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comuneinfo

L’accusa sudafricana dell’evidenza

di Laura Burocco

Nella giornata di avvio dell’azione legale intentata dal Sudafrica contro Israele all’International Criminal Court si è parlato di uccisioni di massa, di fosse comuni, di un numero ‘senza precedenti’ di civili morti. Fame, sete, danni fisici e mentali, l’ordine di per sé genocida di evacuazione in 24 ore di oltre un milione di persone – compresi bambini, anziani, feriti e infermi, interi ospedali senza alcuna assistenza. I bombardamenti sulle vie dichiarate “di fuga”. E poi le umiliazioni dei prigionieri, il sadismo dei soldati israeliani. La negazione della possibilità di accedere agli aiuti umanitari. Il tutto argomentato con una significativa attenzione all’uso limitato di materiale audiovisivo e “nel rispetto della dignità del popolo palestinese”.

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Si è aperta ieri, presso la Corte internazionale di giustizia (ICJ) dell’Aia, l’azione legale intentata dal Sudafrica contro lo stato di Israele. Alla corte non viene richiesto di stabilire se la condotta di Israele costituisca genocidio, ma se gli atti presentati configurino violazione della Convenzione delle Nazioni Unite sul genocidio, così come era stato per il caso Gambia contro Myanmar, giudicato dalla stessa corte nel 2022, portato come giurisprudenza. Se tali violazioni saranno confermate si impone un intervento immediato.

L’accusa ha aperto con una dichiarazione che elude qualsiasi dubbio sulle ragioni alla base di questa azione legale: “il Sudafrica riconosce la continua Nakba del popolo palestinese attraverso la colonizzazione israeliana a partire dal 1948”. La difesa del “diritto inalienabile e riconosciuto a livello internazionale all’autodeterminazione, e il diritto al ritorno” citato dall’ambasciatore Vusimuzi Madonsela, responsabile per aprire e chiudere le argomentazioni, lega la storia del Sudafrica a quella del popolo palestinese, come viene anche ricordato da Ronald Lamola, ministro della giustizia, citando Mandela.

L’iniziale dichiarazione ribadisce fortemente la non eccezionalità della situazione. Se è vero che dal 7 di Ottobre il grado di disumanità a cui il mondo assiste è tale da non rendere più possibile la dimenticanza da parte dell’opinione pubblica globale, il Sudafrica “riconosce che gli atti genocidi e le omissioni da parte dello Stato di Israele “fanno inevitabilmente parte di un continuum” di atti illegali perpetrati contro il popolo palestinese dal 1948. 75 anni di apartheid, 56 anni di occupazione, 16 anni di assedio imposti alla Striscia di Gaza. Quello che sta succedendo – “la distruzione della vita palestinese inflitta deliberatamente” – è la goccia che fa traboccare un vaso saturo da tempo. Non sorprende la risposta rabbiosa di Israele e dei suoi sostenitori.

Ognuno dei sei legali ha concentrato la proprie argomentazione su specifiche violazioni: Adila Hassim, rischio di atti di genocidio e vulnerabilità perpetua derivante; Tembeka Ncgukatoibi, presunto intento genocida; John Dugard, giurisdizione di merito; Blinne Ní Ghrálaigh, urgenza e potenziale danno irreparabile; Max du Plessis, diritti attualmente minacciati; Vaughan Lowe, misure provvisorie. L’ambasciatore del Sud Africa presso i Paesi Bassi, Vusimuzi Madonsela, ha introdotto e riassunto le argomentazioni facendosi portavoce della richiesta di intervento.

Si è parlato di uccisioni di massa, di fosse comuni, di un numero ‘senza precedenti’ di civili morti. Centinaia di famiglie multigenerazionali spazzate via, senza sopravvissuti – madri, padri, figli, fratelli, nonni, zie, cugini. Fame, sete, danni fisici e mentali, l’ordine di per sé genocida di evacuazione di oltre 1 milione di persone – compresi bambini, anziani, feriti e infermi, interi ospedali, in 24 ore, senza alcuna assistenza. I bombardamenti sulle vie dichiarate “di fuga”. Mezzo milione di palestinesi senza una casa in cui tornare e nessuna responsabilizzazione dello stato di Israele per la ricostruzione. Le umiliazioni dei prigionieri, il sadismo dei soldati israeliani. La negazione di ingresso agli aiuti umanitari. Il tutto argomentato con una significativa attenzione all’ uso limitato di materiale audiovisivo, “nel rispetto della dignità del popolo palestinese”.

