorni (40 ore) a raggiungere la costa degli Stati Uniti?! Infatti la Russia lo lancerebbe in prossimità della proprie coste, per sottrarsi all’intercettazione del sommergibile lanciatore e alla sua possibile distruzione. E il drone a 1.000 metri di profondità sarebbe per opinione generale non rivelabile. Inoltre l’inquinamento radioattivo di tale intensità ed estensione che provocherebbe, di lunga durata, come potrebbe venire controllato e limitato? Insomma, il tutto sa un po’ di follia.

Uno dei maggiori esperti di armamenti nucleari russi, Pavel Pdvig, commenta addirittura: “Il disegno di questo drone assomiglia più a un ingrandimento di un siluro più piccolo” [7].

La cosa che appare comunque più che evidente – per tornare alle vocazioni distruttive dei russi cattivi – è che un simile arma non potrebbe sicuramente avere una funzione di first-strike nucleare, e neanche di second-strike (cioè di ritorsione a un first-strike), che evidentemente non potrebbe tardare … due giorni! La sua funzione, qualora esista, sarebbe un’ultima risorsa (last resort), una reazione finale disperata, un third-strike qualora tutte le forze nucleari russe fossero state distrutte o decimate da un attacco.

La domanda più interessante è: quale sarebbe la ratio di quest’arma? Qui bisogna fare un passo indietro, a quando gli Stati Uniti decisero di sviluppare il faraonico (et pour cause, una marea di miliardi per le industrie militari!) sistema delle difese antimissile [8]. La Russia, memore del crollo dell’Urss trascinata nella folle corsa agli armamenti, sa che non può competere con gli Usa su questo colossale progetto, ma al tempo stesso ne ha un profondo timore, interpretandolo (a mio avviso con tutte le ragioni) come rivolto alle forze nucleari strategiche di Mosca (per quanto Washington insista che sarebbe designato a abbattere i missili dell’Iran … che dopo l’Iran Deal non ha programmi nucleari militari!): lo Stato che disponga di difese antimissile efficienti può potenzialmente abbattere i missili di un (improbabile) first-strike o più plausibilmente di una ritorsione a un first-strike nucleare (e sebbene nessun sistema di difesa possa raggiungere un’efficienza del 100% … meglio non provare!). La Russia pertanto è costretta a cercare contromisure più economiche che possano saturare o neutralizzare le difese antimissile. In primo luogo, infatti, fu la Russia nel 2010 a non accettare riduzioni più stringenti degli arsenali strategici nel (deludente) trattato Nuovo START, per mantenere appunto una forza capace in caso di necessità di saturare le difese antimissile. Ma è più che plausibile che stia cercando di sviluppare altri sistemi d’arma capaci di sottrarsi a queste difese. Il sito citato di Wikipedia riporta la notizia di un’intervista rilasciata a Radio Sputnik, che fa parte dell’agenzia statale russa Sputnik, dal caporedattore della rivista Natsionalnaya Oborona Igor Korotchenko, il quale dichiara che lo Status-6 sarebbe una risposta asimmetrica allo schieramento del sistema di di difesa missilistica da parte degli Stati Uniti e della NATO, consentendo di trasportare una testata nucleare di grande potenza sulle coste statunitensi, neutralizzando qualsiasi dispositivo di difesa americano.

Questa mi sembra l’ipotesi di gran lunga più credibile, sempre che il progetto dello Status-6 sia reale.

Infatti la BBC riporta che Putin ha accusato lo schieramento del sistema di difese antimissile in Europa come un «tentativo di minare la parità esistente nelle armi nucleari strategiche ed essenzialmente sconvolgere l’intero sistema di stabilità globale e regionale». Ed ha ribadito nel recente discorso che Mosca «non minaccia e non intende aggredire nessuno».

Vi è infine un’ultima possibilità, che mi sembra molto credibile: che Putin abbia voluto lanciare un avvertimento, “state attenti, noi non stiamo a guardare, non aspettiamo passivamente di essere attaccati, stiamo organizzando le nostre capacità di reazione, commisurate alle nostre capacità economiche”. Non voglio certamente sembrare filo-russo, né giustificare lo sviluppo di nuove capacità nucleari: il nostro obiettivo è e rimane la loro totale eliminazione, ma mi sembra che sia la Russia sotto accerchiamento e attacco, l’atteggiamento aggressivo è quello degli Usa e della Nato, e ritengo che la Russia cerchi di non essere sopraffatta, cerchi insomma di difendersi. Non possiamo certo accettare lo sviluppo di nuove capacità nucleari, ma non possiamo neanche fare di ogni erba un fascio: distinguere chiaramente i livelli di responsabilità mi sembra doveroso.


Note
[1]             Rinvio alla mia ricostruzione: A.Baracca, “La resistibile ascesa nucleare della Corea del Nord”, 3 maggio 2017, Pressenza, https://www.pressenza.com/it/2017/05/la-resistibile-ascesa-nucleare-della-corea-del-nord/.
[2]             M. Ballaban, “Why a Russian super-radioctive atomic torpedo isn’t not the news you think it is”, 11 dicembre 2015, https://foxtrotalpha.jalopnik.com/why-a-russian-super-radioactive-atomic-torpedo-isn-t-th-1742131846.
[3]             Il test nucleare più potente fu eseguito dall’URSS, 100 megatoni.
[4]             Vi sarebbe anche una conferma che la Russia avrebbe già sviluppato il sommergibile, ma la testata che lo riporta non mi sembra realmente attendibile: K. Mizokami, “Pentagon Confirms Russia Has a Submarine Nuke Delivery Drone”, 8 dicembre 2016, Popular Mechanics, https://www.popularmechanics.com/military/weapons/a24216/pentagon-confirm-russia-submarine-nuke/.
[5]             S.Pifer, “Russia’s perhaps-not-real super torpedo”, 18 novembre 2015, https://www.brookings.edu/blog/order-from-chaos/2015/11/18/russias-perhaps-not-real-super-torpedo/.
[6]               http://freebeacon.com/national-security/russia-building-nuclear-armed-drone-submarine/.
[7]             G. Brumfield, “Buried in Trump’s Nuclear Report: a Russian doomsday weapon”, 2 febbraio 2018, National Public Radio, https://www.npr.org/sections/parallels/2018/02/02/582087310/buried-in-trumps-nuclear-report-a-russian-doomsday-weapon.
[8]             Io ne scrissi in modo molto dettagliato nel 2009: A. Baracca, “La pace vale uno scudo!”, http://www.europeforpeace.eu/it/821_a-baracca-la-pace-vale-uno-scudo, https://www.peacelink.it/disarmo/a/28214.html, e altri.

(*) Ripreso da www.pressenza.com

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