Non si è ascoltato nulla di nuovo rispetto alle terribili notizie che dal 7 di Ottobre dello scorso anno circolano sulla stampa e notiziari nel mondo intero. Semplicemente si sono organizzate, fattualmente, una serie di prove indicanti le gravi violenze e atti contro il popolo palestinese di Gaza, in flagrante violazione della Convenzione sul genocidio e in violazione dei loro diritti. Quello che si è voluto dimostrare è l’intenzione genocida dello stato di Israele espressa dai suoi leader politici, comandanti militari, e da persone che ricoprono posizioni ufficiali di Israele. Un intento esplicitato in referenze bibliche che configurano persecuzioni e fanatismo religioso; linguaggi “combattendo gli animali umani” che esprimono una disumanizzazione sistematica; apologia all’odio attraverso la celebrazione di figure criminali (Ezra Yachin – un veterano del massacro di Deir Yassin contro i palestinesi nel 1948 per fare un esempio).

“Sia il popolo del Sud Africa che quello di Israele hanno una storia di sofferenza […] È nei termini di questa Convenzione, dedicata alla salvezza dell’umanità, che il Sudafrica porta questa controversia davanti a questa Corte” dice Dugard, gli fa eco l’avvocato Hassim “È un caso che sottolinea l’essenza stessa della nostra comune umanità”. Quello che il Sudafrica ha fatto, non è stato nulla altro che – come si legge nelle dichiarazioni finali – “adempiere all’obbligo internazionale che grava sul Sudafrica e su tutti gli altri stati ai sensi dell’Articolo IX della Convenzione” di “intervenire mentre Israele non rispetta i suoi obblighi internazionali sotto i nostri occhi”.

Richiede semplicemente l’ovvio: il cessate il fuoco, il rispetto degli obblighi derivanti dalla Convenzione e, di conseguenza, la fine del genocidio in corso. Ora, difficile è credere che lo stato di Israele – seppur sotto obbligo legale internazionali – possa non solo ‘desistere’ dalle terre della Striscia e ‘assicurare’ che le sue forze militari non incitino e siano complici di genocidio, ma anche si faccia garante dell’applicazione immediata (una settimana) di queste urgenti misure che richiederebbero un’umanità la cui cancellazione è stata ampiamente dimostrata nelle argomentazioni di ogni singolo legale.

Ed è proprio a quella umanità che si riferiva Lamola in apertura citando le parole di Nelson Mandela alla Giornata internazionale di solidarietà con il popolo palestinese, Pretoria (4 dicembre 1967) “Nell’estendere le nostre mani al popolo palestinese, lo facciamo nella piena consapevolezza che facciamo parte di un’umanità unita”.

In questo senso infatti l’azione intentata di fronte alla Corte dell’Aia è in ottemperanza a un obbligo non solo nei confronti del popolo palestinese, ma di tutti gli Stati parti della Convenzione sul genocidio, compreso il Sudafrica.

Comments

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marco luporini
Thursday, 18 January 2024 16:03
fosse amore vero per i palestinesi il vostro o dell'eccellente governo sudafricano...è di un'evidenza accecante che il solo motore di tutto ciò è l'evergreen odio verso l'ebreo elevato insieme all'occidente a caprio espiatorio cui associare tutto il male del mondo...è per assecondare questo impulso non saprei se psichiatrico o cosa si rovescia la realtà in una maniera grottesca se non si fosse davanti a tragedie....ed in trasparenza, esattamente come dichiarato dai capi di Hamas si benedice e si auspica la morte di quanti più bambini palestinesi per moltiplicare l'odio di cui sopra a dismisura....i maiali orwelliani sempre pronti a nuove avventure e che ormai non pongono nessun limite alle loro asticelle......la teoria del valore di Marx...ancora volete tenere insieme tutto quello che accade in un sistemuccio... psicopatici all'ultimo livello......e che dire dell'asticella dei palestinesi ........che gioia che festa quando il neonato ebreo viene infilato in un microonde....da filmare e telefonare a mamma...mamma prepara i dolci sto uccidendo e squartando e stuprando un sacco di ebrei.....che schifo.....
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Emanuele
Thursday, 18 January 2024 18:54
I maiali sono quelli come te - e pare che di scrofe gravide l'occidente "capro espoatorio" (povero incompreso! Un'ecumenica organizzazione evangelica scambiata per associazione a delinquere, ma come si fa'!) ne sia infestato - che pur di rivendicare il proprio ridicolo, autoproclamato e demenziale ruolo di gran maestri della razza umana "Uber Alles", sono disposti a rovesciare la realtà per leccare il culo ad uno stato NAZISTA che che massacra civili indiscriminatame con le bombe a grappolo che forse neanche Hitler, eh ma non ti permettere!!! I cattivi di hamas hanno prima stuprato, seviziato, decapitato, mutilato i membri della razza superiore per discendenza divina - sempre siano lodati! - per cui tutto ok! Buoni e cattivi separati per benino e ai nastri di partenza! Adesso scannatevi e vinca il meglio armato!
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